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IL CASTELLO
MEDIOEVALE
CASTELLI
nelle Terre del Basso Piemonte
CASTELLI
nelle Terre dell’Alto Piemonte
CASTELLI
nel Vercellese
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IL
CASTELLO
Il castello è una
struttura fortificata che nei secoli ha contraddistinto
un’epoca storica: il Medioevo.
Il fenomeno
dell’incastellamento è esploso tra il IX-X sec e
il XII sec mosso da cause diverse e favorito da soggetti anche
diversissimi (il nobile feudatario, la signoria cittadina, i villici).
All’epoca tutta Europa era una facile preda incapace di
mettere in campo eserciti in grado di contenere le orde dei predoni.
Tuttavia spesso le presunte incursioni dei pagani, invocate come causa
della costruzione di un castello, erano solo il pretesto per nascondere
le manovre di appropriazione di funzioni e di terre da parte dei
signorotti locali. In linea con questa tendenza anche in Piemonte
l’edificazioni di castelli era motivata apparentemente dal
pericolo di invasioni, ma le concessioni regie e imperiali erano la
legittimazione di realtà
già esistenti, a beneficio di vescovi e di grandi
aristocratici locali. Il castello divenne anche un polo di
attrazione dell’insediamento umano andando a rivitalizzare antiche città romane in
agonia. L’espansione demografica successiva
all’anno mille portò inoltre al popolamento di
nuovi villaggi detti villenove.
Una fortificazione particolare tipica di molti luoghi del Piemonte fu
il ricetto: una sorta di deposito
fortificato, in cui si ammassavano temporaneamente i beni (viveri e
bestiame) della popolazione locale e in cui le persone si rinserravano
in caso di necessità. Un esempio tipico e ben conservato
è il ricetto di Candelo
(Biella), ma numerosi sono ancora le tracce dei ricetti sia nel
Biellese che nel Vercellese.
LA MOTTA
I
primi castelli erano poco più di palizzate in legno e
fossati: una tipologia molto diffusa era la motta
e certi toponimi stanno ancora a indicare la presenza di tali castelli
anche in territorio piemontese come Motta de’ Conti in
provincia di Vercelli.
In cima ad un rilievo per lo
più artificiale detto motta,
si edificava una torre in legno,
utilizzata come ultimo rifugio in caso di attacco e a volte anche come
abitazione. La torre era circondata da una palizzata in legno e
collegata da un ponte mobile a una corte più in basso sempre
fortificata in cui erano adunati edifici ad uso abitativo, le stalle e
i laboratori artigiani. Si incominciò proprio dopo il mille
a sostituire l’uso del legno con la muratura
in pietrame, un torrione massiccio detto mastio o maschio
prese il posto della motta
e una robusta cinta muraria si sostituì alla palizzata in
legno.
La gamma tipologica delle
costruzioni risultò molto varia anche per i vari adattamenti
all’ambiente e alle necessità di ordine pratico:
il mastio detto anche dongione dal francese donjons, diventò
l’abitazione stabile del dominus, fino a trasformarsi in un palatium
signorile incorporato al torrione difensivo.
Il materiale impiegato nella
costruzione era per lo più determinato dalle caratteristiche
del territorio. Fra il XIV e il XV secolo nella pianura padana si
diffonde l’impiego del mattone:
caratteristica è la decorazione delle fasce superiori ad
archetti e conci in cotto.
Il castello diventa nel XII
–XIII secolo un’architettura imponente e
articolata, segno della volontà di auto rappresentazione del
dominus: dal castello vengono espulsi tutti quegli edifici accessori
che ospitavano i villici – e gli sforzi
dell’architetto si concentrano sul come rendere sempre
più lussuosa e inespugnabile la dimora.
L’ARTEFICE
Accende il giorno il corvo mattiniero che grida
a piena gola il suo saluto.
Chi dice che il corvo porta male? Grida pure uccello presuntuoso:
non potrai annunciare sventura alle mura elevate per amore
ad arginare putredine di secoli -certo con l’aiuto di un dio.
Chi oserà me presente affermare che come caddero i templi
della storia
-polvere le pupille degli artefici- così sgretoleranno
queste mura
-mio sogno mia autentica vittoria -mio nome assopito nella pietra?
Perché questo è l’unico discorso
destinato a contrastare il tempo.
Non conto io né gli occhi né le mani che in giogo
di polvere saranno
fecondi solo a profumo d’erba: ma l’opera stupenda
ha da restare
-con il mio nome dentro addormentato che desterà un giorno-a
raccontare
di me e del mio sogno fatto pietra.
(Fryda Rota)
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CASTELLI
DEL BASSO PIEMONTE
PROVINCIA
DI ALESSANDRIA
CASTELLO DEI PALEOLOGI - ACQUI TERME –
MUSEO ARCHEOLOGICO
Informazioni: Museo 0144.57.555 I.A.T. tel.0144.32.21.42
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La parte più antica del Castello risale
alla seconda metà del XV secolo. Dal 1967 è sede
del Museo Archeologico Comunale recentemente restaurato ed arricchito
è diventato uno dei più importanti musei
archeologici del Piemonte. Nel parco del Castello è
visitabile il Birdgarden
un'oasi naturale rifugio di uccelli, anfibi e piccoli mammiferi.
Aperto tutto l’anno
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CASTELLO DI
RAZZANO -
ALFIANO NATTA
Loc. Gesso, 2
Ingresso: gratuito
Per informazioni: 0141.92.21.24;
0142.79.558
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Dell’antica costruzione castellata non
rimangono che poche tracce: oggi il castello è una tenuta
agricola di grande bellezza paesaggistica, che consente una visione
prospettica sulle colline circostanti; degustazioni in ambienti
raffinati visita a cantine di grande valenza storica.
Per le degustazioni prenotare.
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CASTELLO DI
TORRE RATTI –
BORGHETTO DI
BORBERA
Sito del castello
Per info tel. 0143697332
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Dopo i numerosi rimaneggiamenti verificatisi nel
corso dei secoli, l'edificio si presenta come una ricca dimora
residenziale fortificata con tratti architettonici tardo-rinascimentali
e barocchi.
Dimora storica e ristorante
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CASTELLO DI
CAMINO
Sito del castello
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CASTELLO dei Paleologi
CASALE MONFERRATO.
Sito
del Castello
InfoPoint - Giovani Lavoro Turismo
Tel. 0142.74573 - 0142.76663
Fax 0142.424437
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Il Castello sorse verso la metà del
‘300 per volontà di Giovanni II Paleologo, Marchese di
Monferrato.
Fu al centro di numerose vicende belliche e
subì profonde trasformazioni. Con il passaggio di Casale ai
Gonzaga, venne rinforzato.Parzialmente
in restauro, sono aperti al pubblico i cammini di ronda, e gli
spettacolari sotterranei dell’ala occidentale ricostruiti nel
‘700.
Scheda dettagliata
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CASSINE-PALAZZO ZOPPI
Informazioni:
Tel. 0144-71007
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L’originaria struttura di palazzo Zoppi a
Cassine fu distrutta nel corso dei secoli da numerosi eventi bellici
che videro avvicendarsi i Monferrato, i francesi e i sabaudi.
Appartenente ai conti Zoppi,venne edificato intorno al XIV-XV secolo.
Ancora oggi il palazzo residenziale mantiene resti di mura che
evidenziano la sua originaria funzione militare, infatti vi troviamo
una tipica corte chiusa, con un porticato dominato da una torre. Nelle
sale interne del palazzo troviamo affreschi quattrocenteschi con scene
di caccia e di gioco di notevole pregio.
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CASTELLO DEI TORRIANI E DEI BANDELLO- CASTELNUOVO
SCRIVIA.
Per informazioni: 0131/826125; 0131/826754;
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Nella piazzetta medioevale, sorge il Palazzo
Pretorio del XV secolo, con bel porticato ogivale, bifore e balconcino;
all’interno due ampi saloni con decorazioni quattrocentesche
e al pianterreno i locali della biblioteca. Il castello è
dominato da una torre merlata alta 39 mt.
le cui strutture originarie risalgono al 400.d.c.
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CONZANO-VILLA VIDUA
Ingresso: gratuito
Per informazioni tel. 0142/925132;
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La Villa, risalente al sec. XVIII, ha una facciata
ariosa con tre ordini di logge sovrapposte. E' sede di un Centro
Culturale che ospita periodicamente interessanti mostre
d’arte. Pregevole la “stanza dei cinesi”
con motivi decorativi che testimoniano il raffinato gusto
dell’epoca e dei committenti.
Aperto da maggio a ottobre: tutti i sabati e le
domeniche
Orario: 10,00/12,00 – 15,00/19,00
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CASTELLO DI
CREMOLINO
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Dominante in cima al paese che lo ospita, paese che
con i suoi 405 metri d'altitudine svetta tra le altre colline, Sorto
all'inizio del Trecento oggi il castello si presenta come una struttura
alta e compatta: la giustapposizione di elementi militari (il ponte
levatoio, le due torri) e delle molte finestre lo rende una giusta via
di mezzo fra una fortezza ed un palazzo signorile.
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CASTELLO DI
LIGNANO MONF.TO FRAZ. DI FRASSINELLO MONF.TO
Sito del castello
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L'edificazione del castello risale al 1200, periodo
a cui risale anche la tradizione vitivinicola.Il
mantenimento della coltivazione dei migliori vitigni del Monferrato
fanno del castello di Lignano
una piacevole sosta per gustare vini di antica tradizione nella
splendida cantina d'epoca.
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CASTELLO DI
GABBIANO
Sito del castello
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FORTE DI
GAVI
Sito del Forte
Per informazioni tel. 0143/642679
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Il Forte sorge a picco sull’abitato. La
struttura vasta e complessa è il risultato dei numerosi
interventi effettuati in epoche diverse. All’interno, su
diversi livelli, sorgono numerosi edifici destinati,
all’epoca, all’alloggiamento delle truppe. Del
Castello rimane una torre quadrata del '400 visibile
all’interno.
Aperto: dal martedì alla domenica
Orario: 9,30- 17,30 (visite ogni ora )
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GIAROLE- CASTELLO DI
SANNAZZARO
Sito del castello
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CASTELLO DI
LERMA
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Costruito come fortezza per la difesa dalle
scorrerie dei vari conquistatori e predoni, il castello, nella sua
attuale struttura, massiccia e robusta, risale al XV secolo: da allora,
in modo peraltro originale nel corso della storia della nostra
provincia, è sempre rimasto proprietà della
nobile famiglia genovese degli Spinola.
Ricco di sale, arazzi, quadri e mobili antichi, gode soprattutto di una
vista impagabile, sulle colline di Ovada
e sui vigneti del dolcetto.
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VILLA MARENGO
Costo: ingresso gratuito; con visite guidate:
intero 2.60€; ridotto 1.55 €; gratuito fino a 12 anni;
Per informazioni: 0131/ 216344/ 339.72.888.10
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La Villa di Marengo venne costruita nel 1847 da
Giovanni Antonio Delavo
che acquistò l’antica locanda in cui si tramanda Napoleone avesse sostato
dopo la vittoriosa battaglia del 14 giugno 1800. Il Museo della
Battaglia e il parco sono meta privilegiata di appassionati di storia e
turisti.
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CASTELLO DI
MELAZZO
Ingresso: 5,00 (intero) e 3,00 euro (ridotto)
Per ulteriori info: 0144/ 41113
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Antica roccaforte difensiva di origine medievale,
circondata da alte e possenti mura, è posta su un poggio da
cui domina il paese e l’intera valle Erro. Edificato dagli Acquesana, è
circondato da un vasto parco e da imponenti bastioni merlati. Nel 1004
vi nacque San Guido. Al castello di Melazzo
è legata anche la storia di Edoardo II Plantageneto deposto
dal Re d'Inghilterra che vi soggiornò dal 1330 al 1333.
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CASTELLO DI
MONTECASTELLO
Per ulteriori info: 0131/355652
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Di antichissime origini, la struttura venne
più volte rimaneggiata. La veste odierna è
settecentesca. Ha un'altissima torre, occupa la sommità del
colle ed è protetto da due torri bertesche a
mezzodì e da quattro robusti torrioni con il muro di cinta a
barbacane sui 4 lati.
Del secolo XVIII sono i terrazzi, le scale, i ferri
battuti, le decorazioni ed i quadri.
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CASTELLO DI
NOVI LIGURE
Ingresso: 3,00 ( intero ) e gratis per i bambini
fino a 10 anni di età
Con biglietto Degustazione gratuita di GAVI D.O.C.
Per ulteriori info: .A.T.0143/72.585
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L’impianto originale del castello del
XIII sec. era molto schematico: un recinto a pianta irregolare, con
l’alta torre quadrata al centro. Fortemente potenziato nel
corso dei secoli sotto il dominio dei Visconti e della Repubblica di
Genova, fu poi distrutto nel ‘700. Solo la torre, insieme a
una parte dei bastioni di difesa, è sopravvissuta. Da non
perdere la visita al labirinto di gallerie, sotto la sotto la torre e
il centro storico.
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CASTELLO DI
ORSARA BORMIDA
Sito del castello
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Nato come semplice torre di avvistamento intorno
all’anno 1000 fu trasformato in Castello nel secolo XIV, con
l’aggiunta di una torre ottagonale. La sua
maestosità è intensificata dalla ricchezza di
elementi artistici: pitture e sculture d’epoca. Nei pressi
del Castello è visitabile l’oratorio.
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CASTELLO DI
PIOVERA
Per informazioni: 0131/698128
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Nel XIV secolo fu possedimento dei Visconti che lo
trasformarono in poderosa fortezza. Passò, poi, ai Balbi.
