SAMAIN LA FESTA CELTICA D'INVERNO

Samain o Samahin, Samhain letteralmente "la fine dell'Estate" era la festa celtica che celebrava l'inizio della Stagione Invernale e l'inizio del nuovo anno. Era una festività dedicata agli Antenati e ai sacrifici rituali.

LA FESTA DEI DEFUNTI

A Samhain i vivi accoglievano i loro antenati e li nutrivano con un banchetto. L'antica usanza si è tramandata nella veglia per i morti ancora praticata negli anni del secondo dopoguerra: tutti raccolti intorno al fuoco di casa a mangiare castagne bollite e a bere vino; prima di andare a letto, si lasciavano le candele accese e sul tavolo pane, patate o ceci bolliti, castagne lesse o arrostite, oppure la “minestra dei morti” (riso o orzo cotto nel latte) ma anche vino e sidro, latte o semplicemente l'acqua, per i revenants, i morti che tornavano a fare visita alle loro case durante la notte.
Pratiche molto simili sono state documentate dagli studiosi di folklore un po' in tutta Europa così  il Sèbillot (1908) scrive "nei Vosgi si lascia acceso il fuoco perchè possano riscaldarsi; nella Bassa Bretagna vi si depone per loro il "ceppo dei morti". In Tirolo le anime del purgatorio vengono nelle casa e prendere il sego che cola dalla "Candela delle Anime" che è stata accesa presso il focolare per calmare le sofferenze causate dal fuoco del purgatorio, e si cura che la stanza sia ben riscaldata perchè i morti possano passare la notte al riparo dal freddo; in Irlanda si mettono accanto al fuoco delle sedie destinate a loro e si tiene accesa la lampada; nelle Asturie si fa un fuoco più vivace del solito perchè le anime trovando la casa riscaldata possano mettersi intorno al focolare a chiaccherare e rievocare i loro ricordi"

Nella notte di Samain
un passaggio dischiude:
occhi antichi tra le fronde
si riaprono a guardare
voci spente si rinnovano
come argento sorprendente.

Ora i morti disciolgono
dai giacigli della terra:
mani chiare si additano
il passaggio da solcare
per saldare la ferita
tra i morti e i viventi.

(Fryda Rota)

A-SOULING

Anticamente era consuetudine passare di casa in casa durante le celebrazioni della Vigilia di Ognissanti con una piccola processione di persone mascherate guidate dall’”ambasciatore dei defunti” per chiedere la donazione di cibo rituale per il banchetto dei Morti e per il banchetto con cui tutta la comunità avrebbe festeggiato la ricorrenza.
Nel Medioevo in Irlanda e Gran Bretagna si sviluppò l’usanza di preparare un dolce dei morti di forma rotonda, come offerta per saziare la fame dei defunti che si credeva visitassero i vivi durante Samain: per tenerli buoni per tutto l’anno a venire, le massaie preparavano dei dolcetti speciali, che ben presto finirono per saziare gli appetiti molto più terreni e voraci dei poveri! Erano distribuiti in beneficenza oppure dati ai soulers.
Anche in certe regioni d’Italia (Emilia Romagna, o la Sardegna e più in generale nel Sud Italia) era diffusa tra i poveri e i bambini l’usanza della questua del cibo: “Ceci cotti per l’anima dei morti”, cantavano armati di cucchiai e scodelle, davanti alle case dei signorotti. Consuetudini tra cibo e commemorazioni dei morti consolidate da antiche tradizioni più in generale del Mondo Mediterraneo oltre che Nordico.

