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IL CASTELLO MEDIOEVALE

CASTELLI nelle Terre del Basso Piemonte
CASTELLI nelle Terre dell’Alto Piemonte
CASTELLI nel Vercellese

 

IL CASTELLO

Il castello è una struttura fortificata che nei secoli ha contraddistinto un’epoca storica: il Medioevo.

Il fenomeno dell’incastellamento è esploso tra il IX-X sec e il XII sec mosso da cause diverse e favorito da soggetti anche diversissimi (il nobile feudatario, la signoria cittadina, i villici). All’epoca tutta Europa era una facile preda incapace di mettere in campo eserciti in grado di contenere le orde dei predoni. Tuttavia spesso le presunte incursioni dei pagani, invocate come causa della costruzione di un castello, erano solo il pretesto per nascondere le manovre di appropriazione di funzioni e di terre da parte dei signorotti locali. In linea con questa tendenza anche in Piemonte l’edificazioni di castelli era motivata apparentemente dal pericolo di invasioni, ma le concessioni regie e imperiali erano la legittimazione di realtà già esistenti, a beneficio di vescovi e di grandi aristocratici locali. Il castello divenne anche un polo di attrazione dell’insediamento umano andando a rivitalizzare antiche città romane in agonia. L’espansione demografica successiva all’anno mille portò inoltre al popolamento di nuovi villaggi detti villenove. Una fortificazione particolare tipica di molti luoghi del Piemonte fu il ricetto: una sorta di deposito fortificato, in cui si ammassavano temporaneamente i beni (viveri e bestiame) della popolazione locale e in cui le persone si rinserravano in caso di necessità. Un esempio tipico e ben conservato è il ricetto di Candelo (Biella), ma numerosi sono ancora le tracce dei ricetti sia nel Biellese che nel Vercellese.

LA MOTTA

HALTONMOTTE.gifI primi castelli erano poco più di palizzate in legno e fossati: una tipologia molto diffusa era la motta e certi toponimi stanno ancora a indicare la presenza di tali castelli anche in territorio piemontese come Motta de’ Conti in provincia di Vercelli.

In cima ad un rilievo per lo più artificiale detto motta, si edificava una torre in legno, utilizzata come ultimo rifugio in caso di attacco e a volte anche come abitazione. La torre era circondata da una palizzata in legno e collegata da un ponte mobile a una corte più in basso sempre fortificata in cui erano adunati edifici ad uso abitativo, le stalle e i laboratori artigiani. Si incominciò proprio dopo il mille a sostituire l’uso del legno con la muratura in pietrame, un torrione massiccio detto mastio o maschio prese il posto della motta e una robusta cinta muraria si sostituì alla palizzata in legno.

La gamma tipologica delle costruzioni risultò molto varia anche per i vari adattamenti all’ambiente e alle necessità di ordine pratico: il mastio detto anche dongione dal francese donjons, diventò l’abitazione stabile del dominus, fino a trasformarsi in un palatium signorile incorporato al torrione difensivo.

Il materiale impiegato nella costruzione era per lo più determinato dalle caratteristiche del territorio. Fra il XIV e il XV secolo nella pianura padana si diffonde l’impiego del mattone: caratteristica è la decorazione delle fasce superiori ad archetti e conci in cotto.

 

Il castello diventa nel XII –XIII secolo un’architettura imponente e articolata, segno della volontà di auto rappresentazione del dominus: dal castello vengono espulsi tutti quegli edifici accessori che ospitavano i villici – e gli sforzi dell’architetto si concentrano sul come rendere sempre più lussuosa e inespugnabile la dimora.

L’ARTEFICE

Accende il giorno il corvo mattiniero che grida a piena gola il suo saluto.
Chi dice che il corvo porta male? Grida pure uccello presuntuoso:
non potrai annunciare sventura alle mura elevate per amore
ad arginare putredine di secoli -certo con l’aiuto di un dio.
Chi oserà me presente affermare che come caddero i templi della storia
-polvere le pupille degli artefici- così sgretoleranno queste mura
-mio sogno mia autentica vittoria -mio nome assopito nella pietra?
Perché questo è l’unico discorso destinato a contrastare il tempo.
Non conto io né gli occhi né le mani che in giogo di polvere saranno
fecondi solo a profumo d’erba: ma l’opera stupenda ha da restare
-con il mio nome dentro addormentato che desterà un giorno-a raccontare
di me e del mio sogno fatto pietra.
(Fryda Rota)

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CASTELLI DEL BASSO PIEMONTE

PROVINCIA DI ALESSANDRIA

 

CASTELLO DEI PALEOLOGI - ACQUI TERME –

MUSEO ARCHEOLOGICO

Informazioni: Museo 0144.57.555 I.A.T. tel.0144.32.21.42

 

La parte più antica del Castello risale alla seconda metà del XV secolo. Dal 1967 è sede del Museo Archeologico Comunale recentemente restaurato ed arricchito è diventato uno dei più importanti musei archeologici del Piemonte. Nel parco del Castello è visitabile il Birdgarden un'oasi naturale rifugio di uccelli, anfibi e piccoli mammiferi.

Aperto tutto l’anno

CASTELLO DI RAZZANO -

ALFIANO NATTA

Loc. Gesso, 2

Ingresso: gratuito

Per informazioni: 0141.92.21.24; 0142.79.558

Dell’antica costruzione castellata non rimangono che poche tracce: oggi il castello è una tenuta agricola di grande bellezza paesaggistica, che consente una visione prospettica sulle colline circostanti; degustazioni in ambienti raffinati visita a cantine di grande valenza storica.

Per le degustazioni prenotare.

 

CASTELLO DI TORRE RATTI –

BORGHETTO DI BORBERA

Sito del castello

Per info tel. 0143697332

Dopo i numerosi rimaneggiamenti verificatisi nel corso dei secoli, l'edificio si presenta come una ricca dimora residenziale fortificata con tratti architettonici tardo-rinascimentali e barocchi.

Dimora storica e ristorante

CASTELLO DI CAMINO

Sito del castello

 

CASTELLO dei Paleologi

CASALE MONFERRATO.

Sito del Castello

InfoPoint - Giovani Lavoro Turismo

Tel. 0142.74573 - 0142.76663
Fax 0142.424437
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Il Castello sorse verso la metà del ‘300 per volontà di Giovanni II Paleologo, Marchese di Monferrato.

Fu al centro di numerose vicende belliche e subì profonde trasformazioni. Con il passaggio di Casale ai Gonzaga, venne rinforzato.Parzialmente in restauro, sono aperti al pubblico i cammini di ronda, e gli spettacolari sotterranei dell’ala occidentale ricostruiti nel ‘700.

 

Scheda dettagliata

CASSINE-PALAZZO ZOPPI

Informazioni:
Tel. 0144-71007

L’originaria struttura di palazzo Zoppi a Cassine fu distrutta nel corso dei secoli da numerosi eventi bellici che videro avvicendarsi i Monferrato, i francesi e i sabaudi. Appartenente ai conti Zoppi,venne edificato intorno al XIV-XV secolo. Ancora oggi il palazzo residenziale mantiene resti di mura che evidenziano la sua originaria funzione militare, infatti vi troviamo una tipica corte chiusa, con un porticato dominato da una torre. Nelle sale interne del palazzo troviamo affreschi quattrocenteschi con scene di caccia e di gioco di notevole pregio.

CASTELLO DEI TORRIANI E DEI BANDELLO- CASTELNUOVO SCRIVIA.

Per informazioni: 0131/826125; 0131/826754;

Nella piazzetta medioevale, sorge il Palazzo Pretorio del XV secolo, con bel porticato ogivale, bifore e balconcino; all’interno due ampi saloni con decorazioni quattrocentesche e al pianterreno i locali della biblioteca. Il castello è dominato da una torre merlata alta 39 mt. le cui strutture originarie risalgono al 400.d.c.

CONZANO-VILLA VIDUA

Ingresso: gratuito

Per informazioni tel. 0142/925132;

 

La Villa, risalente al sec. XVIII, ha una facciata ariosa con tre ordini di logge sovrapposte. E' sede di un Centro Culturale che ospita periodicamente interessanti mostre d’arte. Pregevole la “stanza dei cinesi” con motivi decorativi che testimoniano il raffinato gusto dell’epoca e dei committenti.

Aperto da maggio a ottobre: tutti i sabati e le domeniche 

Orario: 10,00/12,00 – 15,00/19,00

CASTELLO DI CREMOLINO

Dominante in cima al paese che lo ospita, paese che con i suoi 405 metri d'altitudine svetta tra le altre colline, Sorto all'inizio del Trecento oggi il castello si presenta come una struttura alta e compatta: la giustapposizione di elementi militari (il ponte levatoio, le due torri) e delle molte finestre lo rende una giusta via di mezzo fra una fortezza ed un palazzo signorile.

CASTELLO DI LIGNANO MONF.TO  FRAZ. DI FRASSINELLO MONF.TO

Sito del castello

L'edificazione del castello risale al 1200, periodo a cui risale anche la tradizione vitivinicola.Il mantenimento della coltivazione dei migliori vitigni del Monferrato fanno del castello di Lignano una piacevole sosta per gustare vini di antica tradizione nella splendida cantina d'epoca.

CASTELLO DI GABBIANO

Sito del castello

FORTE DI GAVI

Sito del Forte

Per informazioni tel. 0143/642679

Il Forte sorge a picco sull’abitato. La struttura vasta e complessa è il risultato dei numerosi interventi effettuati in epoche diverse. All’interno, su diversi livelli, sorgono numerosi edifici destinati, all’epoca, all’alloggiamento delle truppe. Del Castello rimane una torre quadrata del '400 visibile all’interno.

 

Aperto: dal martedì alla domenica Orario: 9,30- 17,30 (visite ogni ora )

 

GIAROLE- CASTELLO DI SANNAZZARO

Sito del castello

 

CASTELLO DI LERMA

Costruito come fortezza per la difesa dalle scorrerie dei vari conquistatori e predoni, il castello, nella sua attuale struttura, massiccia e robusta, risale al XV secolo: da allora, in modo peraltro originale nel corso della storia della nostra provincia, è sempre rimasto proprietà della nobile famiglia genovese degli Spinola. Ricco di sale, arazzi, quadri e mobili antichi, gode soprattutto di una vista impagabile, sulle colline di Ovada e sui vigneti del dolcetto.

VILLA MARENGO

Costo: ingresso gratuito; con visite guidate: intero 2.60€; ridotto 1.55 €; gratuito fino a 12 anni;

Per informazioni: 0131/ 216344/ 339.72.888.10     

 

La Villa di Marengo venne costruita nel 1847 da Giovanni Antonio Delavo che acquistò l’antica locanda in cui si tramanda  Napoleone avesse sostato dopo la vittoriosa battaglia del 14 giugno 1800. Il Museo della Battaglia e il parco sono meta privilegiata di appassionati di storia e turisti.

 

CASTELLO DI MELAZZO

Ingresso: 5,00 (intero) e 3,00 euro (ridotto)

Per ulteriori info: 0144/ 41113

Antica roccaforte difensiva di origine medievale, circondata da alte e possenti mura, è posta su un poggio da cui domina il paese e l’intera valle Erro. Edificato dagli Acquesana, è circondato da un vasto parco e da imponenti bastioni merlati. Nel 1004 vi nacque San Guido. Al castello di Melazzo è legata anche la storia di Edoardo II Plantageneto deposto dal Re d'Inghilterra che vi soggiornò dal 1330 al 1333.

CASTELLO DI MONTECASTELLO

Per ulteriori info: 0131/355652

Di antichissime origini, la struttura venne più volte rimaneggiata. La veste odierna è settecentesca. Ha un'altissima torre, occupa la sommità del colle ed è protetto da due torri bertesche a mezzodì e da quattro robusti torrioni con il muro di cinta a barbacane sui 4 lati.

Del secolo XVIII sono i terrazzi, le scale, i ferri battuti, le decorazioni ed i quadri.

CASTELLO DI NOVI LIGURE

Ingresso: 3,00 ( intero ) e gratis per i bambini fino a 10 anni di età

Con biglietto Degustazione gratuita di GAVI D.O.C.

Per ulteriori info: .A.T.0143/72.585

L’impianto originale del castello del XIII sec. era molto schematico: un recinto a pianta irregolare, con l’alta torre quadrata al centro. Fortemente potenziato nel corso dei secoli sotto il dominio dei Visconti e della Repubblica di Genova, fu poi distrutto nel ‘700. Solo la torre, insieme a una parte dei bastioni di difesa, è sopravvissuta. Da non perdere la visita al labirinto di gallerie, sotto la sotto la torre e il centro storico.

CASTELLO DI ORSARA BORMIDA

Sito del castello

 

Nato come semplice torre di avvistamento intorno all’anno 1000 fu trasformato in Castello nel secolo XIV, con l’aggiunta di una torre ottagonale. La sua maestosità è intensificata dalla ricchezza di elementi artistici: pitture e sculture d’epoca. Nei pressi del Castello è visitabile l’oratorio.