Attualmente si presenta come un edificio complesso e assai
scenografico, ancora tinteggiato in parte a lutto per la morte di
Napoleone Bonaparte. E' circondato da un fossato e da un vasto parco.
Di particolare interesse, oltre la visita al castello, sono i laboratori
d’arte curati personalmente dall’attuale
proprietario Conte Niccolò Calvi Di Bergolo.
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CASTELLO DI
POZZOLO FORMIGARO
Ingresso: gratuito
Per informazioni: 0143.417054/ 0143.41.78.93;
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Edificio medioevale edificato intorno all’XI secolo con funzione di rocca
difensiva di pianura. Il fronte d’ingresso, d’epoca
sforzesca, conserva la porta carraia con postierla e scanalature per il
ponte levatoio. All’interno dell’ala
quattrocentesca affreschi provenienti dalla chiesa delle Ghiare del secolo XV della
scuola di Franceschino Boxilio e una Madonna lignea del
sec. XV.
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CASTELLO DI
PRASCO
Per ulteriori info: 0144/375769;
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Castello del XII secolo con tre torrioni
semicircolari e corpo centrale articolato attorno a giardini pensili
costruiti su ampi terrapieni. La struttura architettonica e gli interni
danno conto degli spazi un tempo riservati ad abitazione del feudatario
e di quelli destinati alla funzione pubblica di difesa, di governo e di
esercizio della giurisdizione. Nel parco si trova una splendida neviera seicentesca. E' sede del
"Centro per la promozione degli studi su Giorgio Gallesio" che organizza eventi
culturali. Ospita un piccolo museo di cultura materiale.
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CASTELLO DI
ROCCAGRIMALDA
Per info tel
0143/873128
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Il castello di Roccagrimalda,
del XIV secolo, spicca per la sua torre circolare, alta 22 metri e
presenta sia suggestive prigioni sia una tipica sala delle torture del
tempo.
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CASTELLO SPINOLA DI
SAN CRISTOFORO
Per info: TEL. 0143.744.907
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Il castello è una compatta struttura
difensiva costruita nel XIII sec. Sulla sommità di un colle
a contorno di una torre a pianta poligonale edificata intorno
all’anno 1000. La struttura, semplice e suggestiva,
è contornata da un caminamento
a sporgere, con beccatelli e merlature, dotato di botole difensive.
Dalla stretta porta di accesso si accede al cortile interno dove si
ammirano dipinti di Scuola Genovese del ‘600. Il castello ha
vissuto una fase importante della storia che da Federico Barbarossa
arriva a Napoleone, ospite delle stanze nel 1796.
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CASTELLO DI
S. GIORGIO MONF.TO
Per ulteriori info: 0321/34680
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Fu dimora degli Aleramici,
dei Paleologi e dei
Gonzaga. La torre di avvistamento del castello segnalata in una mappa
del 856 è la più antica del Monferrato. Si
segnalano la chiesetta di scuola Juvarriana,
il pozzo e le cantine scavate nel tufo. La parte barocca e quella
neogotica danno vita a una affascinante mescolanza di stili
architettonici.
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GIARDINI DI
VILLA GENOVA
SAN SALVATORE MONFERRATO
Per ulteriori info: 0131/ 233503
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L’immenso giardino si estende per circa
10.000 mq delimitati da una splendida siepe di biancospino. All'interno
viali e sentieri si biforcano per poi rincontrarsi; il percorso si
snoda tra cespugli di rododendri e azalee inframmezzati da felci, rose
antiche e moderne, piccoli arbusti e grandi alberi (platani secolari,
una sophora japonica,…). Al
centro del parco si può ammirare il fascino secolare di
enormi querce.
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CASTELLO DI
TAGLIOLO MONFERRATO
Sito del castello
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Il castello domina con affascinante
austerità questo borgo dell'ovadese.
La struttura più antica del Castello è la torre
di forma quadrata e risalente al X secolo, che era utilizzata per
avvistare le invasioni saracene. La visita in particolare si sofferma
alle grande cantina del Castello, in cui vengono prodotti e conservati
ottimi vini prodotti dai
vigneti del Marchese.
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CASTELLO DI
TERZO
Ingresso: gratuito
Per ulteriori info: 0143/89171
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Situato su una terrazza rocciosa, il castello di
Terzo, di cui resta una slanciata torre tardo medievale,
rappresentò nel Medioevo un'importante fortificazione dei
Vescovi di Acqui che
possedevano un vasto patrimonio fondiario intorno alla Braida, fattoria e locanda posta
in corrispondenza di un importante nodo viario. A questa rete stradale
si può connettere l'origine del paese, che sorgeva al" terzo
miglio "da Acqui.
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CASTELLO DI
TRISOBBIO
Sito del castello
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Il castello che esisteva gia'
all'inizio del 1200, subi'
un radicale restauro nell'800. Maniero dalla tipica torre merlata del
XIII secolo, immerso in uno scenario paesaggistico di forte impatto
scenografico. Dimora storica e ristorante
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PALAZZO CALLORI – VIGNALE –
Ingresso: gratuito
Per informazioni: 0142/933243
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Le tormentate vicende storiche hanno lasciato segni
sulla struttura che poco conserva delle forme originarie medievali. Una
scenografica scalinata sale dal bel giardino sottostante. Il momento
culminante della visita è nelle antiche cantine di tufo,
sede dell’Enoteca Regionale del Monferrato, con esposizione
dei più pregiati vini moferrini.
All’interno una vineria e sale, ambienti riccamente decorati
disponibili per convegni, ricevimenti e mostre.
VISITE ALL’ ATRIO, SCALONE E CANTINE
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PROVINCIA
DI ASTI
Terra
ricca di testimonianze medievali, si può affermare che quasi
ogni paese conserva ancora tracce di incastellamento (siano imponenti
mura di fortificazione, ruderi, torri isolate o anche solo riferimenti
toponomastici). Nella schedatura abbiamo segnalato solo i luoghi che a
nostro giudizio riteniamo più significativi o suggestivi. Le
notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com
a cui si rimanda per le schede dettagliate e dal sito http://www.castelliaperti.it
TORRE TROYANA-ASTI.
Per informazioni: 0141. 39.94.60/ 0141.39.95.08
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La costruzione, che si affaccia su Piazza Medici,
risale, probabilmente, alla seconda metà del XIII secolo, al
periodo del grande rinnovamento edilizio cittadino. Ha la funzione di
torre civica e si tratta sicuramente di una delle torri medioevali
più imponenti e meglio conservate in Piemonte.
Faceva parte di una delle
case forti che la famiglia Troya, di fazione Ghibellina,
possedeva in città.
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CASTELLO DI
BELVEGLIO
Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com
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Il castello risale al XII secolo, del palazzo
nobiliare, tuttora esistente, sorto su parte delle antiche fondazioni,
non si conosce la data precisa della sua costruzione. Negli anni Venti
il proprietario “abbellì” il castello
secondo il gusto neogotico
LA LEGGENDA DEL TESORO
Da molto tempo circolava voce che un immenso tesoro fosse rimasto
sepolto nei sotterranei del castello di Belveglio,
soprattutto da quando nel periodo in cui fu proprietario il conte
montenegrino Hector Petrausch,
durante alcuni lavori di restauro, si scoprì che sotto al
castello vi erano rovine particolarmente estese di costruzioni
più antiche, e con numerosi cunicoli e sotterranei. Per
circa trent'anni il conte effettuò ricerche senza approdare
a nulla. Il proprietario successivo, signor Barberis,
continuò le ricerche mettendo alla luce una vicenda epica e
tragica: protagonisti furono il duca Carlo Maria Matteo Farnese, nipote
di Papa Paolo III e la moglie Zeusa
Ellenica. Questo Farnese era figlio illegittimo, come indica il suo
stemma sbarrato, di Pier Luigi Farnese che a Piacenza venne trucidato
dagli sgherri di Carlo V. Dopo l'assassinio del padre, il duca Matteo
con una scorta di fidi soldati raggiunge un castello ai confini delle
sue terre, dove per tre anni cercò di resistere, perdendo
più di 200 uomini, agli assalti di soldataglie spagnole che
volevano impadronirsi del castello ma ancor più del tesoro
che pensavano cospicuo, composto da un vero patrimonio di monete e
gemme. Al duca Matteo Farnese premeva che il tesoro non cadesse nelle
mani dell'avversario, così si premurò ad
occultarlo. Dopo tre anni d’assedio da parte degli Spagnoli,
il duca, impossibilitato a resistere oltre, capitolò dandosi
la morte insieme alla moglie. Egli discese nei sotterranei adibiti a
forzieri e fece crollare la galleria, facendosi così
seppellire con i suoi tesori.
Secondo un teorico inventario, nei sotterranei si troverebbero decine
di barilotti da soma pieni di monete d'oro e d'argento. Vi sono poi
scrigni pieni di rubini e smeraldi, collane d'oro con smeraldi, rubini
e brillanti.
Nel giardino del castello parte una galleria che penetra nella collina
per una trentina di metri sino ad un antico pozzo. Il tesoro dovrebbe
essere in fondo al pozzo nel quale si trova una scala a chiocciola che
poi venne demolita per impedire che si raggiungesse la cripta. Gli
scavi di ricerca furono portati avanti per qualche tempo, anche con
persone del posto, furono trovate parecchie monete d'oro, ma il rischio
di cedimenti nelle gallerie consigliarono di interrompere le ricerche
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CASTELLO DI
BRUNO
Proprietà privata
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E’ una “residenza
castellata”: un solido blocco quadrangolare, che presenta un
lato incastonato da una loggia vetrata (di epoca posteriore
al nucleo originario)
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CASTELLO DI
BUBBIO
Proprietà privata
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Domina l’intera Valle Bormida, l'imponente
ricostruzione, avvenuta nel XIX secolo, è circondata per
tutto il perimetro dal parco-giardino. Dell’antico complesso
rimangono i bastioni, caratterizzati da tre torri d’angolo
arricchite da feritoie.
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CASTELLO DI
CALAMANDRANA
Proprietà privata
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A testimonianza del passato storico di Calamandrana il castello posto a
dominio dell'antico borgo e della vallata, unico rimasto dei sei
esistenti sulle colline circostanti. Il castello è
circondato da un grande parco.
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CASTELLO DI
CALOSSO
Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com
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Il castello che oggi vediamo rappresenta il
risultato dell’intervento di ristrutturazione effettuato
dalla famiglia Roero
alla fine del XVII secolo, sui ruderi di una primitiva fortificazione
del XII secolo. Oggi, il castello di Calosso,
è probabilmente molto diverso dalla fortezza duecentesca,
oggetto di tante ripartizioni signorili. L'attuale costruzione,
fiancheggiata dall'agile torre cilindrica, è infatti
abbastanza recente e di non vaste dimensioni, ma sarebbe opportuno
considerare erede dell'antico castello non solo la residenza dei conti
Gloria bensì l'intera area che comprende la chiesa
parrocchiale e la piazzetta attigua. Non solo in questo modo le
dimensioni aumentano, ma, ad un attento esame, sono così
riscontrabili dei particolari già ricordati nel medioevo.
Alla sommità del colle, speronato da forti bastioni
(parzialmente crollati presso il parco del castello), si accede per un
arco, in parte in cotto, in parte in pietra, costruito forse sul luogo
dell'originaria “turris
de porta” con il materiale ricavato dal suo abbattimento.
Appena dentro il recinto sorge a destra la chiesa, sul sito certo della
“ecclesia castri”, ricordata già nel
1203 come all'interno delle mura del castello; in faccia ad essa,
presso costruzioni antiche, si trova un pozzo, riconducibile con buone
probabilità al pozzo di cui si fa menzione nelle vendite del
1228. Si può dunque concludere con una certa
attendibilità che l'attuale “castello” e
le aree dipendenti costituissero solo il “palacium” venduto ad
Asti, rimaneggiato nel corso dei secoli fino alla forma attuale. Come
(in parte) per il “castrum”
originario di Scurzolengo,
così anche per il castello medievale di Calosso occorre pensare a un
insieme di edifici che nei secoli si sono resi autonomi l'uno
dall'altro, fino a far perdere quasi del tutto l'impressione di una
primitiva unità. L'attributo del castello finì
così per restare all'edificio che ospita i signori anche se
non più fortificato.
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CASTELLO DI
CASTELL’ALFERO
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Sede del palazzo comunale, fu costruito intorno al
1288 dal Comune di Asti per proteggere la zona. Nel ‘700 il
maniero venne abbellito su probabile disegno di Benedetto Alfieri.
Notevoli per pregio artistico le Sala Rossa e la Sala Verde.
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CASTELLO DI
CASTELLETTO MOLINA
Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com
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Il castello di Castelletto Molina,
è di origine medievale, ed è circondato da
imponenti muraglioni di cinta, anticamente ancor più elevati
e con merlature ghibelline. All'interno del complesso si trovano due
edifici: uno civile denominato “il Palazzo”,
probabilmente ricostruito intorno al 1670 dalla contessa Ottavia Thea Porta, e l'altro chiamato
la “Casa Rustica”.
L'edificio seicentesco è composto da numerosi saloni tra i
quali il salone d'entrata caratterizzato da un notevole soffitto ligneo
a cassettone e accanto al quale è situata una cappella
gentilizia, che viene aperta al pubblico due volte all'anno per la
celebrazione della messa.
Il resto del castello è oggi abitato da diverse famiglie
comproprietarie; alcune sue parti sono state trasformate in residenza
di campagna
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CASTELLO DI
CASTELNUOVO CALCEA
Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com
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L'origine del borgo di Castelnuovo
Calcea e
dell'annesso castello è incerta. Tracce consistenti di muri
e altro materiale sono state trovate sulla sommità del
colle, occupato oggi da un gruppo di cipressi vicino alla cascina
denominata il Castello.
