HIND
HORN La ballata è stata collezionata dal professor Child con il numero 17; ha origini che si perdono nell'Alto Medioevo a partire dalle saghe vichinghe (VIII o IX secolo): la storia ha fatto il giro un po' di tutta l'Europa e lo stesso Boccaccio ne fece una riscrittura nella nona novella del Decamerone. Già nel IX secolo i Vichinghi misero piede in Inghilterra e Irlanda ma solo con l'invasione dei Normanni ("gli uomini del Nord" ovvero i vichinghi, per lo più danesi, insediatisi nel nord della Francia) iniziò a circolare in forma scritta l'antica saga vichinga in lingua francese che diventerà il romance (romanzo cavalleresco in rima) King Horn, scritto alla fine del XIII secolo in proto-inglese (Old English): nella trasposizione molti dettagli vennero scartati anche se il racconto finì per contenere diversi elementi di cultura vichinga, ma inevitabilmente fu plasmato secondo la cultura feudale del tempo. Quando un secolo più tardi si affermò il genere ballata i menestrelli fecero un adattamento dei precedenti versi in rima baciata, cogliendo solo le parti ritenute più interessanti e quindi per le corti e le strade iniziarono a circolare una miriade di versioni. |
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KING
HORN: IL ROMANZO CAVALLERESCO Si narra dell'eroico re Horn, originariamente un feroce e sanguinario incursore vichingo trasformato in tipico cavaliere medievale, imbevuto di virtù cavalleresche; il romanzo ha chiari intenti propagandistici per favorire l'arruolamento alle crociate (vedi) LA TRAMA (a cura di Giordano Dall'Armellina) Horn e’ figlio di Murry, re di Suddenne (1) E’ un giovane di straordinaria bellezza e ha dodici amici (2) dei quali Athulf (3) e Fikenhild sono i suoi favoriti. Un giorno, mentre Murry stava cavalcando, si imbatté in 15 navi di Saraceni (4) che erano appena approdate. I pagani uccisero il re e per evitare una possibile vendetta in un futuro da parte di Horn, lo misero insieme ai suoi 12 compagni su una barca senza remi e senza timone e lo lasciarono al largo (5). Tuttavia le correnti portarono la barca sulle coste del regno di Westerness (6) ad ovest di Suddenne. Il re Ailmar diede loro il benvenuto e li affidò ad Athelbrus, il suo consigliere perché provvedesse alla loro educazione. Rymenhild, la figlia del re, s’innamorò di Horn e dopo aver convinto non senza difficoltà Athelbrus a condurlo nel suo appartamento privato, si offrì a lui come moglie. Horn le rispose che sarebbe stato un matrimonio sconveniente essendo egli solo un servo (7) e lei figlia di re. Questa risposta ferì Rymenhild grandemente e Horn fu così commosso dal suo dolore che le promise che avrebbe fatto tutto quello che lei avesse richiesto se lei avesse indotto suo padre a farlo diventare cavaliere. Il giorno seguente Horn divenne cavaliere e investì lui stesso i suoi dodici amici che divennero anch’essi cavalieri. Rhymenhild mandò a chiamare Horn per indurlo a sposarla ma Horn voleva prima dimostrare di essere degno del titolo di cavaliere per fregiarsi di qualche nobile impresa. Se fosse tornato vivo, allora l’avrebbe sposata. Data questa risposta Rymenhild gli diede un anello impreziosito di pietre di tale potere che mai sarebbe stato ucciso se lui l’avesse guardato pensando a lei (8). Il giovane cavaliere ebbe la fortuna di imbattersi immediatamente con una nave piena di Saraceni e con l’aiuto dell’anello fu in grado di ucciderne un centinaio (9) dei loro migliori. Il giorno seguente andò a far visita a Rymenhild e la trovò affranta a causa di un brutto sogno. Aveva buttato una rete in mare e un grosso pesce l’aveva rotta. Horn tentò di confortarla ma non riuscì a nascondere la sua apprensione che i guai sarebbero arrivati. Il pesce non era altri che Fikenhild, l’amico del cuore di Horn. Parlò al re Ailmar dell’intimità che si era venuta creando tra Horn e sua figlia e aggiunse che Horn aveva l’intenzione di uccidere il re e di sposare la principessa. Ailmar si arrabbiò molto e fu nello stesso tempo addolorato. Trovò il giovane nell’appartamento privato della figlia e gli ordinò di lasciare il suo reame