I FLAUTI IN IRLANDA Strumenti
a canna in cui soffiare per produrre una melodia sono all'origine della
musica, come flauto di Pan o stringa (canne dalla diversa lunghezza
legate tra di loro) o con unica canna dotata di fori e di imboccatura,
si ritrovano in tutte le culture. L'uomo di Neanderthal lo costruiva
con ossa di animali, il primo flauto dritto della storia. Le
due grandi famiglie di flauti dell’epoca medievale si
distinguono in flauto diritto e flauto traverso. Entrambi sono
strumenti tradizionali nella musica celtica rispettivamente con il nome
di tin whistle e di timber flute. Con flauto dritto
si intende proprio un tubo dritto (dal legno al metallo in epoche
più recenti) munito di fori con per lo più con
imboccatura a becco detto comunemente in italiano flauto dolce. TIN WHISTLE In Irlanda il flauto dolce più
utilizzato è realizzato in latta con imboccatura in plastica
ed è il primo strumento che i ragazzi imparano a suonare a
scuola o in famiglia, viene detto perciò penny o tin whistle perchè
costa poco ed è di latta (whistle
= fischietto). Strumento diatonico a sei fori con imboccatura come
il nostro flauto dolce ha estensione di sole due ottave,
perciò è prodotto in varie intonazioni, ossia
diverse taglie a seconda della scala in cui suona; quelle
più tipiche sono in RE e in DO (ma soprattutto in RE perchè la grande
maggioranza della musica irlandese è in RE). In questo
strumento non esiste un foro portavoce per variare l'ottava, si suona
sull'ottava sopra aumentando l'intensità del soffio. Fondamentale per suonarlo nella musica irlandese
è imparare la tecnica degli abbellimenti. In genere
è strumento solista in piccole formazioni di musicisti,
mentre è usato per lo più come secondo strumento
da suonatori di cornamusa e di flauto. ASCOLTA un
giovanissimo Paddy Moloney ASCOLTA Kieran Collins ASCOLTA Brian Hughes (da Whirlwind) ASCOLTA Mary Bergin ASCOLTA Joanie Madden Frederick McCubbin 1855-1917 Come il bodhran è diventato il souvenir del turista che vuole portarsi a casa un pezzo d'Irlanda, ma è uno strumento molto diffuso tra i musicisti sia a livello professionistico che amatoriale. Per conoscere pregi e difetti delle varie marche produttrici consultate questa (ottima) guida di Chiff&Fipple continua |
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ROBERT CLARKE e l'origine del TIN
WHISTLES La Clarke è un'azienda fondata a
Manchester (Inghilterra) nel 1843 da un uomo che si è fatto
da sé, e che ha avuto l'idea geniale di utilizzare il nuovo
materiale di allora chiamato Latta per costruire il proprio flauto che
a quei tempi era di legno. Lo
strumento gli è venuto così bene che con un
carretto e il figlio ha girato tutto il Lancashire
per vendere i suoi tin whistles
alle fiere e ai mercati (non solo agli inglesi ma anche a tanti marinai
e operai irlandesi che stavano costruendo ferrovie e canali...) Arrivato
a Manchester Robert Clarke ha fondato la sua prima fabbrica in un
capannone ed è diventato molto ricco vendendo il flauto per
pochi soldi... http://www.clarketinwhistle.com/ |
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LOW WHISTLE Una
variante bassa del tradizionale Tin whistle,
dalle dimensioni decisamente maggiori è stato costruito
interamente in alluminio nel 1970. La storia della sua nascita è curiosa,
un suonatore di uilleann
pipes e di tin whistle, Finbar
Furey, possedeva
un flauto indiano in legno di cui apprezzava in modo particolare il
suono. Il flauto però si danneggiò e il liutaio
inglese che si propose di costruirne uno nuovo in metallo s i
chiamava Bernard Overton;
poiché il flauto gli venne così bene, si mise a
costruirne molti altri... Viene
usato principalmente in sol e in re. Ha un suono molto vellutato e
profondo, magico particolarmente adatto per melodie lente e romantiche,
l'artista che negli anni 80 lo rese popolare fu Davy
Spillane, (nella foto) ma più recentemente il low whistle è stato
introdotto anche nella musica da danza. Per
conoscere pregi e difetti delle
varie marche produttrici
consultate questa (ottima)
guida di Chiff&Fipple continua ASCOLTA Finbar Furey ASCOLTA Davy Spillane
magistrale interprete di slow air (e anche grande piper) ASCOLTA Nick Metcalf completamente
diversa invece la sonorità del flauto
irlandese, ovvero il
flauto traverso classico, anch'esso diffuso in Europa in età
preistorica è ritornato in auge nel Medioevo. Con sei fori
per le dita e uno in cui soffiare (proprio come si produce il suono
soffiando in un collo di bottiglia) è stato perfezionato nel
periodo Rinascimentale. ASCOLTA con Paul McGrattan ASCOLTA Matt Molloy ASCOLTA Conal O'Grada (Cattia Salto 2012) |
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FLAUTO TRADIZIONALE IRLANDESE (Alfredo
De Pietra, le
