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LA MEDITAZIONE

Non c’è lotta e non c’è sfida per raggiungere i nostri obiettivi, perché siamo solo il frutto di ciò che vediamo in noi stessi.

 

Il vero potere dell’uomo è la libertà di diventare tutto ciò che si desidera, ma prima deve imparare a immaginare dentro di sé chi vuole essere, perché se non sarà lui a farlo, sarà qualcun altro a farlo per lui.

 

Se vogliamo migliorare la nostra esistenza, dobbiamo accettare di cambiarla invece di difenderla.

 

Un aiuto ad imprimere in noi in modo chiaro e efficace il nostro modello ideale ce lo dà la meditazione. Quando la mente è silenziosa, ciò che visualizziamo è particolarmente nitido ed emana sensazioni corrispondenti, attirando una energia realizzativa fortissima.

 

Portando la mente al silenzio, l’energia vedrà con chiarezza la diapositiva della vita che vogliamo realizzare. La sensazione e mai il pensiero è il vero potere creativo a nostra disposizione.

 

 

La meditazione è disciplinare la mente al silenzio.

 

Il silenzio è l’assenza di pensieri, dove l’uomo percepisce se stesso, la sua vera realtà divina: la sensazione di essere causa sulla materia, il contatto con la nostra scintilla divina.

 

La “mela del peccato” raccontata nella favola di Adamo ed Eva, è proprio il pensiero.

 

L’uomo che coglie il pensiero e cala, come dicono in oriente, il “velo di Maya”, non percepisce più la realtà, ma la visione distorta dalla nostra mente.

Il paradiso è la vera realtà dell’uomo prima di cogliere il pensiero.

 

Trovare il tempo per meditare è uno stile di vita che scegliamo consapevolmente.

Se aspettiamo di trovare il tempo, non ne avremo mai.

I pensieri assorbono una enorme quantità di energia, man mano che la mente diventerà silenziosa, avremo a disposizione una crescente quantità per il nostro benessere fisico e per la realizzazione dei nostri obiettivi.

Sentiamo che possiamo essere tutto ciò che desideriamo, ma dobbiamo imparare a vederlo prima dentro di noi.

Una esistenza senza chiedere che cosa vogliamo è come una barca che viaggia senza timone.

 

IL MODELLO IDEALE

Quando siamo impegnati a proiettare un modello da realizzare,attraiamo in noi quantità sempre crescenti di energia. Mantenendo sempre fisso lo sguardo sul modello, quindi sulla nostra rotta, è come se in qualche modo togliessimo energia a tutti i problemi quotidiani che normalmente ci affliggono.

 

E’ la nostra attenzione che dirige l’energia, quindi essa deve sempre essere mantenuta sulla meta da raggiungere, mentre purtroppo, l’uomo infelice è abituato a mantenerla costantemente solo sui problemi.

 

Di insegnamento a ciò, ci viene di supporto l’esperienza della “camminata sui carboni ardenti” , il messaggio è forte e chiaro : visualizziamoci oltre la meta, sentiamoci già arrivati, con il problema già risolto. Si perché un fuoco da 800 gradi è indubbiamente per la mente un grosso problema. Eppure se non si soffia sul fuoco,se non mandiamo energia al problema, con la nostra attenzione, l’ostacolo si supera tranquillamente.

 

Nelle situazioni quotidiane diventano allora poco rilevanti i fattori esterni come i pensieri o i comportamenti delle altre persone, ma ciò che assume veramente importanza è sempre e solo quello che , in ogni momento, sappiamo vedere in noi stessi.

Se non lo faremo noi, lo faranno purtroppo i nostri programmi inconsci.

 

Nel processo di visualizzazione del nostro modello ideale, non dobbiamo mai farci influenzare dalla realtà che vediamo intorno a noi, perché la mente si modella sulla visione di tutto ciò che le appare, se non siamo noi, con la nostra capacità di visualizzare, a fornire le immagini chiare su cui modellarsi.

Questo processo è facilmente riscontrabile osservando come il contesto nel quale viviamo, sia in grado di influenzare la personalità e il ruolo sociale di ognuno.

Anche il vivere accanto ai nostri genitori fa si che continuiamo a perpetuare quella che è la loro immagine della vita, subendo le loro “frequenze”, e con molta fatica cresceremo, perché a stento andremo oltre a quella che è la loro visione della vita.

“E’ importante proiettare in noi chi vogliamo essere e mai, neanche per un istante, quello che siamo”. (E.Ceriana)

 

Bruno Salto 2008