CASTELLO DI PIOVERA

Per informazioni: 0131/698128

Nel XIV secolo fu possedimento dei Visconti che lo trasformarono in poderosa fortezza. Passò, poi, ai Balbi. Attualmente si presenta come un edificio complesso e assai scenografico, ancora tinteggiato in parte a lutto per la morte di Napoleone Bonaparte. E' circondato da un fossato e da un vasto parco. Di particolare interesse, oltre la visita al castello, sono i  laboratori d’arte curati personalmente dall’attuale proprietario Conte Niccolò Calvi Di Bergolo.

CASTELLO DI POZZOLO FORMIGARO

Ingresso: gratuito

Per informazioni: 0143.417054/ 0143.41.78.93;

 

Edificio medioevale edificato intorno all’XI secolo con funzione di rocca difensiva di pianura. Il fronte d’ingresso, d’epoca sforzesca, conserva la porta carraia con postierla e scanalature per il ponte levatoio. All’interno dell’ala quattrocentesca affreschi provenienti dalla chiesa delle Ghiare del secolo XV della scuola di Franceschino Boxilio e una Madonna lignea del sec. XV.

CASTELLO DI PRASCO

Per ulteriori info: 0144/375769;

Castello del XII secolo con tre torrioni semicircolari e corpo centrale articolato attorno a giardini pensili costruiti su ampi terrapieni. La struttura architettonica e gli interni danno conto degli spazi un tempo riservati ad abitazione del feudatario e di quelli destinati alla funzione pubblica di difesa, di governo e di esercizio della giurisdizione. Nel parco si trova una splendida neviera seicentesca. E' sede del "Centro per la promozione degli studi su Giorgio Gallesio" che organizza eventi culturali. Ospita un piccolo museo di cultura materiale.

CASTELLO DI ROCCAGRIMALDA

Per info tel 0143/873128

Il castello di Roccagrimalda, del XIV secolo, spicca per la sua torre circolare, alta 22 metri e presenta sia suggestive prigioni sia una tipica sala delle torture del tempo.

CASTELLO SPINOLA DI SAN CRISTOFORO

Per info: TEL. 0143.744.907

Il castello è una compatta struttura difensiva costruita nel XIII sec. Sulla sommità di un colle a contorno di una torre a pianta poligonale edificata intorno all’anno 1000. La struttura, semplice e suggestiva, è contornata da un caminamento a sporgere, con beccatelli e merlature, dotato di botole difensive. Dalla stretta porta di accesso si accede al cortile interno dove si ammirano dipinti di Scuola Genovese del ‘600. Il castello ha vissuto una fase importante della storia che da Federico Barbarossa arriva a Napoleone, ospite delle stanze nel 1796.

CASTELLO DI S. GIORGIO MONF.TO

Per ulteriori info: 0321/34680

 

Fu dimora degli Aleramici, dei Paleologi e dei Gonzaga. La torre di avvistamento del castello segnalata in una mappa del 856 è la più antica del Monferrato. Si segnalano la chiesetta di scuola Juvarriana, il pozzo e le cantine scavate nel tufo. La parte barocca e quella neogotica danno vita a una affascinante mescolanza di stili architettonici.

GIARDINI DI VILLA GENOVA

SAN SALVATORE MONFERRATO

Per ulteriori info: 0131/ 233503

 

L’immenso giardino si estende per circa 10.000 mq delimitati da una splendida siepe di biancospino. All'interno viali e sentieri si biforcano per poi rincontrarsi; il percorso si snoda tra cespugli di rododendri e azalee inframmezzati da felci, rose antiche e moderne, piccoli arbusti e grandi alberi (platani secolari, una sophora japonica,…). Al centro del parco si può ammirare il fascino secolare di enormi querce.

CASTELLO DI TAGLIOLO MONFERRATO

Sito del castello

Il castello domina con affascinante austerità questo borgo dell'ovadese. La struttura più antica del Castello è la torre di forma quadrata e risalente al X secolo, che era utilizzata per avvistare le invasioni saracene. La visita in particolare si sofferma alle grande cantina del Castello, in cui vengono prodotti e conservati ottimi vini prodotti  dai vigneti del Marchese.

CASTELLO DI TERZO

Ingresso: gratuito

Per ulteriori info: 0143/89171

 

Situato su una terrazza rocciosa, il castello di Terzo, di cui resta una slanciata torre tardo medievale, rappresentò nel Medioevo un'importante fortificazione dei Vescovi di Acqui che possedevano un vasto patrimonio fondiario intorno alla Braida, fattoria e locanda posta in corrispondenza di un importante nodo viario. A questa rete stradale si può connettere l'origine del paese, che sorgeva al" terzo miglio "da Acqui.

CASTELLO DI TRISOBBIO

Sito del castello

 

Il castello che esisteva gia' all'inizio del 1200, subi' un radicale restauro nell'800. Maniero dalla tipica torre merlata del XIII secolo, immerso in uno scenario paesaggistico di forte impatto scenografico. Dimora storica e ristorante

PALAZZO CALLORI – VIGNALE –

Ingresso: gratuito

Per informazioni: 0142/933243

 

Le tormentate vicende storiche hanno lasciato segni sulla struttura che poco conserva delle forme originarie medievali. Una scenografica scalinata sale dal bel giardino sottostante. Il momento culminante della visita è nelle antiche cantine di tufo, sede dell’Enoteca Regionale del Monferrato, con esposizione dei più pregiati vini moferrini. All’interno una vineria e sale, ambienti riccamente decorati disponibili per convegni, ricevimenti e mostre.

VISITE ALL’ ATRIO, SCALONE E CANTINE

PROVINCIA DI ASTI

Terra ricca di testimonianze medievali, si può affermare che quasi ogni paese conserva ancora tracce di incastellamento (siano imponenti mura di fortificazione, ruderi, torri isolate o anche solo riferimenti toponomastici). Nella schedatura abbiamo segnalato solo i luoghi che a nostro giudizio riteniamo più significativi o suggestivi. Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com a cui si rimanda per le schede dettagliate e dal sito http://www.castelliaperti.it

 

TORRE TROYANA-ASTI.

Per informazioni: 0141. 39.94.60/ 0141.39.95.08

La costruzione, che si affaccia su Piazza Medici, risale, probabilmente, alla seconda metà del XIII secolo, al periodo del grande rinnovamento edilizio cittadino. Ha la funzione di torre civica e si tratta sicuramente di una delle torri medioevali più imponenti e meglio conservate in Piemonte.

Faceva parte di una delle  case forti che la famiglia Troya, di fazione Ghibellina, possedeva in città.

CASTELLO DI BELVEGLIO

Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com

Il castello risale al XII secolo, del palazzo nobiliare, tuttora esistente, sorto su parte delle antiche fondazioni, non si conosce la data precisa della sua costruzione. Negli anni Venti il proprietario “abbellì” il castello secondo il gusto neogotico

LA LEGGENDA DEL TESORO
Da molto tempo circolava voce che un immenso tesoro fosse rimasto sepolto nei sotterranei del castello di Belveglio, soprattutto da quando nel periodo in cui fu proprietario il conte montenegrino Hector Petrausch, durante alcuni lavori di restauro, si scoprì che sotto al castello vi erano rovine particolarmente estese di costruzioni più antiche, e con numerosi cunicoli e sotterranei. Per circa trent'anni il conte effettuò ricerche senza approdare a nulla. Il proprietario successivo, signor Barberis, continuò le ricerche mettendo alla luce una vicenda epica e tragica: protagonisti furono il duca Carlo Maria Matteo Farnese, nipote di Papa Paolo III e la moglie Zeusa Ellenica. Questo Farnese era figlio illegittimo, come indica il suo stemma sbarrato, di Pier Luigi Farnese che a Piacenza venne trucidato dagli sgherri di Carlo V. Dopo l'assassinio del padre, il duca Matteo con una scorta di fidi soldati raggiunge un castello ai confini delle sue terre, dove per tre anni cercò di resistere, perdendo più di 200 uomini, agli assalti di soldataglie spagnole che volevano impadronirsi del castello ma ancor più del tesoro che pensavano cospicuo, composto da un vero patrimonio di monete e gemme. Al duca Matteo Farnese premeva che il tesoro non cadesse nelle mani dell'avversario, così si premurò ad occultarlo. Dopo tre anni d’assedio da parte degli Spagnoli, il duca, impossibilitato a resistere oltre, capitolò dandosi la morte insieme alla moglie. Egli discese nei sotterranei adibiti a forzieri e fece crollare la galleria, facendosi così seppellire con i suoi tesori.
Secondo un teorico inventario, nei sotterranei si troverebbero decine di barilotti da soma pieni di monete d'oro e d'argento. Vi sono poi scrigni pieni di rubini e smeraldi, collane d'oro con smeraldi, rubini e brillanti.
Nel giardino del castello parte una galleria che penetra nella collina per una trentina di metri sino ad un antico pozzo. Il tesoro dovrebbe essere in fondo al pozzo nel quale si trova una scala a chiocciola che poi venne demolita per impedire che si raggiungesse la cripta. Gli scavi di ricerca furono portati avanti per qualche tempo, anche con persone del posto, furono trovate parecchie monete d'oro, ma il rischio di cedimenti nelle gallerie consigliarono di interrompere le ricerche

CASTELLO DI BRUNO

Proprietà privata

E’ una “residenza castellata”: un solido blocco quadrangolare, che presenta un lato incastonato da una loggia vetrata  (di epoca posteriore al nucleo originario)

CASTELLO DI BUBBIO

Proprietà privata

Domina l’intera Valle Bormida, l'imponente ricostruzione, avvenuta nel XIX secolo, è circondata per tutto il perimetro dal parco-giardino. Dell’antico complesso rimangono i bastioni, caratterizzati da tre torri d’angolo arricchite da feritoie.

CASTELLO DI CALAMANDRANA

Proprietà privata

A testimonianza del passato storico di Calamandrana il castello posto a dominio dell'antico borgo e della vallata, unico rimasto dei sei esistenti sulle colline circostanti. Il castello è circondato da un grande parco.

CASTELLO DI CALOSSO

Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com

Il castello che oggi vediamo rappresenta il risultato dell’intervento di ristrutturazione effettuato dalla famiglia Roero alla fine del XVII secolo, sui ruderi di una primitiva fortificazione del XII secolo. Oggi, il castello di Calosso, è probabilmente molto diverso dalla fortezza duecentesca, oggetto di tante ripartizioni signorili. L'attuale costruzione, fiancheggiata dall'agile torre cilindrica, è infatti abbastanza recente e di non vaste dimensioni, ma sarebbe opportuno considerare erede dell'antico castello non solo la residenza dei conti Gloria bensì l'intera area che comprende la chiesa parrocchiale e la piazzetta attigua. Non solo in questo modo le dimensioni aumentano, ma, ad un attento esame, sono così riscontrabili dei particolari già ricordati nel medioevo. Alla sommità del colle, speronato da forti bastioni (parzialmente crollati presso il parco del castello), si accede per un arco, in parte in cotto, in parte in pietra, costruito forse sul luogo dell'originaria “turris de porta” con il materiale ricavato dal suo abbattimento. Appena dentro il recinto sorge a destra la chiesa, sul sito certo della “ecclesia castri”, ricordata già nel 1203 come all'interno delle mura del castello; in faccia ad essa, presso costruzioni antiche, si trova un pozzo, riconducibile con buone probabilità al pozzo di cui si fa menzione nelle vendite del 1228. Si può dunque concludere con una certa attendibilità che l'attuale “castello” e le aree dipendenti costituissero solo il “palacium” venduto ad Asti, rimaneggiato nel corso dei secoli fino alla forma attuale. Come (in parte) per il “castrum” originario di Scurzolengo, così anche per il castello medievale di Calosso occorre pensare a un insieme di edifici che nei secoli si sono resi autonomi l'uno dall'altro, fino a far perdere quasi del tutto l'impressione di una primitiva unità. L'attributo del castello finì così per restare all'edificio che ospita i signori anche se non più fortificato.

CASTELLO DI CASTELL’ALFERO

 

Sede del palazzo comunale, fu costruito intorno al 1288 dal Comune di Asti per proteggere la zona. Nel ‘700 il maniero venne abbellito su probabile disegno di Benedetto Alfieri. Notevoli per pregio artistico le Sala Rossa e la Sala Verde.

