Edizioni GS 2006 Santhià (Vc) Foto di copertina: Pino Molinaroli vista prospettica
della Chiesa di Santa Maria d’Isana |
SANTA MARIA D’ISANA(Giovanni Franco Giuliano) |
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Approfondito
studio su un antico insediamento in terra livornese, sedimento di
storia non esclusivamente locale, anzi d’importanza europea,
poichè documentata mansio templare lungo le vie medievali di
pellegrinaggio (la cui chiesa costituisce l’unica
testimonianza dei Templari in Piemonte). Ed
è proprio alla “stata Francigena” che
l’autore dedica il capitolo primo, individuando con puntuale
illustrazione l’incrocio di strade che facevano di Livorno,
un notevole crocevia già in epoca romana, insieme ad una
ragionata raccolta di indizi toponomastici in territorio livornese,
corredata da tutte le testimonianze di ritrovamenti occorsi anche in
tempi recenti (necropoli di via Alice vedi): Giuliano
dimostra così che Livorno era nel Medioevo “sede
mercatale di primaria importanza”. Seguendo le tracce dei
pellegrini graffite sulle pareti dell’Oratorio di
Sant’Andrea al cimitero (coevo alla chiesa di Santa Maria
d’Isana) possiamo ben immaginarci le scritte analoghe
riportate sulle pareti della mansio templare… Ma
la documentazione storica del saggio prosegue per tutto il 1500
annotando come la soppressione dell’ordine templare abbia
fatto scemare l’importanza di Isana, di contro essendo la
strada Liburnasca frequentata via di transito, il paese di Livorno
abbia sempre assistito al passaggio di truppe e al soggiorno di
personaggi illustri, anche in seno ecclesiastico. Il
capitolo secondo tratta più diffusamente della chiesa e
riporta un ricco corredo fotografico con la riproduzione in mappa dei
registri catastali a partire dal 1622 dove si evince tutta la storia
della Tenuta agricola, supportati dalle relative relazioni tecniche
della visite delle varie commissioni istituite dai Commendatari fino al
1793 e all’ultimo contratto di affittanza. Nel
terzo capitolo titolato “Fede e devozione
d’Isana” sono riprodotte delle suggestive cartoline
dei primi del 900 e varie fotografie degli anni sessanta, mentre nelle
note Giuliano ripercorre il particolare itinerario mariano con il quale
a Livorno il fedele può ancora compiere un continuo
pellegrinaggio devozionale: Santa Maria delle Grazie, Madonna di Loreto
presso il conventino omonimo, Madonna del Carmine e Madonna Addolorata,
Madonna del Rosario e Madonna del Suffragio, Immacolata Concezione e
Maria Ausiliatrice, La Consolata e Madonna di Lourdes; la Madonna degli
Infermi e Santa Maria Assunta venerata a Isana, unitamente a una
nutrita serie di murales, edicole e piloni votivi sparsi per il centro
abitato e la campagna. Il
saggio termina con una raccolta di storie della tradizione popolare: il
Menhir (vedi) e il Graal
(e una strana perquisizione notturna di alcuni ufficiali tedeschi poco
prima della disfatta hitleriana proprio alla chiesetta di Isana); le
leggende raccolte da Marisa Camoriano e argutamente commentate
dall’autore. Un
saggio ben documentato e illustrato, tra il cronachistico e lo storico,
che non mancherà di attirare l’attenzione di
studiosi, fedeli e turisti. (Cattia Salto) |
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