L’antenato
del violino è la VIELLA (detta
anche fidula o vitula dal
nome latino della Dea della Gioia), di grande varietà
morfologica per tutto il Medioevo grazie anche alla grande diffusione
dello strumento. Nell'iconografia
del tempo la vediamo riprodotta nei cori di angeli ma anche in mano ai
menestrelli quindi possiamo affermare che era usata in tutti i generi
di musica medievale come accompagnamento alla voce o per le danze, da
sola o in gruppo con altri strumenti a fiato e a corde. |
||
Hans Memling 1480 |
VIELLA Con
cassa di risonanza di varia forma, (originariamente tozza e ovale e
successivamente a forma di chitarra), il manico può essere
ricavato da un prolungamento della cassa o innestato al corpo
principale. Sulla tavola armonica è posto il ponticello
sopra il quale sono tese le corde (da 3 a 5) che dalla cordiera
raggiungono il cavigliere dove, frontalmente, sono collocati i piroli
per l`accordatura dello strumento. Il cavigliere può essere
a forma di cuore o di disco. La tavola armonica è provvista
di due fori a forma di C posti ai lati del ponticello e, negli
strumenti di pregiata fattura, di intarsi perimetrali e fori decorativi
di varia forma. L'angelo
musicante la suona appoggiandola contro il petto, ma la viella si suonava anche
appoggiandola contro o sopra la spalla e sotto il mento. Si suonava a
pizzico e con l'archetto. ASCOLTA in
questa registrazione si può apprezzare il suono
della viella caldo
e malinconico |
|
IL VIOLINO NELLA MUSICA CELTICA
Dalla viella medievale alla viola da
braccio rinascimentale, la forma definitiva del violino,
così come oggi lo conosciamo con le sue 4 corde e la cassa
leggermente bombata, con la forma sinuosa che richiama il fondoschiena
di una bella donna, risale al 1500; furono i maestri liutai italiani di
Brescia, Bologna e soprattutto di Cremona, che lo misero a punto tra il
1600 e il 1700 dove nelle botteghe artigiane degli Amati, Guarnieri, Stradivari si
produssero strumenti di qualità insuperata. Il violino possiede
un timbro vibrante dalle infinite possibilità espressive
determinate dalle varie tecniche con cui viene suonato, è
tra gli archi lo strumento dal suono più acuto. Nella
tradizione popolare di Irlanda e Scozia è uno strumento
molto diffuso, soprattutto per suonare veloci reels
e jigs e viene
denominato fiddle. STILE IRLANDESEASCOLTA Michael Coleman in una registrazione del 1927 che impose lo stile
di Sligo tra i suonatori
di fiddle:
fluido, ricco di abbellimenti caratterizzato dall'esecuzione di
più note con un unico colpo d'arco. |
||
(Alfredo
De Pietra) Ancora
una volta la lingua inglese ci permetterà di differenziare
il violino dal fiddle,
sebbene i due termini derivino dalla stessa origine, il proto-inglese fithele, che probabilmente
discendeva a sua volta dal latino di epoca medievale vitula, dal verbo vitulari,
“celebrare”. La
differenza non è che la prima conseguenza di una distinzione
di tipo sociale, dal momento che lo strumento era assolutamente lo
stesso: a variare erano solo le tecniche di posizione durante
l’esecuzione ed il repertorio. Si può infatti
ritenere che il modo in cui il violino è tenuto non
è soggetto in questa musica ad alcuna altra regola se non
l’abitudine del musicista, e persino alla sua morfologia:
contro il petto, contro o sopra la spalla, sotto il mento o in alcuni
casi anche contro il fianco. Gli
abbellimenti sono per lo più gli stessi della maggior parte
degli strumenti suonati in Irlanda: i fiddlers
sono spesso tentati di imitare le tecniche del “rolling” o
del“cutting”
proprie delle uilleann pipes, ma inoltre usano il
“droning”
adoperato anche nella musica classica, tecnica in cui il musicista
suona simultaneamente due corde per ottenere un bordone sulla corda
più bassa suonando nel contempo la melodia sulla corda
più acuta. La tecnica del vibrato, molto diffusa nella
musica classica, è invece quasi del tutto assente nella
musica tradizionale irlandese. L’uso
dell’archetto è quindi fondamentale nella tecnica
di suono, al punto che alcuni fiddlers
ritengono di suonare in realtà due strumenti, il violino e
