I DID IN MY WAY

Nella tradizione delle canzoni popolari celtiche ottocentesche si leva un canto di protesta contro "il sistema" non è anarchico nè socialista, ma un grido di libertà che si può riassumere nello slogan sex-drinks&piping; questo filone di canti popolari non ha solo come protagonisti dei giovanotti imberbi in cerca di avventura, quanto piuttosto uomini maturi se non anziani che cercano di prendere il buono della vita. Uno spirito libero vagabonda per il paese senza radici e spesso al di fuori dalla società civile e vuole solo essere lasciato in pace, perciò risponde ai benpensanti e ai moralisti "Fatti i fatti tuoi!" Così nel canto in gaelico irlandese O caide sin do’n te sin

La gente dice che sono povero, senz’altro,
Non ho beni né vestiti, né greggi e né bestiame,
Ma se vivo contento in una baracca 
Mi dite a voi cosa ve ne deve fregare?

Molti sono canti in gaelico in cui il protagonista rivendica l'esercizio della libera volontà, niente tasse, preoccupazioni e dispiaceri, ma la vita come viene affidandosi alla carità della gente. Così in Ólaim puins canta
Ciascuno valuta tutte le strade della vita;
pensa a farsi prete o darsi al commercio
o pensa all’esercito, la sua forza e il dominio,
ma di certo la carità e l’affare che fa per me.

In The Beggarman's song un mendicante girovago ritiene che il suo mestiere sia il migliore del mondo, perché così è libero (da ogni convenzione sociale, obblighi e consuetudini); quando ha fame chiede da mangiare, quando è stanco si siede a riposare e quando ha sonno dorme dove capita, magari in un fienile se piove. Incontrata una ragazza che gli fa notare il suo misero abbigliamento, le risponde che preferisce il suo genere di vita e che tutto il resto è superfluo.
Il mendicante mette in pratica l'insegnamento del filosofo greco Epicuro per il raggiungimento della felicità: seguire i "bisogni naturali", concedersi di tanto in tanto quelli naturali ma non necessari, evitare quelli vani (nè naturali e nè necessari come l'arricchirsi)
Dei desideri alcuni sono naturali e necessari, altri naturali e non necessari, altri né naturali né necessari, ma nati solo da vana opinione (Epicuro Lettera a Meneceo) continua
Una domanda sorge spontanea: è il lavoro un bisogno naturale e necessario?

TRAMPS & HAWKERS

Nelle isole britanniche ancora nell'Ottocento vivevano tranquillamente i “summer walkers” detti più comunemente “tra(i)vellers” o in senso spregiativo “tinkers” (dal gaelico lattoniere = calderai) sono i discendenti dalla popolazione autoctona di lingua gaelica; vivevano come calderai, venditori ambulanti e commercianti di cavalli; erano anche lavoranti stagionali nelle aziende agricole o pescatori, che si spostavano a seconda della disponibilità di lavoro. Alcuni erano organizzati in gruppi o comunità, ma spesso viaggiavano soli o con il proprio nucleo famigliare. Spesso musicisti ambulanti, erano i depositari dei canti e delle musiche della tradizione popolare scozzese e irlandese.
Una versione scozzese della canzone "Tramps and hawkers" è intitolata "Come All Ye Tramps and Hawkers" ed è attribuita a ‘Besom Jimmy’ (Jimmy Henderson) un venditore ambulante di fine Ottocento che la diffuse tra la comunità di travellers; Jimmy MacBeath, bracciante itinerante per Scozia e Irlanda nonchè musicista, la cantò al People's Festival di Edimburgo nel 1951 aggiungendo di suo.
Il titolo si traduce come "vagabondi e girovaghi" (hawkers ha un significato più specifico di mercante girovago, venditore ambulante) e il canto è un elogio alla vita libera dei travellers ottocenteschi.

I
O come all you tramps and hawkes,
come all you tramps and hawkes 
you gaitherers o blaw
That tramp the country round and round come listen one and all.
I’ll tell to you a roving tale of the sights that I have seen.
It’s far into the snowy north and south by Gretna Green
II
Oh I’ve done my share of loading ships with dockers on the Clyde
I laboured hard wi trawlermen pulling herring over the side
I helped to build the michty bridge that spans the busy forth
And with many an Angus farmer’s plough I broke the bonny earth.
III
Oh I’m happy in the summertime beneath the bright blue sky.
Never thinking in the morning where at night I’ll have to lie.
In barn or byre or anywhere dossing out among the hay.
And if the weather treats me right I’m happy ev’ry day.
IV
Sometimes I laugh unto my self while trudging on the road.
My bag of meal slung o’er my back, my face as brown as a toad.
With lumps of cheese and tatty scones, with bread and braxie ham.
Never giving a thought to where I’ve been and less to where I’m going.

TRADUZIONE ITALIANO DI CATTIA SALTO
I
Venite vagabondi e girovaghi, voi canne al vento
che girate il paese in lungo e in largo, venite ad ascoltare tutti,
racconterò la mia storia di giramondo, dei posti che ho visto,
dal Nord innevato fino al sud di Gretna Green
II
​Ho fatto la mia parte di lavoro con gli scaricatori portuali di Clyde,
ho lavorato sodo con i pescatori nel tirare su le aringhe,
ho aiutato a costruire il Ponte Michty che attraversa il Forth affollato
e con molte paia di cavalli di una fattoria ho arato la buona terra
III
Sono felice d’estate sotto il luminoso cielo blu
senza preoccuparmi al mattino di dove andrò a dormire la notte,
nel fienile o nella stalla o stravaccato all’aperto tra il fieno,
e se il tempo mi tratta bene sono felice tutto il giorno
IV
Tavolta rido tra me e me mentre arranco per la strada
con la sacca del cibo sulle spalle e la faccia scura come un rospo
con pezzi di dolce e tortini di patate e formaggio e prosciutto di pecora,
senza pensare da dove sono venuto o dove sto andando

Erano i cantastorie del popolo che hanno preso il posto ai bardi itineranti, non privi di un certo fascino, nelle ballate condividevano molti luoghi comuni attribuiti anche agli zingari:  una Lady o la figlia del Laird viene “conquistata” dal fascino esotico di un rude zingaro o dal fascino di un virile e possente aratore e preferisce la strada che le comodità di un castello o di una ricca fattoria; come per il fascino esotico degli zingari così dei cavallanti si diceva che conoscessero arti segrete per “sussurrare” ai cavalli: si attribuiva loro un potere magico di seduzione che poteva piegare la volontà di bestie e donne. Vedasi ad esempio " The rovin ploughboy" una parodia della ballata “The Gipsy Laddie”

SAD VERSE

I finali di questi canti che s'incociano con le popolari drinking songs prevedono il sad verse con l'immancabile brindisi così in The Jug of punch  o in Rosin The Beau il protagonista esprime il desiderio di essere  seppellito con due barilotti di birra/whisky per poter bere anche nell'Altro Mondo.

I feel that old tyrant approaching, That cruel remorseless old foe, And I lift up me glass in his honour. Take a drink with old Rosin the Beau Vedo il vecchio tiranno avvicinarsi, uno spirito crudele e spietato. alzo il bicchiere in suo onore, venite a bere con il vecchio Rosin il Bello.

(Cattia Salto)