La
cornamusa è uno strumento antichissimo: musa, piva,
zampogna, baghèt
sono i vari nomi con cui viene chiamato nelle varie parti
d’Italia, ogni nome indica uno strumento particolare, con
caratteristiche costruttive e sonorità proprie. In
Irlanda e Scozia le cornamuse per eccellenza sono le uilleann pipes
e lehighland bagpipes. Tarassaco El
Petun del Diàul Gli
“antichi suonatori” annunciano la novena
dell'Immacolata ed invitano all'attesa del Santo Natale. Furono gli
umili per primi a rendere omaggio al Bambinello, pastori che gli fecero
festa con le loro cornamuse. |
Anticamente
questo strumento era lo strumento del popolo per eccellenza,
accompagnava i momenti lieti e tristi della comunità
agro-pastorale, inoltre annovera una vasta tradizione musicale sia
sacra che profana, ben documentata fin dal Medioevo. La
zampogna oggi è prevalentemente diffusa nel centro e sud
Italia (ed in particolare in Molise) dove trova ampio spazio nella
musica popolare, mentre nel nord Italia è prevalentemente
relegata ai riti del Natale. Discorso
a parte per i gruppi piemontesi di musica tradizionale popolare e vari
musicisti ricercatori etnomusicologi relativamente ai territori di
provenienza, che hanno rivitalizzato le musiche dei nostri antenati e
riproposto gli strumenti della tradizione popolare. (e cito Rinaldo
Doro già suonatore nei Tre Martelli e l'Ariondassa, Franco Lucà e Maurizio Martinotti della Ciapa Rusa
e la Piva del Carner) Ma
anche per i gruppi musicali più recenti, nati nell'alveo
della rievocazione storica, che siano rimasti fedeli ai repertori
medievali o li abbiano reintegrati con composizioni popolari o con
sonorità folk-rock.
(come la Barbarian Pipe
band). Molti
zampognari sono anche liutai, si costruiscono cioè da
sé il proprio strumento, così era una volta nella
tradizione contadina o più in generale agro-pastorale, ma
ancora oggi tanti giovani riscoprono il fascino di quei gesti antichi e
imparano l’arte sia musicale che artigianale. Cornamusa,
il soffio dell’anima, strumento in fondo poco conosciuto e
sottovalutato, soprattutto nell’area alpina dove venne
soprannominato la “sacca del diavolo”, al contrario
in molte altre aree d’Europa la cornamusa è uno
strumento della tradizione sacra. El
Petun del Diàul, (la scoreggia
del diavolo) è il nome che viene dato in alcune zone del
nord Italia al fiore del Tarassaco, il cui gambo è usato nei
giochi dei bambini per riprodurre il suono della pernacchia. In
Veneto il gambo del Tarassaco è chiamato Piva proprio
perché è un ancia primitiva (l'ancia è
una sottile linguetta mobile la cui vibrazione fa suonare gli strumenti
detti appunto ad ancia). ABBINAMENTI
TRADIZIONALI della ZAMPOGNA: ciaramella,
piffero, bombarda, oboe, percussioni |
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Il
termine zampogna è preferito dagli etnomusicologi per
indicare genericamente gli strumenti ad ancia muniti di otre,
riservando il termine cornamusa ad alcune sue realizzazioni specifiche:
grosso modo si distinguono due famiglie, quella "mediterranea" e quella
del centro-nord Europa. Comune alle due famiglie è la sacca
che permette di suonare simultaneamente parecchie "canne sonore". In
Italia settentrionale ne sono sopravvissute poche forme, tra cui il baghet bergamasco-bresciano,
la piva parmense-piacentina, e la musa delle Quattro Province. Questo
territorio, identificabile in una comune cultura contadina di montagna,
è caratterizzato proprio dalla musica tradizionale,
storicamente eseguita da "müza
epinfiu",
cioè dalla musa in accompagnamento al piffero (oboe
popolare). La