Dopo le distruzioni provocate da Federico Barbarossa, che nel 1154
distrusse il paese e rase al suolo la rocca, i marchesi di Incisa,
l'anno successivo, s’impadronirono del territorio ed eressero
un nuovo munito castello nella posizione in cui è tuttora
visibile, che venne chiamato Castel
“nuovo”. Del complesso eretto nel XII secolo non
è conosciuto l'impianto architettonico. Le numerose
distruzioni subite nel corso delle guerre tra Guelfi e Ghibellini e le
successive ricostruzioni ne hanno via via
alterato l’aspetto. I crolli verificatisi negli anni '40, '50
e '60 e il totale stato d’abbandono della costruzione, hanno
portato alla rapida ed irreversibile rovina di tutto il complesso.
Infatti, una delle due torri ricostruite (l’altra non era
già visibile nel disegno di C. Rovere prima del 1850)
esisteva intatta ancora nel 1947 e anche se in cattivo stato di
conservazione, priva di copertura, attaccata dalla vegetazione
è intera ancora nel 1960. I primi lavori di sistemazione e
di restauro, eseguiti nel 1988 da parte dell'Amministrazione comunale,
divenuta proprietaria dell'area a seguito di decreto d'esproprio, hanno
permesso il recupero del cortile delle scuderie del castello.
Il progetto generale di restauro prevede la sistemazione di tutta
l'area storica mediante il consolidamento dei bastioni e della torre di
avvistamento ed il suo successivo utilizzo quale luogo di
manifestazioni e parco pubblico.
Dal 1998 l’amministrazione comunale di Castelnuovo Calcea, si occupa del restauro
del castello e di ciò che ancora rimane dell’aera
storica.
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CASTELNUOVO DON BOSCO
TORRE E CAPPELLA
DEI RIVALBA
Per info tel. 011/9876165
Castelnuovo Don Bosco ha dato i natali a San Giovanni Bosco.
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Sulla bella sommità della collina che
fiancheggia l’abitato vi è la torre che, un tempo
era parte integrante del castello distrutto nel 1395; attualmente
è la torre campanaria per l’adiacente chiesa
barocca della Madonna del Castello, costruita sull’area del
fortilizio. Del castello medievale non restano che una bifora, inserita
nella facciata nord del vecchio palazzo municipale, e qualche sporadico
rudere della muraglia che cingeva la parte superiore del colle, sul
quale era sito l'antico borgo.
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CASTELLO DI
CISTERNA D'ASTI
MUSEO ARTI E MESTIERI DI UN TEMPO
Per informazioni: tel
0141.97.90.21; 0141.97.91.18
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Suggestivo castello, si erge possente sul centro
abitato dell'ultimo comune del Roero,
paese noto per l'ottimo vino Bonarda, dalla prossima vendemmia
“Cisterna D’Asti” D.O.C.
L’edificio risale all’ XI -XII secolo; in uno dei saloni si trova una grande
cisterna, da cui deriva il toponimo del paese. Dal 1980 è
sede del Museo “Arti e Mestieri di un tempo”,
costituito da ventidue stanze museali in cui sono ricostruite numerose
botteghe artigiane.
Apertura: tutto l'anno, dal martedì alla
domenica Orario:15,00/18,30 (ultimo ingresso ore 17,30 ) Chiuso
:lunedì e le domeniche di
dicembre e gennaio
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CASTELLO DI
CORTANZE
Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com
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Uno dei meglio conservati di tutto
l’Astigiano, grazie anche all’importante opera di
restauro avviata nel ‘97, che ha restituito
l’originaria bellezza al castello, è una fortezza,
grande e possente, che richiama l’architettura militare
trecentesca, ed è tra le poche che ancora conserva quasi
integralmente l’aspetto esterno medioevale. Il castello oggi
è completamente restaurato, e al suo interno vi sono degli
ambienti degni di nota, tra cui il salone con volte a crociera, con
eleganti chiavi in arenaria dalle figure simboliche.
LA LEGGENDA DEL FANTASMA
La “presenza”, in certe notti e
in certe circostanze, è attestata in luci e ombre che
ricordano una donna dal capelli lunghi, con una grande veste chiara,
identificata con Viola Maria Galante dei Roero
di Cortanze, figlia del
conte Ercole, scomparsa in giovane età dopo una travagliata
vicenda d’amore e morte. Viola, raccontavano i nonni e le
nonne nelle serate di veglia davanti al fuoco o nelle stalle del
vicinato, s’era sciaguratamente invaghita del giovane parroco.
Lo seguiva dalla
finastra della sua camera, che ancor oggi, dalla torre dal castello,
domina la chiesa dell'Annunziata. Un amore impossibile e soprattutto,
raccontavano specialmente le donne anziane, non corrisposto dal
religioso, il cui nome è scomparso insieme a molti atti
dalla parrocchia. Ma Viola non si era mai data per vinta e aveva
“rincorso” il suo oggetto del desiderio in tutti i
modi, fino all’orlo della follia. Difatti, una domenica
d'autunno, era successo l'irreparabile. Viola era scesa dal castello,
era entrata in chiesa dalla porticina riservata ai nobili del paese,
aveva estratto un lungo coltello dalle ampie vesti ed aveva trafitto
davanti a tutti il parroco che si accingeva a celebrare la Messa
Grande. Gli uomini, tra un bicchiere e una partita a scopa, danno
un'altra versione: il parroco è meno insensibili alle
offerte della contessina Viola e la tresca, finita sulla bocca di tutto
il paese, scatena le ire e le minacce del focoso Ercole Roero. Invano: le sue parole non
servono. E lui, al colmo dell’esasperazione per 1'onta
provocata dalla sciagurata, rinchiude lei nella torre e fulmina lui con
un colpo di spingarda sparato da quella finestra galeotta cogliendolo
anche in questa versione sull’altare, davanti a tutti, mentre
celebra la Messa Grande. Per Viola, nei due casi, nessun perdono.
Condannata da tutti, non troverà pace “nè da viva, nè da
morta”. Questa è la leggenda. Il castello, la
torre, la camera circolare sono reali. La parrocchia ha resistito ai
secoli, prima sconsacrata, poi riconsacrata e la porticina riservata ai
nobili è stata stranamente murata molto tempo fa. La camera
circolare è diventata la camera da letto della
“suite” degli sposi, dove passavano le coppie in
luna di miele ospiti del maniero. Di fronte alla camera circolare
c'è il campanile con i 12 rintocchi di mezzanotte. L'ora di
Viola Maria Galante contessina dei Roero
di Cortanze che ancora
oggi, in certe notti e in certe circostanze, non trovando ancora pace,
cercherebbe in quella camera ciò che non trovò da
viva.
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CASTELLO DI
CORTAZZONE
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Il castello di Cortazzone
si presenta oggi come un massiccio fabbricato di color rosso cupo,
articolato in due ali e sormontato da una torre quadrata mozzata. Sorge
sulla sommità del colle, separato dall'abitato di Cortazzone per mezzo di un
poderoso bastione a strapiombo, alto una decina di metri, che forma il
lato più caratteristico del recinto fortificato.
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CASTELLO DI
COSSOMBRATO
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Il castello di Cossombrato
sorge alla sommità del colle e si presenta come un massiccio
fabbricato. Il paesaggio intorno al castello non è cambiato
di molto da quando, all'inizio dell'Ottocento, lo descriveva il De Canis, salvo che per la
quantità d'olmi che sembrava esservi nel piazzale della
parrocchiale.
Il corpo del
castello di Cossombrato
quasi circolare, cui è addossata una torre rotonda
è la "fabbrica" più antica. Esso esisteva poco
prima del Trecento come grosso mastio e siccome venne allora mezzo
distrutto, fu ricostruito in parte poco dopo, assieme agli altri
blocchi di questo lato. Questi hanno tracce di finestre archiacute e di
cornici e dentelli. Da questa parte si ha accesso al parco, chiuso da
una muraglia bassa. Da una rampa, attraverso un arcone,
si entra nel castello. Qui vi è anche l'edificio sei-settecentesco, dipendenza
del castello, dove negli ultimi tempi abitavano i proprietari.
Gli altri corpi,
che si addossano l'uno all'altro, formando un unico complesso, sono
stati edificati sul luogo in cui c'era un altro castello, detto
superiore, demolito alla fine del Settecento. Questi corpi prospettano
su un ampio terrazzamento, con un piacevole giardino recentemente
risistemato a praticelli,
con pini e palme. All'esterno il tappeto erboso continua declinando fin
sul piazzale della parrocchiale, e qui si vede il portone con le
feritoie del ponte levatoio. Una muraglia a scarpa chiude tutto il
complesso. I suoi sotterranei contengono grandi cisterne di
approvvigionamento idrico.
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COSTIGLIOLE D’ASTI
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CASTELLO DI
COSTIGLIOLE D’ASTI
Le iniziali vicende storiche di Costigliole d'Asti seguono
quelle, assai più famose e studiate, del Comitato di Loreto.
Ridotto ora ad una borgata rurale nel territorio di Costigliole, Loreto ebbe, a
cavallo dei secoli XI e XII, una notevole importanza politica e
strategica. Costituendo una parte dei vastissimi territori che Ottone I
confermava ad Aleramo
nel 967 d.C., divenne, verso la fine del XI secolo la principale
residenza del marchese Bonifacio del Vasto.
La prima raffigurazione del castello di Costigliole è
contenuta nel “Codex
Astensis” manoscritto realizzato intorno alla
metà del Trecento. Nella riproduzione il castello
è posto alla cima di un colle e comprendente otto corpi di
fabbrica. Ma la rappresentazione è poco attendibile per
poter essere utilizzata. È nel corso della prima
metà dell'Ottocento che, comunque, il castello subisce la
definitiva trasformazione. In piena atmosfera romantica esso viene
arricchito di decorazioni e forme neogotiche. La metà del
castello di proprietà dei Verasis
viene alienata nel 1859, e dopo numerosi passaggi di
proprietà, perviene a Luigi Medici del Vascello la cui
nipote Ester si sposa con Oreste Balduzzi.
La famiglia Balduzzi
è a tutt'oggi proprietaria della metà del
castello.
L'altra
metà del castello pervenne nel 1862 ad Amalia Asinari di San Marzano e da
questa, per successioni, a Vittorio Luserna
di Rorà il
quale in data 07/09/1928 vendette, la sua parte, al Comune di Costigliole.
CASTELLO DI
BURIO
Il castello di Burio
è stato di recente restaurato. La fortificazione, edificata
su di un'altura, vista da lontano offre sicuramente un certo impatto
scenografico. Il complesso è un insieme di corpi di fabbrica
di epoche diverse, con pianta irregolare e cortina laterizia ornata da
fasce dentellate. Sul corpo centrale vi è una torre alta
circa come la struttura principale, e sul lato est è stato
ricavato un ponte levatoio che sostituisce la precedente scala
d'accesso al cortile interno. L'interno è stato
completamente rifatto in epoca barocca.
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CASTELLO DI
DUSINO
Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com
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Il castello di Dusino,
notevolmente rimaneggiato nel corso dei secoli, è
sicuramente degno di nota, in quanto è uno dei pochi
esemplari piemontesi di una tipologia di costruzione diffusissima in
Francia, Inghilterra, e per alcuni versi anche in Germania: il
"maniero", cioè la residenza signorile di campagna, ma che
ancora conserva nelle sue linee alcuni elementi che richiamano l'antica
fortificazione
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CASTELLO DI
FRINCO
Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com
scheda e foto del
castello
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Nonostante lo stato d’abbandono in cui
versa, al castello di Frinco
non manca certo di essere, anche oggi, un monumento di eccezionale
fascino.
Il castello
è composto da più fabbricati, ma
straordinariamente uniti in un solo imponente edificio. Il gruppo
più occidentale, che sembrerebbe essere la parte
più antica del castello, è quello che
più porta i segni dell’epoca medioevale, infatti
su di esso vi sono ancora tracce di monofore, ed è ancora
visibile il coronamento a merlatura ghibellina, ora otturata e adattata
a sostegno per il tetto, con il sottostante fregio a denti di sega; al
termine di questo fabbricato vi è il poderoso e ben
conservato torrione cilindrico, che richiama alla mente quello del
castello di Cortanze,
anch’esso sormontato da una merlatura ghibellina, oggi
parzialmente coperta dal tetto.
Il secondo corpo
di fabbrica congiunge questa prima parte alle parti più
recenti del castello, esse sono sorrette da altissimi archi poggianti
direttamente sul tufo. La funzione di queste arcate, che sorreggono
l’edificio a tre piani, è quella di sopperire alla
bastionatura
che s’innesta dopo il portale d’accesso con una
poderosa scarpa, che circonda la parte verso sud e a occidente del
castello. La seconda serie di edifici, è molto
più irregolare sia come pianta che come altezza, si appoggia
alla prima, mantenendone, almeno per la prima parte
l’altezza, ma non l’allineamento delle finestre, e
dei piani interni. Sul fianco a sud della fortificazione si aprono le
tre porte d’ingresso un tempo munite di saracinesche. Il
portone più esterno è protetto da una torretta
che, sporgendosi dal corpo principale, sormonta la strada
d’accesso al castello.
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CASTELLO DI
MARANZANA
Proprietà privata
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Il castello di Maranzana
costituisce un valido esempio di costruzione fortificata e s'impone per
la grandiosa e austera struttura muraria, alleggerita da alcuni
elementi di qualità architettonica e decorativa.