In cambio delle torte, spesso chiamate anime (in inglese soul), i questuanti promettevano di recitare delle preghiere per i defunti. Più prosaicamente si diceva che ogni torta mangiata rappresentava un’anima che si liberava dal Purgatorio. L’usanza è spesso vista come l’origine della moderna “Trick or Treating” (in italiano “dolcetto o scherzetto”) dei bambini mascherati da fantasmi o mostri che suonano alle porte delle case chiedendo dei “dolcetti buoni da mangiare”. Già alla fine del 1800 la tradizione di preparare il dolce si era affievolita, e dove ancora sopravviveva l’usanza della questua, si dava ai bambini delle mele o delle monetine.
La questua poteva essere diurna ma anche notturna, a seconda delle consuetudini locali e i soulers andavano di casa in casa candando una canzoncina

Soul! soul! for a soul-cake;
Pray, good mistress, for a soul-cake.
One for Peter, two for Paul,
Three for Them who made us all.
Soul! soul! for an apple or two;
If you’ve got no apples, pears will do.
Up with your kettle, and down with your pan;
Give me a good big one, and I’ll be gone.
An apple or pear, a plum or a cherry,
Is a very good thing to make us merry.

continua

Con il nome di Soul Cake si indicano molte varianti di dolcetti tradizionali che vanno dal panino dolce alla torta di frutta secca. Un dolce tipico nel Lancashire e nello Yorkshire è il Parkin cake, un tipico gingerbread della tradizione anglosassone
Soul-mass Cake
https://crumpetsandco.wordpress.com/2013/11/05/parkin-per-la-notte-dei-falo-parkin-for-bonfire-night/​
http://oakden.co.uk/harcake-soul-mass-cake/
http://oakden.co.uk/yorkshire-parkin/

Una ricetta per i biscotti rotondi che arriva dall'America è come piace a me, con le quantità ad occhio! http://www.greenchronicle.com/recipes/soul_cake_recipe.htm

In Italia la tradizione è basata principalmente sui biscotti che ricordano vagamente le ossa dei morti o le dita delle mani. In Piemonte sono gli "ossa d'mort", a base di mandorle, tra la meringa e l'amaretto, ma possono anche essere una variante delle offelle con fichi secchi, mandorle e uva sultanina (Lombardia e Toscana) o dalla forma di cavalli (Trentino Alto-Adige).

La tradizione del Sud è un'esplosione di colori e di sapori: il torrone napoletano, il marzapane siciliano, la colva o colua pugliese con grano bollito, cioccolato, noci e mandorle, melograno e vino cotto. Anche la consistenza di questi dolci può essere diversissima da morbidi a croccanti o spacca denti.

Assolutamente da provare
FAVE E OSSA D'MORT:
http://www.lericettedellavale.com/biscotti-ossa-di-morto-1657.html
http://cookingbreakdown.blogspot.it/2011/10/ognissanti-e-il-nostro-halloween-fave.html
PANE DEI MORTI:
http://www.ricettemania.it/ricetta-pane-dei-morti-443.html

I REVENANTS

In francese la parola revenant conserva un duplice significato quello primario è di «anima che torna dall’altro mondo sotto un’apparenza fisica», l'altro è «fantasma» «apparizione di un morto». Possiedono quindi una duplice natura e si presentano come entità corporee (con le stesse sembianze che avevano in vita o anche di qualche animale o sotto forma di scheletri) oppure incorporee come fantasmi.

Nel folklore europeo i revenats sono anime che mantengono la loro forma materiale, la personalità e i sentimenti di quando erano in vita. E' una concezione materiale delle anime dei morti che si manifesta nelle credenze e usanze funerarie di buona parte d'Europa. I revenants sono per lo più anime in pena, compresi quanti son deceduti di morte violenta o accidentale (assassinati, annegati...) o richiamate dall'affetto dei vivi che li piangono troppo. In alcune tradizioni tuttavia i revenants sono anime dannate come i vampiri e i non-morti ovvero schiere infernali e demoniache. continua

Una leggenda irlandese riferisce che, tutte le persone morte l’anno precedente, tornavano sulla terra in cerca di nuovi corpi da possedere per l’anno prossimo venturo. Così nei villaggi si spegneva ogni focolare per scoraggiare gli spiriti maligni, o più propriamente per espellere le forze malvagie: una evidente testimonianza nel folclore di un antico rito del fuoco sacro delle popolazioni celtiche. Il Fuoco Sacro sull’altare del santuario era spento a Samain e poi riacceso il mattino seguente, e tutte le tribù celtiche riaccendevano il fuoco del Nuovo Anno da una sorgente comune, il Sacro Fuoco Druidico.