zampogna molisana di contro è sinonimo di tradizione
natalizia e di novene, ma anche simbolo etnico per eccellenza. Nel
Molise, ancora oggi la zampogna è usata in vari rituali, in
occasione di feste ed incontri, anche per accompagnare la danza. Il suo
ruolo musicale è soprattutto d'accompagnamento, in coppia
con la ciaramella. ASCOLTA festival
della Zampogna - Scapoli |
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Zampogna |
piva
piemontese con due bordoni |
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baghèt |
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Lo strumento che oggi è conosciuto con
il nome di uilleann pipes (traducibile
grossolanamente come unione di tubi o canne), ovvero la cornamusa
irlandese, compare solo alla fine del XVII secolo ed è a due
ance e a tre bordoni (il terzo si aggiunge nel XVIII sec) con il
caratteristico mantice laterale per insufflare l'aria nella sacca
sonora. Si
potrebbe rintracciare il suo modello nella "musette de cour" francese o nella Northumbrian small-pipe del Bordersinglese. Tuttavia
la cornamusa irlandese è uno strumento ben più
complesso per via dei "regulators"
introdotti verso la metà del XVIII sec e diventati tre nel
corso del XIX sec. I regulators
sono quei tubi "strani" che poggiano sulla coscia del piper (vedi immagine) sui quali
sono disposte delle chiavi: il musicista riesce a produrre
l'accompagnamento ricco di armoniche ma anche ritmico proprio e
premendoci sopra il polso! La
tonalità usata oggi è il Re, ma i modelli
più antichi erano accordati in tonalità
più basse, ritornate per altro di moda. |
ASCOLTA Séamus Ennis ASCOLTA Liam O'Flynn ASCOLTA Davy Spillane GLI STILI DELLA UILLEANN PIPES (Alfredo
De Pietra) Il
primo stile è detto “staccato” o
“chiuso” (close
[o tight] fingering [o piping]); in questo stile i
musicisti suonano le singole note appunto in modo staccato, lasciando ilchanter [canna del canto]
sulla coscia , o più propriamente sul “pipers’ apron” in cuoio, anche
detto “popping-pad”. Il
secondo stile è invece il “legato” o
“aperto” (open [o loose]
fingering [o piping]), in cui i musicisti
legano tra loro le note, talvolta sino al glissato. Ciò
che è più interessante attiene allo stato sociale
di appartenenza, diverso per i due stili: il primo, più
riservato, era tipico delle classi sociali più agiate
(“gentlemen pipers”).Willie Clancy o Leo Rowsome furono i principali
esponenti di questa categoria. Il secondo stile, più
estroverso e brillante, era più in voga presso i musicisti
itineranti (“travellers”,
o “itinerants”,
o anche “tinkers”
sebbene quest’ultimo termine abbia un carattere
dispregiativo). I fratelli Johnny e Felix Doran
e Finbar Furey costituiscono i rari
esempi storici di questa categoria di cui oggi siano disponibili
registrazioni fonografiche. Sebbene
oggi tali diversità sociali tendano a sfumare, ed insieme ad
esse anche questa divergenza tra i due stili, che cede il posto alle
diversità di singoli caratteri e personalità,
rimangono ancora evidenti le differenze tra un “gentleman piper” flemmatico come
Liam O’Flynn, erede di Séamus Ennis, e musicisti come Davy Spillane o Paddy Keenan,
riconducibili alla scuola di Johnny Doran.
In seguito alla scomparsa di Séamus
Enniss’impose
in modo naturale un nuovo stile che mescolava elementi delle due
tecniche, stile che è riuscito a raccogliere rapidamente
tutti i suffragi. Come
si è detto le uillean
pipes sono, anche
a detta degli stessi musicisti irlandesi, lo strumento più
vicino alla voce umana (con il fiddle)
per le notevoli possibilità di modulazione del suono.