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CASTELLO DI
MOASCA
Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com
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I ruderi del castello di Moasca
attualmente esistenti sono quanto rimane dell'edificio costruito nel
XIV secolo. Della precedente fortificazione, rasa al suolo nel 1308,
non sono note né l'origine né la forma.
La localizzazione
attuale viene tradizionalmente considerata coincidente con il maniero
trecentesco. Si trattava di un corpo di fabbrica a quattro lati, di cui
quello orientale compreso tra due maestose torri a pianta circolare.
L’incuria
e il completo abbandono nel dopoguerra ha prodotto un tanto rapido
quanto irreversibile degrado della struttura edificata, riducendola
allo stato di rudere. Attualmente è rimasto in piedi, dopo
un intervento di consolidamento che ne ha garantito la
stabilità, solo un ultimo frammento delle poderose mura in
mattoni della facciata orientale, alle cui estremità vi sono
i due grandi torrioni cilindrici, liberati e consolidati, che svettano
maestosi sul terrapieno degli antichi bastioni conservando il ricordo
della suggestiva imponenza.
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CASTELLO DI
MOMBALDONE
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L'Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), ha inserito il borgo
antico di Mombaldone
tra i "Borghi più belli d'Italia".
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CASTELLO DI
MOMBERCELLI
Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com
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Il paese di Mombercelli,
nel medioevo appare come il centro più importante della
valle. Sulla sommità del colle poderosamente fortificato
sorge ciò che è rimasto degli edifici civili del
castello di Mombercelli.
La costruzione, i cui resti sono giunti fino a noi, presenta un
impianto costituito da un ricetto, che cinge gran parte del colle,
facendo perno sulla torre quadrata centrale, intorno alla quale si
organizzano i vani fabbricati (casa baronale, cappella, rimessa, ecc.).
Le strutture più antiche sembrano risalire alla fine del
Trecento anche se le ripetute manipolazioni, non ultima quella che, nel
‘700, che fu eseguita per volere del conte Maggiolini, tale
ristrutturazione, trasformò la fortezza in una comoda villa
di campagna, ed ha vistosamente alterato il carattere architettonico
delle varie parti del maniero.
Allo stato
attuale, l'impianto tipologico con torre centrale, è solo
parzialmente leggibile.
Il complesso si
presenta, in condizioni molto precarie: il massiccio portale che segna
l'accesso alla rocca conserva l'aria maestosa ed imponente di un tempo.
Da esso parte il ripido camminamento che, fra i poderosi contrafforti
ed i possenti bastioni, conduce al cortile sul quale si affacciavano la
torre, la cappella e l'edificio padronale. Si intuiscono i segni
dell'antico splendore nei saloni con le finestre affacciate sulla valle
e con le volte che conservano esigue tracce di decorazioni affrescate
ormai perdute. Lo stesso dicasi della scala che dall'atrio portava ai
piani superiori ed ai sotterranei. L'assenza di fregi e degli elementi
decorativi in pietra che ornavano la casa padronale, irrimediabilmente
degradati o brutalmente asportati dalla loro sede, rende il quadro
complessivo ancora più desolato.
Un lato del
complesso è completamente diroccato ed a fatica si scorgono,
le strutture murarie di gusto barocco che hanno segnato l'ultimo
periodo di vita del complesso, prima dell'abbandono. E, invece, negli
ampi e spaziosi sotterranei, divisi in stanzoni voltati ormai
praticamente inaccessibili che permangono le tracce delle strutture
più antiche e cariche di storia.
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CASTELLO DI
MONALE
Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com
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Il castello di Monale,
costruito nel XII secolo, distrutto e ricostruito due secoli dopo,
venne ristrutturato diverse volte, fino a che, dopo il restauro fatto
eseguire dai Gani,
secondo il gusto del tempo, venne fatto ripristinare l’antico
aspetto medievale a scapito di quello settecentesco.
Oggi l'aspetto
della fortificazione è tuttavia pittoresca; essa si presenta
come un solido impianto caratterizzato da pianta rettangolare con un
avancorpo porticato d’ingresso, con cortina laterizia ornata
da due fasce dentellate e delimitata da torrioni quadrati angolari.
Sull'ala a nord-est del fabbricato sono visibili resti di archi
ogivali, e sul prospetto interno prospiciente il cortile, è
ancora visibile lo stemma gentilizio degli Scarampi.
All’'interno del castello, vi sono quaranta camere, alcune
con soffitti a cassettone, completamente arredate, poiché il
castello è attualmente residenza estiva dei conti Gani. La bastita, citata come
“castrum de
bastita”, è caratterizzata da una pianta a L ed
è dominata da una torre quadrata che presenta
caratteristiche neogotiche.
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CASTELLO DI MONASTERO
BORMIDA
info: 0144/88012
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Il Castello si trova nella parte bassa del paese,
alla quale si può accedere, salendo da una caratteristica
alzata a ponte, attraverso una delle porte di ingresso della antica
cinta muraria. La piazza mantiene ancora in parte l'antica
pavimentazione in pietra fluviale che rappresenta una caratteristica di
queste valli Di particolare rilevanza nel complesso architettonico
è la torre, unita all'edificio da un arco di singolare
tipologia. Di puro stile lombardo, la torre viene costruita
probabilmente intorno all'XI
secolo. La facciata principale, fregiata da imponenti lesene di gusto
barocco, rivela una rielaborazione seicentesca. Oggi il castello di
Monastero Bormida
è di proprietà comunale, ed è la sede
del Municipio
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CASTELLO DI
MONCALVO
Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com
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La fortezza sorta su di una più antica
roccaforte aleramica,
si era andata sempre più articolando e rafforzando nel corso
dei secoli. Quello di Moncalvo
era indubbiamente uno dei maggiori complessi fortificati di tutto il
Monferrato: comprendeva un castello ben munito e capace di adattarsi
anche alle esigenze della guerra in epoca moderna, cioè
trasformabile in forte (anche se non bastionato), nonché una
cinta fortificata cittadina tutt’altro che disprezzabile.
Di questa formidabile cittadella oggi ben poco è rimasto:
tuttavia il castello, isolato a settentrione del paese, non manca di
sprigionare, dal suoi torrioni segnati dal tempo, il fascino evocativo
dei duri e gloriosi assedi sostenuti.
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CASTELLO DI
MONCUCCO
Museo del Gesso
Per ulteriori info: 011/9874701
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L’imponente castello è
costituito da una massiccia struttura, ed è ancora cinto da
robuste mura. Il Castello risale ai secoli XIV - XV, ma porta su di
sé i segni di ampliamenti e modifiche dei secc. XVIII e XIX.
Affiancato da torri e recintato da solide mura, domina il paese e offre
un magnifico paesaggio da ammirare. E’ sede del primo nucleo
del Museo del gesso. Svolge attività di promozione per
l'arte contemporanea.
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MONTECHIARO D’ASTI: RICETTO
Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com
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Il paese di Montechiaro, quando fu fondato, venne
diviso in tre quartieri e parrocchie, rappresentanti le tre
comunità principali che concorsero alla sua fondazione.
L'impianto è attraversato da una via principale e da una
secondaria, ad essa parallela. Esso focalizza due dominanti: ad ovest
la piazza della parrocchia di Piesenzana,
al centro quella di Maresco,
cioè la vecchia piazza del mercato, cui si accede da una
torre-porta detta dell'orologio. Montechiaro era possentemente
fortificata, con difese che avevano ancora validità nel XVI
e XVII secolo, e sicuramente la sua poderosa torre-porta, edificata a
pianta quadrata e di notevole altezza, doveva rappresentare un elemento
fondamentale nella difesa della villa forte. Sebbene le attuali
feritoie visibili dall'esterno, sopra l'arco bicromo
a sesto acuto, siano troppo strette per lasciar scorrere i bolzoni,
è probabile che qui vi fosse un ponte levatoio, sopra il
fossato che circondava il paese. In cima alla torre sono presenti
quattro aperture a tutto sesto (una per lato), il tetto a cuspide non
è coevo alla costruzione, ma di più recente
realizzazione, ed è anche di recente installazione
l’orologio oggi visibile sulla sua sommità.
A sud-ovest del ricetto le case si appoggiano all'alta muraglia del
recinto, impostata su archi di scarico. Il prospetto esterno
è formato da tratti disomogenei di muratura, da cornici
seghettate o a “dentelli”, da tracce di merlatura
ghibellina su diverse altezze. E da finestre e balconcini disposti
quasi senz'ordine, “macchie” d'ogni epoca. Il corpo
più basso è costituito da una torriola circolare, che si
attacca ad un tratto della muraglia, dove vi sono tracce del rosone e
delle finestrelle della chiesa che vi è addossata.
Particolarmente interessante è il muraglione che sostiene ed
affianca l'attuale parrocchiale. Su questo sono incastonate, fra
l'altro, conci di arenaria con motivi romanici, ad intreccio. Al
livello del sagrato corrono due cornici, di cui una a “denti
di sega”. Queste sono poste più in basso
nell'edificio a sud. Esso si alza per quattro piani fuori terra: si
possono vedere tracce di due ordini di finestrelle e di una finestra ad
arco acuto modanato in cotto al livello dell'ultimo piano. Nel
sottotetto, vi sono ancora tracce di finestrelle
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CASTELLO DI
MONTEGROSSO D’ASTI
Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com
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L'antico castello, che corona la sommità
del colle sul quale sorge l'abitato di Montegrosso
d’Asti, appare a prima vista in posizione meno evidente di
quanto dovrebbe, essendo parzialmente coperto alla visuale dal volume
non meno appariscente della chiesa parrocchiale dei SS. Secondo e
Matteo, che quasi gli si addossa; è difficile invece non
provare una certa suggestione nel trovarsi davanti alla fiancata
rivolta a nord-est della massiccia mole del maniero.
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CASTELLO DI
MONTEMAGNO
Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com
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Della primitiva costruzione dell’XI-XII
secolo non rimane nulla di identificabile. La struttura che vediamo
attualmente è quella data al castello con i restauri
appartiene al XIII - inizio del XIV secolo. Caratteristici dell'interno
sono i sotterranei, che costituivano le carceri ed un'ampia sala
voltata, “l'aula del Senato”. Il castello di Montemagno, può
vantare d’avere ancora tutt’oggi, il ponte levatoio
originale, e funzionante
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MONTIGLIO
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CASTELLO DI MONTIGLIO (sito internet del Castello)
Il castello di Montiglio
domina con la sua mole il paese e la collina su cui sorge,
caratterizzandone il profilo a grande distanza. L'attuale edificio, con
pianta a L irregolare e allungata, è la parte residua di una
più complessa struttura che aveva pianta a U, dongione al centro e avancorpo
che si estendeva davanti al fronte sud, fino alla costruzione che oggi
sorge isolata alla estremità sud-ovest del cortile. Tale
impianto, che sfrutta al meglio le possibilità difensive del
sito, probabilmente corrisponde a quello medioevale. Il fronte
bastionato, di cui si riconoscono chiare tracce nella conformazione del
terrapieno che chiude a occidente l'area di pertinenza del castello, fu
invece aggiunto, con ogni probabilità, nel XVI secolo.
Interventi settecenteschi hanno alterato, specie nell'ala a nord-est,
il primitivo aspetto del maniero conferendogli dignità
residenziale, con la creazione di uno scalone, un elegante salone ovale
dilatato da finte quadrature, un terrazzo sovrastato da una torre ed un
portico che si apre sul giardino a nord, dove siepi di bosso disegnano
un labirinto. Le grandi cantine voltate vennero nello stesso periodo
attrezzate per la lavorazione e la conservazione del vino.
Castello dall'antica memoria ospitò
famosi Trovatori che qui composero note Canzoni. Leggende d'amore
abitano tuttora il maniero. Nella piccola cappella del parco
è conservato un mirabile ciclo di affreschi del
‘300 di scuola lombarda.
Apertura: Il Castello é visitabile
tutto l'anno per gruppi previa prenotazione via fax 0141994985
CASTELLO DI
RINCO
Attualmente il castello di Rinco,
con pianta a U, presenta le facciate in stile neoclassico e una torre
d’angolo a pianta circolare che chiude versò il
parco, cinto da un’antica muraglia. Sotto questo fronte passa
una stradina lungo la quale si vedono tratti dell’antico
ricetto, esistente ancora alla fine del Cinquecento.
A fianco del castello si trova l’alta torre, nata quasi
certamente come torre di vedetta. Essa, presumibilmente, ha poi
costituito il punto di partenza per l’erezione del castello,
divenendone, molto probabilmente, il mastio della fortezza. Della torre
di vedetta conserva tutt’ora l’aspetto e tutte le
caratteristiche, compresa la porta eccessivamente sopraelevata per una
torre castellana, e la sua notevole altezza.
Splendido il giardino all’italiana coi
geometrici disegni delle siepi in bosso e la suggestiva peschiera al
suo centro. Su di esso prospetta la Sala dell’Alcova, una
delle pochissime ancora conservate in Piemonte. Durante la rassegna
sarà possibile visitare la mostra: “Gli Arazzi di
Licata”.
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CASTELLO DI
OLMO GENTILE
Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com
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Il borgo di Olmo Gentile è arroccato
intorno al castello sulla sommità di un colle. L'elemento
più antico e caratteristico è l'alta torre
quadrangolare coronata da una serie di robustissimi, allungati supporti
di pietra, che dovevano sostenere il ballatoio ora scomparso.
La datazione tradizionalmente accettata la fa risalire al XII secolo, e
le evidenti analogie architettoniche con altri edifici esistenti nel
circondario, inducono a considerarla fra i migliori esempi di quella
corona di torri alte e quadrate che caratterizzava in epoca medioevale
il paesaggio dell'Acquese e, in termini estensivi, di tutto l'Alto
Monferrato.
