LA CHITARRA

La chitarra è lo strumento musicale onnipresente nelle formule espressive delle ultime generazioni, e quindi le sue origini antiche ci sorprendono. In fondo la chitarra è una “scatola” di legno che amplifica le vibrazioni sonore delle corde messe in tensione mediante il manico.

Incominciamo dal nome, con molta probabilità risale al termine car’tar(dall’arabo quattro corde) che indicava uno strumento a pizzico di origine indo-persiana con cassa armonica piatta a forma di otto, manico relativamente lungo e tastato; alcuni reperti archeologici datano la sua presenza al 2500 a.C.

Tale strumento si diffuse in Europa nel Medioevo attraverso la mediazione degli arabi di Spagna, e con le stesse caratteristiche lo vediamo raffigurato nelle miniature delle "Cantigas de Sancta Maria" (1270 d. C.).

Per quanto riguarda le prime fasi di evoluzione dello strumento, fra gli studiosi vi sono svariate supposizioni. Vi sono comunque almeno due strumenti che hanno portato alla nascita della chitarra attuale: la kuitra araba (‘chitarra moresca’) e lafidicula latina (‘chitarra latina’). La fidicula era un antico strumento diffuso nell’antica Roma, dalla quale si svilupparono la fidula e la viella, gli antenati delle viole e del violino.

Nell’illustrazione il musico a sinistra parrebbe suonare una chitarra latina, mentre quello a destra una chitarra moresca, la differenza principale tra i due strumenti è nel fondo della cassa armonica, piatto per la prima, curvo per la seconda.

La paletta o cavigliere (estremità superiore del manico degli strumenti a corde, alloggiante le caviglie o piroli) non è piatto ma con un’angolatura in avanti per il primo e una accentuata arricciatura per il secondo.

LA CHITARRA RINASCIMENTALE

Dopo le sperimentazioni del Medioevo nel Rinascimento (vedi cetra o citara) la chitarra assume un aspetto più identificabile: relativamente piccola, è lunga 55 centimetri circa, con cassa armonica a forma di 8 allungato, manico con tasti, quattro “cori” - corde appaiate ed accordate all'unisono ed all'ottava- (con corde di budello o, più raramente di seta o di metallo) suonate con il plettro.

Johannes Tinctoris, importante trattatista dell’epoca nel 1487 descrive “uno strumento inventato dagli spagnoli che sia loro che gli italiani chiamano viola ma i francesi mezzo-liuto. Questa viola differisce dal liuto per il fatto che questo ha forma di testuggine, mentre la viola è piatta e per lo più con entrambi i lati curvati verso l’interno”. In Spagna con il termine vihuela de mano (viola da mano o a pizzico) ebbe un successo tale nel Cinquecento da superare il liuto, strumento allora diffusissimo in tutto il resto del continente.

Si è conservato un esemplare custodito nel Museo Jacquemart-André di Parigi,ancorchè modificato in epoca più tarda; tuttavia nella sua struttura originale lo strumento era simile a quello dell’incisione a lato, montava dodici corde distribuite in sei cori, il corpo è lungo 58 cm circa (con il manico misura 110 cm circa) ha le curvature caratteristiche della chitarra anche se poco accentuate.

Le fasce laterali sono alte solo 7,5 cm, mentre sul piano armonico presenta una rosetta grande in posizione centrale con quattro rosette più piccole disposte lungo i vertici di un grande quadrato.

Il periodo d’oro della vihuela è limitato al XVI° secolo e anche in Italia è molto apprezzata per via della dominazione spagnola a Napoli. I vihuelisti godevano di un ottima reputazione, erano solitamente musicisti di professione al servizio delle case reali o dell’aristocrazia e molto ricca fu la musica da loro pubblicata per questo strumento. La vihuela scomparve però alla fine del XVI° secolo per dare origine alla chitarra a cinque cori. Occorre precisare comunque che fondo bombato o fondo piatto saranno caratteristiche non precisamente codificate sia per la vihuela che per la chitarra barocca e utilizzate indifferentemente dai vari liutai.

LA CHITARRA BAROCCA

Nel Seicento la chitarra diventa un prezioso oggetto da ammirare, chiamata "chitarra spagnola", con l’aggiunta del quinto coro al grave rimarrà in voga per tutto il Settecento.
Molto probabilmente in modello è nato in Spagna e si è diffuso velocemente in tutta Europa.

Di squisita fattura, con decorazioni in madreperla, ebano, avorio ed altre esotiche essenze, la chitarra incontra il favore di principi e di re, elevandosi da strumento popolare a strumento della musica colta.

In Italia si diffonde anche un modello con fondo bombato detto chitarra battente e monta corde in metallo più facili da mantenere accordate

Per approfondire le caratteristiche di questo strumento, che si può definire tipicamente italiano, si rimanda al sito di Alfonso Toscano sicuramente uno dei migliori link per tutti gli appassionati della musica della tradizione popolare centro-sud. vedi

La chitarra battente viene digitata sulla tastiera con la mano sinistra, mentre le corde vengono fatte vibrare con la destra; per accompagnare la voce la chitarra viene suonata in genere “a battente”, con colpi decisi cioè delle cinque dita dall’alto verso il basso e/o viceversa, raramente si rafforza la battuta con un colpo di percussione sulla cassa.

Quando si vuole dare un suono continuo, quasi a bordone, si suona a rotazione, roteando cioè con le dita sulle corde in modo da non lasciare tempi vuoti di suono. In presenza di due chitarre battenti, una di queste può fungere da solista e viene allora pizzicata sulle corde per trarne la melodia conduttrice.