immagini a cura di Cattia Salto) Il primo manuale del flautista fu pubblicato ad Amsterdam nel 1707, opera di un liutaio e musicista della corte di Luigi XIV, Jacques-Martin Hotteterre. La prima pubblicità illustrata riguardante il flauto traverso in Irlanda fece la sua comparsa nel gennaio del 1747 all’interno del periodico The Dublin Courant, e ciò testimonia la sua presenza all’interno delle classi aristocratiche del XVIII secolo. Attraverso vari passaggi, il perfezionamento finale del flauto classico è opera di Theobald Boehm, che lavorò in particolare sul meccanismo delle chiavi e sulle possibilità di cromatismo tra il 1832 ed il 1847, anno dopo il quale le variazioni diventano solo marginali. Questi stravolgimenti tecnici si rivelarono molto importanti per lo sviluppo della musica tradizionale irlandese, sebbene le conseguenze sociali di queste variazioni, che analizzeremo in breve, si andarono evidenziando solo in un periodo successivo Il
flauto traverso in legno, detto “wooden
flute” o più correntemente “timber flute”,deve
infatti la sua presenza in Irlanda alla tendenza per la quale i
musicisti classici del XIX secolo andarono progressivamente adottando
il flauto traverso in metallo, abbandonando i loro vecchi flauti in
legno, che divennero così disponibili a prezzi molto
più abbordabili. La maggior parte dei flautisti irlandesi suona oggi su modelli in legno, ed i nomi di Rudall & Rose, Potter, Hawks, Boosey, Prattern o Nicholson figurano tra i marchi più apprezzati. Questi flauti sono in genere privi di chiavi che, a detta di alcuni musicisti, rendono problematiche le tecniche di abbellimento. Alcuni musicisti suonano su flauti in metallo con chiavi, ma con poche eccezioni (John McKenna, Paddy Carthy e più di recente l’eccezionale flautista americana Joannie Maddendel gruppo Cherish The Ladies) ben pochi riescono a riprodurre su un flauto traverso classico l’incomparabile calore del legno e la rapidità di esecuzione tipiche del timber flute in un contesto di musica tradizionale. E’ quindi sbagliato ritenere che tutti i flautisti, a metà del XIX secolo, si indirizzarono verso il flauto traverso, e malgrado le analogie nella manifattura, ben pochi artigiani di uilleann pipes ne intrapresero la fabbricazione. Si potrà altresì intuire il perdurare di questa scarsa stima agli inizi del XX secolo, prendendo in considerazione la totale assenza del flauto nell’opera di W.H. Grattan Flood (1904) e il ruolo marginale cui esso viene relegato nell’opera di Francis O’Neill (1913): la differenza tra i capitoli riservati rispettivamente alle uilleann pipes ed al flauto è al riguardo rivelatrice: a fianco degli otto capitoli ben dettagliati sulle uilleann pipes figura per contrasto un breve capitolo di sole otto pagine in cui vengono citati solamente i nomi di sei flautisti, sebbene lo stesso O’Neill praticasse l’uso di questo strumento. L’affermazione riportata all’inizio di questo capitolo, secondo la quale nessun altro strumento è comune presso le classi popolari irlandesi quanto il flauto, si riferisce quindi evidentemente al tin whistle e non al flauto traverso.
Sembra così appurato che il flauto traverso è rimasto, attraverso i decenni, uno strumento suonato da “gentlemen”, come del resto le uilleann pipes. Un’altra prova di questo carattere “non popolare” del flauto traverso ci è data dallo scarso numero di registrazioni effettuate all’inizio del XX secolo. Secondo le ricerche più recenti le prime registrazioni di dischi in cui questo strumento è presente risalgono al 1924, e si limitano a brani della durata di pochi minuti eseguiti da musicisti della parte centro-occidentale dell’Irlanda (Sligo, Leitrim, Roscommon, Galway, Clare) come John Griffin, Tom Morrison o John McKenna. Si direbbe che i flautisti dell’epoca fossero molto meno puristi dei loro omologhi attuali, come dimostrato da una foto di John McKenna con un flauto in legno dotato di molte chiavi, o da altre immagini fotografiche di club irlandesi, come l’Irish Music Club di Chicago, in cui compaiono insieme molti flautisti. |
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E’ a quest’epoca che risale la prima produzione a livello industriale di flauti traversi destinati ad un pubblico di musicisti di livello amatoriale, insieme alla nascita delle flute bands, sorta di fanfare di pifferai con caratteristiche militari. Esse sono tutto sommato scomparse abbastanza rapidamente, sebbene ne rimanga un certo numero nell’Irlanda del Nord, principalmente legate ai movimenti unionisti, cui queste bands sono oggi generalmente associate. Alcuni musicisti utilizzano questi flauti, in genere quelli in Si bemolle, come normali flauti traversi. E’ solo a partire dagli anni ’50 che i musicisti irlandesi iniziarono ad interessarsi maggiormente al flauto traverso