LA GINESTRA, PIANTA CELTICA
Secondo i
Celti la
ginestra rappresentava il Sole, ed era utilizzata
durante i riti
funebri, (una pianta magica che aiutava l'anima nel viaggio
verso l'Altromondo?),
di certo si sa che le ceneri
del suo legno, erano sparse come fertilizzante per i terreni
sterili, richiamando emblematicamente la nuova vita che nasce dalla
morte. Mentre la credenza che le
ceneri della ginestra contenesse oro è da intendersi
più metaforicamente, è risaputo che quando si
bruciano giunchi e rami essi
crepitano forte e
quindi, come le piante con analoga proprietà, si ritiene che
la ginestra possa allontanare le negatività (sia dentro che
fuori l'organismo) e i demoni. La polvere dorata sprigionata dalla
ginestra è la polvere magica che illumina la Via. Che la ginestra facesse
parte dei rituali religiosi precristiani ci viene confermato anche da
un tentativo di "demonizzare" la pianta stessa attraverso una leggenda:
Gesù maledisse la ginestra perchè,
scossa dal vento, si mise a crepitare intensamente mentre egli era
intento a pregare nell’orto di Getsemani! La tradizione le
attribuisce solitamente la capacità di rappresentare
la modestia e l’umiltà. La ginestra oltre che a
caratterizzare i
paesaggi della Toscana e
più in generale del Sud italiano è
pianta colonizzatrice delle brughiere
irlandesi e scozzesi, che insieme all’erica ed al
biancospino, si spinge fino a grandi altezze, dato la sua
rusticità. Non altissima e molto tenace, fiorisce dalla
primavera fino al tardo autunno e resta d'inverno sotto forma di
giunco, tagliato per farne scope e fibre tessile. Foto
ginestra di Scozia tratta da qui |
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Col nome di ginestra sono
identificate tre
piante distinte: “l’Ulex europaeus”
oginestrone
(ginestra spinosa), la “Cytisus scoparius”
o ginestra
dei carbonai o
di Scozia (detta
anche "Scotch broom")
e la “Spartium junceum”
o ginestra
odorosa (di
Spagna), quest'ultima è la più
resistente e la più adatta ad essere lavorata per ricavare
la fibra tessile. |
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LAVORAZIONE
ARTIGIANALE IN FIBRA La pianta più
resistente per ricavarne fibra tessile è la “Spartium junceum”
dal greco sparton (corda):
i suoi fusti, flessuosi e giunchiformi (junceum),
erano un tempo usati per fabbricare corde, stuoie o altri tessuti in
particolare reti da pesca e velature (perchè fibra
resistente all'acqua marina). In diverse parti del mondo dal
fusto si ricava una fibra tessile per la
produzione di indumenti anche fini; la ginestra “dà
una fibra lunga, abbondante, uniforme e tenace da paragonare a quella
della canapa e da superare di gran lunga quella del lino, mentre di
questo è assai più morbida ed elastica”
(A. Ferrario,
Le macchine nella vita moderna,Vallardi 1957,
pag. 79) così in
tempi di autarchia la
lavorazione della ginestra per la produzione di tessuti (dai vestiti
alle telerie) era considerato un vanto del genio edell'industria
italica. VIDEO GIORNALE
LUCE del 20-11-1941 Reperti archeologici attestano l'uso della
biancheria di ginestra in Spagna e Italia ed ancora nella tradizione
contadina del centro-sud italiano (Toscana,
Calabria, Basilicata) la ginestra era tela per abiti quotidiani e
arredo della casa. Gaetano Arcieri descrive dettagliatamente i vestiti
dei contadini e il modo in cui venivano confezionati, dedicando una
particolare attenzione alla lavorazione della ginestra: “manifatturano
la ginestra riducendola a tela, e con essa trapuntano le donne le loro
camice, e quelle dei loro mariti e pei loro figliuoli; se non che
l’addicono alle parti non visibili, mentre nel proprio petto
usano la tela di merce, o di lino o di bambagia. Per gli agricoltori
è questa tela di ginestra eccellente, poiché
durevole, forte, ed assorbente il sudore; e nell’inverno
preservava dal freddo la mercè della
sua doppiezza” (Il Regno delle Due Sicilie descritto
ed Illustrato ovvero descrizione topografica, storica, monumentale,
industriale, artistica, economica e commerciale delle province poste al
di qua e al di là del faro e ogni singolo paese di esse,
Napoli -1853) In alcune regioni italiane
come ad esempio la Basilicata la tradizione è stata portata
dagli emigranti albanesi. VIDEO oppure
anche la scheda fotografica qui
Per la tintura poi si
potevano usare i fiori per ottenere una bella colorazione gialla. Fibra
asciutta di ginestra pronta per la cardatura TOSSICITA' Tra le diverse specie di
ginestra, quella che maggiormente veniva considerata
magica e
potente era il ginestrone,
o ginestra spinosa (Ulex europaeum)
da utilizzare con cautela per la sua tossicità; la ginestra
di Spagna contiene un alcaloide velenoso: la citisina ed
è considerata quella maggiormente pericolosa. Per questo
è importante non confonderle con la ginestra
dei carbonai o di Scozia (Cytisus scoparius)
che invece trova
impiego in fitoterapia (anche
se non è iscritta nella farmacopea ufficiale per la sua
media tossicità). Le parti maggiormente velenose sono i semi
ed i fiori sbocciati, ed è necessario lavare le mani dopo
averli toccati. L’unica parte che potrebbe essere utilizzata,
ed in modo molto prudente, sono i fiori in bocciolo. Questi hanno
proprietà soprattutto diuretiche, contrastano
l’ipotensione arteriosa e le affezioni che colpiscono i
polmoni. Fanno anche parte delle piante che, in caso di morsicature,
combattono il veleno delle vipere. ATTENZIONE:
L’uso scorretto di questi fiori può comunque
causare gravi danni all’organismo. La specie di ginestra
maggiormente pericolosa è la Ginestra di Spagna (Spartium junceum).
Questa, se assunta, può provocare vomito, diarrea, crisi
convulsive e coma che può giungere alla morte. |
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LA
GINESTRA NEI CANTI POPOLARI
A volta identificata come
giunco per la sua forma cespugliosa, folta e tondeggiante, la
ginestra con
la sua rigogliosa fioritura dorata ha spesso una precisa
allusione sessuale nelle ballate. Forse per la forma del
fiore che richiama la vulva femminile. Con la ginestra si facevano le
scope nel Medioevo così con il termine inglese “broom”
si indica entrambi: sulle scope volavano le streghe e la ginestra
allude a una sessualità diabolica o quantomeno selvaggia,
libera da regole. In genere nelle ballate quanto l’argomento
è di natura sessuale vengono utilizzati nomi di erbe e fiori
nel ritornello, proprio per avvertire l’ascoltatore. La
brughiera è come il “greenwood”
è un luogo “fuori legge” fuori dalla
società civile dove accadono incontri fatati e illeciti, ma
vissuti con una primitiva o primordiale innocenza. Una leggenda, di
origine scozzese racconta di un uomo che richiese la “prova
d’amore” prima di sposarsi. La ragazza su consiglio
di una vecchia saggia, accettò la prova, ma solo se avesse
avuto luogo tra i cespugli di ginestra. Accadde che il ragazzo stordito
dal profumo dei fiori, cadde ben presto in un sogno profondo. Al
risveglio, convinto di aver posseduto la ragazza come voleva,
acconsentì alle nozze. ASCOLTA BROOMFIELD HILL, TESTI E
TRADUZIONI ASCOLTA BROOM OF COWDENKNOWES qui
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