CASTELLO DI CASTELLETTO MOLINA

Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com

Il castello di Castelletto Molina, è di origine medievale, ed è circondato da imponenti muraglioni di cinta, anticamente ancor più elevati e con merlature ghibelline. All'interno del complesso si trovano due edifici: uno civile denominato “il Palazzo”, probabilmente ricostruito intorno al 1670 dalla contessa Ottavia Thea Porta, e l'altro chiamato la “Casa Rustica”.
L'edificio seicentesco è composto da numerosi saloni tra i quali il salone d'entrata caratterizzato da un notevole soffitto ligneo a cassettone e accanto al quale è situata una cappella gentilizia, che viene aperta al pubblico due volte all'anno per la celebrazione della messa.
Il resto del castello è oggi abitato da diverse famiglie comproprietarie; alcune sue parti sono state trasformate in residenza di campagna

CASTELLO DI CASTELNUOVO CALCEA

Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com

L'origine del borgo di Castelnuovo Calcea e dell'annesso castello è incerta. Tracce consistenti di muri e altro materiale sono state trovate sulla sommità del colle, occupato oggi da un gruppo di cipressi vicino alla cascina denominata il Castello.
Dopo le distruzioni provocate da Federico Barbarossa, che nel 1154 distrusse il paese e rase al suolo la rocca, i marchesi di Incisa, l'anno successivo, s’impadronirono del territorio ed eressero un nuovo munito castello nella posizione in cui è tuttora visibile, che venne chiamato Castel “nuovo”. Del complesso eretto nel XII secolo non è conosciuto l'impianto architettonico. Le numerose distruzioni subite nel corso delle guerre tra Guelfi e Ghibellini e le successive ricostruzioni ne hanno via via alterato l’aspetto. I crolli verificatisi negli anni '40, '50 e '60 e il totale stato d’abbandono della costruzione, hanno portato alla rapida ed irreversibile rovina di tutto il complesso.
Infatti, una delle due torri ricostruite (l’altra non era già visibile nel disegno di C. Rovere prima del 1850) esisteva intatta ancora nel 1947 e anche se in cattivo stato di conservazione, priva di copertura, attaccata dalla vegetazione è intera ancora nel 1960. I primi lavori di sistemazione e di restauro, eseguiti nel 1988 da parte dell'Amministrazione comunale, divenuta proprietaria dell'area a seguito di decreto d'esproprio, hanno permesso il recupero del cortile delle scuderie del castello.
Il progetto generale di restauro prevede la sistemazione di tutta l'area storica mediante il consolidamento dei bastioni e della torre di avvistamento ed il suo successivo utilizzo quale luogo di manifestazioni e parco pubblico.
Dal 1998 l’amministrazione comunale di Castelnuovo Calcea, si occupa del restauro del castello e di ciò che ancora rimane dell’aera storica.

CASTELNUOVO DON BOSCO

TORRE E  CAPPELLA DEI RIVALBA

Per info tel. 011/9876165

Castelnuovo Don Bosco ha dato i natali a San Giovanni Bosco.

Sulla bella sommità della collina che fiancheggia l’abitato vi è la torre che, un tempo era parte integrante del castello distrutto nel 1395; attualmente è la torre campanaria per l’adiacente chiesa barocca della Madonna del Castello, costruita sull’area del fortilizio. Del castello medievale non restano che una bifora, inserita nella facciata nord del vecchio palazzo municipale, e qualche sporadico rudere della muraglia che cingeva la parte superiore del colle, sul quale era sito l'antico borgo.

CASTELLO DI CISTERNA D'ASTI

MUSEO ARTI E MESTIERI DI UN TEMPO  

Per informazioni: tel 0141.97.90.21; 0141.97.91.18

Suggestivo castello, si erge possente sul centro abitato dell'ultimo comune del Roero, paese noto per l'ottimo vino Bonarda, dalla prossima vendemmia “Cisterna D’Asti” D.O.C. L’edificio risale all’ XI -XII secolo;  in uno dei  saloni si trova una grande cisterna, da cui deriva il toponimo del paese. Dal 1980 è sede del Museo “Arti e Mestieri di un tempo”, costituito da ventidue stanze museali in cui sono ricostruite numerose botteghe artigiane.

Apertura: tutto l'anno, dal martedì alla domenica Orario:15,00/18,30 (ultimo ingresso ore 17,30 ) Chiuso :lunedì e le domeniche di  dicembre e gennaio

CASTELLO DI CORTANZE

Le notizie riportate provengono dal sito http://www.astiantica.com

 

Uno dei meglio conservati di tutto l’Astigiano, grazie anche all’importante opera di restauro avviata nel ‘97, che ha restituito l’originaria bellezza al castello, è una fortezza, grande e possente, che richiama l’architettura militare trecentesca, ed è tra le poche che ancora conserva quasi integralmente l’aspetto esterno medioevale. Il castello oggi è completamente restaurato, e al suo interno vi sono degli ambienti degni di nota, tra cui il salone con volte a crociera, con eleganti chiavi in arenaria dalle figure simboliche.

LA LEGGENDA DEL FANTASMA

La “presenza”, in certe notti e in certe circostanze, è attestata in luci e ombre che ricordano una donna dal capelli lunghi, con una grande veste chiara, identificata con Viola Maria Galante dei Roero di Cortanze, figlia del conte Ercole, scomparsa in giovane età dopo una travagliata vicenda d’amore e morte. Viola, raccontavano i nonni e le nonne nelle serate di veglia davanti al fuoco o nelle stalle del vicinato, s’era sciaguratamente invaghita del giovane parroco.
Lo seguiva dalla finastra della sua camera, che ancor oggi, dalla torre dal castello, domina la chiesa dell'Annunziata. Un amore impossibile e soprattutto, raccontavano specialmente le donne anziane, non corrisposto dal religioso, il cui nome è scomparso insieme a molti atti dalla parrocchia. Ma Viola non si era mai data per vinta e aveva “rincorso” il suo oggetto del desiderio in tutti i modi, fino all’orlo della follia. Difatti, una domenica d'autunno, era successo l'irreparabile. Viola era scesa dal castello, era entrata in chiesa dalla porticina riservata ai nobili del paese, aveva estratto un lungo coltello dalle ampie vesti ed aveva trafitto davanti a tutti il parroco che si accingeva a celebrare la Messa Grande. Gli uomini, tra un bicchiere e una partita a scopa, danno un'altra versione: il parroco è meno insensibili alle offerte della contessina Viola e la tresca, finita sulla bocca di tutto il paese, scatena le ire e le minacce del focoso Ercole Roero. Invano: le sue parole non servono. E lui, al colmo dell’esasperazione per 1'onta provocata dalla sciagurata, rinchiude lei nella torre e fulmina lui con un colpo di spingarda sparato da quella finestra galeotta cogliendolo anche in questa versione sull’altare, davanti a tutti, mentre celebra la Messa Grande. Per Viola, nei due casi, nessun perdono. Condannata da tutti, non troverà pace “ da viva, da morta”. Questa è la leggenda. Il castello, la torre, la camera circolare sono reali. La parrocchia ha resistito ai secoli, prima sconsacrata, poi riconsacrata e la porticina riservata ai nobili è stata stranamente murata molto tempo fa. La camera circolare è diventata la camera da letto della “suite” degli sposi, dove passavano le coppie in luna di miele ospiti del maniero. Di fronte alla camera circolare c'è il campanile con i 12 rintocchi di mezzanotte. L'ora di Viola Maria Galante contessina dei Roero di Cortanze che ancora oggi, in certe notti e in certe circostanze, non trovando ancora pace, cercherebbe in quella camera ciò che non trovò da viva.

CASTELLO DI CORTAZZONE 

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Il castello di Cortazzone si presenta oggi come un massiccio fabbricato di color rosso cupo, articolato in due ali e sormontato da una torre quadrata mozzata. Sorge sulla sommità del colle, separato dall'abitato di Cortazzone per mezzo di un poderoso bastione a strapiombo, alto una decina di metri, che forma il lato più caratteristico del recinto fortificato.

CASTELLO DI COSSOMBRATO

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Il castello di Cossombrato sorge alla sommità del colle e si presenta come un massiccio fabbricato. Il paesaggio intorno al castello non è cambiato di molto da quando, all'inizio dell'Ottocento, lo descriveva il De Canis, salvo che per la quantità d'olmi che sembrava esservi nel piazzale della parrocchiale.
Il corpo del castello di Cossombrato quasi circolare, cui è addossata una torre rotonda è la "fabbrica" più antica. Esso esisteva poco prima del Trecento come grosso mastio e siccome venne allora mezzo distrutto, fu ricostruito in parte poco dopo, assieme agli altri blocchi di questo lato. Questi hanno tracce di finestre archiacute e di cornici e dentelli. Da questa parte si ha accesso al parco, chiuso da una muraglia bassa. Da una rampa, attraverso un arcone, si entra nel castello. Qui vi è anche l'edificio sei-settecentesco, dipendenza del castello, dove negli ultimi tempi abitavano i proprietari.
Gli altri corpi, che si addossano l'uno all'altro, formando un unico complesso, sono stati edificati sul luogo in cui c'era un altro castello, detto superiore, demolito alla fine del Settecento. Questi corpi prospettano su un ampio terrazzamento, con un piacevole giardino recentemente risistemato a praticelli, con pini e palme. All'esterno il tappeto erboso continua declinando fin sul piazzale della parrocchiale, e qui si vede il portone con le feritoie del ponte levatoio. Una muraglia a scarpa chiude tutto il complesso. I suoi sotterranei contengono grandi cisterne di approvvigionamento idrico.

COSTIGLIOLE D’ASTI

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CASTELLO DI COSTIGLIOLE D’ASTI

Le iniziali vicende storiche di Costigliole d'Asti seguono quelle, assai più famose e studiate, del Comitato di Loreto. Ridotto ora ad una borgata rurale nel territorio di Costigliole, Loreto ebbe, a cavallo dei secoli XI e XII, una notevole importanza politica e strategica. Costituendo una parte dei vastissimi territori che Ottone I confermava ad Aleramo nel 967 d.C., divenne, verso la fine del XI secolo la principale residenza del marchese Bonifacio del Vasto.

La prima raffigurazione del castello di Costigliole è contenuta nel “Codex Astensis” manoscritto realizzato intorno alla metà del Trecento. Nella riproduzione il castello è posto alla cima di un colle e comprendente otto corpi di fabbrica. Ma la rappresentazione è poco attendibile per poter essere utilizzata. È nel corso della prima metà dell'Ottocento che, comunque, il castello subisce la definitiva trasformazione. In piena atmosfera romantica esso viene arricchito di decorazioni e forme neogotiche. La metà del castello di proprietà dei Verasis viene alienata nel 1859, e dopo numerosi passaggi di proprietà, perviene a Luigi Medici del Vascello la cui nipote Ester si sposa con Oreste Balduzzi. La famiglia Balduzzi è a tutt'oggi proprietaria della metà del castello.
L'altra metà del castello pervenne nel 1862 ad Amalia Asinari di San Marzano e da questa, per successioni, a Vittorio Luserna di Rorà il quale in data 07/09/1928 vendette, la sua parte, al Comune di Costigliole.

 

CASTELLO DI BURIO

Il castello di Burio è stato di recente restaurato. La fortificazione, edificata su di un'altura, vista da lontano offre sicuramente un certo impatto scenografico. Il complesso è un insieme di corpi di fabbrica di epoche diverse, con pianta irregolare e cortina laterizia ornata da fasce dentellate. Sul corpo centrale vi è una torre alta circa come la struttura principale, e sul lato est è stato ricavato un ponte levatoio che sostituisce la precedente scala d'accesso al cortile interno. L'interno è stato completamente rifatto in epoca barocca.

CASTELLO DI DUSINO

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Il castello di Dusino, notevolmente rimaneggiato nel corso dei secoli, è sicuramente degno di nota, in quanto è uno dei pochi esemplari piemontesi di una tipologia di costruzione diffusissima in Francia, Inghilterra, e per alcuni versi anche in Germania: il "maniero", cioè la residenza signorile di campagna, ma che ancora conserva nelle sue linee alcuni elementi che richiamano l'antica fortificazione

CASTELLO DI FRINCO

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scheda e foto del castello

Nonostante lo stato d’abbandono in cui versa, al castello di Frinco non manca certo di essere, anche oggi, un monumento di eccezionale fascino.
Il castello è composto da più fabbricati, ma straordinariamente uniti in un solo imponente edificio. Il gruppo più occidentale, che sembrerebbe essere la parte più antica del castello, è quello che più porta i segni dell’epoca medioevale, infatti su di esso vi sono ancora tracce di monofore, ed è ancora visibile il coronamento a merlatura ghibellina, ora otturata e adattata a sostegno per il tetto, con il sottostante fregio a denti di sega; al termine di questo fabbricato vi è il poderoso e ben conservato torrione cilindrico, che richiama alla mente quello del castello di Cortanze, anch’esso sormontato da una merlatura ghibellina, oggi parzialmente coperta dal tetto.
Il secondo corpo di fabbrica congiunge questa prima parte alle parti più recenti del castello, esse sono sorrette da altissimi archi poggianti direttamente sul tufo. La funzione di queste arcate, che sorreggono l’edificio a tre piani, è quella di sopperire alla bastionatura che s’innesta dopo il portale d’accesso con una poderosa scarpa, che circonda la parte verso sud e a occidente del castello. La seconda serie di edifici, è molto più irregolare sia come pianta che come altezza, si appoggia alla prima, mantenendone, almeno per la prima parte l’altezza, ma non l’allineamento delle finestre, e dei piani interni. Sul fianco a sud della fortificazione si aprono le tre porte d’ingresso un tempo munite di saracinesche. Il portone più esterno è protetto da una torretta che, sporgendosi dal corpo principale, sormonta la strada d’accesso al castello.

