L'ONTANO


ESPERIENZE SUL SITO DELLA FARFALLA DORATA

Monte Caprione (bosco di Sot)

 

Monti di S. Lorenzo, 1° maggio 2000

 

Mentre salivo lungo la  strada che s’inerpica su per la collina cominciavo a sentire una forte energia che avvolge tutta la zona dei monti di S. Lorenzo e che mi faceva aumentare i battiti del cuore. Giunta davanti ai ruderi della Chiesa ho percepito una calma, una serenità quasi sacra. Subito ho visualizzato l’immagine di una figura maschile vestita con una tonaca lunga bianca, capelli lunghi sciolti, con molta gente attorno.

Un asceta, un sacerdote… Un monaco… no, non propriamente del clero, ma la gente si rivolgeva a lui per fede e bisogni dell’anima.

 

Da lì, verso destra, spalle alla Chiesa, si segue il sentiero che scende nel bosco.

Davanti ai miei piedi si ferma una farfalla variopinta, quasi ad avvertire che Lei lì è la sovrana assoluta da molti millenni.

E’ un bellissimo segno di benvenuto che mi entusiasma molto! Poco più avanti giungo nel sito: provo una forte emozione e percepisco di nuovo un’atmosfera di pace  e di calma, qui il “sacro” è talmente tangibile che risuona nell’anima un profondo rispetto.

Improvvisamente sento di sapere che lì avvenivano vari riti religiosi legati al matrimonio, alla fertilità, alla nascita e alla morte. La percezione continua: lungo i blocchi di pietra sfilavano delle fanciulle, vestite di bianco con corone di fiori fra i capelli, cantando e invocando, bagnandosi nell’acqua che allora scorreva copiosa. Più in basso a sinistra, spalle al quadrilite, un altare di pietra è cosparso di offerte, fiori (rose e ciclamini selvatici in particolare) e frutta fresca aperta a metà. Durante i riti del matrimonio, le fanciulle si sdraiavano sull’altare cosparso di petali e venivano bagnate sul ventre con dell’acqua, considerata sacra per favorire la fertilità e la fecondazione. Mentre percepivo mi accorgevo di rifare il percorso che facevano le fanciulle di quel tempo.

Entrando nel sito sulla destra c’è come un riparo fra due blocchi di pietra, lì le donne forse partorivano; mentre sopra c’è un altro altare dove vedo dei bimbi forse nati morti fra ghirlande di fiori. Proseguo nel bosco facendomi “portare” dalla processione delle fanciulle che cantano e spargono petali di rose. A circa un quarto d’ora di cammino arrivo nel punto della consacrazione: il matrimonio veniva celebrato in questo luogo che ha un che di magico…

 

Vedo una grande cascata, molta acqua e un laghetto. A sinistra e tutto intorno assistono degli uomini giovani (forse i compagni?). Il loro aspetto è simile all’indigeno: capelli a caschetto neri, torso nudo, perizoma o gonnellini; la loro indole è pacifica e molto spirituale. Intorno la vegetazione è rigogliosa e l’acqua abbonda ovunque. Fà molto caldo. Il rito si svolge in mezzo all’acqua,  all’epoca c’era come un ponte, una chiatta perche’ il livello del laghetto era alto, salgo in quel punto dove ora c’è quasi asciutto e sento crescere l’energia, lì è l’incontro dell’energia maschile con quella femminile. “Sento” una musica di tamburi, gong e altri strumenti a percussione, canti soavi e molta gioia.

 

Dopo quel giorno sono tornata altre volte nel sito, anche per assistere al fenomeno astronomico del 21 giugno e ogni volta ho percepito qualche particolare che si aggiungeva a quanto descritto sopra. Una volta ho scattato una fotografia conscia che avrei fissato sulla pellicola “qualcosa”, e la sorpresa è stata grande quando dopo lo sviluppo ho visto che tutto intorno al quadrilite c’erano quasi in trasparenza delle piccole losanghe lattiginose!

 

(Foto E. Calzolai durante il fenomeno astronomico del 21 giugno)

 

Rilievi e osservazioni a cura di Vincenzo Di Benedetto ed Enrico Calzolari continua