RIDDLE SONGS: WHAT DOES A WOMAN WANT!

Gli “enigmi” o “indovinelli” fanno parte di una consuetudine delle canzoni popolari nel rapportarsi con il soprannaturale, sia esso un essere magico o diabolico, e più in generale rappresentano un’arma di difesa per scongiurare un pericolo o ottenere un beneficio, così nelle fiabe giovanetti e giovanette di umili origini ottengono matrimoni vantaggiosi o regni per aver saputo risolvere degli enigmi o aver adempiuto a dei compiti impossibili. Imprese comunque rischiose, anche se a volte sostenute da creature o esseri magici, perchè la contropartita in caso di fallimento era la morte (spesso per decapitazione).

Nelle antiche ballate di corteggiamento gli indovinelli diventano il surrogato delle imprese impossibili ovvero sono degli ostacoli da superare per ottenere la mano della sposa, ma nel mondo celtico ci sono anche molti esempi del contrario, è la fanciulla a dover dimostrare di essere all’altezza del suo ruolo di moglie, soprattutto sul piano della fedeltà indiscussa.

GLI INDOVINELLI BEN RISPOSTI

In “Riddles Wisely Expounded “si narra di una iniziazione sessuale in cui una vergine per sposare il cavaliere deve rispondere saggiamente a degli indovinelli. Con il titolo di “Inter Diabolus Et Virgo” la ballata è riportata in un manoscritto del 1445, conservato adesso presso la Bodleian Library di Oxford (Rawlinson MS., 328, fo. 174v). Il professor Francis James Child (1825-1896) nella sua raccolta  “The English And Scottish Popular Ballads” ne raccoglie diverse versioni classificandole al numero 1 : nella versione A tre sorelle accolgono con sollecitudine uno “straniero” e la più giovane passa la notte con lui. Al mattino il cavaliere esorta la più giovane a rispondere ai suoi indovinelli e superata la prova la prende in sposa.

 Nella versione C lo straniero è descritto come un "cavaliere villano” nel senso di privo di modi cortesi e raffinati, e insieme alla richiesta di risolvere gli enigmi avanza anche la minaccia che, in caso di errore, la consegnerà all’old Nick (uno dei tanti pseudonimi del diavolo). Solo allora la fanciulla (e con lei il pubblico) inizia ad avere timore dello straniero, e con la sua ultima risposta lo costringe a rivelarsi nel suo aspetto demoniaco!
Il servitore diabolico è la manifestazione dissumulata di una delle tante Creature della Notte che popolavano gli incubi dell'uomo medievale.

La versione C della ballata Riddles Wisely Expounded termina con una frase rivelatrice “As soon as she the fiend did name, He flew away in a blazing flame" (= Non appena lei fece il nome del diavolo egli volò via in una fiamma ardente). Un tempo chi conosceva il nome delle cose era una persona potente, non solo nel senso di sapiente ma anche di mago: nella convinzione che nome e oggetto fossero interdipendenti, conoscere il nome di una cosa dava potere al mago sulla cosa stessa, la parola poteva essere manipolata, inserita in un rituale magico, controllata, da qui la riluttanza delle antiche genti nel rivelare il nome dei loro dei, del loro paese e anche del loro stesso nome. Così il diavolo smascherato viene messo in fuga è probabilmente la fanciulla mentre risponde agli indovinelli traccia intono a sè un cerchio protettivo e con l'ultima risposta scaccia il diavolo.

PROVE INIZIATICHE

Occorre riflettere sul ruolo che i giochi di parole e le metafore hanno assunto nella cultura antica più in generale, e in quella celtica in particolare: le gare di indovinelli rappresentavano un tempo la forma suprema di saggezza, erano prove iniziatiche dei momenti di “passaggio” ovvero di transizione tra uno stato  dell’essere ad un altro, o più semplicemente di crescita in cui si elaborano nuove verità e conoscenze. L’enigma parla con metafore e compiere il salto tra il senso letterale e quello metafisico è la sfida. Le gare di indovinelli sono sfide serie e sacre, ma soprattutto con due  regole ben precise che impediscono ai concorrenti di barare: la risposta dell’indovinello deve essere ricavabile dal testo dell’enigma e condivisa dai partecipanti.
 Così per rispondere a queste domande bisogna pensare considerando l’aggettivo in termini metaforici. Un bel salto mentale per noi moderni che abbiamo ridotto gli indovinelli a barzellette!

L’ineffabile non è esprimibile con le semplici parole ma solo con la magia delle parole, ovvero il linguaggio poetico, così il sovrannaturale può parlare alla nostra anima; non per niente queste sfide hanno come esito la morte o il rapimento dei demoni, oppure possono salvare la vita.
Ascoltando le ballate ci accorgiamo che non c'è sempre una risposta univoca all'indovinello ad esempio alla domanda di cosa sia più pungente di una spina si risponde a volte con la calunnia, oppure con la fame o la morte.