LA CHITARRA CLASSICA

Sul finire del XVIII° sec., lo strumento abbandona i raddoppi delle corde e aggiunge una sesta corda al grave chiamandosi "chitarra francese".

La chitarra acustica non ha avuto molta fortuna nella musica popolare di area celtica, perché pur essendosi consolidata nella tradizione musicale spagnola (il flamenco andaluso) e in quella italiana del centro-sud, si è inserita più tardivamente negli strumenti della tradizione popolare celtica: furono pochi gli artisti degli anni 60-70 quali Dave Graham, John Renbourn, Martin Carthy, DaveEvans, Pierre Bensusan e Duck Baker che cercarono di espandere i livelli di espressività sulla chitarra.

La trasposizione della musica celtica per chitarra implica diverse questioni. Una prima cosa è che si cerca di riprodurre più di uno strumento: devi riuscire a suonare contemporaneamente melodia, basso ed accompagnamento. Alcune arie molto lente richiedono un particolare stile di contrappunto (tra le parti melodiche e di basso) per suonare in maniera idonea.

Un'altra "sfida" particolare consiste nel fatto che stai cercando di imitare con la chitarra le tecniche di esecuzione di altri strumenti: per questo motivo la prima cosa da fare è ascoltare con attenzione il suono di questi strumenti nel loro contesto. In fondo, gli arrangiamenti e gli stili musicali che ascoltiamo oggi ci sono stati tramandati da generazioni di musicisti semplicemente sulla base dell'ascolto diretto! Dopo molte, (molte!) ore di ascolto di bands come iChieftains, la Bothy Band, i De Danann sarà possibile espandere il livello di espressività sulla chitarra imitando gli stili dei singoli strumenti (e strumentisti). Per lo stesso motivo è essenziale ascoltare questa musica dal vivo, per catturarne il "drive" e l'impatto e tentare di trasfonderli sulla chitarra e sulla propria tecnica chitarristica.

La tecnica

Ascoltando questa musica con attenzione, ci si accorgerà rapidamente che quasi tutto è suonato nelle tonalità di Re e Sol: questo perché strumenti come ilwhistle, l'arpa celtica, le cornamuse sono strumenti modali, in qualche modo a tonalità obbligata: questi strumenti hanno una restrizione intrinseca che favorisce alcune tonalità, e rende quasi impossibile suonare in altre tonalità. Per un chitarrista è possibile far uso di alcune strategie: la principale è rendere la chitarra uno strumento modale. L'accordatura Re-La-Re-Sol-La-Re (o DADGAD secondo il sistema di notazione anglo-sassone) è usata da molti chitarristi "celtic-oriented", e favorisce le tonalità di Re, Sol e La. Essa fu sperimentata inizialmente negli anni '60 da Dave Graham. Una sua variazione prevede l'abbassamento della 6° e 5° corda di un ulteriore tono: è la cosiddetta "low-Ctuning", ovvero CGDGAD, spesso usata dal grande Dave Evans. Un'altra possibilità è accordare la sesta corda a Re invece che a Mi ("Dropped D tuning"); questa soluzione consente una estensione maggiore verso le note basse, ed un suono più "pieno" nella tonalità di Re. L'adozione dell'accordatura standard, seppur possibile, non rende la vita molto facile (chitarristicamente parlando...); per questo la maggior parte dei chitarristi di "Celtic fingerstyle guitar" ha adottato accordature alternative, e d'altra parte la maggior parte della musica celtica per chitarra che si ascolta oggi non è eseguita in accordatura standard. Oltre alla sopra citata DADGAD, esistono molte altre possibilità: personalmente (ma è una questione di gusti personali...) prediligo EADEAE (Mi-La-Re-Mi-La-Mi), ereditata dal grande Dave Graham; e DGDGBE (Re-Sol-Re-Sol-Si-Mi) presente in alcune incisioni di John Renbourn, entrambe accordature che riescono a rendere bene il basso continuo ("drone") tipico delle cornamuse, semplicemente pizzicando le corde basse "open".

Le accordature aperte in Sol (DGDGBD) in Do (CGCGCE) ed in Re (DADF#AD) sono state spesso adoperate da chitarristi come John Renbourn con ottimi risultati; talvolta sono usate le rispettive accordature in tonalità minore (es. in Sol: D-G-D-G-Bb-D). Martin Carthy ha invece sperimentato l'accordatura DADEAE, che ha il pregio di consentire di suonare in Re maggiore o minore, La maggiore o minore, Mi minore o Sol maggiore. A sua volta questa accordatura è stata in seguito "stravolta" dallo stesso Carthy in DADEAB o in CGCDGA, limitatamente ad alcuni brani.

E' però da precisare che l'uso di accordature alternative non è comunque un requisito obbligatorio per suonare questa musica: il grande Duck Baker è stato da sempre riluttante nell'abbandonare l'accordatura standard, e ci ha tuttavia regalato alcune delle pagine più interessanti di Fingerstyle celtic guitar. In conclusione, l'adozione di tutte queste accordature alternative offre particolari opportunità, ma richiede anche una notevole elasticità mentale, dato che vengono a mancare tutti i consueti punti di riferimento sulla tastiera. Il gusto e la sensibilità personali del singolo chitarrista svolgono un ruolo fondamentale nella scelta fra le tante alternative.

Tratto da Alfredo De Pietra

CELTIC FINGERSTYLE GUITAR

John Renbourn un mito
Martin Simpson idem
Davy Graham il padre della chitarra celtica moderna, deceduto nel 2008
Pierre Bensusan grande chitarrista francese
Dan Ar Braz grande chitarrista bretone
Franco Morone grande chitarrista italiano
Ian Melrose uno dei migliori chitarristi scozzesi

Cattia Salto 2010