CASTELLO DI MARANZANA

Proprietà privata

Il castello di Maranzana costituisce un valido esempio di costruzione fortificata e s'impone per la grandiosa e austera struttura muraria, alleggerita da alcuni elementi di qualità architettonica e decorativa.

CASTELLO DI MOASCA

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I ruderi del castello di Moasca attualmente esistenti sono quanto rimane dell'edificio costruito nel XIV secolo. Della precedente fortificazione, rasa al suolo nel 1308, non sono note né l'origine né la forma.
La localizzazione attuale viene tradizionalmente considerata coincidente con il maniero trecentesco. Si trattava di un corpo di fabbrica a quattro lati, di cui quello orientale compreso tra due maestose torri a pianta circolare.
L’incuria e il completo abbandono nel dopoguerra ha prodotto un tanto rapido quanto irreversibile degrado della struttura edificata, riducendola allo stato di rudere. Attualmente è rimasto in piedi, dopo un intervento di consolidamento che ne ha garantito la stabilità, solo un ultimo frammento delle poderose mura in mattoni della facciata orientale, alle cui estremità vi sono i due grandi torrioni cilindrici, liberati e consolidati, che svettano maestosi sul terrapieno degli antichi bastioni conservando il ricordo della suggestiva imponenza.

CASTELLO  DI  MOMBALDONE

L'Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), ha inserito il borgo antico di Mombaldone tra i "Borghi più belli d'Italia".

CASTELLO  DI  MOMBERCELLI

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Il paese di Mombercelli, nel medioevo appare come il centro più importante della valle. Sulla sommità del colle poderosamente fortificato sorge ciò che è rimasto degli edifici civili del castello di Mombercelli. La costruzione, i cui resti sono giunti fino a noi, presenta un impianto costituito da un ricetto, che cinge gran parte del colle, facendo perno sulla torre quadrata centrale, intorno alla quale si organizzano i vani fabbricati (casa baronale, cappella, rimessa, ecc.). Le strutture più antiche sembrano risalire alla fine del Trecento anche se le ripetute manipolazioni, non ultima quella che, nel ‘700, che fu eseguita per volere del conte Maggiolini, tale ristrutturazione, trasformò la fortezza in una comoda villa di campagna, ed ha vistosamente alterato il carattere architettonico delle varie parti del maniero.
Allo stato attuale, l'impianto tipologico con torre centrale, è solo parzialmente leggibile.
Il complesso si presenta, in condizioni molto precarie: il massiccio portale che segna l'accesso alla rocca conserva l'aria maestosa ed imponente di un tempo. Da esso parte il ripido camminamento che, fra i poderosi contrafforti ed i possenti bastioni, conduce al cortile sul quale si affacciavano la torre, la cappella e l'edificio padronale. Si intuiscono i segni dell'antico splendore nei saloni con le finestre affacciate sulla valle e con le volte che conservano esigue tracce di decorazioni affrescate ormai perdute. Lo stesso dicasi della scala che dall'atrio portava ai piani superiori ed ai sotterranei. L'assenza di fregi e degli elementi decorativi in pietra che ornavano la casa padronale, irrimediabilmente degradati o brutalmente asportati dalla loro sede, rende il quadro complessivo ancora più desolato.
Un lato del complesso è completamente diroccato ed a fatica si scorgono, le strutture murarie di gusto barocco che hanno segnato l'ultimo periodo di vita del complesso, prima dell'abbandono. E, invece, negli ampi e spaziosi sotterranei, divisi in stanzoni voltati ormai praticamente inaccessibili che permangono le tracce delle strutture più antiche e cariche di storia.

CASTELLO  DI  MONALE

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Il castello di Monale, costruito nel XII secolo, distrutto e ricostruito due secoli dopo, venne ristrutturato diverse volte, fino a che, dopo il restauro fatto eseguire dai Gani, secondo il gusto del tempo, venne fatto ripristinare l’antico aspetto medievale a scapito di quello settecentesco.
Oggi l'aspetto della fortificazione è tuttavia pittoresca; essa si presenta come un solido impianto caratterizzato da pianta rettangolare con un avancorpo porticato d’ingresso, con cortina laterizia ornata da due fasce dentellate e delimitata da torrioni quadrati angolari. Sull'ala a nord-est del fabbricato sono visibili resti di archi ogivali, e sul prospetto interno prospiciente il cortile, è ancora visibile lo stemma gentilizio degli Scarampi. All’'interno del castello, vi sono quaranta camere, alcune con soffitti a cassettone, completamente arredate, poiché il castello è attualmente residenza estiva dei conti Gani. La bastita, citata come “castrum de bastita”, è caratterizzata da una pianta a L ed è dominata da una torre quadrata che presenta caratteristiche neogotiche.

CASTELLO  DI MONASTERO  BORMIDA

info: 0144/88012

 

 

Il Castello si trova nella parte bassa del paese, alla quale si può accedere, salendo da una caratteristica alzata a ponte, attraverso una delle porte di ingresso della antica cinta muraria. La piazza mantiene ancora in parte l'antica pavimentazione in pietra fluviale che rappresenta una caratteristica di queste valli Di particolare rilevanza nel complesso architettonico è la torre, unita all'edificio da un arco di singolare tipologia. Di puro stile lombardo, la torre viene costruita probabilmente intorno all'XI secolo. La facciata principale, fregiata da imponenti lesene di gusto barocco, rivela una rielaborazione seicentesca. Oggi il castello di Monastero Bormida è di proprietà comunale, ed è la sede del Municipio

CASTELLO DI MONCALVO

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La fortezza sorta su di una più antica roccaforte aleramica, si era andata sempre più articolando e rafforzando nel corso dei secoli. Quello di Moncalvo era indubbiamente uno dei maggiori complessi fortificati di tutto il Monferrato: comprendeva un castello ben munito e capace di adattarsi anche alle esigenze della guerra in epoca moderna, cioè trasformabile in forte (anche se non bastionato), nonché una cinta fortificata cittadina tutt’altro che disprezzabile.
Di questa formidabile cittadella oggi ben poco è rimasto: tuttavia il castello, isolato a settentrione del paese, non manca di sprigionare, dal suoi torrioni segnati dal tempo, il fascino evocativo dei duri e gloriosi assedi sostenuti.

CASTELLO DI MONCUCCO

Museo del Gesso

Per ulteriori info: 011/9874701

 

L’imponente castello è costituito da una massiccia struttura, ed è ancora cinto da robuste mura. Il Castello risale ai secoli XIV - XV, ma porta su di sé i segni di ampliamenti e modifiche dei secc. XVIII e XIX. Affiancato da torri e recintato da solide mura, domina il paese e offre un magnifico paesaggio da ammirare. E’ sede del primo nucleo del Museo del gesso. Svolge attività di promozione per l'arte contemporanea.

MONTECHIARO D’ASTI: RICETTO

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Il paese di Montechiaro, quando fu fondato, venne diviso in tre quartieri e parrocchie, rappresentanti le tre comunità principali che concorsero alla sua fondazione. L'impianto è attraversato da una via principale e da una secondaria, ad essa parallela. Esso focalizza due dominanti: ad ovest la piazza della parrocchia di Piesenzana, al centro quella di Maresco, cioè la vecchia piazza del mercato, cui si accede da una torre-porta detta dell'orologio. Montechiaro era possentemente fortificata, con difese che avevano ancora validità nel XVI e XVII secolo, e sicuramente la sua poderosa torre-porta, edificata a pianta quadrata e di notevole altezza, doveva rappresentare un elemento fondamentale nella difesa della villa forte. Sebbene le attuali feritoie visibili dall'esterno, sopra l'arco bicromo a sesto acuto, siano troppo strette per lasciar scorrere i bolzoni, è probabile che qui vi fosse un ponte levatoio, sopra il fossato che circondava il paese. In cima alla torre sono presenti quattro aperture a tutto sesto (una per lato), il tetto a cuspide non è coevo alla costruzione, ma di più recente realizzazione, ed è anche di recente installazione l’orologio oggi visibile sulla sua sommità.
A sud-ovest del ricetto le case si appoggiano all'alta muraglia del recinto, impostata su archi di scarico. Il prospetto esterno è formato da tratti disomogenei di muratura, da cornici seghettate o a “dentelli”, da tracce di merlatura ghibellina su diverse altezze. E da finestre e balconcini disposti quasi senz'ordine, “macchie” d'ogni epoca. Il corpo più basso è costituito da una torriola circolare, che si attacca ad un tratto della muraglia, dove vi sono tracce del rosone e delle finestrelle della chiesa che vi è addossata. Particolarmente interessante è il muraglione che sostiene ed affianca l'attuale parrocchiale. Su questo sono incastonate, fra l'altro, conci di arenaria con motivi romanici, ad intreccio. Al livello del sagrato corrono due cornici, di cui una a “denti di sega”. Queste sono poste più in basso nell'edificio a sud. Esso si alza per quattro piani fuori terra: si possono vedere tracce di due ordini di finestrelle e di una finestra ad arco acuto modanato in cotto al livello dell'ultimo piano. Nel sottotetto, vi sono ancora tracce di finestrelle

CASTELLO DI MONTEGROSSO D’ASTI

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L'antico castello, che corona la sommità del colle sul quale sorge l'abitato di Montegrosso d’Asti, appare a prima vista in posizione meno evidente di quanto dovrebbe, essendo parzialmente coperto alla visuale dal volume non meno appariscente della chiesa parrocchiale dei SS. Secondo e Matteo, che quasi gli si addossa; è difficile invece non provare una certa suggestione nel trovarsi davanti alla fiancata rivolta a nord-est della massiccia mole del maniero.

CASTELLO DI MONTEMAGNO

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Della primitiva costruzione dell’XI-XII secolo non rimane nulla di identificabile. La struttura che vediamo attualmente è quella data al castello con i restauri appartiene al XIII - inizio del XIV secolo. Caratteristici dell'interno sono i sotterranei, che costituivano le carceri ed un'ampia sala voltata, “l'aula del Senato”. Il castello di Montemagno, può vantare d’avere ancora tutt’oggi, il ponte levatoio originale, e funzionante

MONTIGLIO

CASTELLO DI MONTIGLIO (sito internet del Castello)

Il castello di Montiglio domina con la sua mole il paese e la collina su cui sorge, caratterizzandone il profilo a grande distanza. L'attuale edificio, con pianta a L irregolare e allungata, è la parte residua di una più complessa struttura che aveva pianta a U, dongione al centro e avancorpo che si estendeva davanti al fronte sud, fino alla costruzione che oggi sorge isolata alla estremità sud-ovest del cortile. Tale impianto, che sfrutta al meglio le possibilità difensive del sito, probabilmente corrisponde a quello medioevale. Il fronte bastionato, di cui si riconoscono chiare tracce nella conformazione del terrapieno che chiude a occidente l'area di pertinenza del castello, fu invece aggiunto, con ogni probabilità, nel XVI secolo. Interventi settecenteschi hanno alterato, specie nell'ala a nord-est, il primitivo aspetto del maniero conferendogli dignità residenziale, con la creazione di uno scalone, un elegante salone ovale dilatato da finte quadrature, un terrazzo sovrastato da una torre ed un portico che si apre sul giardino a nord, dove siepi di bosso disegnano un labirinto. Le grandi cantine voltate vennero nello stesso periodo attrezzate per la lavorazione e la conservazione del vino.

Castello dall'antica memoria ospitò famosi Trovatori che qui composero note Canzoni. Leggende d'amore abitano tuttora il maniero. Nella piccola cappella del parco è conservato un mirabile ciclo di affreschi del ‘300 di scuola lombarda.

Apertura: Il Castello é visitabile tutto l'anno per gruppi previa prenotazione via fax 0141994985

 

CASTELLO DI RINCO

Attualmente il castello di Rinco, con pianta a U, presenta le facciate in stile neoclassico e una torre d’angolo a pianta circolare che chiude versò il parco, cinto da un’antica muraglia. Sotto questo fronte passa una stradina lungo la quale si vedono tratti dell’antico ricetto, esistente ancora alla fine del Cinquecento.
A fianco del castello si trova l’alta torre, nata quasi certamente come torre di vedetta. Essa, presumibilmente, ha poi costituito il punto di partenza per l’erezione del castello, divenendone, molto probabilmente, il mastio della fortezza. Della torre di vedetta conserva tutt’ora l’aspetto e tutte le caratteristiche, compresa la porta eccessivamente sopraelevata per una torre castellana, e la sua notevole altezza.

Splendido il giardino all’italiana coi geometrici disegni delle siepi in bosso e la suggestiva peschiera al suo centro. Su di esso prospetta la Sala dell’Alcova, una delle pochissime ancora conservate in Piemonte. Durante la rassegna sarà possibile visitare la mostra: “Gli Arazzi di Licata”.

CASTELLO DI OLMO GENTILE

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Il borgo di Olmo Gentile è arroccato intorno al castello sulla sommità di un colle. L'elemento più antico e caratteristico è l'alta torre quadrangolare coronata da una serie di robustissimi, allungati supporti di pietra, che dovevano sostenere il ballatoio ora scomparso.
La datazione tradizionalmente accettata la fa risalire al XII secolo, e le evidenti analogie architettoniche con altri edifici esistenti nel circondario, inducono a considerarla fra i migliori esempi di quella corona di torri alte e quadrate che caratterizzava in epoca medioevale il paesaggio dell'Acquese e, in termini estensivi, di tutto l'Alto Monferrato.