l’archetto. Quest’ultimo potrà essere
tenuto vicino o lontano dall’estremità, il che
avrà per conseguenza stili di esecuzione diversificati,
più sulla base del gusto personale che di tecniche regionali. Esiste
anche un gran numero di stili locali ben distinti, tra cui sono da
ricordare maggiormente quelli del Donegal,
di Sligo, del Clare, della parte est del Clare, dello Sliabh Luachra
(regioni limitrofe a Limerick, Kerry e Cork) e infine della parte sud
del Kerry e della parte ovest della contea di Cork. Questi stili si
distinguono fra loro essenzialmente per il gioco di archetto
(“bowing”)
e per la frequenza dei diversi abbellimenti. Il
mondo della musica irlandese ritiene unanimemente che proprio gli stili
regionali di fiddling
si siano gradualmente dispersi nel momento in cui i musicisti irlandesi
cominciarono a disporre delle registrazioni di Michael Coleman, Paddy Killoran,
James Morrison e pochi altri, registrazioni effettuate negli anni
’20 negli Stati Uniti. Lo
stile della contea di Sligo
è attualmente considerata come lo standard della tecnica
violinistica irlandese, quasi la “received
pronunciation”
del fiddle, fatto che
di certo non può risultare gradito ai musicisti dello Sliabh Luachra
o del Donegal, questi
ultimi maggiormente influenzati da sonorità e stili di
esecuzione molto “scozzesi”. Nelle
registrazioni dei musicisti più anziani (Julia Clifford
nello Sliabh Luachra,Proinsìas
O’ Maonaigh e
John Doherty nel Donegal)
sono tutt’ora riscontrabili elementi di stile violinistico
molto pronunziati in senso locale. I musicisti più giovani,
come Tommy Peoples,
sono invece meno riconducibili ad una sola regione, essendo essi
più inclini ad assorbire le varie tradizioni regionali
all’origine del proprio stile personale. Lo
stile del Donegal
sembra dunque essere uno degli ultimi (assieme a quello dello Sliabh Luachra)
a resistere a questa tendenza uniformatrice,
grazie a musicisti come Màireàd
Nì Mhaonaigh o i fratelli Kevin, Paddy e Seamus
Glackin, a loro
volta capaci di influenzare violinisti di altre zone (Dermott McLoughlin,
Jerry Holland ecc.). Sembra
quindi evidente che il violino, così come molti altri
strumenti irlandesi, ha oggi perso quella diversità di stili
regionali, patrimonio dei secoli precedenti, a vantaggio delle
molteplici influenze internazionali. Ogni musicista si forgia un
proprio stile molto più influenzato dal proprio carattere e
dal proprio gusto personale che non da una scuola stilistica, il che
invece avveniva fino all’inizio del XX secolo, con musicisti
totalmente al riparo dalle influenze esterne. Oltre ai fiddlers tradizionali
più sopra citati, vale la pena di ricordare musicisti come
Charlie Lennon, Frankie Gavin,
Kevin Burke, Tony Linnane,
Mary Custy, Màire Nì Breathnach e Ciaràn Tourish (tratto
da http://xoomer.virgilio.it/aldepi1/il_violino,_o_fiddle.htm) |
||
NELLA TRADIZIONE SCOZZESE Come nella tradizione irlandese i suonatori di fiddle scozzesi si differenziano
per lo stile di esecuzione in distinte aree di appartenenza. Alla
fine del 1700 i violinisti scozzesi dello stile del Nord-Est iniziarono
a pubblicare varie raccolte di "melodie per fiddle"
e questo stile finì per influenzare una vasta area della
Scozia: un filone musicale semicolto con un repertorio molto ampio e
virtuosistico con sonorità più vicine alla musica
classica. Nel
dipinto è raffigurato Niel
Gow
(1727-1807) violinista e compositore di strathspeys
e reels nato a Inver nel Perthshire. Altro
stile popolare è lo stile delle Highlands
influenzato dalle cornamuse scozzesi che fanno da padrone da quelle
parti, di cui i violinisti cercano di imitare gli abbellimenti e in
particolare le corde vuote a bordone. Si
possono infine distinguere lo stile delle Isole Shetland -estremo Nord
della Scozia (simile allo stile irlandese del Donegal)
influenzato dalle tradizioni norvegesi e lo stile dei Borders (le terre di confine con
l'Inghilterra) ASCOLTA Baddy MacMaster ASCOLTA Dancan Chisholm (stile
delle Highlands) Il
ritratto di Neil Gow è
di Sir Henry Reaburn - 1787 (Cattia Salto
2012) |
||