LE PIANTE DELLA SALUTE

Nel nostro pezzetto di campo coltivato ad orto limitrofo ad un prato allo stato naturale, le “erbacce” sono di casa e vengono lasciate crescere indisturbate, non appena ne scopriamo la loro commestibilità; mia zia Lina ne richiama i nomi in piemontese incominciando con il refrain “ai tempi della guerra…” per ricordare che, da giovane, quelle erbe si trovavano nei piatti in tavola, a volte in qualità di unico ingrediente.

Dalla sapienza degli antichi alla scienza, passando per la tradizione contadina, l’utilità delle erbe spontanee commestibili ha ricevuto il suggestivo titolo di alimurgia coniato nel 1700 dal medico fiorentino Giovanni Targioni-Tozzetti dalla quale deriva il termine fitoalimurgia che, ancora oggi, indica lo studio delle piante a scopo gastronomico.

“..per significare quel ramo di scienza il quale studia le urgenti necessità alimentari; che si occupa cioè di ricercare quanto può essere utile nel caso di urgenza alimentare: Alimenta urgentia –Alimurgia. Parendomi questa voce (e nel nostro caso più precisamente Phytoalimurgia si dovrebbe dire) perfettamente adatta (…) io l’ho adottata, quantunque tale voce manchi nei Vocabolari…” tratto da De alimenti urgentia - 1767

Anche di questi tempi pur non dovendo più aver a che fare con l’alimentazione di sussistenza, la riscoperta delle piante alimurgiche si impone come fenomeno culturale di valorizzazione delle tradizioni gastronomiche che di tali piante hanno fatto di necessità virtù.

Oggi con la passeggiata-raccolta delle varie erbe spontanee, selvatiche e aromatiche che crescono nella zona (la più rustica, isolata e incontaminata) si compiono gesti e rituali antichi in armonia con la natura e la sua forza terapeutica. Anche gli studi recenti hanno confortato quanto già noto negli antichi saperi, ossia che le erbe spontanee contengono elevate concentrazioni di sali minerali, proteine, un alto tasso di vitamine A e C e notevoli percentuali di fibre, perché crescono in armonia con l’ecosistema che le ospita. Un vero concentrato di salute da non disprezzare e per di più a kilometro e costo zero

Un tempo i rimedi con le erbe facevano parte della medicina sacra, le erbe erano “incantate” da un preciso rituale e perciò diventavano magiche e potevano liberare tutte le loro forze curative. La scrittura aveva un ruolo magico e scrivere una maledizione contro qualcuno costituiva un atto irreversibile. Così il Druido incideva la formula magica sul ramo di tasso, nocciolo, sorbo, quercia o di melo, e in nessun altro caso veniva utilizzata la scrittura ogham! 
Ancora oggi si crede che il legno del nocciolo, del sambuco e il biancospino, del sorbo rosso (o frassino di montagna) e del tasso siano efficaci contro le fate e le streghe e si piantano ancora introno alle case come protezione.

Alcuni alberi per i Celti divennero talmente sacri che era proibito tagliarli, ad essi erano appese delle offerte (un tempo si trattava delle teste dei nemici o dei sacrifici rituali, oggi di ninnoli e stoffe annodati)

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Molti ritengono che le piante abbiano un’anima, un tempo la salute dell’uomo passava attraverso il suo rapporto con gli alberi
bacia e abbraccia la quercia del bosco e lei veglierà sul tuo sonno