L’ARPA CELTICA La peculiarità del
suono dell'arpa è la naturalezza con cui si ottiene il suono, pizzicando le
corde con i polpastrelli, senza mediazione di meccanismi esterni. La sua
bellezza è proprio questa "fluidità" del suono che richiama il
movimento dell'acqua; inoltre il suono è dinamico con possibilità di variare
nel piano e nel forte sulle sue corde gravi. IL VIDEO- CORSO
Nel nostro
immaginario, l’arpa celtica, è lo strumento per eccellenza dell’antico bardo,
tuttavia le prime testimonianze iconografiche risalgono al IV sec Dopo Cristo e perciò quasi alle soglie del Medioevo. Le coeve
testimonianze degli autori classici documentano la presenza di musicisti
detti bardi ossia poeti
lirici, si cita per tutti lo storico Diodoro Siculo (I° sec
a.C.) “Essi hanno anche dei poeti lirici, che chiamano bardi. |
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LA LIRA
BARDICA
I primi bardi non suonavano l'arpa ma più sicuramente uno strumento antico dett lyra. La statuetta in pietra di Paule raffigurare proprio un antico bardo dell’età del Ferro, con indosso il caratteristico torques a tamponi e nelle mani una lyra a 7 corde, è stata ritrovata in Bretagna (in Cote-d'Armour - Francia) ed è datata alla fine II° sec a.C. vedi FIG 1) Lo
strumento è tenuto in posizione verticale, probabilmente appoggiato su di una
gamba, ma la postura del musico ci dice poco sulla tecnica con cui si suonava
lo strumento in quanto lo afferra semplicemente con entrambi le mani. |
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FIG 1 |
FIG 2 |
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Per capire come
poteva essere suonata la lyra bardica
possiamo fare dei raffronti con la lyra greca,
grazie all'abbondanza iconografica che contraddistingue la produzione
artistica della Grecia antica. FIG2)
Nell'affresco è raffigurata una fanciulla greca, molto probabilmente
un’etera, intenta a suonare la lyra a 7 corde:
appoggia la lyra su di una gamba, la mano sinistra
è dietro lo strumento in posizione di arpeggio, la mano destra è sul davanti
più vicina al ponticello, e potrebbe impugnare un plettro. La somiglianza tra
i due strumenti è notevole, ma non essendo rimaste (o non avendo ancora
ritrovato) raffigurazioni più precise della lyra
celtica è estremamente difficoltoso ipotizzare dei paragoni. Nel 2012 il liutaio Michele Sangineto è stato incaricato dal gruppo Labarum Bagauda Teuta Laevi (Valle del Ticino)
di riprodurre proprio lalyra bardica
raffigurata nella statuetta di Paule, strumento che
possiamo ammirare nella foto. ..è stata
costruita con legni poveri come quelli che secondo l’artista artigiano erano
facili da reperire. La cassa armonica e la struttura a U è stata realizzata
con legno di pioppo e l’asticciola che supporta le chiavi è in ciliegio.
Questo strumento presenta 8 corde anziché 7 come l’originale; la considerazione che
sta alla base di questa scelta è stata la possibilità di comporre più
facilmente una qualsiasi musica compatibile con l’aspetto rievocativo.