Sempre per disorientare i revenants la gente si travestiva scurendosi il volto e faceva forti schiamazzi per allontanare i morti.

IL FUOCO SACRO

E quelli (eroi, donne, bambini)
che vita avara ha sospinto dentro
l’ombre- che rovi hanno stretto
in un abbraccio, torneranno ad esigere
di avere ancora braccia- e mani, avere
un corpo e ricomporsi sopra il cranio
chiaro sorrisi schivi e intensi come fiori.

Chi non vuole sia colto il corpo suo
da quelle ombre che hanno mani forti
spenga nella capanna vivo il fuoco
 (nemmeno resti parvenza di brace)
poi sopra l’ara pugni di terra
facciano reclinare il fuoco sacro
-così nessuno spirito maligno
fenderà il buio per avvicinarsi.

Ma il nuovo fuoco domani qui arderà:
dall’altare lo coglierà il druido
per farne parte ad ogni focolare.
Anno nuovo nel fuoco consacrato
e con il fuoco rinnovata vita.

(Fryda Rota)

LA CROCE DI BRIGID

Per proteggere la casa dai fairies (gli spiriti) in Irlanda si fabbrica un amuleto-talismano in giunco o paglia: è una croce a quattro bracci  con un nodo vincolante centrale, che agisce come una barriera allo spirito del male. Nella forma più semplice si realizza un unico nodo centrale (vedi) in quella più complessa come nell'immagine dopo aver realizzato il primo nodo semplice si prosegue con la tecnica dell'intreccio continuando ad aggiungere gli steli (in genere a gruppi di tre) sia a destra che a sinistra e in alto e in basso. 

DAGDA E MORRIGAN

La Festa di Saman era celebrata in onore del dio della fertilità Dagda e della sua sposa Morrighan.

Il Dagda il cui nome significa Dio benevolo era conosciuto come il Padre di Tutti, oppure come il Signore della Conoscenza o di Tutte le Scienze (il druida). 

La mazza da guerra del Dagda poteva abbattere nove uomini con un sol colpo e mentre da una parte uccideva, dall’altra generava la vita; il suo magico calderone non era mai vuoto perché dispensava il cibo (e l’immortalità) a tutti i guerrieri. La musica della sua arpa era particolarmente soave come il “sussurro del dolce albero di mele”, anzi era una musica che racchiudeva tutte le melodie.

Morrigan è la faccia oscura della Grande Dea, dea guerriera ma anche dea della fertilità che nel matrimonio rituale con il Dagda, nel giorno di Saman, si unisce con il dio protettore della tribù. Il dio Dagda la incontra come “lavandaia del guado” che predice la morte ai guerrieri, lavandone le armi e armature nel fiume. La dea incarna il volto oscuro della femminilità che è tutt’uno con la figura di madre e amante. continua

IL SACRIFICIO DEL SANGUE

Per propiziare il nuovo anno i Druidi immolavano vittime sacrificali agli dei, il loro sangue era offerto per ottenere i loro favori. Al posto dei sacrifici umani si uccidevano animali dai poteri magici come il toro, il cavallo e il cinghiale. Da questi oscuri rituali emerge la figura dell'hooden natalizio: un uomo nascosto da un mantello, portava un teschio di cavallo per diffondere la buona sorte nel paese, i bambini cercavano di montare il cavallo e tutti gettavano dolci o monete nella bocca dell'animale. continua

La caccia dello scricciolo è un rituale pan-celtico invernale sopravvissuto nell'Irlanda sud-occidentale: secondo la tradizione celtica lo scricciolo era il simbolo di Lugh, Figlio della Luce trionfante e il suo sacrificio, un tributo in sangue agli spiriti della Terra nel Solstizio d'Inverno, era una supplica per ottenere favori e fortuna agli abitanti del villaggio. continua

LA DANZA INTORNO AL FUOCO

Grandi fuochi erano accesi sulle colline e la gente ci ballava intorno. Erano sempllici girotondi con il verso in senso orario come il cammino del sole e anche i danzatori tenevano in mano delle fiaccole.