immediatamente. Horn sellò il cavallo e si armò, poi tornò da Rymenhild e le disse che sarebbe andato per terre straniere per sette anni (10). Se non fosse tornato o non avesse inviato sue notizie lei avrebbe potuto scegliersi un altro marito. Salpò verso ovest fino a giungere in Irlanda. Appena arrivato incontrò due principi che lo invitarono a prendere servizio presso il loro padre. Il re Thorston (11) lo accolse benevolmente ed ebbe immediatamente l’occasione di servirsi di lui. A Natale venne alla corte un gigante con un messaggio da parte dei pagani appena giunti. Proposero che uno di loro combattesse contro tre cristiani e aggiunsero che se i cristiani avessero ucciso il loro campione avrebbero lasciato quella terra, ma se al contrario il loro campione avesse ucciso i tre cristiani si sarebbero impossessati del regno. Horn rifiutò con scherno di combattere a quelle condizioni: lui solo avrebbe combattuto contro tre pagani. Così fece e nel corso del combattimento venne a sapere che quelli erano i saraceni che avevano ucciso suo padre. Horn guardò il suo anello e pensò a Rymenhild e si buttò sui suoi nemici. Questa volta tutto l’esercito prese parte alla battaglia (12). Nessuno scappò ma il re Thurston perse molti uomini fra i quali i suoi stessi figli. Non avendo eredi offerse a Horn la mano di sua figlia Reynild e la successione al trono. Horn rispose che non aveva ancora meritato una tale ricompensa e che avrebbe servito il re per altro tempo. Sperava poi che qualora lui richiedesse in sposa sua figlia in un futuro il re non rifiutasse la proposta. Sette anni stette Horn con il re Thorston e da Rymenhild non andò mai nè scrisse mai. Fu un periodo molto triste per Rymenhild e come se non bastasse il re Modi di Reynis la chiesa in sposa e suo padre acconsentì. Il matrimonio si sarebbe celebrato da lì a pochi giorni. Rymenhild mandò messaggeri in ogni dove ma Horn non ne seppe nulla fino a quando un giorno mentre stava andando a caccia, incontrò uno di loro e venne a sapere come stavano le cose. Mandò un messaggio al suo amore dicendogli di non preoccuparsi: lui sarebbe arrivato prima del matrimonio. Ma sfortunatamente il messaggero affogò mentre tornava e Rhymenhild, mentre cercava a fatica con gli occhi un raggio di speranza fuori della porta, vide il suo corpo trascinato via dalle onde. Ora Horn fece ampia confessione a re Thorston e gli chiese aiuto. Questo fu generosamente accordato e Horn salpò in direzione di Westerness. Arrivò non troppo presto nel giorno del matrimonio, lasciò i suoi uomini nel bosco e si diresse solo verso la corte di re Ailmar. Incontrò un pellegrino e gli chiese notizie. Il pellegrino era appena venuto dal matrimonio di Rymenhild e riferì che piangeva e non voleva sposarsi poiché aveva un marito che era lontano in altre terre. |
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Horn
cambiò vestiti con il pellegrino, scurì la pelle
e contorse le labbra. Così si presentò ai
cancelli del re. L’uomo di guardia non ne voleva sapere di
farlo entrare: Horn
aprì il portone a calci, buttò il guardiano
giù dal ponte e si diresse verso la sala dei ricevimenti; li
si sedette nel settore riservato ai mendicanti. Rymenhild
stava piangendo ma dopo aver mangiato carne, si alzò per
dare da bere, per mezzo di un corno a tutti i cavalieri e nobili.
Così era l’usanza (13). Horn
la chiamò, lei pose il corno e gli riempì una
ciotola ma Horn non
volle bere da quella (14). Poi disse misteriosamente: “Tu
pensi che io sia un mendicante ma in realtà sono un
pescatore venuto dal lontano oriente (15) per pescare alla tua festa.
La mia rete e’ qui a portata di mano ed ha sette anni. Sono
venuto a vedere se ha preso qualche pesce.” .”Rymenhild lo guardò,
le si gelò il cuore. Che cosa volesse dire con il suo
pescare non lo riusciva a comprendere. Riempì il suo corno e
bevve alla sua salute, lo porse al pellegrino e disse: “Bevi
quello che ti spetta e dimmi se per caso hai visto Horn” Horn bevve e gettò
l'anello dentro il corno. Quando la principessa
andò nella sua stanza privata, trovò l'anello che
aveva dato a Horn.
