LA FESTA DI MEZZ'INVERNO Le festività natalizie che si svolgono nel cuore dell'inverno sono ricche di stratificazioni di credenze e rituali,
antichi come l'alba dell'uomo. Il passaggio del sole nel cielo
solstiziale che segna il giorno più corto dell'anno era accolto
un tempo con grande timore nella paura che il gelo e l'oscurità
potessero sconfiggere la luce. IL SACRIFICIO DI SANGUE IN ONORE A LUG/FREYQuando la festa di Natale era ancora la festa di Yule presso i norreni si
venerava Freyr
(che significa semplicemente Signore,
latinizzato in Fricco oppure anglicizzato in Frey),
dio della bellezza e della fecondità equivalente per molti
aspetti al Lug celtico. Nell'Edda in prosa
è descritto insieme alla sorella Freyia
"Erano
belli d'aspetto e potenti. Freyr
è il più nobile fra gli Æsir;
egli governa la pioggia e lo splendore del sole, e quindi i frutti
della terra. È bene invocarlo per le messi e per la pace.
Egli ha potere sulla prosperità degli uomini." In realtà il Mondo a cui appartenevano i due fratelli era quello dei Vanir, gli Æsir erano gli dèi del cielo e della potenza guerriera; mentre i Vanir erano legati alla terra, alla fecondità e al piacere, dopo la guerra tra le due stirpi Freyr e Freyia andarono come ostaggi presso gli Æsir (vedi). Odino stesso, il dio dalla lunga barba, è detto in norreno antico jólfaðr ( 'padre Yule') e jólnir ('lo Yule') LA FESTA DI FRDBLODNel mezzo dell'inverno gli si dedicava la grande festa di Frdblod, "il sacrificio di Freyr" in cui i guerrieri, riuniti nella grande casa del capo, uccidevano i loro cavalli e il sangue era spruzzato sul pavimento e sulle teste dei presenti. Una coppa di sangue veniva passata di mano in mano e solo dopo che tutti avevano bevuto iniziava il grande banchetto. La festa viene descritta nella saga di Hákon L'usanza del sacrificio rimase nell'abitudine inglese di far sanguinare i cavalli nel giorno di Santo Stefano, santo che finì per assumere alcune caratteristiche di Freyr, e così lo vediamo raffigurato nella pittura svedese a cavallo mentre porta una testa di cinghiale per il banchetto natalizio. Evidentemente si sacrificavano anche cinghiali in onore del dio della fertilità che peraltro aveva un cinghiale dalle setole dorate, dono dei nani, per trainare il suo carro (il prosciutto di Natale è il piatto super-tradizionale della Svezia). |
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UN CINGHIALE ARROSTOA Yule prima del tacchino e ancor prima dell'oca sulla tavola di un banchetto medievale c'era la testa di un cinghiale arrostito, con l'immancabile mela o limone in bocca. Il menù tradizionale del Natale inglese prevedeva sempre gli arrosti di cigni e pavoni, acconciati con tutte le loro penne prima di essere serviti in tavola, ma il piatto forte era la testa di cinghiale arrostita, condita con alloro e rosmarino. Tale usanza si conserva ancora al New College di Oxford, dove la testa di cinghiale viene portata in processione, così come si faceva un tempo. A Oxford la cerimonia prevede che un corteo di studenti preceduti da un cantore (che ovviamente canta The boar's head in hand bring I..) rechi la testa in trionfo fino a porgerla al rettore, il quale prende il limone dalla bocca del cinghiale e lo dona al cantore, e poi distribuisce agli altri presenti, con un gesto augurale, l'alloro della guarnizione. All'epoca di Elisabetta I i dodici giorni del Natale erano, per la nobiltà, occasione di festa con quotidiane cene di gale, musica e danze e tanti canti. Ma la notte di Natale la festa si faceva più frenetica, con l'ingresso trionfale del maggiordomo recante la testa di cinghiale su un vassoio d'argento, circondata di mele rosse e appoggiata su un nido di rosmarino e alloro: annunciata dalle trombe, era il segnale del primo brindisi benaugurale e poi tutti si mettevano a tavola. La testa però non era semplicemente una testa arrostita di cinghiale quanto piuttosto il contenuto della testa era cucinato come una specie di soppressata speziata e piccante. Non so di ricette elisabettiane in merito ma.. nella maremma toscana, nota terra di butteri e cinghiali, c'era un modo per cucinare la testa del cinghiale, il trofeo riservato al cacciatore che lo ha ucciso. |
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Artwork by John A. Hows
from Christmas In Art And Song. New York: The
Arundel Printing and Publishing Company, 1879
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http://bifrost.it/GERMANI/Schedario/Freyr.html ILLUSTRAZIONI Dal Calendario dell'Avvento di Paul Bommer: la testa di cinghiale nel suo ingresso trionfale al banchetto (Cattia Salto dicembre 2013 integrazioni e ampliamenti nel blog Terre celtiche http://terreceltiche.altervista.org/boars-head/) |