Privacy Policy Terre Celtiche, Livorno Ferraris

NELLA TERRA CHE INCONTRA IL CIELO

LE TAPPE

Tenuta Veneria

Tenuta-Castello Desana

Castel Merlino

Leri

Tenuta La Colombara

Isana

Darola

Principato di Lucedio

Bosco della Partecipanza

Lame del Sesia

San Genuario

 

1^ tappa

TENUTA VENERIA -Lignana

 

La cascina Veneria, con i suoi oltre 700 ettari di risaie, si estende su una vasta area situata proprio alle porte di Vercelli chiamata anticamente Silva salsa (il bosco dei Sallui, tribù gallica che, secondo Plinio, fondò la città di Vercelli)

http://www.cascinaveneria.it

(nel sito acquisti on line di riso, risotti, biscotti di riso)

Per prenotare: Tel. 0161.31.42.33

Moderna azienda agricola tra le più grandi della zona dove la produzione del riso compie per intero tutto il suo ciclo fino al confezionamento.

Le varietà di riso prodotte sono: Carnaroli, Vialone nano, Balilla, Baldo e il Gange Aromatico (originario delle regioni indiane del Punjab e del Kashmir)

 

Offre visite guidate per assistere al ciclo completo di produzione e trasformazione del riso e per aggirarsi su quello che fu il set cinematografico del film "Riso Amaro".

Visite guidate da lunedì a venerdì (sabato, domenica e festivi chiuso)

Anticamente Veneria apparteneva alla grangia dell’Abbazia cistercense di Lucedio, poi passò all’Ordine degli Umiliati di Vercelli, finchè la soppressione dell’ordine con bolla papale del 1571 fece confluire la proprietà nell’Ordine Mauriziano. I successivi proprietari furono poi conti e marchesi e nel 1937 divenne proprietà della famiglia Agnelli.

Si mise mano ad un’imponente opera di modernizzazione e ristrutturazione della tenuta (i lavori durarono circa 2 anni)

Durante la ristrutturazione furono costruiti quattro capannoni in grado di ospitare più di ottocento mondine. Ogni struttura era composta da una grande camera con più di cento posti letto, da una cucina e da una veranda per il soggiorno ed il riposo all'aperto. Vi erano poi gli impianti sanitari e servizi per l'epoca moderni. Vennero nello stesso periodo costruite delle stalle capaci di accogliere fino a ottocento capi, fra cui sei stalle per quattrocento vacche lattifere e buoi d'allevamento.

Veduta aerea della Tenuta di Veneria

Si è calcolato che nella ristrutturazione del 1938 si siano spostati circa 100.000 metri cubi di materie terrose e ghiaia, portando così alla creazione del laghetto adiacente alla cascina.

 

Ciò comportò la costruzione di diversi caseifici che trasformassero i cinquanta quintali di latte che giornalmente si producevano in azienda. La cascina era inoltre dotata di due scuderie con più di ottanta cavalli da tiro.

Nel 1939 iniziarono i lavori di ristrutturazione della chiesa seguiti dall'ing. Bonadè, che dirigeva i lavori di ammodernamento della Tenuta e dall'arch. Beltrami, il quale aveva eseguito lavori per la Santa Sede.

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TENUTA CASTELLO DESANA – Desana

L’azienda agricola si è insediata in un antico castello la cui storia ripercorre le vicende di nobili e illustri famiglie del Medioevo, riassumendo nella cinquecentesca famiglia nobiliare dei Tizzoni i mecenati più raffinati.

Dal 1971 la tenuta è a conduzione diretta della famiglia Vercellone con metodi di lavorazione improntati alla qualità, adottando procedimenti e macchinari tradizionali di inizio secolo, e per alcuni prodotti certificando il biologico.

Non solo riso quindi ma anche farina di mais macinata a pietra nel molino aziendale, i fagioli borlotti e il farro.

Nel secolare parco del Castello si svolge ormai da 15 anni la FESTA DEL RISO ITALIANO DI QUALITA’, il periodo cade nella seconda settimana di settembre e la kermesse è un’occasione per trascorrere tre giorni all’insegna del riso (accompagnato dal buon vino), della cultura e del benessere.

Visita alla tenuta e alla lavorazione, spaccio aziendale, degustazione e pasti a base di riso

 

http://www.tenutacastello.com

http://www.oryzariso.it

per prenotare tel 0161318565

Ristorante con annesso bed&breakfast

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2^ tappa

CASTEL MERLINO –Trino

 

Azienda agricola a cui corrisponde una tenuta di 300 ettari, rappresenta un esempio tipico della grande cascina a corti multiple. I fabbricati si raggruppano attorno a tre spazi liberi centrali: il cortile dei salariati (la parte più antica), il cortile delle stalle e il cortile dei macchinari e dei magazzini. (v. scheda dettagliata attività e funzionamento nel dopoguerra)

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cascina di Leri da una foto del 1931

LERI – Trino

 

Il luogo è menzionato con il toponimo Aleram nel diploma di Ottone III del 999 e con quello di Alerh in uno di Federico Barbarossa del 1159. Nel 1179 la grangia passa al monastero di S. Genuario, e nell'atto d’acquisto sono nominati il castrum e villa de loco Alerii, dunque si attesta l’esistenza di un borgo fortificato; nel 1822 la tenuta fu acquistata dal marchese Michele Benso di Cavour, padre di Camillo, ed i Cavour trasformarono Leri in una grande azienda modello, probabilmente eliminando o riattando edifici piú antichi.

