MENHIR D’ISANA

ISANA

Isana è una cascina nei pressi di Livorno Ferraris, costruita sui resti di una antica Mansio Templare.
Il sito si raggiunge dalla circonvallazione di Livorno Ferraris (Vercelli) in direzione Trino. Dopo 1 Km circa si imbocca una strada sterrata a sinistra (a lato di un canale). Dopo 200 m si raggiunge la cascina di Isana: costeggiando il muro di cinta sul lato sinistro si trova, subito svoltato l’angolo, la pietra che è infissa praticamente in asse rispetto alla facciata della chiesa templare.

E’ stata avanzata da parte di più studiosi di storia locale, l’ipotesi che ci troviamo in presenza di un antico luogo di culto; secondo la tradizione, i templari costruivano le loro residenze presso monumenti megalitici, in luoghi di antica sacralità, dove si dice confluiscano correnti telluriche e cosmiche benefiche, non a caso sotto il pavimento della chiesetta scorre -per tutta la lunghezza dell’edificio- il rivolo di una sorgente. Ebbene stando ai rilievi (vedere foto), la stessa sincronica che attraversa la chiesa attraversa anche il menhir!

Del resto ci conforta la parola stessa del luogo: il prefisso “Isa” di origine preromana fa riferimento all’idronimo “acqua che scorre veloce”, ma in zona non si trovano corsi d’acqua naturali, ad eccezione dei numerosi fontanili di cui tutta la zona delle Grange è particolarmente ricca

Giunti sul luogo con gli archeologi vibrazionali Dott. Vincenzo Di Benedetto e Angelo Bodo sono stati eseguiti alcuni rilievi di tipo rabdomantico sulla pietra e la chiesa.

La parte di pietra che fuoriesce dal terreno ha l’aspetto di una lastra triangolare inclinata e con la punta orientata verso est. Ciò che emerge della pietra non corrisponde certo all’immagine del menhir o masso erratico di cui si trovano innumerevoli esemplari nei vicini colli canavesani o biellesi.
Pare più una stele a punta (e innegabile è l’intervento umano).

Le ipotesi sono tante, stante l'assenza di uno scavo che permetta rilievi più approfonditi: 

trattarsi di una parte di “trono”, la punta emergente di uno schienale che si sarebbe ben adattata allo struscio delle terga per chi si fosse seduto sull’apposita concavità o lastra trasversale che si potrebbe trovare attualmente parecchi metri sotto terra.

O molto più prosaicamente potrebbe trattarsi di un “avanzo” lapideo lasciato poco distante dalla mansio e rimasto inutilizzato per tanti secoli!! Cio’ che resta della Mansio templare, ossia la piccola chiesetta, documenta indubbiamente l’utilizzo di numerosi materiali di recupero, -lastroni, pietre angolari e mattoni romani- che a loro volta testimoniano l’antichità dell’insediamento.

I racconti locali ci riferiscono di una pietra dai poteri taumaturgici. Le notizie in merito sono molto scarse: qualcuno dice che il menhir era originariamente collocato proprio sul posto della chiesa templare, un’ipotesi piuttosto improbabile in realtà, perché i Templari avrebbero semmai inglobato la pietra nella Mansio invece di distruggere (con lo spostamento) la sua efficacia, vien da chiedersi: se proprio avessero voluto dissuadere la gente nella pratica di un culto antico perché spostare la pietra (posto che fosse facilmente trasportabile) appena poco oltre, nell’attuale posizione?

Un’altra strana coincidenza vede la piccola chiesa dedicata a Maria, in origine probabilmente una Madonna Nera, (dato per nulla sorprendente perché sono innumerevoli le chiese templari e gotiche dedicate a “Nostra Signora” in Nero) orbene molti studiosi hanno accostato le Madonne Nere alla dea Iside, il cui culto potrebbe essere confluito per sincretismo nell’alveo del Cristianesimo. La parola stessa Isana richiama il nome Iside, non sarebbe quindi nemmeno tanto peregrina l’idea di collegare la pietra d’Isana a un preesistente culto femminile dalle antichissime radici.

(Cattia Salto)