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CASTELLO DI
PASSERANO
Per ulteriori info: 0141.90.36.00
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Il castello di Passerano
è forse uno dei migliori dell'Astigiano, poiché,
ha conservato all'interno delle sue antiche strutture le testimonianze
preziose e originali delle epoche nelle quali si andò
sviluppando. Antichissimo possesso dei Conti Radicati, assunse una
certa importanza nel periodo compreso tra il tardo Medioevo e il
Rinascimento. Forse edificato nel XII secolo, subì degli
ampliamenti nel Quattrocento e nel Seicento. La parte più
antica è costituita da una tozza torre quadrata. Degni di
nota gli interni, con belle sale decorate e arredi preziosi tra cui
alcuni cimeli del musicista Robert Schumann.
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CASTELLO DI
PIEA
Per ulteriori info: 0141/901641
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Il castello sorge alla sommità del colle
che domina l'abitato ed è in gran parte celato alla vista
dalla lussureggiante vegetazione del parco. Quasi più nulla
è rimasto del suo aspetto originario, tranne forse le
fondamenta e le cantine, e si presenta come un sontuoso palazzo
settecentesco, di tre piani fuori terra. All'interno si trovano
numerose stanze con un ricco arredamento, un ampio salone, la galleria
e una piccola cappella gentilizia. Fu edificato probabilmente verso
l’XI secolo.
Nel corso dei secoli subì numerose modificazioni e da
fortificazione divenne palazzo gentilizio agli inizi del Settecento,
grazie ai Conti Roero.
Di notevole pregio artistico le volte affrescate del salone da ballo e
delle stanze attigue ad opera dei fratelli Galliari,
datate 1762. Ogni anno nel mese di maggio ospita una mostra di
antiquariato.
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CASTELLO DI
PINO D’ASTI
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I resti dell'antico castello di Pino
d’Asti, d'impianto medioevale, risalente probabilmente al
XIII secolo, furono integrati per la maggior parte in costruzioni sei-settecentesche
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CASTELLO DI
ROBELLA
Proprietà privata
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Il castello di Robella,
risalente al XIV secolo, venne edificato su di una costruzione
precedente di minore entità, e di esso rimangono attualmente
nelle cantine elementi murari presumibilmente risalenti al XII-XIII
secolo. Fu nei primi anni del secolo scorso che la facciata del vecchio
castello, ormai villa contornata da un bel parco, fu modificata
dall'ing. Carlo Bernardo Mosca.
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CASTELLO DI
ROCCAVERANO
Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com
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Il castello di Roccaverano
compare al culmine della collina, dalla quale domina il paese, a ben
750 metri sull'altezza del mare, ed è il punto
più alto delle Langhe astigiane. Dalla sua
sommità l'occhio spazia sulla valle e sulle Langhe
circostanti e si avverte subito l'importanza di chi fosse in grado di
controllare il sito, fortificato dalla poderosa torre che svetta dal
rudere del castello, di cui è rimasta la sola facciata.
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CASTELLO DI
SAN MARTINO ALFIERI
Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com
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L'elegante e robusto edificio fu eretto dal 1636 al
1721 su disegno dell'ingegner Bertola,
nelle forme barocche dell'epoca, ingentilite dal rococò, ma
con linee sobrie, senza sbalzi. Nel gran salone centrale al primo
piano, sopra il busto del fondatore, l'iscrizione ricorda che, essendo
distrutto l'antico castello di San Martino, Carlo Massimiliano fece
edificare la nuova villa nei pressi delle rovine della precedente
fortezza, abbassando la collina su cui sorgeva.
Alla scomparsa di Carlo Massimiliano, morto di gotta nel 1730 a
sessantanove anni, gli succedette il figlio, Cesare Giustiniano, che
dopo aver trascorso la giovinezza a San Martino completò la
sua formazione a Torino, sotto la direzione dello zio Gerolamo, detto
“Gambadilegno”
per aver perso una gamba nella battaglia della Marsaglia
(1693). Per acquisto del feudo divenne marchese di Sostegno, in
provincia di Vercelli. Nel 1731 ebbe una lite con la
comunità di San Martino, alla quale proibì di
ballare pubblicamente fuori delle ore “che non accomodavano a
lui e fece sgombrare il ballo e mandar via i suonatori”: la
lite durò tre anni e si concluse con l'obbligo agli
abitatori di portare il lutto per sei mesi e di astenersi dal ballare
in pubblico ogni volta che un Alfieri fosse morto.
Cesare Giustiniano Alfieri terminò il lavoro di edificazione
del castello di San Martino iniziato dal padre, ebbe diciannove figli,
ma di loro non sopravvisse a lungo che Roberto Girolamo.
Il castello di San Martino offrì più volte degna
cornice allo sfarzo settecentesco della vita dell'aristocrazia
piemontese. Una di queste occasioni fu data dal matrimonio di Carlo
Emanuele, figlio di Roberto Alfieri, con la contessina Carlotta Melania
Duchi, “célèbre par sa beauté”,
avvenuto nel 1791. Il figlio Carlo Emanuele, Cesare Robert Alfieri,
successe nel 1844 al padre nel feudo di San Martino, fu diplomatico,
ministro, consigliere di stato e infine presidente del senato dal 1855
al 1860, fu inoltre uno dei firmatari dello "Statuto Albertino" del
1848.
La dinastia degli Alfieri di San Martino si estinse con il figlio di
Cesare, Carlo, più volte deputato, senatore, vice presidente
del senato e illustre per aver fondato in Firenze la “Scuola
di Scienze sociali”. Carlo Alfieri passò gli
ultimi anni della sua vita nel palazzo di San Martino, dove
morì nel 1897, e lasciò discendenza solo
femminile: Luisa, sposata col marchese Emilio Visconti Venosta, e Adele, ultima
proprietaria del castello appartenente all'antica famiglia Alfieri.
Alla sua morte, avvenuta nel 1938, la proprietà è
interamente passata ai Visconti Venosta.
Il castello di San Martino appare in tutta la sua grandezza, a
coronamento del colle, se lo si osserva dalla strada che procede dalla
valle del Tanaro. Composto da una solida fabbrica centrale a tre piani
fuori terra, è circondato da piacevoli giardini e
costruzioni minori che ben si intonano all'edificio. La facciata
monumentale presenta due grandi corpi laterali leggermente avanzati,
coronati di abbaini rococò; il corpo centrale,
più elevato, è snellito da un porticato. Davvero
pregevole sì presenta l'interno, ricco di sale, gallerie e
appartamenti ornati di stucchi e dorature: notevole il salone
principale al primo piano, di vasto respiro per l'alta volta a nicchioni. Un discorso a parte
merita l'arredamento, vera raccolta di importanti documenti legati alla
vita della famiglia e del territorio. Sono busti, ritratti, stampe e un
ricchissimo archivio con carte antiche e preziose attestanti
l'attività e la storia degli Alfieri. Degni di nota i
ritratti sullo scalone di Obertino
Solaro,
priore di Lombardia e balì di Santa Eufemia, Roberto e
Maurizio Solaro; tutti
rappresentati con grandi manti neri, adorni delle croci bianche
dell'Ordine di Malta.
Altri ritratti raffiguranti personaggi della famiglia Alfieri sono
conservati nella galleria a stucchi di fronte al castello di San
Martino.
Un particolare curioso, infine, è dato dalla notizia fornita
da uno storico dell'inizio del secolo scorso sull'esistenza nella
“rimarcabile cantina” del castello di un tino
“che comprende nella sua cavità un tavolo da
dodici persone”, segno non ultimo del grande reddito
proveniente agli Alfieri dai vigneti.
In conclusione, il magnifico castello di San Martino, che bene si
accompagna sulla sinistra del Tanaro a quelli di Govone e di Guarene, rappresenta, come
scrive il Masi, “fra casa, chiesa e sepolcreto, un vero museo
storico di reliquie alfieriane”.
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CASTELLO DI
SAN MARZANO
INFO 049/9935024
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Opera imponente e suggestiva le cui antiche cantine
con archi e volte ricordano l’interno di una cattedrale
gotica. Dalla splendida terrazza- giardino si ammira uno dei panorami
più belli della zona.
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CASTELLO DI
SOGLIO
info: 0141.99.28.05
|
Il Castello era chiuso, in epoca medievale, nel
recinto di cui rimangono tracce sul lato e a nord. La parte originaria
è costituita dall’alta muraglia con tracce di
finestroni a sesto acuto. Nel 1710 fu conquistato dai Della Valle che
lo restaurarono conferendogli gran parte del suo aspetto attuale. E'
sede per il Centro per l'arte
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CASTELLO DI
VESIME
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Situato su una cresta che domina il paese,
è in rovina
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PROVINCIA
DI CUNEO
CASTELLO DI
ALTO. Castello dei Conti Cepollini
di Alto e Caprauna
Per ulteriori info: 0182.555.099
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La fortezza, costruita nel 1320, è
immersa in un paesaggio d'altri tempi, circondata da una natura
selvaggia ed incontaminata. Dalla pittoresca loggia del XV secolo si
può ammirare il suggestivo panorama che spazia sulle alture
a ridosso del Mar Ligure. L'eleganza e l'essenzialità delle
forme lo rendono uno dei manieri meglio conservati di tutto il
territorio Ingauno.
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Complesso
Feudale Maligri di
Bagnolo - BAGNOLO PIEMONTE
Sito del castello
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Il
complesso feudale inserito in un comprensorio di grande valore
paesaggistico e naturale é costituito dal
Castello-forte del XI sec. che conserva intatto il
fascino di fortezza medioevale in pietra con triplice cinta muraria;
notevole il Parco storico seicentesco e romantico, ricco di esemplari
secolari e preziose collezioni di arbusti fioriti; dalle cascine e
mulini idraulici in pietra dal XV al XVIII sec.
Da
vedere gli affreschi quattrocenteschi nel cortile, sulla facciata del
Palazzo e nella Cappella sotterranea, restaurati di recente. Deliziosa
la passeggiata al Castello in mezzo ai boschi.
Orario:
10.00-18.00
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CASTELLO
DEI MARCHESI FALLETTI DI
BAROLO - BAROLO –
Per
info. Tel. 0173/56.227
|
L'affascinante e imponente struttura racconta ben
mille anni di storia carica di suggestioni e curiosità.
All'interno delle stupende sale sono visitabili la Biblioteca Storica
ordinata da Silvio Pellico
e il Museo delle Contadinerie.
Di frequente vengono allestite importanti mostre d'arte. Nelle antiche
cantine ha sede la prestigiosa Enoteca Regionale del Barolo.
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CASTELLO DI BORGOMALE
Per ulteriori info:
0173.36.34.80; 0173.52.90.31
|
La struttura risale al XII sec.e
fu possedimento dei Falletti.
Nel 1631 Borgomale
passò ai Savoia favorendone così la
trasformazione da centro difensivo in residenza.
Gli studiosi ipotizzano che il grande mastio
abbia inglobato una torre più antica, determinando
così la formazione di quel complesso eterogeneo e
decisamente originale nel panorama castellano piemontese.
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PALAZZO TRAVERSA
– BRA
Per ulteriori info:
0172/ 430185
|
Il nucleo originario di Palazzo Traversa risale
alla metà del XV secolo. Dopo i lavori di restauro compiuti
negli anni ‘80, l’edificio è adibito a
sede del Museo di Archeologia Storia Arte, che raccoglie reperti
provenienti dall’antica Pollenzo
(fondata dai Romani) e opere d’arte locale dal '600 ai giorni
nostri.
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CASTELLO DEL ROCCOLO
- BUSCA
Per ulteriori info:
0171/ 61.82.60
|
Alle spalle dell’abitato di Busca, in una
zona collinare sorge il castello del Roccolo, edificato verso il 1800
dal Marchese Roberto Tapparelli
D’Azeglio, fratello del più celebre Massimo.
E’ immerso nella splendida cornice di un parco plurisecolare,
500.000 metri quadri, dove grazie a un particolare micro clima cresce
l'olivo; il castello è in stile neo-gotico con tre torri le
cui imponenti dimensioni sono celate dalla grazia delle linee
architettoniche.
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PALAZZO SALMATORIS -
CHERASCO-
Per info. Tel
0172/488552
|
Si trova nel cuore di questa cittadina che ha
mantenuto nel tempo l'antico
impianto urbanistico. Detto anche "Palazzo della Pace", è
stato testimone dei più importanti eventi storici della
città nei secoli passati. Oggi costituisce un importante
centro culturale e ospita mostre d'arte di livello internazionale.
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PALAZZO
GIRIODI - COSTIGLIOLE DI
SALUZZO –
CHIESA
PARROCCHIALE S. M. MADDALENA - COSTIGLIOLE DI
SALUZZO -
CASTELLO
ROSSO - COSTIGLIOLE DI
SALUZZO –
Per
ulteriori info: 0175/ 230121
|
La visita comprende tre edifici di notevole
interesse storico-artistico: Palazzo dei Conti Giriodi,
in stile barocco, con un
maestoso portale d'ingresso, il Castello Rosso, residenza
rinascimentale dei signori del paese e la Chiesa Parrocchiale di S.Maria Maddalena, che conserva splendidi affreschi a grisailles degli inizi del '500.
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VILLA
COLOMBARO SAN MICHELE - CUNEO –
Per
ulteriori info: 0171/ 612150
|
L'edificio sorge nel XIV-XV sec. come torre di
osservazione a difesa di Cuneo. La Villa- Museo vanta di una collezione
di cimeli e pezzi unici raccolti nel corso dei secoli dai proprietari,
le famiglie Mocchia di
San Michele ed Oldofredi
Tadini.
