THE
TWO SISTERS Questa ballata è
originaria dalla Svezia o più in generale dai paesi
scandinavi (in epoca pre-cristiana) ma si è diffusa
largamente anche in alcuni paesi dell'Est e nelle isole britanniche. Le varianti
in cui è presente
sono molteplici come pure i titoli:
The Twa Sisters, The
Cruel Sister, The Bonnie Milldams of Binnorie,
The Bonny Bows o' London, Binnorie
and Sister, Binnorie, Minnorie, Dear Sister, The
Jealous Sister (Minorie),
Bonnie Broom, Swan Swims Sae
Bonny O, The Bonny Swans, Bow Your Bend to Me. In Scozia la ballata comparve in stampa nel 1656 con il titolo "The Miller and the King's Daughter" (vedi testo) ed è finita poi nelle Child Ballads (Child#10), così chiamate dal Professor Francis James Child che nel tardo 1800 aveva pubblicato The English and Scottish Popular Ballads: le versioni in Child sono una ventina circa a sottolineare l'ampia popolarità e diffusione della storia (e anche per le melodie si hanno molte versioni). |
|||
LA FIABA
DALLA SCOZIA Per comprendere tutta la storia ci soccorre una fiaba scozzese dal titolo "The Singing Breastbone" (da Fair is Fair: World Folktales of Justice di Sharon Creeden vedi)
Una bella mattina disse a sua sorella: “Andiamo a vedere le barche di nostro padre attraccare al mulino di Binnorie.” E mano nella mano si recarono sul posto. Quando arrivarono alla riva del fiume la minore si arrampicò su una pietra per osservare lo spiaggiamento delle barche. Sua sorella, che era dietro, l'afferrò per i fianchi e la spinse nell'acqua della corrente del mulino di Binnorie. “Oh sorella, sorella, dammi la mano!” Urlava mentre la corrente la spingeva via. “E avrai metà di tutto ciò che posseggo.” “No sorella, non ti darò la mano poiché sono comunque erede di tutte le tue terre. Che io sia maledetta se tocco la sua mano che si è frapposta fra me e l'amore del mio cuore.” “Oh sorella raggiungimi con un guanto!” gridò la principessa mentre la corrente la trascinava ancora più lontano, “E tu avrai di nuovo il tuo William.” “Continua ad affondare”, gridò la principessa crudele, “Nessuna mano o guanto tu toccherai. Il dolce William sarà mio quando sarai affogata nella corrente del mulino di Binnorie.” Detto questo si voltò e tornò a casa nel castello del re. La principessa passò attraverso la corrente del mulino, talvolta nuotando, talvolta affondando, finché arrivò vicino al mulino. La figlia del mugnaio stava cucinando e quel giorno e aveva bisogno di acqua per cucinare. Non appena cominciò a tirar su l'acqua dalla corrente, vide qualcosa che galleggiava verso la diga del mulino e chiamò il padre: “Padre chiudi la diga! C'è qualcosa di bianco, una bella ragazza o un cigno bianco latte che viene giù lungo la corrente.” Allora il mugnaio si precipitò a chiudere la diga e fermò le pesanti e crudeli pale del mulino. Poi presero la principessa e la stesero sulla riva. Era così bella e dolce stesa sulla riva! Nei suoi capelli c'erano perle e pietre preziose; non si riusciva a vedere la sua vita tanto era coperta da una cintura d'oro e le frange d'oro del suo vestito bianco scendevano fino ai suoi piedi color del giglio. Ma era affogata, affogata! E mentre giaceva là nella sua bellezza, un famoso suonatore d'arpa passò dalla diga del mulino di Binnorie e vide il suo dolce, pallido viso. E sebbene continuasse a viaggiare in lungo e in largo, non dimenticò mai quel viso e dopo molti giorni tornò al mulino sulla diga di Binnorie e finì poi per arrivare al castello del re, padre della fanciulla. Quella sera erano tutti riuniti nella sala del castello per ascoltare il grande arpista. C'erano il re e la regina, la loro figlia, Sir William e tutta la corte. Al principio l'arpista cantò utilizzando la sua vecchia arpa dando gioia o tristezza a suo piacimento. Ma mentre cantava mise l'altra arpa, che aveva fatto quel giorno stesso, su una pietra della sala. Improvvisamente l'arpa cominciò a cantare da sola con voce bassa e chiara. L'arpista smise e tutti zittirono. E questo è ciò che l'arpa cantò: “Laggiù
siede mio padre, il re, Tutti si meravigliarono dell'accaduto e l'arpista disse loro che aveva visto la principessa affogata stesa sulla riva vicino alle belle dighe sul mulino di Binnorie e che successivamente aveva costruito un'arpa utilizzando i suoi capelli e le sue ossa pettorali. Proprio allora l'arpa cominciò a suonare di nuovo e questo è ciò che cantò a voce alta e chiara: “E