CASTELLO DI PASSERANO

Per ulteriori info: 0141.90.36.00

 

Il castello di Passerano è forse uno dei migliori dell'Astigiano, poiché, ha conservato all'interno delle sue antiche strutture le testimonianze preziose e originali delle epoche nelle quali si andò sviluppando. Antichissimo possesso dei Conti Radicati, assunse una certa importanza nel periodo compreso tra il tardo Medioevo e il Rinascimento. Forse edificato nel XII secolo, subì degli ampliamenti nel Quattrocento e nel Seicento. La parte più antica è costituita da una tozza torre quadrata. Degni di nota gli interni, con belle sale decorate e arredi preziosi tra cui alcuni cimeli del musicista Robert Schumann.

CASTELLO DI PIEA

Per ulteriori info: 0141/901641

 

Il castello sorge alla sommità del colle che domina l'abitato ed è in gran parte celato alla vista dalla lussureggiante vegetazione del parco. Quasi più nulla è rimasto del suo aspetto originario, tranne forse le fondamenta e le cantine, e si presenta come un sontuoso palazzo settecentesco, di tre piani fuori terra. All'interno si trovano numerose stanze con un ricco arredamento, un ampio salone, la galleria e una piccola cappella gentilizia. Fu edificato probabilmente verso l’XI secolo. Nel corso dei secoli subì numerose modificazioni e da fortificazione divenne palazzo gentilizio agli inizi del Settecento, grazie ai Conti Roero. Di notevole pregio artistico le volte affrescate del salone da ballo e delle stanze attigue ad opera dei fratelli Galliari, datate 1762. Ogni anno nel mese di maggio ospita una mostra di antiquariato.

CASTELLO DI PINO D’ASTI

I resti dell'antico castello di Pino d’Asti, d'impianto medioevale, risalente probabilmente al XIII secolo, furono integrati per la maggior parte in costruzioni sei-settecentesche

CASTELLO DI ROBELLA

Proprietà privata

Il castello di Robella, risalente al XIV secolo, venne edificato su di una costruzione precedente di minore entità, e di esso rimangono attualmente nelle cantine elementi murari presumibilmente risalenti al XII-XIII secolo. Fu nei primi anni del secolo scorso che la facciata del vecchio castello, ormai villa contornata da un bel parco, fu modificata dall'ing. Carlo Bernardo Mosca.

CASTELLO DI ROCCAVERANO

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Il castello di Roccaverano compare al culmine della collina, dalla quale domina il paese, a ben 750 metri sull'altezza del mare, ed è il punto più alto delle Langhe astigiane. Dalla sua sommità l'occhio spazia sulla valle e sulle Langhe circostanti e si avverte subito l'importanza di chi fosse in grado di controllare il sito, fortificato dalla poderosa torre che svetta dal rudere del castello, di cui è rimasta la sola facciata.

CASTELLO DI SAN MARTINO ALFIERI

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L'elegante e robusto edificio fu eretto dal 1636 al 1721 su disegno dell'ingegner Bertola, nelle forme barocche dell'epoca, ingentilite dal rococò, ma con linee sobrie, senza sbalzi. Nel gran salone centrale al primo piano, sopra il busto del fondatore, l'iscrizione ricorda che, essendo distrutto l'antico castello di San Martino, Carlo Massimiliano fece edificare la nuova villa nei pressi delle rovine della precedente fortezza, abbassando la collina su cui sorgeva.
Alla scomparsa di Carlo Massimiliano, morto di gotta nel 1730 a sessantanove anni, gli succedette il figlio, Cesare Giustiniano, che dopo aver trascorso la giovinezza a San Martino completò la sua formazione a Torino, sotto la direzione dello zio Gerolamo, detto “Gambadilegno” per aver perso una gamba nella battaglia della Marsaglia (1693). Per acquisto del feudo divenne marchese di Sostegno, in provincia di Vercelli. Nel 1731 ebbe una lite con la comunità di San Martino, alla quale proibì di ballare pubblicamente fuori delle ore “che non accomodavano a lui e fece sgombrare il ballo e mandar via i suonatori”: la lite durò tre anni e si concluse con l'obbligo agli abitatori di portare il lutto per sei mesi e di astenersi dal ballare in pubblico ogni volta che un Alfieri fosse morto.
Cesare Giustiniano Alfieri terminò il lavoro di edificazione del castello di San Martino iniziato dal padre, ebbe diciannove figli, ma di loro non sopravvisse a lungo che Roberto Girolamo.
Il castello di San Martino offrì più volte degna cornice allo sfarzo settecentesco della vita dell'aristocrazia piemontese. Una di queste occasioni fu data dal matrimonio di Carlo Emanuele, figlio di Roberto Alfieri, con la contessina Carlotta Melania Duchi, “célèbre par sa beauté”, avvenuto nel 1791. Il figlio Carlo Emanuele, Cesare Robert Alfieri, successe nel 1844 al padre nel feudo di San Martino, fu diplomatico, ministro, consigliere di stato e infine presidente del senato dal 1855 al 1860, fu inoltre uno dei firmatari dello "Statuto Albertino" del 1848.
La dinastia degli Alfieri di San Martino si estinse con il figlio di Cesare, Carlo, più volte deputato, senatore, vice presidente del senato e illustre per aver fondato in Firenze la “Scuola di Scienze sociali”. Carlo Alfieri passò gli ultimi anni della sua vita nel palazzo di San Martino, dove morì nel 1897, e lasciò discendenza solo femminile: Luisa, sposata col marchese Emilio Visconti Venosta, e Adele, ultima proprietaria del castello appartenente all'antica famiglia Alfieri. Alla sua morte, avvenuta nel 1938, la proprietà è interamente passata ai Visconti Venosta.
Il castello di San Martino appare in tutta la sua grandezza, a coronamento del colle, se lo si osserva dalla strada che procede dalla valle del Tanaro. Composto da una solida fabbrica centrale a tre piani fuori terra, è circondato da piacevoli giardini e costruzioni minori che ben si intonano all'edificio. La facciata monumentale presenta due grandi corpi laterali leggermente avanzati, coronati di abbaini rococò; il corpo centrale, più elevato, è snellito da un porticato. Davvero pregevole sì presenta l'interno, ricco di sale, gallerie e appartamenti ornati di stucchi e dorature: notevole il salone principale al primo piano, di vasto respiro per l'alta volta a nicchioni. Un discorso a parte merita l'arredamento, vera raccolta di importanti documenti legati alla vita della famiglia e del territorio. Sono busti, ritratti, stampe e un ricchissimo archivio con carte antiche e preziose attestanti l'attività e la storia degli Alfieri. Degni di nota i ritratti sullo scalone di Obertino Solaro, priore di Lombardia e balì di Santa Eufemia, Roberto e Maurizio Solaro; tutti rappresentati con grandi manti neri, adorni delle croci bianche dell'Ordine di Malta.
Altri ritratti raffiguranti personaggi della famiglia Alfieri sono conservati nella galleria a stucchi di fronte al castello di San Martino.
Un particolare curioso, infine, è dato dalla notizia fornita da uno storico dell'inizio del secolo scorso sull'esistenza nella “rimarcabile cantina” del castello di un tino “che comprende nella sua cavità un tavolo da dodici persone”, segno non ultimo del grande reddito proveniente agli Alfieri dai vigneti.
In conclusione, il magnifico castello di San Martino, che bene si accompagna sulla sinistra del Tanaro a quelli di Govone e di Guarene, rappresenta, come scrive il Masi, “fra casa, chiesa e sepolcreto, un vero museo storico di reliquie alfieriane”.

CASTELLO DI SAN MARZANO

INFO 049/9935024

Opera imponente e suggestiva le cui antiche cantine con archi e volte ricordano l’interno di una cattedrale gotica. Dalla splendida terrazza- giardino si ammira uno dei panorami più belli della zona.

CASTELLO DI SOGLIO

info: 0141.99.28.05

 

Il Castello era chiuso, in epoca medievale, nel recinto di cui rimangono tracce sul lato e a nord. La parte originaria è costituita dall’alta muraglia con tracce di finestroni a sesto acuto. Nel 1710 fu conquistato dai Della Valle che lo restaurarono conferendogli gran parte del suo aspetto attuale. E' sede per il Centro per l'arte

CASTELLO DI VESIME

Situato su una cresta che domina il paese, è in rovina

PROVINCIA DI CUNEO

CASTELLO DI ALTO. Castello dei Conti Cepollini di Alto e Caprauna

Per ulteriori info: 0182.555.099

 

La fortezza, costruita nel 1320, è immersa in un paesaggio d'altri tempi, circondata da una natura selvaggia ed incontaminata. Dalla pittoresca loggia del XV secolo si può ammirare il suggestivo panorama che spazia sulle alture a ridosso del Mar Ligure. L'eleganza e l'essenzialità delle forme lo rendono uno dei manieri meglio conservati di tutto il territorio Ingauno.

Complesso Feudale Maligri di Bagnolo - BAGNOLO PIEMONTE

Sito del castello

Il complesso feudale inserito in un comprensorio di grande valore paesaggistico e naturale é costituito dal  Castello-forte  del XI sec.  che conserva intatto il fascino di fortezza medioevale in pietra con triplice cinta muraria; notevole il Parco storico seicentesco e romantico, ricco di esemplari secolari e preziose collezioni di arbusti fioriti; dalle cascine e mulini idraulici in pietra dal XV al XVIII sec. 

Da vedere gli affreschi quattrocenteschi nel cortile, sulla facciata del Palazzo e nella Cappella sotterranea, restaurati di recente. Deliziosa la passeggiata al Castello in mezzo ai boschi.

Orario: 10.00-18.00

CASTELLO DEI MARCHESI FALLETTI DI BAROLO - BAROLO –

Per info. Tel. 0173/56.227

 

L'affascinante e imponente struttura racconta ben mille anni di storia carica di suggestioni e curiosità. All'interno delle stupende sale sono visitabili la Biblioteca Storica ordinata da Silvio Pellico e il Museo delle Contadinerie. Di frequente vengono allestite importanti mostre d'arte. Nelle antiche cantine ha sede la prestigiosa Enoteca Regionale del Barolo.

CASTELLO DI BORGOMALE

Per ulteriori info: 0173.36.34.80; 0173.52.90.31

La struttura risale al XII sec.e fu possedimento dei Falletti. Nel 1631 Borgomale passò ai Savoia favorendone così la trasformazione da centro difensivo in residenza.  Gli studiosi ipotizzano che il grande mastio abbia inglobato una torre più antica, determinando così la formazione di quel complesso eterogeneo e decisamente originale nel panorama castellano piemontese.

PALAZZO TRAVERSA – BRA

Per ulteriori info: 0172/ 430185

 

Il nucleo originario di Palazzo Traversa risale alla metà del XV secolo. Dopo i lavori di restauro compiuti negli anni ‘80, l’edificio è adibito a sede del Museo di Archeologia Storia Arte, che raccoglie reperti provenienti dall’antica Pollenzo (fondata dai Romani) e opere d’arte locale dal '600 ai giorni nostri.

CASTELLO DEL ROCCOLO - BUSCA

Per ulteriori info: 0171/ 61.82.60

 

 

Alle spalle dell’abitato di Busca, in una zona collinare sorge il castello del Roccolo, edificato verso il 1800 dal Marchese Roberto Tapparelli D’Azeglio, fratello del più celebre Massimo. E’ immerso nella splendida cornice di un parco plurisecolare, 500.000 metri quadri, dove grazie a un particolare micro clima cresce l'olivo; il castello è in stile neo-gotico con tre torri le cui imponenti dimensioni sono celate dalla grazia delle linee architettoniche.

PALAZZO SALMATORIS - CHERASCO-

Per info. Tel 0172/488552

Si trova nel cuore di questa cittadina che ha mantenuto nel tempo  l'antico impianto urbanistico. Detto anche "Palazzo della Pace", è stato testimone dei più importanti eventi storici della città nei secoli passati. Oggi costituisce un importante centro culturale e ospita mostre d'arte di livello internazionale.

PALAZZO GIRIODI - COSTIGLIOLE DI SALUZZO –

CHIESA PARROCCHIALE S. M. MADDALENA - COSTIGLIOLE DI SALUZZO -

CASTELLO ROSSO - COSTIGLIOLE DI SALUZZO –

Per ulteriori info: 0175/ 230121

La visita comprende tre edifici di notevole interesse storico-artistico: Palazzo dei Conti Giriodi, in stile barocco, con  un maestoso portale d'ingresso, il Castello Rosso, residenza rinascimentale dei signori del paese e la Chiesa Parrocchiale di S.Maria Maddalena, che conserva  splendidi affreschi a grisailles degli inizi del '500.