Tra le danze la farandola è probabilmente la più antica così legata ai primigeni riti agrari: è la danza del labirinto con le sue figure a chiocciola e del serpente, la danza intorno al fuoco centro sacro della vita del villaggio. E’ una danza antica con un unico passo base (per lo più saltellato), in cui il capo fila sceglie i cambi di direzione determinando le serpentine e gli intrecci più fantasiosi: annoda e scioglie, fa e disfa proprio come le Norne con il filo del destino. E perciò la farandola è la danza rituale nelle celebrazioni di Samahin perchè è la danza della morte: tutti devono percorrere lo stesso cammino abbandonandosi alla volontà di chi conduce la danza, a simboleggiare l’umanità incatenata che non può che seguire il percorso tracciato; una sorta di viaggio collettivo attraverso le esperienze della vita. continua

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HALLOWEEN VERSUS HOP-TU-NAA

La parola Halloween ha origine nella tradizione cattolica. Ogni santo ha un suo giorno personale, ma il primo novembre è dedicato a tutti i santi. La festività venne spostata nel Medioevo al 1° novembre ( e raddoppiata con la festività dei Morti) per inglobare i rituali ancora praticati dalla gente dei villaggi in omaggio a Samain.

E' la festa di Hop-tu-Naa come viene ancora praticata nell'isola di Man il 31 ottobre, la vigilia di novembre (Oie Houney o Hollantide), i bambini travestiti e mascherati vanno di casa in casa a chiedere delle monetine e cantano la filastrocca di “Jinnie the Witch“. Illuminano il cammino con delle caratteristiche fiaccole ricavate dalle rape intagliate.

Hop tu naa, hop tu naa
Jinny the witch is in the house
Give us a penny we’ll chase her out
Hop tu naa, hop tu naa.

continua

Esportata dagli irlandesi emigrati in America, la festa si è trasformata in un grande party a tema  "notte delle streghe e dei fantasmi". Una moda che dall'America è dilagata in tutta Europa.

Patron della festa è Jack O'Lantern, l'uomo della lanterna protagonista di una popolarissima ballata che ha come soggetto Jack e il Diavolo.

Il tema del Diavolo che cerca di portarsi all’inferno il peccatore è un classico dei racconti popolari di area celtica, reso esemplare nella storia di Jack O’Lantern: la notte di Halloween il Diavolo cammina sulla terra per reclamare le anime degli uomini (peccatori), ma Jack riesce ad ingannarlo, per ben due anni di seguito, con dei trucchetti. Alla fine il Diavolo per non continuare a fare brutte figure, rinuncia alla sua anima per altri dieci anni. Jack però ha poco da stare allegro, perchè comunque muore per i troppi vizi (il bere in testa) e sia il Paradiso che l’Inferno non hanno intenzione di accoglierlo. Il Diavolo tuttavia gli regala un tizzone per illuminare i suoi passi; da allora Jack continua a vagare per il Limbo in cerca di una dimora che non troverà mai, con la sua lanterna a forma di zucca (che in origine, prima che la storia sbarcasse in America, era una rapa) continua

ZUCCA VS MELA

La mela era il frutto per eccellenza della festa di Samhain, per giocare e per trarre auspici o divinazioni, un rituale antichissimo si pratica ancora oggi il 1 novembre a Plougastel in Cornovaglia il «Gwezenn an Anaon »
 

L'albero delle mele detto anche albero delle anime consiste in un ramo di tasso  o agrifoglio privato di corteccia su cui si conficcano delle mele che sarà venduto all'asta insieme al pane benedetto; prima di iniziare l'asta il proprietario del "melo" compie tre giri per mostrarlo alla gente: una volta chiusa l'asta  il precedente proprietario terrà per se la mela più in alto dell'albero e il nuovo proprietario distribuirà le mele tra i bambini presenti. Il ricavato dell'asta è offerto alla chiesa parrocchiale affinchè siano dette le messe per i defunti durante l'anno.

Snap-Apple Night (1832), Daniel Maclise ESCAPE='HTML'

(Cattia Salto)