(tratto da qui) La lyra è indubbiamente uno degli strumenti a corda più
antichi d’Europa e la ritroviamo ancora tutt’oggi in numerose tradizioni
musicali nord-europee. L'area di diffusione parte non solo dal Mediterraneo
ma anche dai paesi scandinavi: tramite i Vichinghi sbarca un po' in tutta
Europa e si evolve nella famiglia di strumenti ad arco. Infatti invece di
essere solo pizzicata la lyra scandinava
è suonata con un archetto. LA LYRA AD ARCO: LA CROTTA
Detto anche
"rotta" o "rotta germanica" lo strumento può essere
dotato anche di una tastiera centrale. In Galles porta il nome di crwth (mentre in Irlanda è detta cruith)
e la tastiera centrale porta le sei corde di cui due le drone
strings ("corde fannullone") sono di
bordone. A guardarla sembra essere l'antenato del violino! Questo strumento,
che gli studiosi sono incerti se ritenere totalmente autoctono ed attribuito
all'area scandinava, compare verso il II° sec, si
presenta in una forma analoga a quella attuale intorno al VII sec. ASCOLTA il suono della crwth Purtroppo nel
Medioevo gli autori hanno contribuito a creare una grande confusione
utilizzando in modo arbitrario il termine di "arpa", "crotta/rotta", "lyra"
e "citara" in riferimento ad una ampia gamma di strumenti a corda
di origine nordica. |
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L'ARPA NEL MEDIOEVODell’arpa si iniziano ad avere
documentazioni iconografiche più diffuse nell’Alto Medioevo, una
raffigurazione sulla tipica croce celtica in granito a Castledermot
in Irlanda risalente alla fine del X secolo, riporta la raffigurazione di
un’arpa quadrangolare, tale immagine sembra supportare la descrizione dell’arpa
magica del dio Dagda come citata nel Libro delle
Invasioni d’Irlanda compilato da fonte monastica a cavallo tra il XI e il XII
sec. L’arpa viene
chiamata dal dio con due curiosi appellativi, il primo si potrebbe tradurre
con “sussurro del dolce albero di mele” e il secondo fa riferimento a una
forma quadrangolare. Unendo le due fonti possiamo supporre che l’arpa fosse
piccola, di tipo euroasiatico quadrangolare, dal suono particolarmente dolce,
e con un limitato numero di corde, si suonava tenendo la parte ricurva verso
di sé, appoggiando forse la base sulle ginocchia. Non dobbiamo però
stupirci più di tanto per tali supposizioni, perché l’arpa prima di diventare
lo strumento che oggi conosciamo, è stata oggetto di molti esperimenti, sia
nelle forme, che nelle dimensioni e nelle tecniche esecutive, fortunatamente
piuttosto documentati dal periodo medievale, particolarmente portato ad
elaborare trasformazioni “ingegneristiche” sugli strumenti musicali. |
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Arpa
triangolare fine IX° sec- Croce celtica a Dupplin Castle - Scozia |
Arpa
triangolare XI° sec – Santuario
di St Mogue -Irlanda |
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Venne attribuito proprio agli Irlandesi intorno all’VIII° sec (sebbene tale asserzione non sia sostenuta da documentazione esaustiva) il merito di aver dato all’arpa la forma che ancora oggi ha conservato cioè quella triangolare, essi hanno inserito la colonna tra la cassa armonica e la mensola, risolvendo così il problema della tensione più elevata esercitata dalle corde e del loro maggior numero. Nelle due immagini in alto è raffigurato re David mentre suona l’arpa, una raffigurazione molto decisamente dettagliata, al punto da poter affermare che l’arpa riprodotta si tratta di un'arpa gaelica o celtica. L’arpa è piuttosto grande, è tenuta sulle ginocchia e arriva fino al mento del musicista, ha una colonna arcuata tra la mensola e la cassa armonica piuttosto ampia. Sempre dal bassorilievo possiamo ottenere inoltre una preziosa informazione sul modo antico, propriamente celtico, di tenere lo strumento, all’opposto di quello moderno: l’arpa si appoggiava sulla spalla sinistra e la mano sinistra pizzicava le corde acute più in alto della cordiera, mentre quelle gravi erano suonate con la destra e in posizione più bassa. L'ARPA IRLANDESE
Intorno all’XI° sec. si attribuisce quindi ai Celti la realizzazione di due tipi di arpa, una più piccola con una decina di corde che si portava a spalla o era fissata alla cintura e una più grande (in gaelico clàirseach) con una trentina di corde: la cassa armonica si otteneva, diversamente da oggi, scavando un singolo blocco di legno (più diffusamente di salice), le arpe celtiche cosiddette “a testa bassa” erano così lavorazioni di scultura e d’intarsio, strumenti raffinati e preziosi consoni alla nobiltà. L’arpa