VILLA COLOMBARO SAN MICHELE - CUNEO –

Per ulteriori info: 0171/ 612150

L'edificio sorge nel XIV-XV sec. come torre di osservazione a difesa di Cuneo. La Villa- Museo vanta di una collezione di cimeli e pezzi unici raccolti nel corso dei secoli dai proprietari, le famiglie Mocchia di San Michele ed Oldofredi Tadini.

La visita guidata dai proprietari, comprende la cappella, con le reliquie della Sindone di Torino, le sale del piano terra, alcune camere al secondo piano ed il parco.

VILLA TORNAFORTE - CUNEO

Per ulteriori info: 0171.41.26.64

Ex monastero agostiniano, in seguito alla persecuzione religiosa napoleonica, il complesso passò al conte Bruno di Tornaforte che lo trasformò in villa patrizia. Oggi è una dimora signorile dal fascino misterioso, anche grazie ai suggestivi racconti della  proprietaria.

L’edificio è circondato da un vasto parco all’inglese con alberi monumentali.

CASTELLO DEGLI ACAJA – FOSSANO

Ingresso: gratuito

Il Castello è al centro di molte manifestazioni cittadine, fra cui La Giostra de l’ oca (giugno) Per ulteriori info: 0172/ 699656

La maestosa costruzione in cotto, costruita nel XIV secolo, domina il centro storico ed è diventata il simbolo di questa  cittadina  dall'architettura tardo-medioevale. Sul finire del '500 vi soggiornò il duca Emanuele Filiberto con tutta la corte. Dal 1985 ospita la Biblioteca e l’Archivio Storico comunale.

 

CASTELLO REALE DI CASOTTO - GARESSIO –

Informazioni: tel. 0174.35.11.31

In origine certosa, sorta nel sec. XII, una delle prime in Italia, l’attuale costruzione fu trasformata su progetto del Vittone, nel corso del 1700, unendo al carattere di semplicità quello della monumentalità. La trasformazione in reggia avvenne con Re Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II, grandi appassionati di caccia. Ancora oggi si possono ammirare gli splendidi arredi delle stanze, tra cui il salotto verde e l’ampia Camera della Musica.

Apertura: Tutto l’anno Orario: 9,00/12,00; 14,00/19,00 Aperto 1° maggio e ferragosto

CASTELLO REALE DI GOVONE – GOVONE

Per informazioni: 0173/58103 e www.comune.govone.cn.it

 

Castello, gia' fortezza medioevale, fu ricostruito in stile barocco su disegni di Guarino Guarini e Benedetto Alfieri.

Scenografico lo scalone d'onore con decorazioni marmoree provenienti da Venaria Reale. Di grande bellezza le sale ornate da preziose carte cinesi, il salone da ballo e gli appartamenti reali fatti affrescare dal Re Carlo Felice di Savoia che, agli inizi dell'Ottocento rinnovò il Castello e il parco per le sue villeggiature estive.

Apertura: tutte le domeniche da aprile a ottobre

Orario: ore 10,00 - 12,00/15,00 - 18,00 (ore 19,00 a luglio e agosto);

CASTELLO DI GRINZANE CAVOUR

Per informazioni: 0173/262159

 

 

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CASTELLI DELL'ALTO PIEMONTE

PROVINCIA DI BIELLA

CANDELO-RICETTO

Tel Proloco 0152536728

Struttura fortificata tardo medievale per fornire protezione alla comunità contadina della zona, a pianta pseudopentagonale occupa una superficie di circa 13.000 mq. E’ uno dei ricetti meglio conservati e forse tra i più conosciuti.

CASTELLO DI CASTELLENGO COSSATO-

Il Castello, costruito su un poggio, domina un guado sul torrente Cervo. Costruito nel X secolo, passò molte volte di mano in mano: dai Monterone ai Guala, ai Bulgara, ai Biandrate , e fu anche feudo di Federico I. Negli ultimi anni del XII secolo tornò nelle mani dei Bulgaro, che trasformarono il loro nome in Castellengo. Ed è proprio di quel periodo la torre a pianta circolare che ancora si vede. Nel 1406, un certo Baldo di Firenze, decise di occupare il CASTELLO: i Castellengo furono accusati di tradimento ed il castello venne confiscato e venduto ad alcune famiglie di nobili biellesi, che uno dopo l'altro, finirono per cedere le loro quote a Frichignolo di Cecina. Nel 1557 l'esercito del Maresciallo de Brissac occupò la fortezza, comunque i Frichignolo rimasero proprietari del Castello sino all'estinzione della famiglia. Nel XVII secolo, la struttura si trasformò in dimora signorile, e così appare oggi di proprietà della famiglia Ciccioni, immersa nel verde, all'ombra di alberi secolari, in un silenzio quasi irreale, con i suoi forni medioevali ancora funzionanti, aperta a chi ama le atmosfere di altri tempi. Di salone in salone si scorge l'amore che i nuovi padroni hanno per queste vecchie mura che sanno ancora parlare all'orecchio di chi le sa ascoltare.

I locali vengono affittati a chi desidera festeggiare le proprie nozze in una cornice romantica, eventualmente gli sposi possono anche pernottare nella struttura in una sala da sogno.

CASTELLO DI CASTELLETTO CERVO

Ospita un museo di armi antiche

CASTELLO DI CERRIONE

La vastissima costruzione sormontata da una alta torre, è ridotto ad un rudere

CASTELLO DI GAGLIANICO

Il castello di Gaglianico è certamente il più interessante e il meglio conservato fra tutti quelli del Biellese e, come tale, è stato varie volte oggetto di studio sia dal punto di vista storico, sia dal punto di vista architettonico

Scheda castello dal sito del comune

MASSAZZA – ROCCA DEI CAVALLARI

Via al Castello, tel. 02/6436258 tel-fax 0161/852020/23

 

il castello è di proprietà privata ed è visitabile previo appuntamento (domenica dalle ore 9.00 alle ore 12.00), o quando è aperto al pubblico durante alcune manifestazioni.

Il castello di Massazza è un tipico borgo medioevale arroccato su uno sperone baraggivo, un probabile insediamento Celto-Ligure, passato ai Romani e diventato fortificazione longobarda. Di proprietà della famiglia Avogadro, era anche centro di raccolta dei prodotti agricoli. Gli attuali proprietari hanno rifondando la Rocca come abitazione attrezzando il vasto e articolato complesso per eventi, mostre e fiere, convegni e concerti. Vi si conservano are celtiche con cappelle votive e testimonianze di epoca templare.

CASTELLO DI MASSERANO

Il Maniero di Masserano, risale alla prima metà del 1600, fu costruito infatti sui resti di una struttura più antica.
Quella di Masserano è una storia alquanto particolare ed originale, poiché fu una Signoria autonoma Pontificia, questo ha permesso a tutta la zona di mantenere per molto tempo una certa autonomia, resistendo alla spinta dei Savoia. Divenne Principato nel 1598.
Il Castello, ora sede Comunale, fu una struttura usata probabilmente più come residenza di campagna che come fortezza. Delle antiche fortificazioni, non restano che tre torrioni mozzi, il giardino, ricavato dagli spalti ed il perimetro esterno dei muri

PONDERANO

Ponderano fu fortificata già dal 1240 quando il feudo venne ceduto dagli Avogadro di Cerrione a Francesco del Pozzo, in cambio della Podesteria di Mongrando Esisteva anche un ricetto, non molto distante dal castello

ROPPOLO

tel 0161.98501

Costruito nel XIII sec da Pietro Bicieri venne trasformato nel XVIII sec.

Ospita l’Enoteca Regionale della Serra. Dal 1981 svolge intensa attività promozionale per la viticoltura dell'intero Piemonte del Nord; presenti tutti i vini doc e docg della regione; particolare selezione è riservata ai vini del Nord Piemonte (Provincia di Torino, Biella, Vercelli e Novara) e a quelli della Regione Valle d'Aosta. In una sala della Torre è allestita l'esposizione di passiti, grappe, distillati e prodotti particolari. Degustazione e vendita. Annesso ristorante tipico

CASTELLO DI VERRONE

Il castello (in fase di ristrutturazione) risale al XV, forse al XIV secolo. Sicuramente è stato eretto su resti decisamente più antichi, di una probabile precedente costruzione.

ZUMAGLIA: Castello e Parco

Il luogo offre una bellissima vista panoramica sul Biellese ed è l'ideale per una giornata estiva da trascorrere in tutto relax

L'area attrezzata regionale del Brich di Zumaglia costituisce l'ultima propaggine della collina biellese, ed è caratterizzata dalla presenza alla sommità del Brich di un castello ricostruito su antiche fondamenta, nei primi decenni del secolo. Parte dell'area circostante il castello è caratterizzata dalla presenza di alcune specie arboree esotiche con esemplari particolarmente pregiati derivanti dal giardino preesistente; per il resto la zona fitoclimatica è quella del Castanetum con netta prevalenza del castagno, nonché della robinia, della quercia e del ciliegio. Nel parco le specie forestali autoctone si mescolano con specie ornamentali introdotte allo scopo di trasformare il preesistente bosco in un parco cosiddetto "romantico", avvalendosi anche di classici elementi architettonici.

Sulla sommità della collina, il castello ricostruito nel 1938, sui ruderi di un antico maniero, che pur essendo uno degli edifici fortificati più robusti del Piemonte , fu distrutto dai Savoia nel 1558, perché era stato consegnato ai Francesi da Francesco Filiberto Fieschi, e del quale restano solo alcune tracce originali, fra le quali la cisterna e una cella dove fu rinchiuso per vent'anni il capitano Pecchio. Il capitano Giovanni Francesco Pecchio, cittadino di Vercelli, di famiglia nobile, fu segregato per circa vent'anni, murato vivo, perché nel 1537 aveva avuto l'incarico di intimare e fece eseguire una sentenza del duca Carlo III contro Filiberto Ferrero Fieschi. La sua storia è tragica e commovente, puntualmente aveva adempiuto all'incarico, come era suo dovere. Un giorno, mentre a cavallo si dirigeva da Vercelli verso Asigliano, paese di suo suocero Antonio Avogadro di San Giorgio, era stato proditoriamente assalito e disarmato da sicari, che stavano in agguato per mandato di Filiberto Ferrero Fieschi. Era stato nascostamente tradotto nel castello di Zumaglia e rinchiuso in quell'orrenda segreta, da cui non era piu’ uscito, nemmeno per respirare un soffio di aria pura. Da un foro della volta (che tuttora si vede) gli era calato, di tanto in tanto, un pezzo di pane di segale e una ciotola d'acqua. Storia e leggenda, che si tramandano e si mescolano ed avvolgono il Castello in un'atmosfera magica e particolare.

PROVINCIA DI TORINO

AGLIE’

Tel 0124 330367. Per comunicazioni e informazioni sulle attività locali. Pro Loco di Agliè tel. 0124330123 – 330300

Ingresso a pagamento

 

Castello Ducale, antica dimora dei conti di San Martino, del XII secolo, trasformato poi in elegante residenza. Vastissimo e pittoresco il parco, attraversato da 7 chilometri di viali e sentieri, ricco di piante centenarie e ornato da fontane e sculture.

ALPIGNANO

Castello dei Conti Provana di Leiní, (sec. XVII), nel 1559 dato in feudo ad Andrea Provana. Un arco di gusto neogotico, come le torri e il lavatoio (1863 ca.), introduce al castello e al grande parco

CARAVINO, CASTELLO DI MASINO (dal sito FAI)

tel. 0125778100

Ingresso a pagamento

Residenza per dieci secoli dei conti Valperga, il castello di Masino, circondato da mura e torri, è immerso in un monumentale parco romantico che domina la pianura del Canavese. Gli interni, con i saloni affrescati e riccamente arredati tra Seicento e Settecento, gli appartamenti di Madama Reale, le camere per gli ambasciatori e gli appartati salotti, sono documento delle vicende di una famiglia che fu protagonista della storia piemontese e italiana. Nel vicino Palazzo delle Carrozze si può ammirare la ricca collezione di carrozze del XVIII e XIX secolo

CARMAGNOLA

il Castello è odierna sede del Municipio, ha origine duecentesca, ed ospita, al primo piano, il plastico del Theatrum Sabaudiae

COLLEGNO

Castello Provana, edificato da Umberto II di Savoia nel 1171, subì rifacimenti e ampliamenti nel corso dei secoli. L'ultimo, su progetto attribuito al Guarini, risale al XVIII secolo. Fu residenza dei conti Provana di Collegno.

CUMIANA

Castello della Costa, costruito nel XV secolo da Guglielmo Canalis ed ampliato nella seconda metà del '600 conserva importanti decorazioni ed un eccezionale salone affrescato; è circondato da un ampio giardino con piante d'alto fusto ed ornamentali

IVREA

Informazioni
Associazione Castello di Ivrea
Tel. 012544415-0125251554

Nel 1357 iniziarono i lavori per la costruzione del Castello che costituisce ancora oggi un emblema delle testimonianze storiche della città.