La visita guidata dai proprietari, comprende la
cappella, con le reliquie della Sindone di Torino, le sale del piano
terra, alcune camere al secondo piano ed il parco.
|
VILLA
TORNAFORTE - CUNEO
Per
ulteriori info: 0171.41.26.64
|
Ex
monastero agostiniano, in seguito alla persecuzione religiosa
napoleonica, il complesso passò al conte Bruno di Tornaforte che lo
trasformò in villa patrizia. Oggi è una dimora
signorile dal fascino misterioso, anche grazie ai suggestivi racconti
della proprietaria.
L’edificio
è circondato da un vasto parco all’inglese con
alberi monumentali.
|
CASTELLO
DEGLI ACAJA – FOSSANO
Ingresso:
gratuito
Il
Castello è al centro di molte manifestazioni cittadine, fra
cui La Giostra de l’ oca (giugno) Per ulteriori info: 0172/
699656
|
La maestosa costruzione in cotto, costruita nel XIV
secolo, domina il centro storico ed è diventata il simbolo
di questa cittadina dall'architettura
tardo-medioevale. Sul finire del '500 vi soggiornò il duca
Emanuele Filiberto con tutta la corte. Dal 1985 ospita la Biblioteca e
l’Archivio Storico comunale.
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CASTELLO
REALE DI CASOTTO -
GARESSIO –
Informazioni:
tel. 0174.35.11.31
|
In
origine certosa, sorta nel sec. XII, una delle prime in Italia,
l’attuale costruzione fu trasformata su progetto del Vittone, nel corso del 1700,
unendo al carattere di semplicità quello della
monumentalità. La trasformazione in reggia avvenne con Re
Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II, grandi appassionati di caccia.
Ancora oggi si possono ammirare gli splendidi arredi delle stanze, tra
cui il salotto verde e l’ampia Camera della Musica.
Apertura:
Tutto l’anno Orario: 9,00/12,00; 14,00/19,00 Aperto
1° maggio e ferragosto
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CASTELLO
REALE DI GOVONE
– GOVONE
Per
informazioni: 0173/58103 e www.comune.govone.cn.it
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Castello,
gia'
fortezza medioevale, fu ricostruito in stile barocco su disegni di
Guarino Guarini e
Benedetto Alfieri.
Scenografico
lo scalone d'onore con decorazioni marmoree provenienti da Venaria
Reale. Di grande bellezza le sale ornate da preziose carte cinesi, il
salone da ballo e gli appartamenti reali fatti affrescare dal Re Carlo
Felice di Savoia che, agli inizi dell'Ottocento rinnovò il
Castello e il parco per le sue villeggiature estive.
Apertura:
tutte le domeniche da aprile a ottobre
Orario:
ore 10,00 - 12,00/15,00 - 18,00 (ore 19,00 a luglio e agosto);
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CASTELLO
DI GRINZANE
CAVOUR
Per
informazioni: 0173/262159
|
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Torna su
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CASTELLI
DELL'ALTO PIEMONTE
PROVINCIA
DI BIELLA
CANDELO-RICETTO
Tel Proloco 0152536728
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Struttura fortificata tardo medievale per fornire
protezione alla comunità contadina della zona, a pianta pseudopentagonale occupa una
superficie di circa 13.000 mq. E’ uno dei ricetti meglio
conservati e forse tra i più conosciuti.
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CASTELLO DI
CASTELLENGO COSSATO-
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Il Castello, costruito su un poggio, domina un
guado sul torrente Cervo. Costruito nel X secolo, passò
molte volte di mano in mano: dai Monterone
ai Guala, ai Bulgara,
ai Biandrate , e fu
anche feudo di Federico I. Negli ultimi anni del XII secolo
tornò nelle mani dei Bulgaro, che trasformarono il loro nome
in Castellengo. Ed
è proprio di quel periodo la torre a pianta circolare che
ancora si vede. Nel 1406, un certo Baldo di Firenze, decise di occupare
il CASTELLO: i Castellengo
furono accusati di tradimento ed il castello venne confiscato e venduto
ad alcune famiglie di nobili biellesi, che uno dopo l'altro, finirono
per cedere le loro quote a Frichignolo
di Cecina. Nel 1557 l'esercito del Maresciallo de Brissac occupò la
fortezza, comunque i Frichignolo
rimasero proprietari del Castello sino all'estinzione della famiglia.
Nel XVII secolo, la struttura si trasformò in dimora
signorile, e così appare oggi di proprietà della
famiglia Ciccioni, immersa nel verde, all'ombra di alberi secolari, in
un silenzio quasi irreale, con i suoi forni medioevali ancora
funzionanti, aperta a chi ama le atmosfere di altri tempi. Di salone in
salone si scorge l'amore che i nuovi padroni hanno per
queste vecchie mura che sanno ancora parlare all'orecchio di chi le sa
ascoltare.
I locali vengono affittati a chi desidera
festeggiare le proprie nozze in una cornice romantica, eventualmente
gli sposi possono anche pernottare nella struttura in una sala da sogno.
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CASTELLO DI
CASTELLETTO CERVO
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Ospita un museo di armi antiche
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CASTELLO DI
CERRIONE
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La vastissima costruzione sormontata da una alta
torre, è ridotto ad un rudere
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CASTELLO
DI GAGLIANICO
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Il castello di Gaglianico
è certamente il più interessante e il meglio
conservato fra tutti quelli del Biellese e, come tale, è
stato varie volte oggetto di studio sia dal punto di vista storico, sia
dal punto di vista architettonico
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MASSAZZA – ROCCA DEI CAVALLARI
Via al Castello, tel. 02/6436258 tel-fax 0161/852020/23
il castello è di proprietà
privata ed è visitabile previo appuntamento (domenica dalle
ore 9.00 alle ore 12.00), o quando è aperto al pubblico
durante alcune manifestazioni.
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Il castello di Massazza
è un tipico borgo medioevale arroccato su uno sperone baraggivo, un probabile
insediamento Celto-Ligure,
passato ai Romani e diventato fortificazione longobarda. Di
proprietà della famiglia Avogadro, era anche centro di
raccolta dei prodotti agricoli. Gli attuali proprietari hanno
rifondando la Rocca come abitazione attrezzando il vasto e articolato
complesso per eventi, mostre e fiere, convegni e concerti. Vi si
conservano are celtiche con cappelle votive e testimonianze di epoca
templare.
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CASTELLO DI
MASSERANO
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Il Maniero di Masserano,
risale alla prima metà del 1600, fu costruito infatti sui
resti di una struttura più antica.
Quella di Masserano
è una storia alquanto particolare ed originale,
poiché fu una Signoria autonoma Pontificia, questo ha
permesso a tutta la zona di mantenere per molto tempo una certa
autonomia, resistendo alla spinta dei Savoia. Divenne Principato nel
1598.
Il Castello, ora sede Comunale, fu una struttura usata probabilmente
più come residenza di campagna che come fortezza. Delle
antiche fortificazioni, non restano che tre torrioni mozzi, il
giardino, ricavato dagli spalti ed il perimetro esterno dei muri
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PONDERANO
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Ponderano fu fortificata già dal 1240
quando il feudo venne ceduto dagli Avogadro di Cerrione
a Francesco del Pozzo, in cambio della Podesteria
di Mongrando Esisteva
anche un ricetto, non molto distante dal castello
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ROPPOLO
tel 0161.98501
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Costruito nel XIII sec da Pietro Bicieri venne trasformato nel
XVIII sec.
Ospita l’Enoteca Regionale della Serra.
Dal 1981 svolge intensa attività promozionale per la
viticoltura dell'intero Piemonte del Nord; presenti tutti i vini doc e docg della regione; particolare
selezione è riservata ai vini del Nord Piemonte (Provincia
di Torino, Biella, Vercelli e Novara) e a quelli della Regione Valle
d'Aosta. In una sala della Torre è allestita l'esposizione
di passiti, grappe, distillati e prodotti particolari. Degustazione e
vendita. Annesso ristorante tipico
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CASTELLO DI
VERRONE
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Il castello (in fase di ristrutturazione) risale al
XV, forse al XIV secolo. Sicuramente è stato eretto su resti
decisamente più antichi, di una probabile precedente
costruzione.
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ZUMAGLIA: Castello e Parco
Il luogo offre una bellissima vista panoramica sul
Biellese ed è l'ideale per una giornata estiva da
trascorrere in tutto relax
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L'area attrezzata regionale del Brich di Zumaglia
costituisce l'ultima propaggine della collina biellese, ed è
caratterizzata dalla presenza alla sommità del Brich di un castello ricostruito
su antiche fondamenta, nei primi decenni del secolo. Parte dell'area
circostante il castello è caratterizzata dalla presenza di
alcune specie arboree esotiche con esemplari particolarmente pregiati
derivanti dal giardino preesistente; per il resto la zona fitoclimatica è
quella del Castanetum
con netta prevalenza del castagno, nonché della robinia,
della quercia e del ciliegio. Nel parco le specie forestali autoctone
si mescolano con specie ornamentali introdotte allo scopo di
trasformare il preesistente bosco in un parco cosiddetto "romantico",
avvalendosi anche di classici elementi architettonici.
Sulla sommità della collina, il castello
ricostruito nel 1938, sui ruderi di un antico maniero, che pur essendo
uno degli edifici fortificati più robusti del Piemonte , fu
distrutto dai Savoia nel 1558, perché era stato consegnato
ai Francesi da Francesco Filiberto Fieschi,
e del quale restano solo alcune tracce originali, fra le quali la
cisterna e una cella dove fu rinchiuso per vent'anni il capitano Pecchio. Il capitano Giovanni
Francesco Pecchio,
cittadino di Vercelli, di famiglia nobile, fu segregato per circa
vent'anni, murato vivo, perché nel 1537 aveva avuto
l'incarico di intimare e fece eseguire una sentenza del duca Carlo III
contro Filiberto Ferrero Fieschi.
La sua storia è tragica e commovente, puntualmente aveva
adempiuto all'incarico, come era suo dovere. Un giorno, mentre a
cavallo si dirigeva da Vercelli verso Asigliano,
paese di suo suocero Antonio Avogadro di San Giorgio, era stato
proditoriamente assalito e disarmato da sicari, che stavano in agguato
per mandato di Filiberto Ferrero Fieschi.
Era stato nascostamente tradotto nel castello di Zumaglia e rinchiuso in
quell'orrenda segreta, da cui non era piu’
uscito, nemmeno per respirare un soffio di aria pura. Da un foro della
volta (che tuttora si vede) gli era calato, di tanto in tanto, un pezzo
di pane di segale e una ciotola d'acqua. Storia e leggenda, che si
tramandano e si mescolano ed avvolgono il Castello in un'atmosfera
magica e particolare.
|
|
PROVINCIA
DI TORINO
AGLIE’
Tel
0124 330367. Per comunicazioni e informazioni sulle attività
locali. Pro Loco di Agliè
tel. 0124330123 – 330300
Ingresso
a pagamento
|
Castello
Ducale, antica dimora dei conti di San Martino, del XII secolo,
trasformato poi in elegante residenza. Vastissimo e pittoresco il
parco, attraversato da 7 chilometri di viali e sentieri, ricco di
piante centenarie e ornato da fontane e sculture.
|
ALPIGNANO
|
Castello
dei Conti Provana di Leiní, (sec. XVII),
nel 1559 dato in feudo ad Andrea Provana.
Un arco di gusto neogotico, come le torri e il lavatoio (1863 ca.),
introduce al castello e al grande parco
|
CARAVINO,
CASTELLO
DI MASINO
(dal sito FAI)
tel.
0125778100
Ingresso
a pagamento
|
Residenza
per dieci secoli dei conti Valperga,
il castello di Masino, circondato da mura e torri, è immerso
in un monumentale parco romantico che domina la pianura del Canavese. Gli interni, con i
saloni affrescati e riccamente arredati tra Seicento e Settecento, gli
appartamenti di Madama Reale, le camere per gli ambasciatori e gli
appartati salotti, sono documento delle vicende di una famiglia che fu
protagonista della storia piemontese e italiana. Nel vicino Palazzo
delle Carrozze si può ammirare la ricca collezione di
carrozze del XVIII e XIX secolo
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CARMAGNOLA
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il
Castello è odierna sede del Municipio, ha origine
duecentesca, ed ospita, al primo piano, il plastico del Theatrum Sabaudiae
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COLLEGNO
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Castello
Provana,
edificato da Umberto II di Savoia nel 1171, subì rifacimenti
e ampliamenti nel corso dei secoli. L'ultimo, su progetto attribuito al
Guarini,
risale al XVIII secolo. Fu residenza dei conti Provana
di Collegno.
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CUMIANA
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Castello
della Costa, costruito nel XV secolo da Guglielmo Canalis ed ampliato
nella seconda metà del '600 conserva importanti decorazioni
ed un eccezionale salone affrescato; è circondato da un
ampio giardino con piante d'alto fusto ed ornamentali
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IVREA
Informazioni
Associazione Castello di Ivrea
Tel. 012544415-0125251554
|
Nel
1357 iniziarono i lavori per la costruzione del Castello che
costituisce ancora oggi un emblema delle testimonianze storiche della
città.