dell’illustrazione è una copia della Queen Mary risalente al XVI° sec conservata al Museo Nazionale di Edimburgo, una
delle 3 arpe perfettamente conservate giunte dal Medioevo; l’altra
altrettanto famosa è esposta al Trinity College di
Dublino ed è anche conosciuta come l’arpa di Brian Boru,
ma contrariamente alla prima attribuzione (XI° sec)
è datata tra il XIV e il XV° sec. Quest’arpa è
diventata l’icona dell’Irlanda, riprodotta su monete, bandiere e boccali di
birra. L'ARPA
BARDICA
E’ così possibile
ancora ai nostri giorni riudire il suono dell’arpa bardica
irlandese (ovvero l'arpa suonata in Irlanda e Scozia durante il Medioevo) ASCOLTA Simon Chadwick mentre suona su una fedele riproduzione della "Queen Mary clarsach". Per il cd dal titolo Clàrsach na Bànrighe con musiche medievali eseguite da Simon Chadwick vedi
Un’altra particolarità di della "clarsach" è il metallo (argento o bronzo) utilizzato per le corde che anticamente si suonavano pizzicando con le unghie, e i bardi le lasciavano crescere lunghe e ricurve per la bisogna. Ancora nel 1700 l’arpa celtica è simile a quella medievale (più vicina però all’arpa gotica o arpa “a testa alta”), a fianco un’immagine dell’arpa appartenuta al famoso bardo irlandese Turlough O’Carolan le cui composizioni sono ancora suonate ai nostri giorni. ASCOLTA Derek
Bell 1975 Nel XVIII° sec appare infine l’arpa celtica più moderna, molto più grande da appoggiare a terra: oltre al maggior numero di corde (in budello), anche la cassa armonica aumenta di dimensione e viene costruita, come oggi, dall’unione di varie tavole. |
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L'ARPA TRIPLA GALLESEIl
limite dell'arpa è l'accordatura (nel senso che su un arpa si può eseguire
solo un tipo di musica) per estenderne la potenzialità si iniziò ad
aggiungere una doppia fila di corde e poi tre (arpa doppia e tripla). Lo strumento è
nato in Italia nel 1500 (le più recenti ricerche hanno spostato questa data
al XIV secolo) e la versione con tre file di corde è decisamente un'arpa
barocca. L'anomalia
italiana è quella di definire con lo stesso nome "arpa doppia" sia
l'arpa con due ordini di corde, che quella di tre ordini, un'aggettivazione
riferita allo strumento "doppiato" e non alle file di corde
aggiuntive, occorre quindi specificare come arpa doppia a due ordini o arpa
doppia a tre ordini per distinguerle. Sottigliezza non sempre evidenziata
nelle partiture seicentesche. A. Agazzari (1578–1640), nel suo "Del sonare sopra’l
basso con tutti li stromenti e loro uso nel
Concerto" del 1607, ce la descrive: “L’Arpa
Doppia, qual è stromento che val per tutto, tanto
ne soprani, come ne bassi, devesi tutta ricercare, con dolci pizzicate, con
risposte d’ambi le mani, con trilli ect: insomma
vuol buon contraponto”. Come tale fa la
sua comparsa nelle isole britanniche nel 1600 per diventare subito popolare
in particolare nel Galles al punto che nel secolo successivo l'arpa tripla
viene definita come arpa gallese. Caduta in disuso
con l'introduzione dell'arpa a pedali, l'arpa gallese ha conosciuto una
rinascita a metà del 1900 con il lavoro di John Weston
Thomas che ha trasmesso la sua passione, la sapienza artigianale e la tecnica
al figlio e ai suoi apprendisti. ASCOLTA Robin Huw Bowen LA
TECNICA
La principale caratteristica dell'arpa
gallese è quella detta "Split doubling" in cui la stessa nota viene suonata sulle
due file esterne con la mano destra e sinistra in rapida successione, inoltre
come per altri strumenti a corda adesso anche con l'arpa tripla è possibile
tenere il basso continuo Ma ovviamente è
richiesta una grande abilità per riuscire a suonare le corde dell'ordine
interno (le corde cromatiche). L'arpa viene
inoltre suonata sia in piedi oppure alla vecchia maniera, appoggiandola sulla
spalla sinistra con le mani che si muovono all'inverso rispetto alla tecnica
più moderna. VIDEO Robin Huw Bowen |
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(Cattia Salto 2010 e integrazione 2015) articolo riportato anche in http://ontanomagico.altervista.org/arpa-celtica.html con tutti gli approfondimenti |
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