MACELLO

 

MAZZE’

le informazioni sono tratte da

http://www.castellodimazze.it/

 

ORARI 14.30-18.00
Apertura
sabato e domenica da marzo a novembre (chiuso dal 1 al 14 agosto)

Ingresso a pagamento

La rocca di Mazzè fu leggendaria dimora di Ypa "regina senza terre" del Lacus Major che attorno al XV secolo a.C. ancora inondava con le acque della Dora Baltea (Duira Major ) l'anfiteatro morenico di Yporegia (Ivrea). Al periodo celtico risalgono la cripta, il menhir druidico e l'ara riportate da poco alla luce. Nei sotterranei i resti del "Fortem Copacium" eretto nel 175 a.C. dal Console Appio Claudio a presidio romano contro le tribù Salasse. Nel XII secolo i Valperga, ottenuta dall'Imperatore Enrico IV di Sassonia l'investitura del feudo di Mazzè, elevarono sugli antichi ruderi romani l'attuale struttura castellana e nel XIV secolo costruirono anche una casa-forte, oggi sontuosa dimora adiacente al più antico "castello piccolo". Furono ospiti del maniero: Francesco I re di Francia, Vittorio Emanuele II re d'Italia, Cavour, lo Zar Nicola II di Russia, Mussolini e innumerevoli altre personalità

Un ventennale restauro effettuato dai Salino di Cavaglià, attuali proprietari, restituì al castello la sua magnificenza. Fantastiche architetture merlate e turrite, preziosità d'interni e ineguagliabili panorami offrono oggi al visitatore uno spettacolo di indimenticabile suggestione.

MONCALIERI

tel 011/4361512

Il nucleo antico è adagiato sulla collina, cornice verde della città di Torino. Imponente il Castello Reale di Moncalieri, residenza sabauda risalente ai primi anni del Seicento. Del Castello è possibile visitare gli appartamenti reali, interamente arredati.

MONCUCCO

Il paese è dominato dal quattrocentesco castello, già proprietà dei Grisella di Rosignano, e oggi proprietà comunale. Affiancato da torri e recintato da solide mura, domina il paese e offre un magnifico paesaggio da ammirare. E' sede del primo nucleo del Museo del gesso che svolge attività di promozione per l'arte contemporanea.che illustra le diverse fasi di lavorazione in epoca preindustriale di questa pietra locale e i suoi vari impieghi nell'edilizia rurale del Basso Monferrato.

MONTANARO

Tel 0119192526

Il Castello, la sua storia si identifica con quella dell'abbazia di Fruttuaria, infatti il primo maniero fu venduto ai monaci di San Benigno nel 1255. Intorno al 1533 l'abate cardinale Bonifacio Ferrero provvide a ricostruirlo. Rifatto in parte nel secolo scorso, conserva della struttura cinquecentesca le torri settentrionali, la prigione e la torre della zecca. E' visitabile solo all'esterno.

PAVAROLO

Il Castello risale al XIV secolo e venne modificato nel corso dei secoli nell'adattamento dell'architettura da fortificata a residenziale. Il castello mostra nella bertesca, la torretta pensile munita di feritoie che domina uno spigolo del castello, la sua primitiva funzione di fortezza.

PRALORMO

Il Castello di Pralormo subì diverse trasformazioni per divenire da antica fortezza di difesa a dimora residenziale e di rappresentanza nel XVIII secolo. E' tutt'ora residenza dei proprietari originari, i conti Beraudo di Pralormo. Il castello è immerso in uno splendido parco disegnato nel 1800 dal paesaggista Xavier Kurten, artefice della Reggia di Racconogi.

Durata della visita: 2 ore

RIVAROLO CANAVESE –

Castello di Malgrà

tel. 012426725 (il sabato pomeriggio e la domenica)

Ingresso a pagamento

 

Antica dimora dei conti di San Martino, dopo diversi passaggi di proprietà appartiene dal 1982 al Comune di Rivarolo. Eretto nella prima metà del XIV secolo come edificio militare, del quale restano la grande torre rotonda e parte delle mura, divenne successivamente dimora signorile subendo progressive trasformazioni. L'ultimo restauro risale alla fine del secolo scorso a opera degli architetti Alfredo D'Andrade e Carlo Nigra. Ampio parco aperto al pubblico.

S. GIORIO CANAVESE–

CASTELLO DEI CONTI DI BIANDRATE

Tel 012249666

Ingresso a pagamento

Formato da due edifici, di cui uno più antico (secoli XII-XIV) e uno modificato radicalmente nei primi del Settecento, il castello sorge in posizione dominante il paese ed è circondato da un vasto parco.

SUSA

 

STRAMBINO

ATL del Canavese e valli di Lanzo

tel. 0125618131

Ingresso: offerta libera

Appartenente ai conti San Martino, è un'imponente complesso costituito da diversi corpi di fabbrica: sono individuabili le rovine del "castello arduinico" (XI secolo), il "castello gotico" dalle notevoli decorazioni in cotto di porte e finestre (XIV secolo) e le dimore signorili del XVII secolo.

TORRE CANAVESE

Il Castello e’ circondato da un parco dove si ritrova la chiesa di San Martino, romanica, con tracce di affreschi del XIV secolo.

VALPERGA

Informazioni: comune tel. 0124617146, parrocchia tel. 0124617174

Ingresso gratuito

Costruito dai Silvesco e dagli altri signori primitivi di Cuorgnè, ampliato dai Valperga nei secoli successivi. Vi si distinguono 3 nuclei: una parte centrale, munita di torre, il castello medioevale che lo circonda, cinto da enormi bastioni che corrono lungo la vecchia strada di Belmonte, interrotto da un'arco dov'era il ponte levatoio, infine un magnifico palazzo neoclassico, attorniato da un bel parco disposto a terrazza, che fu ultimamente dei Coardi Bagnasco di Carpeneto, ora Istituto Figlie della Sapienza

PROVINCIA DI NOVARA

BELLINZAGO NOVARESE

CASTELLO DI CAVAGLIANO

Via San Rocco - Frazione Cavagliano

Apertura: Privato - Visitabile solo Esternamente

Pro Loco Bellinzago - Tel. 0321.924700

 

Il castello già visibile dalla S.S. 32 Ticinese, si erge maestoso sulla collina di Cavagliano. Già possedimento ne ‘200 dei conti di Biandrate, passato in seguito sotto il dominio politico del Comune di Novara, mentre sul luogo si affermava già la proprietà fondiaria della nobile famiglia Caccia. La famiglia Caccia arrivò a possedere più di due terzi delle terre agricole della località, oltre alle quote del castello, alle case del villaggio e ai diritti di avvocazia sulle due chiese del paese, con il diritto di nomina del parroco. La potenza del Caccia, e di riflesso del castello di cavagliano, la si trova negli scritti del cronista novarese Pietro Azario. Infatti, lo storico ci segnala che, quando tutto l’agro novarese fu messo a ferro e fuoco dalle armate di Galeazzo II Visconti, si salvò solo l’abitato di Cavagliano grazie alla potenza della famiglia Caccia. Ora il complesso è di proprietà privata e purtroppo versa, quasi interamente in avanzato stato di degrado.

BRIONA- CASTELLO SOLAROLI

Via alla Rocca n.4

Apertura: Privato - Visitabile solo Esternamente

 

Tel. 0321.826386

 

Situato sulla collina alluvionale dello Strona, il castello di Briona domina dall’alto la pianura e il sottostante paese. Le strutture del castello risalgono al Quattrocento, ma le prime notizie sull’esistenza di un castello a Briona sono dei primi mesi del 1140. Durante il Seicento, le mura del castello assistettero alla saga e alle vicende di un noto personaggio, marito di un’ultima discendente della famiglia, Giovanni battista Caccia, detto il Caccetta, che alla fine fu processato e condannato a morte nel 1609, trascinando alla rovina beni e famiglia della moglie. Alcuni storici inquadrano in questa figura il manzoniano Don Rodrigo dei “Promessi Sposi”. Nel 1864 divenne proprietario del castello il generale dell’esercito sabaudo barone Paolo Solaroli, poi insignito del titolo di marchese di Briona.

Il marchese lasciò un’importante collezione di armi e oggetti raccolti durante gli anni giovanili in Oriente, alcuni dei quali sono al piano terra, all’interno di un grande salone, denominato “galleria d’armi” La rocca è un quadrilatero pressoché perfetto e racchiude al suo interno un cortile pensile di forma quadrata, con pavimento all’altezza del primo piano, sorretto da volte a crociera impostate su un pilastro centrale. Sotto di esso si trovano la sala capitolare e la cripta. Domina la costruzione un’antica torre con una piccionaia molto dilatata,quasi a forma di fungo.

CALTIGNAGA

CASTLLO E GIARDINO STORICO

Apertura: Privato - Visitabile solo Esternamente

Comune di Caltignaga - Tel. 0321.652114

Lungo la strada che da Novara porta al lago d’Orta, all’Ossola e ai confini alpini, sorge Caltignaga, che per la sua posizione strategica fin dall’epoca altomedioevale divenne luogo fortificato. È qui che proprio al centro del paese, troviamo ancora la vestigia di un poderoso castello, la cui origine si fa risalire alla seconda metà del quattrocento, molto probabilmente dopo l’infeudazione di Caltignaga ai Caccia. In seguito all’incendio avvenuto nel 1524 ad opera delle truppe francesi, il castello subì le prime trasformazioni: da fortilizio a residenza di campagna. L’impianto generale è a pianta quadrata, il corpo centrale dell’edificio in mattoni a vista – secondo la tipica tradizione costruttiva dei castelli di pianura – completato da un torrione centrale ove si aprono l’ingresso carraio e la posterla. Sopra l’arco della porta di ingresso si può ammirare uno stemma gentilizio, secentesco, che rappresenta il matrimonio di un Caccia con una gentildonna, il cui stemma era “d’azzurro” alle fiamme d’oro disposte in diagonale, col capo di rosso ad un nastro svolazzante d’argento con motto”; al di sotto si legge “Fortitudinis Nostrae Caltiniagae”.

CARPIGNANO SESIA
CASTELLO

Apertura: Festa Patronale (2° Domenica di settembre) e Occasioni particolari

Pro Loco - Tel. 348.9505670

Le prime notizie sul castello risalgono al secolo XII, ma tutto il complesso esisteva già da più di un secolo, come testimonia la chiesa romanica di San Pietro, in esso inglobata, assegnabile agli inizi del secolo XI. Nella sua storia fu ricostruito più volte; da notare che seppe resistere nel 1362 agli assalti delle truppe dei soldati di ventura inglesi, comandate dal tedesco Stertz, al soldo dei Monferrato, durante la contesa con i Visconti. Furono proprio i Visconti, in una pausa della guerra, a distruggere nel 1364 il Castello, assieme ad alti della zona, per evitare che diventassero baluardo dei piemontesi. La sua ultima cinta muraria risale al 1421, successivamente distrutta in gran parte durante le guerre del secolo XVII. La struttura del castello è molto irregolare, ma tende a un andamento a forma circolare: sulla strada principale si innestano numerose vie secondarie strette e acciottolate. Gli edifici sono in gran parte del Trecento e del Quattrocento e alcune di queste sono state sapientemente restaurate; alte, purtroppo, hanno perso le linee originali in seguito a restauri inopportuni. Lungo la via centrale (via Castello), all’interno del complesso medioevale, si trova la cantina, che ospita in un ampio locale il monumentale torchio a peso datato 1575, costituito da un tronco di olmo lungo ben 13 metri, squadrato e utilizzato come peso per la spremitura delle uve, grazie a una vite verticale, infissa in un masso di granito ospitato a sua volta in un pozzo scavato nel pavimento in terra battuta. È il più antico torchio di questo genere in Piemonte, giunto intatto fino a noi. Gli altri due locali della cantina sono oggi utilizzati come raccolta di attrezzi della civiltà contadina e, nello specifico, per la vinificazione.

FARA NOVARESE- CASTELLO

Da un documento del luglio del 1450 si sa che “Fara ha due castelli, conta 50 fuochi, risponde alla città e alla Podestà di Novara per ciò che concerne l’amministrazione della giustizia…”. I due castelli sono: il “castrum” inferiore o “castrum vetus”, chiamato comunemente Castellone, e il castello superiore o “castrum novum”, ora sede di una Casa di cura. Come dice lo Stoppa, “concentriamo l’attenzione sul Castellone, del quale non si ha notizia, né della sua prima erezione, né del suo primo costruttore e abitatore. E poco sappiamo anche degli sviluppi ulteriori. È notorio che attualmente in paese si denomina Castellone l’odierna villa, posta sulla collina meridionale del paese, quello che oggi ha più apparenza di elegante villa collinare che non di antico maniero”. Già nel 1686, da un contratto di locazione (Silengo), si apprende che “il castello d’abasso ha molti luoghi d’abitazione da nobile e da rustico, e molte cantine, solari, chiesa, stalle, pozzo, forno, torchio, tine e vascelli, con tutte le altre comodità che si ricercano per una comoda habitatione da nobile, oltre quella da massari”. “Analizzando anche una foto relativa ai primi del Novecento, in possesso degli attuali proprietari, vediamo un torrione centrale e i tetti ricoperti a coppi prima che fossero ridotti a civettuole terrazze dalle balconate di cemento. Analizzando poi la conformazione muraria degli edifici, che a nord si estendono quasi a ellisse, verifico che il “castrum vetus” era formato da un’austera torre quadrata munita di fortificazione, circuite all’interno da robusto muraglione protettivo. I muri dell’alto e quadrato torrione mostrano ancora oggi l’impasto a spina pesce, visibile solo parzialmente anche nel muraglione di cinta”. Agli occhi del visitatore, l’antica dimora dimostra un fascino discreto, tranquillo, romantico, come una bella villa di campagna sa emanare grazie anche al grazioso e panoramico giardino, ricco di rose inglesi. Il fascino aumenta ancor di più se si raggiunge il Castellone a piedi (parcheggiare il proprio mezzo nelle piazze centrali del paese): si percorre la storica strada acciottolata Sottoronchi, che si snoda tra antichi vigneti, e in un batter d’occhio ci si ritrova davanti al portone d’ingresso, con uno stemma sovrastante, ancor oggi protetto dall’austera casa della guardia.