là siede mia sorella che mi ha affogato Sommando le versioni inglesi e quelle scandinave si sono calcolati un centinaio di testi: è come se ogni cantore si fosse divertito a inventare qualcosa di differente per distinguersi dagli altri. In alcune varianti norvegesi l'arpa si rompe in mille pezzi e la principessa bionda ritorna in vita mentre la sorella dai capelli neri è o bruciata viva o seppellita viva come punizione per il crimine commesso. In un'altra, sempre norvegese, le ossa della ragazza sono utilizzate per fare un flauto che è portato alla famiglia per farlo suonare da tutti. Quando la sorella crudele lo suona il sangue sgorga da esso denunciando così la sua colpa. Ne consegue una punizione: la sorella è condannata ad essere legata a quattro cavalli che partono in quattro distinte direzioni e che la faranno a pezzi. In una versione svedese il mugnaio salva la ragazza e la riporta alla famiglia. Alla fine la principessa bionda perdonerà la sorella per il tentato omicidio. (Giordano Dall'Armellina) |
|||
ASCOLTA TESTI E TRADUZIONE continua Qui il testo è ricco
di termini scozzesi, la trama è molto simile alla fiaba The Singing
Breastbone |
|||
SECONDA
VERSIONE THE CRUEL SISTER In questa versione sempre nelle
Child ballads non c'è
traccia del mugnaio, né della figlia dal mugnaio,
però inizia con una signora che viveva vicino alla spiaggia
del Nord e che partorisce due sorelle, una bionda e l'altra bruna. La bionda è paragonata alla luce del sole mentre la mora è nera come il carbone, minerale sotterraneo ritenuto vicino al diavolo. Si ricordi che la ballata ha origini scandinave, dove la maggior parte delle genti era bionda o rossa e che quelli che avevano i capelli neri erano i diversi, talvolta i nemici di altre tribù lontane. Non a caso nella loro mitologia, che è diventata comune anche nel resto d'Europa, la fata buona è bionda mentre la strega ha sempre i capelli neri. (Giordano Dall'Armellina) |
|||
TERZA
VERSIONE THE BONNY SWANS
La varie frasi che raccontano la storia però sono prese da molte altre versioni, qui il padre è indicato come un farmer che potrebbe essere inteso come un Laird scozzese anche se poi nel finale è identificato come the King, le figlie femmine sono tre ma poi la storia continua solo tra le due (la più grande e la piccola), probabilmente la scelta della prima strofa non è stata tre le più felici. La musica invece non è un tradizionale, ma è composta dall'artista stessa ASCOLTA Loreena McKennitt in The
Mask and Mirror 1994 |
|||
QUARTA
VERSIONE THE TWO SISTERS (TWA SISTERS) Questa versione richiama quella americana dove di solito la ragazza
crudele chiede al mugnaio di affogare la sorella in cambio dell'oro.
Una versione più prosaica e sfrondata da riferimenti
favolistici, re, regine e strumenti magici; il pretendente è
un ragazzo di nome Johnny che fin da subito corteggia la più
giovane regalandole l'anello d'oro e un cappello di castoro. Il mugnaio
potrebbe essere complice della sorella più grande, ma
potrebbe anche solo aver approfittato della situazione per derubare la
fanciulla annegata (o ancora viva e ributtata in acqua dopo il furto).
Entrambi pagheranno per il crimine commesso: il mugnaio sarà
impiccato sulla forca e la sorella crudele sarà bruciata sul
rogo oppure affogata nel piombo fuso (ma a volte la colpa è
scaricata tutta sul mugnaio). |
|||
QUINTA
VERSIONE THE WIND AND RAIN
Qui la storia descrive le due sorelle come innamorate dello stesso ragazzo, il figlio del mugnaio, per il movente dell'omicidio basta una frase "he was fond of the fairer one" (lui voleva solo la più bionda) e subito si passa allo strumento: con le ossa un violinista di passaggio costruisce un violino che però non accusa o rivela ma suonerà per sempre una melodia triste. |
|||
FONTI
E APPROFONDIMENTO L'ottimo saggio di Giordano Dell'Armellina in Racconti comuni in ballate italiane, svedesi e britanniche: un confronto continua Giordano Dall’Armellina: “Ballate
Europee da Boccaccio a Bob Dylan”. (Cattia Salto -
marzo 2013) |
|||