Leri ha sempre occupato un ruolo centrale nella vita dello statista: un sorta di rifugio fatto di riflessione e di quiete, ma anche sede di iniziative economiche e di attività agronomiche; Cavour si avvale nel 1843 dell'aiuto di Giacinto Corio, un grosso agricoltore di Livorno Ferraris, un valido affittuario e poi socio. I due soci lavoravano assieme, facendo prove di macchine, concimi, sementi, rotazioni, ingrassi del bestiame; e la loro attività si segue nelle lettere del Cavour al suo amministratore. continua

 

 

 

IL DEGRADO DEL NOSTRO PATRIMONIO STORICO

Leri al momento è diventato un immenso rudere: muri fatiscenti, rovi ed erbacce, assorto alla cronaca nell'ottobre del 2005, pochi giorni prima della visita di Ciampi a Vercelli, per essere diventato la base d'appoggio dei ladri di opere d'arte che vi custodivano la refurtiva dei colpi. L'Enel, aveva acquistato tutta l’area all'inizio degli Anni Ottanta, per costruirvi nei terreni circostanti la più grande centrale atomica d'Europa (ripiegando invece su un impianto a gas-vapore assai più piccolo), s'era impegnato a recuperarla, trasformandola nel Museo nazionale dell'Agricoltura. Ma ciò non è avvenuto, nonostante i solleciti di tutti i sindaci che, da allora, si sono succeduti a Trino. La posizione della Provincia è oltremodo imbarazzante avendo a suo tempo enunciato un rilancio dell’area che è di là da venire.

Che ne sarà di Leri nel 150enario dell’unità d’Italia?

Da leggere l’intervento dell’on Piccioni continua

 

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3^ tappa COLOMBARA – Livorno Ferraris

 

Azienda agricola ancora attiva che rappresenta uno splendido esempio di cascina a corte chiusa. La Tenuta Colombara ha una storia che comincia nel 1400, secolo della sua edificazione.

 

Agli inizi del secolo scorso fu acquistata dalla famiglia Rondolino e oggi è condotta con i criteri dell’agricoltura biologica, all’interno di un’oasi di protezione faunistica. Nei 130 ettari dell’azienda agricola si coltiva riso Carnaroli con sistemi biologici certificati, che si fondano su acqua di grande purezza. Di solito il riso, dopo la raccolta ad ottobre, viene lavorato e messo sul mercato. Nella Tenuta Colombara invece, si affina come certi grandi vini del Piemonte. Solo dopo uno o tre anni di insilaggio si inizia la lavorazione decorticazione, pilatura, bramatura, cernita, scartando più della metà del prodotto. Il risultato è un riso raffinatissimo, usato da alcuni dei più grandi cuochi al mondo.

Tenuta La Colombara

http://www.acquerello.it/

Per prenotazione tel 0161477832

Degustazione guidata di alcune varietà di riso

 

 

Da visitare: il Museo della civiltà contadina con gli oggetti e le attrezzature (arredamento cucina e camera da letto, laboratori del fabbro, maniscalco, margaio, scuola, macchine e carri agricoli), raccolti e presentati in modo che il visitatore possa meglio ricordare e capire le attività del passato; la Riseria dove è stata ricostruita la filiera completa del riso ecologico, dalla coltivazione alla trasformazione e confezionamento (Riso Acquerello), passeggiata per i campi a coltivazione biologica, in cui saranno spiegati alcuni aspetti naturalistici e agricoli; l’Atelier di Claudia Haberkern: scultrice tedesca che sotto il granaio-mansarda ha allestito due laboratori ed un ambiente per mostre. La sua arte che si avvale di fibre di vetro e di resine plasmate in forma di crisalide.

 

A pochi kilometri della Colombara (lungo la strada per Livorno Ferraris) si trova Isana una cascina ricostruita su un’antica mansio templare risalente al XII secolo, (si è conservata la chiesa) i racconti locali dicono di una antica pietra dai poteri taumaturgici soprannominata il menhir d’Isana.

 

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4^ tappa DAROLA – Trino

 

Azienda agricola di proprietà del principe marchese Domenico Pallavicino di Genova il cui stemma campeggia sulla facciata.

Sorta intorno ad un cortile centrale fortificato cinto da mura e fossati, la grangia di Darola è parte del nucleo territoriale originario degli ALERAMICI, marchesi del Monferrato.

 

L’ingresso con il timpano classicheggiante e lo stemma di famiglia.

