Privacy Policy Le Child Ballads: Mary Hamilton

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LE CANZONI CELTICHE

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MARY HAMILTON

Melodia tradizionale scozzese

"Mary Hamilton" o "The four Maries" è una ballata scozzese del 1500 riportata anche in Child # 173 (27 versioni). La melodia è stata attribuita a David Rizzio musicista e compositore piemontese alla corte di Maria Stuarda, diventato segretario personale della Regina. (Vedi) Il tema della ballata, l'infanticidio per mano di Mary del figlio illegittimo, richiama un fattaccio realmente accaduto durante il regno di Maria Stuarda nel 1563: una damigella francese arrivata ad Edimburgo al seguito della Regina ebbe una tresca con il farmacista reale e venne impiccata per aver annegato il bambino appena nato. Lo scandalo dietro al fatto è che il figlio poteva essere di Lord Darnley, pretendente e futuro marito di Mary Stuart.

"La leggenda narra che David Rizzio, intimo amico di Darney, conoscesse bene esistenza e retroscena della tresca, perciò ne scrisse la musica e ne compose i versi. Lord Darnley se l’ebbe a male o, come si suol dire, se la legò al dito. Si dice che l’averne scritto una ballata presto molto popolare, contribuì al deterioramento della loro amicizia che porterà poi a ben più gravi intrighi di palazzo e all’omicidio di Rizzio."

(Davide Riccio tratto da vedi)

 

La Maria dell'omicidio non era una delle quattro dame di compagnia della regina anche se la ballata è anche intitolata "The four Maries", il nome della damigella di corte potrebbe essere stato modificato in epoca successiva a seguito di un fatto di cronaca altrettanto scandaloso avvenuto però nientemeno che in Russia: Mary Hamilton di origini scozzesi era diventata la dama di compagnia di Caterina I di Russia: per la sua bellezza ebbe alcuni amanti tra cui anche lo Zar. Mary fu uccisa per decapitazione nel 1719 per aver annegato il bambino partorito in segreto.

 

four mary.pngLa ricerca della Mary Hamilton storica si è rivelata appassionante, ma non ha portato ad alcun risultato concreto.

Esisteva in effetti un gruppo di ancelle di Maria Stuarda, chiamato popolarmente "Le quattro Marie", ma non ne faceva parte alcuna Mary Hamilton.

Il suo delitto ed il suo castigo, tuttavia, sembrano ricalcare uno scandalo avvenuto durante il regno di Maria Stuarda, che coinvolse una servitrice francese giustiziata per aver ucciso suo figlio appena nato. Non fu Darnley, il principe consorte (ovvero "il più nobile di tutti gli Stuart"), bensì il farmacista di corte (ovvero il capo della servitù) ad essere complice della francese, sia nell'amore che nel crimine. Il fatto accadde nel 1563. Nel 1719 una bella damigella d'onore alla corte di Pietro il Grande, scozzese di nascita e chiamata appunto Mary Hamilton, fu decapitata per infanticidio. Altre circostanze di questo fatto, oltre al nome, si rispecchiano nella ballata: ad esempio, la ragazza si rifiutò di salire sul patibolo vestita in modo sobrio. Il suo amante, poi, era anch'egli un nobile cortigiano. Saremmo tentati di considerare la ballata nient'altro che una rielaborazione degli avvenimenti russi del 1719, se non fosse per il non trascurabile fatto che essa era già stata udita in Scozia ben prima di quell'anno.

Tale versione attribuiva probabilmente il delitto alla servitrice francese ad una delle "quattro Marie"; forse qui può aver giocato anche il fatto che, in Scozia, il termine mary indica genericamente una servitrice o una dama di compagnia. In effetti, esiste una versione di Mary Hamilton (Child, IV, 509) in cui la ragazza è chiamata semplicemente Marie ed il suo amante è un "erborista", ovvero il farmacista di corte degli annali criminali. Verosimilmente, le notizie provenienti da San Pietroburgo e l'intrepido comportamento dell'autentica Mary Hamilton sul patibolo della lontana Russia "catturarono" talmente l'immaginazione degli scozzesi, che l'antica ballata fu rimessa in auge ed adattata alla nuova eroina.

Una versione più tarda della ballata, consistente nel solo "ultimo discorso" sul patibolo, è una delle più note "Last Goodnight Ballads". L'aria autentica è stata conservata da Greig, p. 109, ed è stata naturalmente utilizzata da Joan Baez per la sua versione (in The Joan Baez Ballad Book, II) nonché ripresa da Angelo Branduardi per il suo adattamento italiano (intitolato "Ninna Nanna"), nella quale però il nome della protagonista non è menzionato. (Riccardo Venturi)

 

LAST GOODNIGHT BALLADS

Trattandosi di una ballata molto antica inevitabilmente si riscontrano numerose varianti testuali. La versione più diffusa oggigiorno è quella più tarda dell'ultimo discorso sul patibolo in cui Mary chiede il perdono e la grazia: il testo è più inglesizzato rispetto alle stesure più antiche in scozzese.

 

Tra le versioni testuali più estese quella riportata da Cecil Sharpe: qui Mary è data per essere una delle quattro Marie, dame di compagnia della Regina e amante di Lord Darnley. Il bambino viene annegato dalla madre accusata d'infanticidio, processata e impiccata. Eppure ella non rinuncia alla vanità e per non sminuire la sua bellezza indossa l'abito più bello e soprattutto bianco a indicare la sua innocenza: si insinua che il vero colpevole sia l'uomo che, dall'alto della sua posizione sociale l'ha sedotta o più probabilmente violentata; lei però ha abbandonato il neonato al destino lasciandolo in balia del mare e pagherà per tutti e due!

ASCOLTA TESTI E TRADUZIONE continua


NINNA NANNA (la versione in italiano)

Il testo tradotto e riscritto dalla moglie Luisa Zappa riprende poeticamente in parte la versione ottocentesca riportata da Cecil Sharpe.

ASCOLTA Angelo Branduardi in "Coglia la prima mela" 1979

"L'ho addormentato nella culla
e l'ho affidato al mare,
che lui si salvi o vada perduto
e mai più non ritorni da me".

L'hanno detto giù nelle cucine;
la voce ha risalito le scale
e tutta la casa ora lo sa:
ieri notte piangeva un bambino.

L'hanno detto giù nelle cucine
e tutta la casa lo sa
che ieri lei aveva un bambino
e che oggi lei non l'ha più.

"Adesso alzati e dillo a me,
lo so che avevi un bambino,
tutta la notte ha pianto e perché
ora tu non l'hai più con te".

"L'ho addormentato nella culla
e l'ho affidato al mare,
che lui si salvi o vada perduto
e mai più non ritorni da me".

"Adesso alzati, vieni con me
questa sera andremo in città,
lava le mani, lavati il viso,
metti l'abito grigio che hai".

L'abito grigio non indossò
quella sera per andare in città,
vestita di bianco la gente la vide

davanti a se passare (1)

"La scorsa notte dalla mia padrona
le ho pettinato i capelli
poi mio figlio ho addormentato e
l'ho affidato al mare"...

Non lo sapeva certo mia madre
quando a lei mi stringeva
delle terre che avrei viaggiato,
della sorte che avrei avuta.

"L'ho addormentato nella culla
e l'ho affidato al mare,
che lui si salvi o vada perduto
e mai più non ritorni da me".

 

NOTE
1) in alcune registrazioni il verso diventa "per le strade di Glasgow passare".


 

(Cattia Salto gennaio 2014)

 

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