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MACELLO
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MAZZE’
le informazioni sono
tratte da
http://www.castellodimazze.it/
ORARI 14.30-18.00
Apertura
sabato e domenica da marzo a novembre (chiuso dal 1 al 14 agosto)
Ingresso
a pagamento
|
La rocca di Mazzè fu leggendaria
dimora di Ypa "regina
senza terre" del Lacus
Major che attorno al XV secolo a.C. ancora inondava con le acque della
Dora Baltea (Duira Major
) l'anfiteatro morenico di Yporegia
(Ivrea). Al periodo celtico risalgono la cripta, il menhir druidico e
l'ara riportate da poco alla luce. Nei sotterranei i resti del "Fortem Copacium"
eretto nel 175 a.C. dal Console Appio Claudio a presidio romano contro
le tribù Salasse. Nel XII secolo i Valperga,
ottenuta dall'Imperatore Enrico IV di Sassonia l'investitura del feudo
di Mazzè,
elevarono sugli antichi ruderi romani l'attuale struttura castellana e
nel XIV secolo costruirono anche una casa-forte, oggi sontuosa dimora
adiacente al più antico "castello piccolo". Furono ospiti
del maniero: Francesco I re di Francia, Vittorio Emanuele II re
d'Italia, Cavour, lo Zar Nicola II di Russia, Mussolini e innumerevoli
altre personalità
Un
ventennale restauro effettuato dai Salino di Cavaglià,
attuali proprietari, restituì al castello la sua
magnificenza. Fantastiche architetture merlate e turrite,
preziosità d'interni e ineguagliabili panorami offrono oggi
al visitatore uno spettacolo di indimenticabile suggestione.
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MONCALIERI
tel 011/4361512
|
Il nucleo
antico è adagiato sulla collina, cornice verde della
città di Torino. Imponente il Castello Reale di Moncalieri,
residenza sabauda risalente ai primi anni del Seicento. Del Castello
è possibile visitare gli appartamenti reali, interamente
arredati.
|
MONCUCCO
|
Il paese
è dominato dal quattrocentesco castello, già
proprietà dei Grisella di Rosignano, e oggi
proprietà comunale. Affiancato da torri e recintato da
solide mura, domina il paese e offre un magnifico paesaggio da
ammirare. E' sede del primo nucleo del Museo del gesso che svolge
attività di promozione per l'arte contemporanea.che
illustra le diverse fasi di lavorazione in epoca preindustriale di
questa pietra locale e i suoi vari impieghi nell'edilizia rurale del
Basso Monferrato.
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MONTANARO
Tel 0119192526
|
Il Castello, la sua
storia si identifica con quella dell'abbazia di Fruttuaria,
infatti il primo maniero fu venduto ai monaci di San Benigno nel 1255.
Intorno al 1533 l'abate cardinale Bonifacio Ferrero provvide a
ricostruirlo. Rifatto in parte nel secolo scorso, conserva della
struttura cinquecentesca le torri settentrionali, la prigione e la
torre della zecca. E' visitabile solo all'esterno.
|
PAVAROLO
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Il Castello risale al XIV
secolo e venne modificato nel corso dei secoli nell'adattamento
dell'architettura da fortificata a residenziale. Il castello mostra
nella bertesca, la torretta pensile munita di feritoie che domina uno
spigolo del castello, la sua primitiva funzione di fortezza.
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PRALORMO
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Il Castello di Pralormo subì diverse
trasformazioni per divenire da antica fortezza di difesa a dimora
residenziale e di rappresentanza nel XVIII secolo. E' tutt'ora
residenza dei proprietari originari, i conti Beraudo
di Pralormo. Il
castello è immerso in uno splendido parco disegnato nel 1800
dal paesaggista Xavier Kurten, artefice della Reggia di
Racconogi.
Durata della visita: 2 ore
|
RIVAROLO
CANAVESE –
Castello
di Malgrà
tel.
012426725 (il sabato pomeriggio e la domenica)
Ingresso
a pagamento
|
Antica dimora dei conti
di San Martino, dopo diversi passaggi di proprietà
appartiene dal 1982 al Comune di Rivarolo.
Eretto nella prima metà del XIV secolo come edificio
militare, del quale restano la grande torre rotonda e parte delle mura,
divenne successivamente dimora signorile subendo progressive
trasformazioni. L'ultimo restauro risale alla fine del secolo scorso a
opera degli architetti Alfredo D'Andrade
e Carlo Nigra. Ampio
parco aperto al pubblico.
|
S.
GIORIO CANAVESE–
CASTELLO
DEI CONTI DI BIANDRATE
Tel
012249666
Ingresso
a pagamento
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Formato da due edifici,
di cui uno più antico (secoli XII-XIV) e uno modificato
radicalmente nei primi del Settecento, il castello sorge in posizione
dominante il paese ed è circondato da un vasto parco.
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SUSA
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STRAMBINO
ATL
del Canavese e valli di
Lanzo
tel.
0125618131
Ingresso:
offerta libera
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Appartenente
ai conti San Martino, è un'imponente complesso costituito da
diversi corpi di fabbrica: sono individuabili le rovine del "castello arduinico" (XI secolo), il
"castello gotico" dalle notevoli decorazioni in cotto di porte e
finestre (XIV secolo) e le dimore signorili del XVII secolo.
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TORRE
CANAVESE
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Il
Castello e’ circondato da un parco dove si ritrova la chiesa
di San Martino, romanica, con tracce di affreschi del XIV secolo.
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VALPERGA
Informazioni:
comune tel. 0124617146, parrocchia tel. 0124617174
Ingresso
gratuito
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Costruito
dai Silvesco e dagli
altri signori primitivi di Cuorgnè,
ampliato dai Valperga
nei secoli successivi. Vi si distinguono 3 nuclei: una parte centrale,
munita di torre, il castello medioevale che lo circonda, cinto da
enormi bastioni che corrono lungo la vecchia strada di Belmonte, interrotto da un'arco dov'era il ponte
levatoio, infine un magnifico palazzo neoclassico, attorniato da un bel
parco disposto a terrazza, che fu ultimamente dei Coardi Bagnasco di Carpeneto, ora Istituto Figlie
della Sapienza
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PROVINCIA
DI NOVARA
BELLINZAGO NOVARESE
CASTELLO DI
CAVAGLIANO
Via San Rocco - Frazione Cavagliano
Apertura: Privato - Visitabile solo Esternamente
Pro Loco Bellinzago
- Tel. 0321.924700
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Il castello già visibile dalla S.S. 32
Ticinese, si erge maestoso sulla collina di Cavagliano.
Già possedimento ne ‘200 dei conti di Biandrate, passato in seguito
sotto il dominio politico del Comune di Novara, mentre sul luogo si
affermava già la proprietà fondiaria della nobile
famiglia Caccia. La famiglia Caccia arrivò a possedere
più di due terzi delle terre agricole della
località, oltre alle quote del castello, alle case del
villaggio e ai diritti di avvocazia
sulle due chiese del paese, con il diritto di nomina del parroco. La
potenza del Caccia, e di riflesso del castello di cavagliano, la si trova negli
scritti del cronista novarese Pietro Azario.
Infatti, lo storico ci segnala che, quando tutto l’agro
novarese fu messo a ferro e fuoco dalle armate di Galeazzo II Visconti,
si salvò solo l’abitato di Cavagliano
grazie alla potenza della famiglia Caccia. Ora il complesso
è di proprietà privata e purtroppo versa, quasi
interamente in avanzato stato di degrado.
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BRIONA- CASTELLO SOLAROLI
Via alla Rocca n.4
Apertura: Privato - Visitabile solo Esternamente
Tel. 0321.826386
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Situato sulla collina alluvionale dello Strona, il castello di Briona domina
dall’alto la pianura e il sottostante paese. Le strutture del
castello risalgono al Quattrocento, ma le prime notizie
sull’esistenza di un castello a Briona
sono dei primi mesi del 1140. Durante il Seicento, le mura del castello
assistettero alla saga e alle vicende di un noto personaggio, marito di
un’ultima discendente della famiglia, Giovanni battista
Caccia, detto il Caccetta,
che alla fine fu processato e condannato a morte nel 1609, trascinando
alla rovina beni e famiglia della moglie. Alcuni storici inquadrano in
questa figura il manzoniano Don Rodrigo dei “Promessi
Sposi”. Nel 1864 divenne proprietario del castello il
generale dell’esercito sabaudo barone Paolo Solaroli, poi insignito del
titolo di marchese di Briona.
Il marchese lasciò
un’importante collezione di armi e oggetti raccolti durante
gli anni giovanili in Oriente, alcuni dei quali sono al piano terra,
all’interno di un grande salone, denominato
“galleria d’armi” La rocca è
un quadrilatero pressoché perfetto e racchiude al suo
interno un cortile pensile di forma quadrata, con pavimento
all’altezza del primo piano, sorretto da volte a crociera
impostate su un pilastro centrale. Sotto di esso si trovano la sala
capitolare e la cripta. Domina la costruzione un’antica torre
con una piccionaia molto dilatata,quasi a forma di fungo.
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CALTIGNAGA
CASTLLO E GIARDINO STORICO
Apertura: Privato - Visitabile solo Esternamente
Comune di Caltignaga
- Tel. 0321.652114
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Lungo la strada che da Novara porta al lago
d’Orta, all’Ossola e ai confini alpini, sorge Caltignaga, che per la sua
posizione strategica fin dall’epoca altomedioevale divenne
luogo fortificato. È qui che proprio al centro del paese,
troviamo ancora la vestigia di un poderoso castello, la cui origine si
fa risalire alla seconda metà del quattrocento, molto
probabilmente dopo l’infeudazione di Caltignaga
ai Caccia. In seguito all’incendio avvenuto nel 1524 ad opera
delle truppe francesi, il castello subì le prime
trasformazioni: da fortilizio a residenza di campagna.
L’impianto generale è a pianta quadrata, il corpo
centrale dell’edificio in mattoni a vista – secondo
la tipica tradizione costruttiva dei castelli di pianura –
completato da un torrione centrale ove si aprono l’ingresso
carraio e la posterla. Sopra l’arco della porta di ingresso
si può ammirare uno stemma gentilizio, secentesco, che
rappresenta il matrimonio di un Caccia con una gentildonna, il cui
stemma era “d’azzurro” alle fiamme
d’oro disposte in diagonale, col capo di rosso ad un nastro
svolazzante d’argento con motto”; al di sotto si
legge “Fortitudinis
Nostrae Caltiniagae”.
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CARPIGNANO SESIA
CASTELLO
Apertura: Festa Patronale
(2° Domenica di settembre) e Occasioni particolari
Pro Loco - Tel. 348.9505670
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Le prime notizie sul castello risalgono al secolo
XII, ma tutto il complesso esisteva già da più di
un secolo, come testimonia la chiesa romanica di San Pietro, in esso
inglobata, assegnabile agli inizi del secolo XI. Nella sua storia fu
ricostruito più volte; da notare che seppe resistere nel
1362 agli assalti delle truppe dei soldati di ventura inglesi,
comandate dal tedesco Stertz,
al soldo dei Monferrato, durante la contesa con i Visconti. Furono
proprio i Visconti, in una pausa della guerra, a distruggere nel 1364
il Castello, assieme ad alti della zona, per evitare che diventassero
baluardo dei piemontesi. La sua ultima cinta muraria risale al 1421,
successivamente distrutta in gran parte durante le guerre del secolo
XVII. La struttura del castello è molto irregolare, ma tende
a un andamento a forma circolare: sulla strada principale si innestano
numerose vie secondarie strette e acciottolate. Gli edifici sono in
gran parte del Trecento e del Quattrocento e alcune di queste sono
state sapientemente restaurate; alte, purtroppo, hanno perso le linee
originali in seguito a restauri inopportuni. Lungo la via centrale (via
Castello), all’interno del complesso medioevale, si trova la
cantina, che ospita in un ampio locale il monumentale torchio a peso
datato 1575, costituito da un tronco di olmo lungo ben 13 metri,
squadrato e utilizzato come peso per la spremitura delle uve, grazie a
una vite verticale, infissa in un masso di granito ospitato a sua volta
in un pozzo scavato nel pavimento in terra battuta. È il
più antico torchio di questo genere in Piemonte, giunto
intatto fino a noi. Gli altri due locali della cantina sono oggi
utilizzati come raccolta di attrezzi della civiltà contadina
e, nello specifico, per la vinificazione.
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FARA NOVARESE- CASTELLO
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Da un documento del luglio del 1450 si sa che
“Fara ha due
castelli, conta 50 fuochi, risponde alla città e alla
Podestà di Novara per ciò che concerne
l’amministrazione della giustizia…”.
I due castelli sono: il “castrum”
inferiore o “castrum
vetus”,
chiamato comunemente Castellone,
e il castello superiore o “castrum
novum”,
ora sede di una Casa di cura. Come dice lo Stoppa,
“concentriamo l’attenzione sul Castellone, del quale non si ha
notizia, né della sua prima erezione, né del suo
primo costruttore e abitatore. E poco sappiamo anche degli sviluppi
ulteriori. È notorio che attualmente in paese si denomina Castellone l’odierna
villa, posta sulla collina meridionale del paese, quello che oggi ha
più apparenza di elegante villa collinare che non di antico
maniero”. Già nel 1686, da un contratto di
locazione (Silengo), si
apprende che “il castello d’abasso
ha molti luoghi d’abitazione da nobile e da rustico, e molte
cantine, solari, chiesa, stalle, pozzo, forno, torchio, tine e vascelli, con tutte le
altre comodità che si ricercano per una comoda habitatione da nobile, oltre
quella da massari”.