 

Tenuta Darola

Per prenotare la visita: Tel. 0161/81532 (domenica e festivi solo previo accordo)

 

A partire dal 1822, con la vendita ai privati e lo smembramento della proprietà, anche la tenuta Darola entra a far parte della gestione patrimoniale delle grandi famiglie nobiliari dei Benso di Cavour, dei Gozzani di San Giorgio, dei Solaro del Borgo fino ai principi marchesi Pallavicino di Genova, gli attuali proprietari, che tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, in sintonia con la razionalità della cultura architettonica del tempo, hanno trasformato l'antica grangia in una grande e moderna tenuta agricola.

 

la torre sul lato Nord

Una torre ben conservata con beccatelli, porta e pusterla, risalente alla fine del XIV secolo, svetta in quello che un tempo fu il podere fortificato, oggi circondato da imponenti fabbricati rurali tardo ottocenteschi che si distinguono per le grandi arcate regolari e i timpani classicheggianti con la data di costruzione.

Nel secondo cortile di fine Ottocento, circondato da edifici rustici, sorge la chiesetta di San Giacomo, un'intitolazione che è forse retaggio di un luogo di sosta sul cammino di pellegrinaggio verso Santiago di Compostela.

 

Il fatto che esistesse un castello ha contribuito ad alimentare la leggenda di collegamenti sotterranei con il Principato di Lucedio e con il Santuario di Madonna delle Vigne

 

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5^ tappa PRINCIPATO DI LUCEDIO – Trino

L’attuale azienda agricola Principato di Lucedio era originariamente un monastero fortificato costruito dai Cistercensi nel 1123. continua

 

 

LUCEDIO

http://www.principatodilucedio.it/

(nel sito acquisti on line di risi, farine, farro, ceci, lenticchie, cannellini, sottoli, torte e biscotti)

Numerosi i racconti, le leggende e i misteri sull’abbazia e i monaci.

Nel 1937, l'intero complesso fu acquistato dal Conte Paolo Cavalli d'Olivola, padre dell'attuale proprietaria e manager la Contessa Rosetta Clara Cavalli d'Olivola Salvadori di Wiesenhoff.

L'Abbazia di Lucedio è aperta al pubblico tutti i giorni su prenotazione. La visita comprende la chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta (XVIII sec), il Campanile, la Chiesa del Popolo, la Sala Capitolare, il Chiostro e il Refettorio. Oltre alla parte storica, è anche possibile visitare la parte agricola di Lucedio ed in particolare i macchinari utilizzati per l'intero ciclo produttivo del riso.

Dell’abbazia fortificata, ha mantenuto il nucleo centrale d’impianto medievale comprende il refettorio e la sala capitolare, corredato da un inconsueto campanile duecentesco di forma ottagonale.

 

 

Per prenotare la visita Tel 016181519

Si può abbinare alla visita una degustazione dei prodotti tipici del territorio. (min 15 persone)

 

Nelle splendide sale medioevali dell'Abbazia vengono organizzate visite guidate, degustazioni, colazioni, ricevimenti, congressi, sfilate di moda, concerti, manifestazioni culturali e mostre; alcune sale sono state utilizzate come location per riprese televisive, cinematografiche e pubblicitarie.

 

 

Da visitare il Bosco della Partecipanza (che presenta degli aspetti molto singolari e la cui amministrazione risale agli statuti medievali). La selva era, in epoca romana, parte del “Lucus Dei” bosco sacro alla divinità (probabilmente Apollo) e quindi protetta a fini di culto continua

 

Un altro Parco (paradiso per gli uccelli migratori) a 10 Km da Vercelli e a 5 dal casello autostradale di Greggio (A4) che offre moltissime occasioni per una visita è il Parco delle Lame del Sesia: le “lame” che danno il nome al parco sono le anse abbandonate dall’umore di donna (perché la Sesia è entità femminile) dove l’acqua cede il posto alla flora palustre, canneti, giunchi e felci- terra pronta a ritornare acqua dopo un’ondata di piena oppure a trasformarsi in bosco; così con il passare delle stagioni la Sesia muta le sue vesti…continua

 

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6^ tappa SAN GENUARIO - Crescentino

 

Tenuta agricola un tempo sede di un'antica abbazia, San Genuario è sicuramente il più antico insediamento monastico benedettino delle grange. Purtroppo dell'antico complesso rimane ben poco inglobato all'interno di Cascina Badia; di notevole interesse invece è il Castello.

 

il castello è di proprietà privata

 

Il castello fu costruito nella metà del XV secolo dai Tizzoni per passare a varie famiglie e ancora oggi è di proprietà privata.

Il castello è in ottimo stato di conservazione, possiamo ammirare la struttura a base quadrata e l’elegante torre cilindrica, sono ugualmente visibili alcune delle modifiche effettuate lungo il corso dei secoli, come la copertura del camminamento

Quasi certamente il castello era circondato da un fossato. La torre cilindrica, ben conservata, è unita alla rocca da un breve tratto di cortina e presenta una ininterrotta serie di beccatelli.

 

Visita alla “Palude di San Genuario”. Per la molteplicità delle tipologie ambientali che la caratterizzano e per la presenza di numerose risorgive e specchi d’acqua anche artificiali che per anni non sono stati disturbati da alcuna attività umana, quest’area è diventata molto importante per la vita di numerose specie animali e vegetali protette.

 

 

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