Esistono almeno tre tipi fondamentali di abbellimento per lemelodie da ballo, utilizzati
anche dai flautisti da alcuni decenni: il popping,
il cranninged il rolling. Queste tecniche sono
invece usate molto raramente nelle slow airs. Dopo
un periodo di disinteresse che riuscì loro quasi fatale, le uilleann pipes
sono tornate ad essere lo strumento tradizionale e popolare per
eccellenza, e seguendo le vicissitudini dei loro cambiamenti, la loro
musica si è andata diversificando e gli strumentisti sono
diventati sempre più eclettici. E’ così
ad esempio possibile trovare una sinfonia per uilleann
pipes ed
orchestra, opera di Shaun
Davey (la celebre
“Brendan Voyage”, creata al
Festival Interceltico di Lorient
nell’agosto 1980, ancor oggi scolpita nella memoria). Inoltre
uilleannpipers di
chiara fama come Paddy Moloney (dei Chieftains), Liam O’Flynn (ex-Planxty)
o Davy Spillane (ex-Moving Hearts) sono oggi molto
richiesti da star del rock come Paul McCartney, Mick Jagger, Mike Oldfield, Kate Bush, Sting o Gerry Rafferty. (tratto
da http://xoomer.virgilio.it/aldepi1/le_cornamuse.htm) |
La
prima cosa che viene in mente quando si pensa alla Scozia è
la cornamusa e un prestante Highlander in gonnellino che la suona! Ma
questa visione (Kilt a parte) non è uno stereotipo come la
nostra "pizza e mandolino", bensì l'anima più
profonda della Scozia che ha assunto la cornamusa come strumento per
eccellenza, interprete non solo della musica da danza, (ceol beg)
ma di una musica tutta sua detta semplicemente "musica per cornamusa" (pibroch). Ieri come
oggi, e per sempre (Hugh
Mac Diarmid,
Lament For The Great Music) Richard Waitt (1714)
- 'The Piper to the Laird of Grant' In Scozia esistono però anche altri tipi di cornamuse, ad esempio le Border pipes che sono cornamuse con soffietto, presenti in Scozia almeno a partire dal XVIII secolo, si diffusero principalmente nella zona dei Borders (cioè la zona di confine con l'Inghilterra) ma anche nel Perthshire e nell’Aberdeenshire e perlopiù in ambito cittadino. ASCOLTA musica
da danza (Cattia Salto,
integrazione 2012) |
(Alfredo
De Pietra) Il ceol beg
comprende essenzialmente la musica da danza: reel,
jig, strathspey, quickstep, marce e slow air: in
altri termini, il repertorio tipico delle pipe band. Il ceol mor
si identifica invece con il pibroch,
universalmente riconosciuto come “la musica classica per Highland bagpipes”.
Il termine gaelico piobaireachd,
anglicizzato in pibroch,
significa “musica per cornamusa”. Il modo migliore
per descrivere un pibroch
è probabilmente “un lungo brano strumentale con
variazioni sul tema”. Si tratta innanzitutto di musica seria,
da riservare per occasioni serie. I tipi più frequenti di pibroch sono lamenti, inni di
saluto, o musica per chiamare a raccolta il clan: in altri termini
musica destinata a particolari cerimoniali. Le origini del pibroch sono abbastanza oscure.
Secondo alcuni studiosi esso deriverebbe dal repertorio del clarsach, ovvero
dell’arpa celtica, mentre per altri la sua origine sarebbe la
musica vocale. Se
prendiamo in considerazione, ad esempio, il pibroch
utilizzato per chiamare a raccolta un clan, il piper
eseguiva la melodia caratteristica di quel clan utilizzando la tecnica
strumentale e l’inventiva personale con lo scopo di non
ripetere all’infinito la stessa linea melodica. In altre
parole il pibroch viene
costruito su una semplice melodia, con abbellimenti sempre
più complessi e strutturati con il procedere del brano: il pibroch inizia con alcune note
sparse che si trasformano in un tema dall’andamento solenne,
che prende il nome, in gaelico, di urlar. All’esposizione
dell’urlar seguono, in maniera sempre più
complessa, le variazioni, che culminano nel crunluath,
in cui le note fondamentali della melodia di base fanno la loro
ricomparsa in modo solenne e ritmato, spesso accompagnate
dall’uso di grace
notes [note di abbellimento]. La tipica esecuzione di un pibroch è lenta,
ipnotica e solenne, e dura in media una quindicina di minuti. I
compositori di pibroch
erano in genere i migliori piper
in circolazione, alle dirette dipendenze dei capi-clan, ed erano
considerati quasi una casta elitaria. La composizione dei pibroch raggiunse il massimo
splendore durante il XVII e il XVIII secolo. Tecnicamente
le Highland bagpipes si prestano
perfettamente al pibroch.