CASTELLO DI FONTANETO D’AGOGNA

Sicuramente la località nel Medioevo era di primaria importanza, se si pensa anche al fatto che presso l’abbazia, nel 1057, l’arcivescovo di Milano indisse l’importante “Sinodo di Fontaneto”, durante il quale i vescovi presenti decisero di combattere il movimento della Pataria, capeggiata da Arialdo e Landolfo. Varie furono le vicende politico-religiose che si succedettero nel corso dei secoli nel borgo. Nel 1456 Filippo Maria Visconti costruisce un importante castello di rigore sforzesco, sui resti di precedenti edifici, dove ancora oggi se ne vedono le ampie tracce: su tutte, la “lobbia”, sostenuta da mensoloni in serizzo, e il fregio in cotto con una teoria di stemmi affrescati nel primo decennio del Cinquecento. Il 13 giugno del 1639 Fontaneto è al centro di un assedio franco-spagnolo: una giornata di combattimento ha portato alla distruzione di tutte le case del paese, del campanile della parrocchiale e anche il castello subisce gravi danni strutturali alle torri angolari: Nel giro di pochi anni, verso la fine del Seicento, il castello non esisteva più: si parlava solo di palazzi e case nobiliari. I Visconti rimasero a Fontaneto per tutto il Settecento; in seguito, l’area incastellata fu divisa in varie proprietà e ancor oggi è dimora di privati.

GALLIATE

CASTELLO VISCONTEO

Proprio nel centro della cittadina, nel mezzo di una vasta piazza, appare in tutta evidenza un’imponente e massiccia costruzione, circondata da ampio fossato. È il castello visconteo-sforzesco di Galliate, che il duca di Milano Galeazzo Maria Visconti fece edificare nel 1476 su precedente rocca militare viscontea. I lavori, affidati inizialmente agli architetti Ambrogio Ferrari e Danesio Mainerio, dovevano dare alla fortezza la destinazione di residenza di caccia per lo svago della corte milanese e proseguirono in tal senso anche dopo la morte del duca con la successione di Ludovico il Moro, anch’egli appassionato cacciatore. La pianta dell’edificio segue uno schema rettangolare, i cui lati misurano 80x108 metri. Di rilievo il muro perimetrale, che ha uno spessore di circa 3 metri e mezzo e un’altezza di 7,50 metri dal cordone fino alla sommità dei merli. Il muro è a “sacco”, cioè formato da due muri esterni in mattoni, riempiti nello spessore centrale con pietre, materiale di recupero e calce, cosi come accadeva nelle murature medioevali e romane. Il sistema di difesa era cosi costituito: tutto attorno alle mura un ampio fossato – con acqua, fatta derivare dalla roggia di Codimonte, vicino a Bellinzago – e lungo il fossato alcune bombardiere, alternate e feritoie. Ai quattro angoli si elevano quattro torrioni, che sporgono dalla cerchia delle mura, collegati tra loro da passaggi sotterranei e ancor oggi in buono stato di conservazione. A nord e a sud due ingressi, con le porte anticamente dotate di ponte levatoio e di posterla, ancor oggi visibili. Nel 1496 cominciarono già i primi lavori di miglioramento, con l’apertura di ampie finestre e la costruzione di nuovi vani. Gli abbellimenti e le ristrutturazioni continuarono per tutti i secoli seguenti e i mutamenti più importanti alla struttura del castello furono portati nel corso del secolo XIX. Da questo periodo in poi, infatti, sia l’amministrazione civica di Galliate sia alcuni privati, divenuti in parte proprietari, riadattarono i vasti locali a seconda delle diverse necessità e funzioni. Proprio la torre castellana di nord-est e, in parte, l’attiguo cammino di ronda ospitano dal 1998 il Museo “Angelo Bozzola”, che raccoglie sculture, dipinti e opere grafiche donate dall’artista galliatese alla sua comunità di origine. Antecedente è invece lo spazio adibito a Biblioteca Comunale negli ambienti della manica e della torre angolare di sud-ovest: oltre ai 14.000 volumi della biblioteca, trovano qui spazio oltre 10.000 rari pezzi fra incunaboli e cinquecentine.

CASTELLO DI GHEMME

La posizione di Ghemme, lungo, la riva del fiume Sesia, è nei secoli sempre stata strategica: poneva infatti la pianura in comunicazione con la Valsesia e con i paesi d’oltre fiume, verso il Biellese e il Canavese. Per questo le sue vicende interne hanno dovuto tramandare ai posteriori lunghe lotte e contese in vari momenti storici. Il castello-ricetto di Ghemme (più “castrum” che ricetto, ovvero più castello che magazzino permanente di masserizie) nacque all’epoca delle lotte tra Guelfi e Ghibellini, che segnarono tutto il territorio con saccheggi e incendi devastanti.

La superficie è di 12.000 mq ed è l’unico esempio in Piemonte di fortificazione urbana complessa, con una strada al centro da cui si dipartono altre strade e vicoli secondari che danno luogo a isolati irregolari, con una serie di cortili e cortiletti. A questa strada si accedeva evidentemente con un ponte levatoio inserito in un torrione. Agli angoli nord-ovest e sud-ovest si innalzavano due torrette cilindriche, di cui s’è conservata sola la seconda. Le mura perimetrali a scarpata nella parte inferiore sono ancora in buono stato di conservazione e tuttora visibili. Gli edifici, con i muri di ciottoli posti a spina di pesce e intervallati da corsi di mattoni, presentano al piano inferiore, la cantina, a quello superiore l’abitazione vera e propria – a volte dotata di camino sporgente verso l’esterno – e al di sopra un “solario” per il deposito dei grani. All’interno del castello possiamo ammirare ancora oggi alcune finestre a sesto acuto, decorate esternamente con modanature o formelle in cotto. Troviamo, inoltre, al primo piano di alcune abitazioni, i caratteristici soffitti a cassettoni. Le case di maggior pregio avevano talvolta le pareti affrescate; va ricordato che uno degli affreschi più celebri altro non è che la splendida “Deposizione” (XV secolo) conservata presso i Musei Civici di Novara. Attualmente, il rinnovato acciottolato e l’illuminazione pubblica ricreano una suggestiva atmosfera, che riporta ai tempi passati della vita nel castello.

NIBBIOLA-

CASTELLO E GIARDINO

Interamente costruita in mattoni, la fortezza sembra riconducibile all’incirca al XV secolo. La parte che ha conservato meglio le sue antiche caratteristiche è la parte posta a ponente, che mostra ancora oggi le sue torri d’angolo, modificate però nella merlatura, e quella centrale, posta a difesa dell’ingresso. Le due torri poste a levante, più slanciate ed esili, hanno conservato la struttura originaria, in particolar modo quella posta a sud-est, che conserva parte di decorazione a denti di sega. Delle originali aperture delle torri e delle mura rimane oggi ben poco, essendo per lo più sostituite da finestre risalenti al XVIII secolo. Ancora oggi è visibile, sul fronte posto a ponente, il fossato con l’originale battiponte. Di particolare pregio è il ponte levatoio, con i suoi bolzoni di legno, le catene, i cardini di ferro e le mensole di pietra su cui trovava appoggio. Un elegante balconcino in ferro battuto trova la sua sede proprio sopra il ponte levatoio. Dentro al castello è situato un oratorio devozionale privato, dedicato a San Francesco da Paola (non visitabile). Un piccolo cortile con piccolo portico sorretto da due colonne in granito è visibile nella parte posta a est, dove pure si estende un vasto giardino ricco di azalee e rododendri. La costruzione ha subito una radicale trasformazione durante il Settecento e da quel momento è stata trasformata in residenza privata.

PRATO SESIA

CASTELLO DI SOPRAMONTE

ruderi

Varie componenti fanno sì che questo luogo sia suggestivo, quasi magico: la torre, la chiesetta, i ruderi del castello e, non ultimo, lo splendido panorama che si ammira dal piccolo sagrato o dall’estrema punta nord della collina. Appena in cima, sulla destra, si trova una torre (XI-XII secolo) di notevoli dimensioni: alta una ventina di metri, di base quasi quadrata, priva di merlatura, molto rimaneggiata nel tempo e dotata di un balconcino (XIX secolo). A una distanza di circa cento metri dalla torre si trovano le rovine del castello di Sopramonte. La costruzione, interamente realizzata in ciottoli di fiume legati da strati di malta, aveva almeno tre torrioni, di cui il più antico è quello posto vicino alla chiesa di Santa Maria. Di questa grande torre è ancora oggi visibile il basamento a pianta quadrata, con uno spessore dei muri di 140 cm. A est della torre si apre una cisterna circolare con un diametro di 340 cm. Per la sua posizione geografica, questa fortezza ebbe certamente grande importanza territoriale; oggi, però, di questo complesso in avanzato stato di rovina si riconoscono solo i possenti muri della fortezza, in ciottoli di fiume a spina di pesce, segnati da alcune feritoie a uso degli archibugi, in gran parte diroccati.

RICETTO DI SIZZANO

Comune di Sizzano - Tel.0321.820214

Si ipotizza che il castello di Sizzano sia sorto intorno alla metà del XII secolo, in quanto un documento del 1152, stilato da Federico I di Barbarossa, conferma al conte Guido di Biandrate la giurisdizione sulla terra di Sizzano, oltre che su altri territori della zona. Il castello aveva una struttura ad anello irregolare, con unico accesso a occidente, circondata da un fossato pieno d’acqua; la chiesa occupava il centro del castello, mentre gli edifici abitativi erano disposti a raggiera. La zona demolita è ora utilizzata come sagrato della parrocchiale, oltre che come piazza principale del paese. Dell’antico castello rimane un semicerchio di case, che un tempo presentava un unico modello abitativo ricorrente: ogni abitazione era composta da un vano al pianoterra – detto “canepa”, adibito a cantina o magazzino – e uno al primo piano, detto “solarium”, cioè la vera e propria abitazione. I due vani erano collegati fra loro, all’esterno, da una scala in legno. Questo scorcio di vecchio borgo, di dimensioni attuali assai ridotte, ci mostra ancora l’originaria struttura in muratura, formata da ciottoli di fiume disposti a spina di pesce, intervallati da mattoni in corsi orizzontali. Nella sua intatta conservazione, tramanda fino a noi la suggestiva immagine di un lontano passato.

CASTELLO DI VICOLUNGO

Il castello di Vicolungo si trova nel centro dell’abitato, adiacente all’antica parrocchiale di San Giorgio, e si sviluppa con gli annessi corpi di fabbrica e le due corti lungo un asse nord-sud. Risulta molto difficile risalire a una datazione certa del nucleo più antico, come pure conoscere la forma originaria dell’intero complesso, non essendoci documentazioni antecedenti il XV secolo. Da un attento esame si può però dedurre che la muratura a ciottoli di fiume disposti a spina di pesce, di cui si trovano alcune tracce nel “Caseggiato in Castello”, risale ai secoli XI-XIV. La rocca venne eretta da Antonio Rabozio – fido sostenitore degli Sforza negli anni di guerra per la conquista del Ducato di Milano – tra il 1453 e il 1464, al fine di assicurare una difesa maggiore alla propria residenza. I Rabozio furono già “milites” vassalli dei conti di Biandrate e grazie a questo titolo abitarono gli edifici del “castrum” per tempo immemorabile.Trasformato nel in cascina, ancora oggi ha queste caratteristiche. Nonostante alcune demolizioni avvenute alla metà dell’Ottocento, sono ancora ben conservate alcune parti della rocca: il torrione quadrato sull’angolo sud-est; sul lato est vi è ancora traccia della postierla (murata), la cui planca scavalca la roggia Molinara; e poi ancora le finestre a sesto acuto in corrispondenza dei vari piani del torrione

PROVINCIA DI VERBANIA

CASTELLO DI MALPAGA –

CANNERO RIVIERA

Suggestivo rudere su un isolotto del Lago Maggiore

CASTELLO VISCONTEO –

VOGOGNA

La realizzazione del castello è attribuita a Giovanni Visconti (metà del XIV sec.). Con la sua torre rotonda, domina il vecchio borgo. Progettato con funzioni difensive e militari, venne inglobato nel sistema perimetrale che racchiude tutto il borgo. In restauro ospita un centro multimediale

 

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