IRLANDA LIBERA

ll movimento repubblicano per la costituzione della Repubblica d'Irlanda viene da lontano e rinsalda le sue radici nell'epoca del Romanticismo, quando la maggior parte delle nazioni europee sotto il dominio dello straniero sono riuscite a ottenere la loro indipendenza.
Non così per l'Irlanda, isoletta del Mare Celtico stretta nel pugno dell'Inghilterra, fu solo con la Rivolta di Pasqua del 1916, ricordata più genericamente come "Easter Rising" che Pádraig (Patrick) Pearse e i suoi compagni riuscirono a proclamare la Repubblica d'Irlanda e a sventolare la bandiera tricolore su Dublino!

La bandiera ufficiale dei Ribelli era la Green Flag con le parole "Irish Republic" (Repubblica Irlandese) scritte in arancio, ma la Compagnia E che prese possesso dell'Ufficio Generale delle Poste, aveva come bandiera distintiva il tricolore della "Giovane Irlanda" (sventolata in occasione della Rivolta del 1849): verde per i cattolici, arancione per i protestanti, bianco come simbolo di pace (una bandiera ispirata a quella della Rivoluzione Francese). Fu questa la bandiera a essere issata sul tetto del Quartier Generale e a fare breccia sul pubblico.

Pádraig (Patrick) Pearse nato a Dublino nel 1879, secondo di quattro fratelli, a diciassette anni si unì alla Gaelic League e nel 1913 entrò nell’Irish Republican Brotherhood per poi diventare capo dell’Irish Volunteer. Fu uno dei comandanti maggiori dell’Easter Rising, e fu lui a leggere la Poblacht na hÉireann, la proclamazione della Repubblica d’Irlanda, sulle scale del General Post Office, davanti ad una folla per la verità un po’ disorientata. Poeta irlandese, teorico della rinascita dell’identità gaelica, fu giustiziato il 3 maggio 1916.

Il fratello minore William venne condannato a morte pur non avendo partecipato alla rivolta, con l'unica colpa di essere il fratello di Patrick Pearse. Come anche altri familiari dei firmatari della Dichiarazione d'Indipendenza -eroi loro malgrado: ecco gli uomini del Governo Provvisorio i quali firmarono il manifesto per proclamare La Repubblica d'Irlanda.
Thomas J. Clarke
Sean Mac Diarmada
Thomas Mac Donagh
P.H. Pearse
Eamonn Ceannt
James Connolly
Jospeh Plunkett

In Erin go bragh scritta nel 1920 da Peadar Kearney (compositore di numerose canzoni politiche che furono molto popolari tra gli Irish Volunteeres nel periodo 1913-1922) vengono commemorati gli eroi di quel lunedì 24 aprile: un manipolo di uomini decide di passare alle armi per proclamare la Repubblica d'Irlanda, l'insurrezione doveva divampare su tutta l'isola ma per una serie di contro-ordini scoppiò solo a Dublino.

Il 24 aprile lo Stato Maggiore repubblicano divide le sue forze in cinque battaglioni incaricati di neutralizzare i centri nevralgici di Dublino: Ned Daly con la prima brigata occupa le Four Courts (il tribunale). Thomas Mac Dnagh prende la fabbrica Jacob. Éamon de Valera occupa Boland’s Flour Mill per bloccare l’arrivo dei rinforzi inglesi. Éamon Ceant si installa nella South Dublin Union e altre truppe si insediano nel quartiere periferico di Fingall, al nord della città. Michael Mallin e la contessa Constance Markiewicz erigono barricate a St. Stephen Green. Lo Stato Maggiore della rivolta si insedia alla Posta centrale di Sackville Street (poi ribattezzata O’Connell Street). Vengono esposte bandiere con la scritta Irish Republic ricamata in oro su fondo verde. Patrick Pearse proclama la creazione del governo provvisorio della nuova Repubblica irlandese. Nell’ufficio postale ci sono con lui Connolly, come comandante militare, Joseph Plunkett, The O’Rahilly, Tom Clark e Sean MacDermott. Vi è anche un giovane di nome Michael Collins. (tratto da qui)