Il loro suono è per forza di cose continuo, ovvero non sono
possibili pause tra le note, e manca la possibilità di
variare il volume di una singola nota: è cioè
impossibile rendere il suono più basso o più
alto. L’espressione artistica può dipendere quindi
esclusivamente da metodiche differenti, come la lunghezza delle singole
note e l’abbellimento ad opera delle grace
notes. È tuttavia degno di nota che un corpus musicale
così ricco come quello dei pibrochsia
nato come repertorio di uno strumento limitato alla esecuzione
– è bene ricordarlo – di sole nove note. I pibroch erano inizialmente
composti e tramandati interamente ad orecchio: come del resto per
l’arpa, il metodo d’insegnamento era
sostanzialmente orale, pur esistendo un particolare tipo di notazione
musicale, chiamato canntaireachd:
grazie a questo sistema i
piper imparavano a
cantare la melodia del pibroch
dal canto del maestro. La tonalità della nota veniva
indicata dal tipo di vocale utilizzata, mentre le consonanti
specificavano le grace
notes da eseguire debitamente. Questo sistema di notazione musicale
esisteva esclusivamente in Scozia, e somigliava, per inflessione e
cadenza, alla stessa lingua gaelica. LA SITUAZIONE ODIERNA (Alfredo
De Pietra) La cornamusa vive oggi in Scozia un periodo di grande popolarità: i virtuosi dello strumento sono particolarmente numerosi, e d’altro canto l’attività delle pipe band è spesso frenetica: esistono circa 800 pipe band nel Regno Unito, la metà delle quali è attiva nel giro delle competizioni ufficiali. Si calcola inoltre che altrettante pipe band esistano nel resto del mondo, concentrate per lo più nelle ex-colonie britanniche come il Canada e l’Australia.
È proprio la ceol beg, la piccola musica fatta di jig, reel, marce, strathspey e hornpipe, che riscuote oggi il massimo successo presso il pubblico scozzese. Il circuito delle competizioni impegna in modo continuativo il calendario delle principali pipe band, bande musicali che negli ultimi anni hanno del resto di gran lunga modernizzato il proprio approccio alla musica per cornamusa. Ai primi anni del folk revival ben poche erano le band scozzesi che presentavano nella loro formazione un piper. Oggi la situazione si è invece capovolta: grazie ad un attento bilanciamento dei volumi di amplificazione (la cornamusa, anche non amplificata, è in grado di “coprire” qualsiasi altro strumento…), le Highland pipes sono oggi presenti in molti gruppi di musica folk scozzese. La “seconda generazione” di band scozzesi comprendeva iTannahill Weavers, la Battlefield Band e gli Ossian: in queste band la cornamusa scozzese si affermò pienamente con il ruolo di strumento cardine, quasi un elemento fondamentale nelle dinamiche musicali di questi gruppi. Come si accennava poc’anzi, anche il gruppo delle cauld wind pipes ha tratto indirettamente giovamento dal successo di questi ultimi decenni delle Highland pipes: musicisti come Robert Wallace (Whistleblinkies), Hamish Moore, Gordon Mooney e Matt Seattle hanno infatti contribuito a fare uscire da una mera dimensione storico-musicale le Border pipes.
La Scozia di oggi è piena di piper di grande levatura artistico-strumentale: i nomi che ricorrono maggiormente tra gli esperti sono quelli di Gordon Duncan, Robert Wallace,Roderick MacLeod, William MacDonald, Angus MacColl, Chris Armstrong e il Pipe Major Robert Mathieson. Una figura particolare è quella di Allan MacDonald, piper e musicologo esperto in cultura gaelica: il suo album Fhuair Mi Pog del 1998 è interessante soprattutto per il legame che tende a dimostrare tra pibroch e canto gaelico. Si diceva del rinato interesse nei confronti delle bellows-blown pipes: qui i nomi più importanti sono quelli di Iain MacInnes, Rory Campbell (Deaf Shepherd e Old Blind Dogs) e Fred Morrison. In tutti questi casi si tratta tuttavia di musicisti che affiancano regolarmente alle cauld wind pipes anche le Highland pipes. Tratto da http://digilander.libero.it/alfstone/la_cornamusa_scozzese.htm |