IL RITUALE DEL PASSA-PASSA

La magia arborea è invocata nei tempi antichi per la cura di alcune malattie infantili o dei genitali (compresa anche l'impotenza): la "passata" dei bambini era ancora praticata nel Novecento in alcune regioni del Sud Italia.

Così scrive Andrea Romanazzi nel suo ottimo articolo "Si tratta di un pittoresco rituale magico legato alla cura del bimbo vittima di ernia, che si officiava fino al secolo scorso in numerosi comuni italiani. In un giorno specifico dell’anno, alcune persone si recavano in campagna dove, dopo aver scelto un albero, la cui tipologia variava da luogo a luogo, ne coglievano un ramo e, una volta tagliatolo in senso longitudinale dalla base all’estremità superiore, lo divaricavano a formare l’immagine di una vulva. Due uomini, i “compari”, tenevano aperta la fessura attraverso la quale un terzo, spesso uno dei genitori o la levatrice, faceva passare il bimbo malato di ernia allo scroto. Il rituale era compiuto tre volte, dopodiché si ricongiungevano le estremità del ramo e le si legava con uno spago. Se il ramo fosse germogliato nuovamente il bimbo sarebbe stato libero dalla malattia e il rito avrebbe avuto successo.continua 

LE RADICI PAGANE DEL RITUALE

Spiega il Romanazzi: "La tradizione lega questo rituale alla cura dell’ernia inguinale, una malattia in realtà non casuale ma che riporta ad un tema sessuale di fertilità e riproduzione. In realtà ecco però che nella maggior parte dei casi la patologia non è presente nel bambino che subisce il rito, anzi, spesso è un male futuro, una specie di rito apotropaico. Se dunque l’ernia è immaginata come una “rottura” del “ramo” intestinale, unico metodo per risanarla è affidarsi alla magia simpatica o imitativa.

Ecco così realizzato un processo analogo, si crea nell’albero, espressione dell’ammalato, una fenditura, l’ernia arborea. Stabilito così l’intimo legame tra bambino e albero, attraverso il rituale di passaggio, una volta guarita la “crepatura” dell’albero sarebbe guarita, allo stesso modo, la patologia del bimbo."

Vedasi ad esempio il rito praticato alla cappella di San Giovanni Battista in Subiaco (Lazio) nota nella zona con il nome di san Giovanni dell’Acqua. Come riporta Giuseppe Bonifazio il 23 giugno  vigilia della festa di San Giovanni, una processione notturna si recava in visita al Santo. In tale occasione veniva praticata la "passata" dei bambini con tanto di compari incaricati ad espletare il rito.
"Nella cappella si conservano degli ex voto che attestano il ringraziamento per la sparizione del male e fino a prima dei restauri effettuati il 1990 era appeso anche un cinto di gomma, che inequivocabilmente indicava il tipo di grazia ricevuta. I soggetti degli ex voto sono tutti bambini maschi, con un’età che varia da alcuni mesi ad alcuni anni e, secondo le informazioni raccolte, tutti con una lesione già in atto. Anche qui, pur rappresentando delle eccezioni, vi sono stati casi di bambine e perfino signorine “passate” per la fuoriuscita di un viscere, così come non si possono escludere interventi a scopo preventivo, per esorcizzare il male futuro." (continua)

Il rituale si poteva considerare riuscito se l'albero germogliava, altrimenti si ripeteva l'anno successivo, alla pianta non veniva trasferito il male ma s'innescava un processo di rinvigorimento, trasferito alla facoltà procreatrice dell'uomo.
Più in generale il passaggio del malato attraverso uno stretto varco  (demoiatrica) come ad esempio una fenditura nella roccia o una spaccatura nell'albero, un cunicolo o anche una piccola finestra simboleggia una nuova nascita cancellando ogni pecca o malattia anteriore alla rinascita.

Oggi il rito si è trasformato in alcune località nella "Festa del Compare" come nel comune di Rutigliano che per Pasquetta nella chiesa dell'Annunziata si celebra il "passa-pass" con scambio di nastri colorati tra amici e famigliari che si legano il nastro al braccio come suggello di un'amicizia benedetta. (vedi)

(Cattia Salto aprile 2017)