in legno, con Paddy Carthy, Josie MacDermott o Jack Coen. Il rinnovamento “folk” degli anni ’60 e ’70 provocò un’ulteriore “infatuazione” che diede origine a flautisti importanti come Séamus Tansey, Michael Tubridy, Matt Molloy, Cathal McConnell, Frankie Gavin, Paul Roche e più recentemente Conal O’Grada, Desi Wilkinson, Fintan Vallely, Marcus Hernon, Hammy Hamilton, Frankie Kennedy, Kevin Crawford o Paul McGrattan. Anche per il flauto traverso, così come per altri strumenti, gli stili regionali si sono stemperati in maniera relativamente rapida, indubbiamente perché questi ultimi stili avevano caratteristiche molto meno marcate che non, ad esempio, nel caso delle uilleann pipes o del fiddle. Esiste anche una tecnica musicale priva di abbellimenti, basata per lo più su uno stile personale superbamente messo in mostra ad esempio da Micho Russell, originario di Doolin. Molti musicisti e musicologi non mancano infine di segnalare l’adattamento delle tecniche delle uilleann pipes al flauto, in particolare il cranning introdotto da Matt Molloy. Concludiamo queste note tecniche precisando che la maggior parte dei flauti sono accordati in Re, ma che alcuni musicisti utilizzano talvolta flauti in Mi bemolle, e più raramente in Fa o in Si bemolle (i più temerari: Matt Molloy…): la loro sonorità arriva ad assumere caratteristiche di profondità quasi magiche. E’ anche interessante notare che l’espansione del flauto traverso in legno si è spostata in Bretagna: i musicisti di questa regione hanno infatti spesso la tendenza a guardare all’evoluzione musicale dell’ “isola dei cugini” come un percorso da seguire. Gli esempi di Patrig Molard, Alan Cloatr e Jean-Michel Veillon sono al riguardo particolarmente rappresentativi di questa nuova tendenza. (tratto da http://xoomer.virgilio.it/aldepi1/i_flauti.htm) |
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Nel
BLOG di Francesca Foletti tutto quello
che volete sapere sul FLAUTO IRLANDESE e in particolare i vari stili di
cui si stralcia una piccolissima parte STILI REGIONALILa
popolarità del flauto oggi è in gran parte dovuto
ai successi di molti suonatori, congiuntamente al successo sempre
più crescente della musica tradizionale irlandese in
generale. Matt Molloy,
ora con i Chieftains,
ma già membro di The Bothy
Band e Planxty e anche
con numerose collaborazioni e registrazioni da solista al suo attivo,
è probabilmente il più conosciuto, ma anche lo
scomparso Frankie Kennedy riscosse l’attenzione di molte
persone durante la sua collaborazione con gli Altan. Il successo e
l’influenza di questi gruppi ha portato la musica di questi
due flautisti a essere proposta ad un pubblico molto più
ampio di quello dei loro coetanei e l’effetto di questo
può essere ascoltato nelle sessions
di tutto il mondo. Kevin
Crawford e Michael McGoldrick
sono due flautisti di una generazione diversa, che esercitano influenze
simili oggi, sia nel loro lavoro da solisti, sia nel loro
coinvolgimento con i Lunasa
e per McGoldrick con i Flook! Il successo commerciale
di questi musicisti ha fatto mettere in evidenza il loro stile
personale e a oscurare il fatto che ci sono diversi stili tradizionali
di suonare il flauto. Alcuni
di questi stili sono stati praticati per un tempo molto lungo e
continuano ad essere seguiti da un gran numero di musicisti
eccezionali. Si possono ricondurre gli stili in tre gruppi: Sligo, Galway-Est
e lo stile “cornamusa”. La contea di Leitrim e l’Irlanda
del Nord hanno anche stili loro propri, ma per il momento la
descrizione di questi modi di suonare può essere ricondotta
sotto l’ombrello ampio dello stile di Sligo. In
generale le due principali caratteristiche degli stili sono il ritmo e
l’uso dell’ornamentazione. Queste caratteristiche
sono usate su dei piani collegati ma anche contrapposti. Da un lato ci
sono flautisti come Matt Molloy
che suonano con poche accentuazioni del ritmo ma impiegando un gran
numero di abbellimenti tipici della cornamusa irlandese come i crans, i rolls
le terzine e i cuts.
Molte innovazioni introdotte nel modo di suonare il flauto in Irish Traditional Music utilizzano questo modello
come punto di partenza. All’altra estremità della
scala ci sono flautisti come Conal
O’Grada che
suonano in stile Sligo
con grande enfasi ritmica e aggiungendo pochi abbellimenti, ma la cui
musica può essere ugualmente convincente. Lo stile Galway-Est può forse
essere visto come una sottocategoria dello stile Sligo, ma con diverse
caratteristiche sue proprie. Queste categorie stilistiche non sono
quasi mai definite in maniera precisa e in mezzo ci sono, naturalmente,
una vasta gamma di sfumature diverse. (tratto da http://ilflautotraverso.blogspot.it/2012/04/esercizio-testo-lungo.html) |
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