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LA PROVA D'AMORE

Una tradizione molto antica quella del corteggiamento mediante la risoluzione di indovinelli  ci è giunta intatta dal III secolo. con il romanzo di autore anonimo “Apollonio di Tiro” ampiamente diffuso per tutto il Medio Evo. Molti racconti con enigmi o imprese impossibili derivano dalla tradizione orientale e russa, ma anche dalla tradizione norrena e fanno per l’appunto parte di un rituale di iniziazione sessuale dei giovani. Inevitabilmente sotto l’influsso della Chiesa, quei racconti e le ballate hanno assunto una nota moralizzatrice, così il sesso è la seduzione del diavolo.

Se vogliamo tutte queste ballate sono delle warning songs in cui si insegna alle fanciulle la condotta morale che ci si aspetta da loro: la repressione delle pulsioni sessuali e loro incalanamento nel matrimonio socialmente conveniente, combinato con il benestare dei genitori. Un tempo erano consuetudine le gare “sulla soglia” in cui i rappresentati dello sposo davanti alla porta di casa della sposa venivano dapprima rifiutati e poi accolti in casa e sfidati a una gara poetica in cui spesso gli indovinelli facevano parte dei versi.

IL CORNO DEL CAVALIERE ELFO

Nella ballata The Elfin Knight (Child # 2) la fanciulla sente suonare il corno (o la tromba) dall’elfo e cade in preda al desiderio, siamo in primavera e il richiamo della natura è forte. L’elfo però le chiede di superare delle prove impossibili (ad esempio di cucirgli una camicia senza ago né filo) e anche lei a sua volta chiede a lui delle prove d’amore. Il rapporto tra i due è ambiguo, nelle versioni più antiche è la ragazza che chiama l’elfo nella sua camera, perché diventi il suo amante, e l’elfo la sottopone ai compiti impossibili per dissuaderla, perché troppo giovane; in altre versioni invece, l’elfo sottopone la ragazza alle imprese impossibili, minacciandola di rapirla per farla diventare la sua amante (e lei invece difende la propria verginità). 
Eppure la carica sessuale è appena sotto la pelle!

IL CORTEGGIAMENTO

In I gave my love a cherry l'eco di queste antiche forme di corteggimento,  si traducono in un romantico giro di parole per fare una dichiarazione d’amore, dice l'innamorato: diedi al mio amore una ciliegia senza nocciolo, un pollo che non aveva ossa, un bambino che non piangeva, una storia senza fine

A cherry when it’s blooming, it has no stone(1);
A chicken when it’s pipping, there is no bone(2);
A baby when it’s sleeping, there’s no crying(3),
And when I say I love you, it has no end(4).

(= Un ciliegio quando fiorisce non ha nocciolo
un pollo quando è un embrione non ha ossa,
un bambino quando dorme non piange
e quando ti dico che ti amo, non c’è fine.)

NOTE
1) il fiore del ciliegio non è ancora un frutto
2) un uovo di gallina appena fecondato è un embrione di gallina
3) un bambino che non è ancora nato sta dormendo e quindi non può piangere
4) la più bella dichiarazione d’amore..

La versione più antica la troviamo nel titolo medievale "I have a young suster" anche in molte Nursery Song ottocentesche con i titoli di: "Perrie, Merrie, Dixie, Dominie", "I have four sisters beyond the sea", "I had Four Brothers Over the Sea", "My true love lives far from me", dove dall’innamorata oltremare che manda doni “enigmatici” si passa alle quattro sorelle, ai quattro fratelli o ai quattro cugini. In effetti la canzone si presta ad essere cantata per i bambini, sia come ninna – nanna che come gioco-indovinello in cui i bambini cantano le risposte insieme alla mamma.

Ed ecco come un antico rituale d'iniziazione passa nelle "fole" per bambini..

QUELLO CHE LA DONNA VUOLE

Questa vecchia ballata dalle probabili origini scozzesi risale quantomeno al Settecento, la trama è grosso modo la stessa pur nelle varianti testuali ritrovate: il capitano Wedderburn a volte definito con il titolo di guardiacaccia, (anche con il titolo di Lord Roslyn's daughter)  incontra una fanciulla nel bosco, lui se la porta a casa, ma lei lo sposerà solo se riuscirà a rispondere ai suoi indovinelli.
Molte delle domande hanno delle implicazioni sessuali che in questo contesto potrebbero sottendere alla creazione di una sorta di complicità sessuale tra la coppia.

L’AMORE IMPOSSIBILE

Per chiudere il cerchio invece del matrimonio il ricorso ai “compiti impossibili”, è sinonimo di amore finito e di separazione: l’amore tra i due ex-fidanzati è impossibile così nella ballata Cambic Shirt il contrasto amoroso è diventato una ripicca 

(Cattia Salto)