Temeva che fosse morto e mandò a chiamare il pellegrino. Il
pellegrino le disse che Horn
era morto durante il suo viaggio verso Westerness
e lo aveva pregato di andare da Rymenhild
con l'anello. Rhymenhild
non poté sopportare quello che aveva udito. Si
gettò sul letto, dove aveva nascosto un coltello che voleva
utilizzare per uccidere il re Modi e se stessa se Horn non fosse tornato, e
puntò il coltello verso il suo cuore. A quel punto Horn la fermò e
gridò: “Io sono Horn” Grande
fu la sua gioia ma non era tempo di indulgere troppo. Horn andò a radunare
i suoi uomini. Uccisero tutti quelli che erano nel castello (16)
eccetto il re Ailmar e
i suoi vecchi amici tra i quali il suo il suo fedele amico Athulf. Horn
risparmiò anche Fikenhild
in cambio di un giuramento di fedeltà da lui e dal resto dei
suoi amici. Poi si fece riconoscere da Ailmar,
negò le accuse che gli erano state mosse e disse che non
avrebbe sposato Rymenhild
nemmeno adesso, almeno fino a quando non avesse riconquistato Sudenne. Si mise subito ad
organizzarlo; ma mentre era impegnato a cacciare i Saraceni dalla sua
terra e a ricostruire chiese (17) , lo spergiuro
Fikenhild
comprò sia giovani sia vecchi per farli stare dalla sua
parte. Costruì una fortezza, sposò
Rymenhild
e ve la portò e cominciò una festa. Horn
avvisato da un sogno, fece rotta di nuovo verso Westerness
e s’imbatté nel nuovo castello di Fikenhild. Il cugino Athulf era sulla spiaggia per
informarlo di cosa era successo. Gli
disse di come Fikenhild
avesse sposato Rymenhild
proprio quel giorno. Aveva ingannato Horn
due volte. Horn si travestì e fece travestire
i suoi cavalieri da arpisti e violinisti (18) e grazie alla loro musica
ebbero accesso al castello. Appena entrato guardò il suo
anello e pensò a Rhymenhild.
Fikenhild e i suoi
uomini furono presto uccisi. Fece sposare Athulf
con la figlia di re Thurston
e fece diventare Rymenhild
regina di Sudenne. |
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NOTE di Giordano Dall'Armellina Arthur
Rackham |
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Il romance secondo lo schema della chanson de geste è ovviamente un racconto di avventure guerresche, nella ballata invece prevale il tema amoroso il quale inaugurerà uno specifico filone detto "broken token ballad": l'uomo andato in guerra, ritorna dopo molti anni e incontra (sotto mentite spoglie) la fidanzata o la moglie, e la sottopone ad un test per avere la prova della sua fedeltà. Il modello archetipo è probabilmente quello di Ulisse e Penelope. Nel passaggio alla ballata il nome del protagonista King Horn è trasformato in Hind Horn e la principessa è chiamata Jean. LA TRAMA Un giovane uomo, spesso uno scozzese, Hind Horn, ha servito il re andando per mare per sette anni, nel frattempo si innamora di Jean, la figlia del re. Il re ad un certo punto e per motivi non chiariti, allontana da corte Hind Horn mandandolo a combattere oltremare per altri sette anni. Prima della separazione l'innamorata gli dona un anello che contiene una pietra magica, la quale diventa opaca in caso d'infedeltà. Quando la pietra perde la sua brillantezza il giovane corre a corte e scopre che Jane si è sposata con un altro; travestendosi e camuffandosi da mendicante con la scusa di brindare per la sposa getta nel bicchiere l'anello avuto in dono. Subito Jean lo riconosce e presumibilmente scappa via con Hind Horn. La ballata, nota anche sotto i titoli di "The Pale Ring" o "The Jeweled Ring", è stata preservata nelle versioni più complete in Scozia e Irlanda ma, grazie agli emigranti irlandesi, è approdata anche nel New Brunswick (Canada). Le versioni sono molte come pure le melodie associate, non si trovano tuttavia molte registrazioni in merito, si citano quelle di Ewan MacColl (1956), Peggy Seeger, Bandoggs (1978), Maddy Prior (1997), Brian Peters (2001), Giordano Dall'Armellina, Joe Estey e Chris & Pete Coe (2001). |
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