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RITI DI PRIMAVERA

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LO SPINO DI MAGGIO

Nel Medioevo prima dello spuntare del giorno di Calendimaggio i giovani del villaggio raccoglievano fiori di campo per lo più gialli e rami di biancospino e facevano entrare il Maggio nel paese: cantavano, danzavano e appendevano alle finestre i rami raccolti e donavano i fiori alle fanciulle più graziose. 

Il ramo di biancospino e i suoi fiori si utilizzavano nei rituali nunziali celtici e dell'antica Grecia e anche per gli antichi Romani era il fiore del matrimonio, augurio di felicità e prosperità. 

BIANCOSPINO O PRUGNOLO?

Il biancospino è l'albero della festa di Beltane, caro a Belisama, la splendente, 7005638-albero-di-biancospino-sulla-strada-rurale-contro-il-cielo-blu.jpgcresce come arbusto o come albero di dimensioni ridotte (arriva ai 7 mt di altezza) allargando la chioma in tutte le direzioni possibili, per i molti rametti che si formano intrecciandosi sulle strutture più vecchie, alla ricerca della luce verso l’alto; è molto longevo (vive fino a 500 anni) e i suoi frutti (delle piccole bacche rosse che si accendono sull'albero in autunno), molto ricercati dagli uccelli, sono anche commestibili (in genere utilizzati per la preparazione di infusi e sciroppi).

I fiori sono piccoli, bianchi e con delle delicate sfumature rosacee, dolcemente profumati e fioriscono a Maggio. 

In zone dalle fioriture tardive per la festa di Beltane o per le questue rituali dei maggianti (i "mayers"),  si utilizza però il ramo di prugnolo (stessa famiglia delle Rosaceae ma con fioritura già a marzo-aprile) o il maggiociondolo dai caratteristici fiori gialli penduli.
Bisogna infatti considerare che all'epoca in cui si utilizzava il biancospino per festeggiare il primo di maggio, non era stato ancora introdotto il nuovo computo del calendario gregoriano, che ha riportato indietro il tempo di 11 giorni,
 sicchè quando il nuovo calendario indicò il primo maggio, la natura era ancora ferma al 21 aprile.

 

Le virtù curative del biancospino erano conosciute fin dal Medioevo: è chiamato la "valeriana del cuore" perché agisce sul flusso sanguineo migliorandone la circolazione ed è inoltre utilizzato per contrastare l'insonnia e gli stati di angoscia.

IL MAGICO SPINO DEL SONNO FATATO

biancospino (2).jpgPresso i Celti il biancospino veniva chiamato Huath, che significa “terribile”. Questo nome richiamava lo spavento, il timore reverenziale verso ciò che è sconosciuto e che possiedeun’energia magica molto potente. Non a caso l’albero era considerato la dimora segreta delle fate, degli spiriti del bosco e delle entità che abitano i mondi incantati, le quali potevano mostrarsi giocose e benevole verso coloro che le trattavano con rispetto, ma anche terribilmente ostili e dispettose verso coloro che non si curavano di loro, o peggio, le offendevano. Per questo il biancospino era molto onorato ed era assolutamente vietato abbatterlo. Coloro che volevano coglierne i rami avrebbero potuto farlo solamente la mattina di Beltane, perché solo in quel momento le fate avrebbero concesso di prenderne la quantità desiderata senza arrabbiarsi. La presenza del biancospino sulla cima di una collina, inoltre, indicava che quel sacro luogo era popolato dalle creature magiche, e che forse poteva essere un accesso segreto all’Altromondo..

Una delle proprietà magiche del biancospino è quella di
 proteggere dai fulmini. Si dice, infatti, che questo albero non venga mai colpito da essi e che quindi ci si possa riparare sotto ai suoi rami durante i temporali.
Sempre per proteggere dai lampi, ma anche dagli spiriti cattivi, si usava appendere i suoi rametti alle porte delle case, delle stalle e dei fienili. Così facendo ci si assicurava la presenza di armonia, gioia e amore, i doni delle fate.
Ma il compito forse più importante del biancospino era quello di
 proteggere le sorgenti e le polle di acque sacre, posto a difesa di esse come un inquietante e imprevedibile Guardiano.

Le proprietà curative e le leggende che ruotano intorno al biancospino svelano, inoltre, la sua intima connessione col sonno, non quello comune che coglie ogni vivente, ma quello magico e consapevole, durante il quale si può giungere nell’
Altromondo.
Il suo nome in islandese significa “spina dormiente” e secondo i miti nordici Odino usò una spina di biancospino per far cadere
 Brunilde in un sonno incantato. Ma non solo; anche nelle leggende celtiche legate ad Avalon si dice che Viviana, con una malìa, fece addormentare Merlino sotto ad un albero di biancospino, dove forse egli sta ancora dormendo, in attesa di risvegliarsi in tempi propizi al suo ritorno.
Nella fiaba della
 Bella Addormentata nel Bosco, la principessa Rosaspina cade in un sonno incantato che dura cento anni, dopo essersi punta con un fuso, che nei tempi antichi veniva costruito proprio con il legno del biancospino.
Infine, in un’altra storia, questa volta proveniente dalla Scozia, il giovane Thomas theRhymer
 viene colto da un sonno irresistibile dopo essersi seduto sotto a un biancospino. Allora giunge ad incontrarlo la radiosa Regina delle Fate, che dopo essersi amorosamente unita a lui più e più volte, lo guida verso l’Altromondo, dove egli apprenderà molte cose di cui non è dato sapere.
Il biancospino non è solamente
 l’albero del Sonno fatato, ma anche Colui che protegge i Dormienti, perché nulla di male accade loro mentre dormono serenamente sotto le sue fronde, ed essi sono liberi di lasciarsi trasportare dall’estasi, di viaggiare nell’Incanto senza temere pericoli. (tratto da IL TEMPIO DELLA NINFA continua)

biancospino-bacche.jpgLA RICETTA

(tratta da TaccuiniStorici.it)

Gradevolmente acidula e leggermente vinosa, la polpa dei frutti di biancospino è zuccherina, croccante e profumata. La preparazione si effettua lavando bene le bacche turgide, asciugandole con cura, e infine invasandole con bastoncini di cannella, chiodi di garofano e sciroppo di zucchero.


I vasi vengono poi sterilizzati e si conservano al buio per qualche mese. Così preparate le bacche di biancospino non solo sono gustose ma hanno anche un buon contenuto di vitamina C.

 


ASCOLTA AMHRÁN NA CRAOIBHE: Canto diffuso nella parte sud-est dell'Ulster (Irlanda del Nord), è il canto processionale delle donne che portano il ramo del Maggio nelle celebrazioni rituali per la festa di Beltane
 e forse si accompagnavano con una danza, la cui coreografia è però andata perduta.  continua

 

(Cattia Salto aprile 2013)

 

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