UNA SETTIMANA DI GUERRIGLIA

Non fu una battaglia ma una guerriglia urbana (una delle prime nella storia) con pochi irlandesi armati alla meno peggio, circondati dall'esercito inglese che inviava sempre più contingenti a Dublino; inglesi così esacerbati dalle perdite che si misero a fucilare gli uomini civili (e inermi) requisiti nelle case,  mano a mano che venivano ripulite dal rastrellamento; inglesi disposti a radere al suolo una città pur di stanare i ribelli.
L'ordine di arrendersi venne da Pearse dopo una settimana dalla rivolta con il quartier generale General Post Office  (un grande edificio neoclassico) cannoneggiato e ridotto ad un ammasso di macerie con gli edifici circostanti.
Ecco il bollettino di guerra: 450 morti di cui 132 soldati, 63 insorti, 254 civili; oltre 500 feriti, 16 giustiziati.

WHEN YOU FELL IN THE FOGGY DEW

Nel 1919, in occasione del giorno d'insediamento del nuovo parlamento irlandese a Dublino Charles O’Neil scrisse la canzone Foggy Dew per commemorare i primi passi dell’Isola verso l’indipendenza; nel ricordare la Rivolta di Pasqua O’Neil lancia un accorato appello "meglio morire sotto il cielo di Dublino" piuttosto che al comando degli inglesi o per una causa sbagliata! L'autore si rammarica che i tanti soldati irlandesi morti nella I Guerra Mondiale nell'esercito inglese non abbiano potuto combattere gloriosamente per l'Irlanda, allora i loro nomi sarebbero stati ancora ricordati come eroi invece di andare dispersi.
Oh had they died by Pearse’s side
Or fought with Chatal Brugha
Then their graves we’d keep where the Fenians sleep
‘Neath the hills of the foggy dew

(Oh, fossero morti al fianco di Pearse
o avessero combattuto con Cathal Brugha!
Allora si serberebbero i loro nomi dove dormono i Feniani (1),
sotto le colline fra le nebbie dell’aurora)
1) Fenians ovvero la Fenian Brotherhood  fondata da James Stephens nel 1858 a Dublino per la creazione di una repubblica irlandese indipendente dal Regno Unito. I Feniani  presero il nome dai Fianna ovvero i mitici guerrieri guidati da Fionn Mac Cumhail. Si fa riferimento agli antichi luoghi di sepoltura di questi mitici eroi ossia le tombe a tumulo.

Il video musicale reportage sulla rivolta di Pasqua 1916 realizzato da Jack Lukeman ha come colonna sonora "The Minstrel Boy" scritta da Thomas Moore in ricordo di alcuni amici di gioventù, che parteciparono alla ribellione irlandese del 1798: una canzone popolare e conosciuta internazionalmente, tra le più registrate, il primo fu il tenore irlandese John McCormack che la incise agli inizi della sua carriera (e venne perciò soprannominatothe Irish Ministrel); al suo successo hanno contribuito inoltre numerosi films e programmi televisivi.
La canzone afferma che l’anima di un popolo non potrà mai essere incatenata: anche se il nemico ti ha conquistato, non potrà mai portarti via la tua anima o spirito come si voglia chiamare ossia le tue usanze e tradizioni, la lingua, la cultura e la tua musica…

L’EROE ROMANTICO

Thomas Moore (poeta irlandese del Settecento vediaveva tuttavia in mente un tipo preciso di patriota idealista, quello che guidava le ribellioni irlandesi con il suo ardore giovanile, la sua dedizione alla causa, la sua pervicace convinzione nell’ideale, di certo un po’ ingenuo e poco esperto, e così imbottito di una concezione eroica dell’uomo che finiva più spesso ucciso o catturato, ma era pieno di passione e di sentimento. Così Moore descrive i giovani ribelli di allora, poeti, studiosi e sognatori, privi di senso pratico e non addestrati alle strategie della guerra, eppure che affrontano il nemico e il loro tragico destino con coraggio, fierezza e dignità.

(Cattia Salto)