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LA CETRA o CITARA
La cetra (cittern, cister, cistre) è uno strumento a corde pizzicate, formato da un fondo
piatto e piriforme, un manico allungato ma relativamente corto con corde metalliche doppie con la caratteristica di essere legate
nella parte inferiore, non su una barra fissata alla tavola, ma sulla fascia
inferiore. Il compositore e
teorico Johannes Tinctoris, descrive la cetra nel suo De Inventione (c. 1487): "Ancora un altro
derivato della Lyra è lo strumento chiamato cetula dagli italiani, che lo inventarono. Ha
quattro corde di metallo -ottone o acciaio ... e si suona con una penna d'oca. Siccome
la cetula è piatta, viene dotata di certi rialzi di
legno sul manico, disposti proporzionalmente e noti come tasti. Le corde sono
premute contro questi tasti dalle dita, per ottenere note più alte o
più basse”. Un raro esemplare
è pervenuto fino a noi dal Cinquecento, è la citara costruita da Girolamo Virchi (Brescia 1574), attualmente conservata al Kunsthistorisches Museum di Vienna. In cima al cavigliere è scolpita
la romana Lucrezia nell'atto di pugnalarsi. A livello
iconografico si sono conservate molte immagini della cetra per lo più da
miniature o da sculture, ed essendo stato uno strumento molto popolare nella
metà del XVII secolo anche nelle pitture in particolare olandesi. (molto note
quelle di Johannes Vermeer) perchè per il raddoppio delle corde (i cori) simboleggiava
l’armonia in amore e la famiglia. |
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Strumento di
accompagnamento al canto ma anche per la musica da danza, ha visto una discreta
fioritura di partiture composte espressamente, anche di complessa esecuzione.
Si cita “Il Primo Libro di tabolatura di citthara” (1574) di Paolo Virchi (figlio del liutaio Girolamo) per una
citara a sei cori. Anche se la forma
della cetra ricorda quella del liuto il suono è molto diverso, infatti le
corde sono in metallo (contrariamente al budello utilizzato in quelle del liuto) e vengono pizzicate con il plettro,
quindi il suono è più
sostenuto, vivace e allegro paragonabile a quello del banjo. udir mi parve un mormorar di fiume |
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LA CITOLA MEDIEVALE
La sua forma
esatta è incerta nel senso che nel Medioevo erano molte le sperimentazioni
che venivano chiamate con nomi simili. (Sytole, Cytiole,Gytolle) Viene generalmente
descritto come uno strumento ad arco dotato di quattro corde, con un corpo a
"foglia di agrifoglio". Un modello
piriforme è raffigurato
invece oltre che nelle miniature delle "Cantigas de Santa Maria" di Alfonso X di
Castiglia -XIII sec, in un bellissimo affresco di Simone Martini (Cappella
di S. Martino presso la Basilica inferiore di S. Francesco in Assisi- XIV
sec). E’ probabile che
si riferisca ad un unico blocco di legno scavato compreso il manico; esso
termina in un cavigliere a paletta . Si suonava sia a
pizzico che ad arco. |
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IL BOUZOUKI È lo strumento greco per eccellenza; la caratteristica
forma - cassa panciuta e ovale, manico stretto e allungato con tasti e tre o
quattro corde doppie- rivela le sue origini medio-orientali apparentandolo alla famiglia dei liuti. Lo strumento può
essere utilizzato per l'accompagnamento di canzoni, ma anche per esibizioni
virtuosistiche basate su modi derivati dalla musica turca (makams) o su melodie arabe. Le composizioni
più recenti e lo stile attuale preferiscono rifarsi alle scale maggiori e
minori tipiche della cultura europea occidentale. IL BOUZOUKI IRLANDESE Nel decennio del
1960 vari strumenti a corde, banjo,
mandolino e chitarra, sull’ondata del folk revival americano prima e
britannico poi entrarono a far parte dello strumentario celtico (nella nuova
generazione irlandese e scozzese per poi passare nel decennio successivo ai
giovani bretoni) Il "Bouzouki" arrivato “per caso” nelle mani di
alcuni musicisti irlandesi, diventa quello che viene ormai comunemente
chiamato irish bouzouki a sottolineare il peculiare strumento nato
dalla trasformazione di quello greco. Le sue caratteristiche sono: il manico più o meno lungo,
tastato, la cassa a forma di goccia e il fondo piatto e con 4 coppie di
corde. Il suono è brillante e forte, ma dal volume
tale da non coprire gli altri strumenti solisti, e nella musica celtica lo si
usa sia in funzione solista che per la melodia e il contrappunto. Si stralcia
dall’articolo di Alfredo De Pietra "La sua
adozione è stata facilitata da diversi elementi: da una parte il “cuginetto”
mandolino si era già aperto una strada all’interno della musica irlandese.
Accordato alla stessa maniera: sol-re-la-mi, oppure
sol-re-la-re (sebbene nella musica tradizionale
greca sia più spesso accordato indo-fa-la-re, e più
di recente in re-sol-si-mi), il bouzoukiera
di facile adozione da parte di musicisti che sapevano suonare già il tenor banjo o il fiddle.
Inoltre i musicisti dotati di mani grosse vi trovavano uno strumento più “a
loro misura” rispetto al piccolo mandolino. Vi è anche da considerare che
numerosi chitarristi degli anni ’60 scoprirono nel bouzouki
uno strumento d’accompagnamento la cui sonorità risultava meno invadente di
quella della chitarra, sia in un contesto di palcoscenico che di
registrazione, monopolizzando esso in misura minore lo spazio sonoro.
L’adozione di questo strumento non ha infatti comportato uno stile di
esecuzione “greco”, ed al contrario uno stile “irlandese” si è sviluppato
molto rapidamente, al punto che in alcuni casi il termine “bouzouki irlandese” fa riferimento più alla tecnica di
suono che allo strumento vero e proprio" La nascita del bouzouki irlandese si colloca quindi nell’ambito della
ricerca di nuove possibilità espressive degli strumenti a plettro da parte
dei musicisti di area celtica, sempre nello stesso periodo anche il liutaio
inglese Stefan Sobell si
mette a lavorare sul recupero del cetra o citara rinascimentale. Per convenzione
oggi viene definito irish bouzouki
lo strumento a quattro cori di corde e cittern
quello a cinque, ma le varianti sono così tante che spesso la classificazione
diventa del tutto soggettiva. |
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Approfondimento http://www.gardane.info/strumenti/strumenti_paragrafi/8_8.html http://www.cittern.theaterofmusic.com/ Cattia Salto 2011 |
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