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FENICE, IL MITOUccello mitologico, simbolo della rinascita
Tuttavia il mito è complesso e il simbolo della fenice è stato trasmesso alla cultura occidentale dagli antichi autori greci e poi dai latini, con inequivocabile riferimento al Bennu egiziano (dal verbo Benu, che significa risplendere) ovvero Ra, il dio del sole (o meglio il ba di Ra, l'anima o essenza di Ra) "La sua comparsa fu accompagnata da un grido creatore che in un testo dei Sarcofagi era detto "soffio della vita che proveniva dalla gola di Bennu" e contemporaneamente, in una vertiginosa sovrapposizione simbolica, dal dio solare Ra il quale si definiva "Io sono colui che chiude e colui che apre e io non sono che uno nel Nu. Io sono Ra alla prima apparizione, governando ciò che ho fatto"" (Alfredo Cattabiani in Volario pag 515)
L’atto di nascita della Fenice è l’emanazione della Forza primigenia dell’universo, la prima forma di vita ad apparire sulla Collina che sorse sull’Oceano primordiale (la cosmogonia secondo la scuola di Eliopoli ). Così come la stella Venere era la prima a sorgere al mattino la Fenice era la manifestazione del principio della vita "«Io sono il Bennu, l'anima di Ra, la guida degli Dei nel Duat. Che mi sia concesso entrare come un falco, ch'io possa procedere come il Bennu, la Stella del Mattino.» Ancora connesso con il soffio vitale il dono di Fenice al dio dell’Aria Shu: la musica. QUALE SPECIE DI UCCELLO?
“Ho piume color oro e
cremisi con coda lucente di cometa, dal rosso, al violetto, al blu. Non esiste creatura più bella di me, voli di colombe mi incoronano Regina dei cieli.”
Un dato tuttavia è incontrovertibile di fenice ce n'è una sola, condannata alla solitudine. IL SOLELe vittorie della Fenice sull’oscurità erano celebrate dai sacerdoti egizi nei templi di Eliopoli, la città del Sole, similmente altre popolazioni antiche credevano che il dio sole potesse assumere l’aspetto di un uccello o si servisse degli uccelli come aiutanti. Per
i Celti il dio-sole era femmina e veniva rappresentato da un cigno, animale sacro a Brighid, dea del Fuoco sacro e delle Acque, Signora dei
Bardi, che si narra indossasse mantelli fatti con le piume di cigno. L’IMMORTALITA’Il
dono dell’immortalità derivò al Bennu da Ra-Osiride, il
dio-faraone che risorge dalla morte e che svela alla Fenice il grande Mistero -la vita dopo la morte nel cammino delle stelle:
la Fenice, come si evince dal Libro dei Morti,
rappresenta il cammino dell’anima, dopo aver superato le prove di Purezza al
cospetto degli Dei, per accedere al Mondo Ultraterreno. LA MORTE E RESURREZIONE
Nel
Medioevo era raffigurata e classificata nei bestiari come essere la cui
natura stava a dimostrare la resurrezione di Cristo, ma anche simbolo di
immortalità, resurrezione e vita dopo la morte.
“Io sono Fenice, rinata dalle ceneri, io sono lo Spirito che continua a vivere in
eterno, Conosciuta dagli uomini delle terre dell’Est e
dell’Ovest, gli antichi Egizi mi chiamarono Bennu, l’anima di Ra il sole, l’araldo di tutte le cose a venire. Io sono scesa sulla Terra colei che scandisce il tempo in giorno e notte, Da Osiride mi venne il dono dell'immortalità Io sono Fenice, uccello di fiamme, creatura
dell’aria che vola libera e inarrestabile per indicare il
cammino delle stelle. Io sono il fulgido esempio all’uomo perché
acquisisca dalla distruzione delle sue scorie l’energia primigenia, e con essa
si liberi nuovamente in volo. LO SCIAMANO E LA FENICEEppure il simbolo della fenice, simbolo della luce solare è dell’immortalità ha delle verosimili origini indo-orientali “La fenice, simbolo per eccellenza della luce e del calore solare, ma anche dell'immortalità, ha verosimilmente un'origine estremo orientale, e più esattamente mongolo-siberiana, e dunque sciamanica. Nella preistoria dell'Eurasia, la fenice altro non era che l'ipostasi mitica e simbolica del re-sacerdote sciamano il quale, rivestito il costume dell'aquila solare, compiva nello stato di sogno, o mimandola con la sua danza rituale, l'ascesa lungo il tronco dell'"albero cosmico" ed oltre, fino al sole, ridiscendendo quindi sulla terra, trasfigurato in un uomo-uccello di luce, resosi definitivamente immortale. Nelle
iconografie dell'Asia orientale, centrale e meridionale è ancora possibile
riconoscere una chiara traccia di questa antica origine della fenice dal
costume sciamanico. Viceversa, ampiamente diffuso risulta ancor oggi l'uso
della maschera e del costume della fenice sia nelle danze rituali, che nelle
sacre pantomime teatrali eseguite dall'India al Tibet, dall'Indonesia al
Giappone, fino alla Mongolia e alla Siberia.” (citazione da La Fenice e lo
Sciamano di Alessandro Grossato) LA MUSICA E LA FENICENell’epopea mistica islamica si narra dell’uccello Simurgh, ossia Fenice, l’uccello che cela Dio posto ai confini del mondo “Come esperto menestrello la fenice modula il suo lamento e mentre canta, trema come una foglia nell’angoscia della morte. Belve e uccelli vengono a lei per ascoltarla, dimentichi come per incanto delle cose del mondo, e a migliaia le muoiono davanti, sopraffatti dalla pena per la sua triste sorte; e molti altri cadono in un profondo deliquio, incapaci di sostenere la malinconia del suo canto. Mentre la fenice diffonde il suo struggente lamento pare che trasudi sangue; poi quando è giunta l’ora della morte ella agita furiosamente le ali e le piume da cui si sprigionano scintille, e in breve tempo è avvolta dal fuoco. L’incendio si propaga agli sterpi che bruciano lentamente finchè tutto, e legno e uccello, si trasforma in ardenti tizzoni che presto si riducono in cenere. Quando si è spenta anche l’ultima brace una nuova fenice sorge dalle sue ceneri.” Tratto da "Il Verbo degli Uccelli" di Farid ad-din Attar XII sec Bibliografia Il mito della fenice in Oriente e in Occidente a cura di Francesco Zambon e Alessandro Grossato - Marsilio Editori, Venezia 2005 vedi Volario
di Alfredo Cattabiani |