“Analizzando anche una foto relativa ai primi del Novecento,
in possesso degli attuali proprietari, vediamo un torrione centrale e i
tetti ricoperti a coppi prima che fossero ridotti a civettuole terrazze
dalle balconate di cemento. Analizzando poi la conformazione muraria
degli edifici, che a nord si estendono quasi a ellisse, verifico che il
“castrum vetus” era formato da
un’austera torre quadrata munita di fortificazione, circuite
all’interno da robusto muraglione protettivo. I muri
dell’alto e quadrato torrione mostrano ancora oggi
l’impasto a spina pesce, visibile solo parzialmente anche nel
muraglione di cinta”. Agli occhi del visitatore,
l’antica dimora dimostra un fascino discreto, tranquillo,
romantico, come una bella villa di campagna sa emanare grazie anche al
grazioso e panoramico giardino, ricco di rose inglesi. Il fascino
aumenta ancor di più se si raggiunge il Castellone a piedi (parcheggiare
il proprio mezzo nelle piazze centrali del paese): si percorre la
storica strada acciottolata Sottoronchi, che si snoda tra antichi
vigneti, e in un batter d’occhio ci si ritrova davanti al
portone d’ingresso, con uno stemma sovrastante, ancor oggi
protetto dall’austera casa della guardia.
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CASTELLO DI
FONTANETO D’AGOGNA
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Sicuramente la località nel Medioevo era
di primaria importanza, se si pensa anche al fatto che presso
l’abbazia, nel 1057, l’arcivescovo di Milano
indisse l’importante “Sinodo di Fontaneto”, durante il
quale i vescovi presenti decisero di combattere il movimento della
Pataria, capeggiata da Arialdo
e Landolfo. Varie
furono le vicende politico-religiose che si succedettero nel corso dei
secoli nel borgo. Nel 1456 Filippo Maria Visconti costruisce un
importante castello di rigore sforzesco, sui resti di precedenti
edifici, dove ancora oggi se ne vedono le ampie tracce: su tutte, la
“lobbia”, sostenuta da mensoloni in serizzo, e il fregio in cotto
con una teoria di stemmi affrescati nel primo decennio del Cinquecento.
Il 13 giugno del 1639 Fontaneto
è al centro di un assedio franco-spagnolo: una giornata di
combattimento ha portato alla distruzione di tutte le case del paese,
del campanile della parrocchiale e anche il castello subisce gravi
danni strutturali alle torri angolari: Nel giro di pochi anni, verso la
fine del Seicento, il castello non esisteva più: si parlava
solo di palazzi e case nobiliari. I Visconti rimasero a Fontaneto per tutto il
Settecento; in seguito, l’area incastellata fu divisa in
varie proprietà e ancor oggi è dimora di privati.
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GALLIATE
CASTELLO VISCONTEO
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Proprio nel centro della cittadina, nel mezzo di
una vasta piazza, appare in tutta evidenza un’imponente e
massiccia costruzione, circondata da ampio fossato. È il
castello visconteo-sforzesco
di Galliate, che il duca di Milano Galeazzo Maria Visconti fece
edificare nel 1476 su precedente rocca militare viscontea. I lavori,
affidati inizialmente agli architetti Ambrogio Ferrari e Danesio Mainerio,
dovevano dare alla fortezza la destinazione di residenza di caccia per
lo svago della corte milanese e proseguirono in tal senso anche dopo la
morte del duca con la successione di Ludovico il Moro,
anch’egli appassionato cacciatore. La pianta
dell’edificio segue uno schema rettangolare, i cui lati
misurano 80x108 metri. Di rilievo il muro perimetrale, che ha uno
spessore di circa 3 metri e mezzo e un’altezza di 7,50 metri
dal cordone fino alla sommità dei merli. Il muro
è a “sacco”, cioè formato da
due muri esterni in mattoni, riempiti nello spessore centrale con
pietre, materiale di recupero e calce, cosi come accadeva nelle
murature medioevali e romane. Il sistema di difesa era cosi costituito:
tutto attorno alle mura un ampio fossato – con acqua, fatta
derivare dalla roggia di Codimonte,
vicino a Bellinzago
– e lungo il fossato alcune bombardiere, alternate e
feritoie. Ai quattro angoli si elevano quattro torrioni, che sporgono
dalla cerchia delle mura, collegati tra loro da passaggi sotterranei e
ancor oggi in buono stato di conservazione. A nord e a sud due
ingressi, con le porte anticamente dotate di ponte levatoio e di
posterla, ancor oggi visibili. Nel 1496 cominciarono già i
primi lavori di miglioramento, con l’apertura di ampie
finestre e la costruzione di nuovi vani. Gli abbellimenti e le
ristrutturazioni continuarono per tutti i secoli seguenti e i mutamenti
più importanti alla struttura del castello furono portati
nel corso del secolo XIX. Da questo periodo in poi, infatti, sia
l’amministrazione civica di Galliate sia alcuni privati,
divenuti in parte proprietari, riadattarono i vasti locali a seconda
delle diverse necessità e funzioni. Proprio la torre
castellana di nord-est e, in parte, l’attiguo cammino di
ronda ospitano dal 1998 il Museo “Angelo Bozzola”, che
raccoglie sculture, dipinti e opere grafiche donate
dall’artista galliatese
alla sua comunità di origine. Antecedente è
invece lo spazio adibito a Biblioteca Comunale negli ambienti della
manica e della torre angolare di sud-ovest: oltre ai 14.000 volumi
della biblioteca, trovano qui spazio oltre 10.000 rari pezzi fra
incunaboli e cinquecentine.
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CASTELLO DI GHEMME
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La posizione di Ghemme,
lungo, la riva del fiume Sesia, è nei secoli sempre stata
strategica: poneva infatti la pianura in comunicazione con la Valsesia
e con i paesi d’oltre fiume, verso il Biellese e il Canavese. Per questo le sue
vicende interne hanno dovuto tramandare ai posteriori lunghe lotte e
contese in vari momenti storici. Il castello-ricetto di Ghemme (più
“castrum”
che ricetto, ovvero più castello che magazzino permanente di
masserizie) nacque all’epoca delle lotte tra Guelfi e
Ghibellini, che segnarono tutto il territorio con saccheggi e incendi
devastanti.
La superficie è di 12.000 mq ed
è l’unico esempio in Piemonte di fortificazione
urbana complessa, con una strada al centro da cui si dipartono altre
strade e vicoli secondari che danno luogo a isolati irregolari, con una
serie di cortili e cortiletti. A questa strada si accedeva
evidentemente con un ponte levatoio inserito in un torrione. Agli
angoli nord-ovest e sud-ovest si innalzavano due torrette cilindriche,
di cui s’è conservata sola la seconda. Le mura
perimetrali a scarpata nella parte inferiore sono ancora in buono stato
di conservazione e tuttora visibili. Gli edifici, con i muri di
ciottoli posti a spina di pesce e intervallati da corsi di mattoni,
presentano al piano inferiore, la cantina, a quello superiore
l’abitazione vera e propria – a volte dotata di
camino sporgente verso l’esterno – e al di sopra un
“solario” per il deposito dei grani.
All’interno del castello possiamo ammirare ancora oggi alcune
finestre a sesto acuto, decorate esternamente con modanature o formelle
in cotto. Troviamo, inoltre, al primo piano di alcune abitazioni, i
caratteristici soffitti a cassettoni. Le case di maggior pregio avevano
talvolta le pareti affrescate; va ricordato che uno degli affreschi
più celebri altro non è che la splendida
“Deposizione” (XV secolo) conservata presso i Musei
Civici di Novara. Attualmente, il rinnovato acciottolato e
l’illuminazione pubblica ricreano una suggestiva atmosfera,
che riporta ai tempi passati della vita nel castello.
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NIBBIOLA-
CASTELLO E GIARDINO
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Interamente costruita in mattoni, la fortezza
sembra riconducibile all’incirca al XV secolo. La parte che
ha conservato meglio le sue antiche caratteristiche è la
parte posta a ponente, che mostra ancora oggi le sue torri
d’angolo, modificate però nella merlatura, e
quella centrale, posta a difesa dell’ingresso. Le due torri
poste a levante, più slanciate ed esili, hanno conservato la
struttura originaria, in particolar modo quella posta a sud-est, che
conserva parte di decorazione a denti di sega. Delle originali aperture
delle torri e delle mura rimane oggi ben poco, essendo per lo
più sostituite da finestre risalenti al XVIII secolo. Ancora
oggi è visibile, sul fronte posto a ponente, il fossato con
l’originale battiponte.
Di particolare pregio è il ponte levatoio, con i suoi
bolzoni di legno, le catene, i cardini di ferro e le mensole di pietra
su cui trovava appoggio. Un elegante balconcino in ferro battuto trova
la sua sede proprio sopra il ponte levatoio. Dentro al castello
è situato un oratorio devozionale privato, dedicato a San
Francesco da Paola (non visitabile). Un piccolo cortile con piccolo
portico sorretto da due colonne in granito è visibile nella
parte posta a est, dove pure si estende un vasto giardino ricco di
azalee e rododendri. La costruzione ha subito una radicale
trasformazione durante il Settecento e da quel momento è
stata trasformata in residenza privata.
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PRATO SESIA
CASTELLO DI
SOPRAMONTE
ruderi
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Varie componenti fanno sì che questo
luogo sia suggestivo, quasi magico: la torre, la chiesetta, i ruderi
del castello e, non ultimo, lo splendido panorama che si ammira dal
piccolo sagrato o dall’estrema punta nord della collina.
Appena in cima, sulla destra, si trova una torre (XI-XII secolo) di
notevoli dimensioni: alta una ventina di metri, di base quasi quadrata,
priva di merlatura, molto rimaneggiata nel tempo e dotata di un
balconcino (XIX secolo). A una distanza di circa cento metri dalla
torre si trovano le rovine del castello di Sopramonte. La costruzione,
interamente realizzata in ciottoli di fiume legati da strati di malta,
aveva almeno tre torrioni, di cui il più antico è
quello posto vicino alla chiesa di Santa Maria. Di questa grande torre
è ancora oggi visibile il basamento a pianta quadrata, con
uno spessore dei muri di 140 cm. A est della torre si apre una cisterna
circolare con un diametro di 340 cm. Per la sua posizione geografica,
questa fortezza ebbe certamente grande importanza territoriale; oggi,
però, di questo complesso in avanzato stato di rovina si
riconoscono solo i possenti muri della fortezza, in ciottoli di fiume a
spina di pesce, segnati da alcune feritoie a uso degli archibugi, in
gran parte diroccati.
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RICETTO DI
SIZZANO
Comune di Sizzano
- Tel.0321.820214
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Si ipotizza che il castello di Sizzano sia sorto intorno alla
metà del XII secolo, in quanto un documento del 1152,
stilato da Federico I di Barbarossa, conferma al conte Guido di Biandrate la giurisdizione sulla
terra di Sizzano, oltre
che su altri territori della zona. Il castello aveva una struttura ad
anello irregolare, con unico accesso a occidente, circondata da un
fossato pieno d’acqua; la chiesa occupava il centro del
castello, mentre gli edifici abitativi erano disposti a raggiera. La
zona demolita è ora utilizzata come sagrato della
parrocchiale, oltre che come piazza principale del paese.
Dell’antico castello rimane un semicerchio di case, che un
tempo presentava un unico modello abitativo ricorrente: ogni abitazione
era composta da un vano al pianoterra – detto “canepa”, adibito a
cantina o magazzino – e uno al primo piano, detto
“solarium”, cioè la vera e propria
abitazione. I due vani erano collegati fra loro, all’esterno,
da una scala in legno. Questo scorcio di vecchio borgo, di dimensioni
attuali assai ridotte, ci mostra ancora l’originaria
struttura in muratura, formata da ciottoli di fiume disposti a spina di
pesce, intervallati da mattoni in corsi orizzontali. Nella sua intatta
conservazione, tramanda fino a noi la suggestiva immagine di un lontano
passato.
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CASTELLO DI
VICOLUNGO
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Il castello di Vicolungo
si trova nel centro dell’abitato, adiacente
all’antica parrocchiale di San Giorgio, e si sviluppa con gli
annessi corpi di fabbrica e le due corti lungo un asse nord-sud.
Risulta molto difficile risalire a una datazione certa del nucleo
più antico, come pure conoscere la forma originaria
dell’intero complesso, non essendoci documentazioni
antecedenti il XV secolo. Da un attento esame si può
però dedurre che la muratura a ciottoli di fiume disposti a
spina di pesce, di cui si trovano alcune tracce nel
“Caseggiato in Castello”, risale ai secoli XI-XIV.
La rocca venne eretta da Antonio Rabozio
– fido sostenitore degli Sforza negli anni di guerra per la
conquista del Ducato di Milano – tra il 1453 e il 1464, al
fine di assicurare una difesa maggiore alla propria residenza. I Rabozio furono già
“milites”
vassalli dei conti di Biandrate
e grazie a questo titolo abitarono gli edifici del “castrum” per tempo immemorabile.Trasformato nel in
cascina, ancora oggi ha queste caratteristiche. Nonostante alcune
demolizioni avvenute alla metà dell’Ottocento,
sono ancora ben conservate alcune parti della rocca: il torrione
quadrato sull’angolo sud-est; sul lato est vi è
ancora traccia della postierla (murata), la cui planca
scavalca la roggia Molinara;
e poi ancora le finestre a sesto acuto in corrispondenza dei vari piani
del torrione
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PROVINCIA
DI VERBANIA
CASTELLO
DI MALPAGA
–
CANNERO
RIVIERA
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Suggestivo rudere su un
isolotto del Lago Maggiore
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CASTELLO
VISCONTEO –
VOGOGNA
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La realizzazione del
castello è attribuita a Giovanni Visconti (metà
del XIV sec.). Con la sua torre rotonda, domina il vecchio borgo.
Progettato con funzioni difensive e militari, venne inglobato nel
sistema perimetrale che racchiude tutto il borgo. In restauro ospita un
centro multimediale
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