FIORI, ERBE, BUONE MANIERE E PRUDERIE NELLE ANTICHE BALLATE

Nelle ballate antiche (e non solo di quelle in lingua inglese)  non sono insoliti ritornelli su fiori,  erbe e piante, forse il più famoso è quel “prezzemolo, salvia, rosmarino e timo” (in inglese Parsley, sage, rosemary and thyme) che nella versione di Simon & Garfunkel divenne il tormentone musicale sul finire degli anni sessanta .  L’aggiunta di erbe, verdure, fiori nel ritornello annunciava al pubblico l'ascolto di una storia "piccante" ovvero a sfondo erotico con significati più o meno nascosti. Il pubblico così era avvisato che le parole e le frasi avevano dei doppi sensi.    

THE WARNING SONGS

Un filone ancora più specifico è poi quello della warning song  in cui le erbe compaiono come simboli per insegnare alla fanciulle i comportamenti più socialmente convenienti, ossia che si mantenessero pure e caste fino al matrimonio.
Nelle ballate la pianta associata al concetto di purezza fu il timo erba utilizzata nei fuochi sacri e come incenso religioso unitamente alla salvia, per l'antica credenza che  il timo fosse in grado di dare forza e chiarezza alla mente e purificasse l'aria dalle malattie.
E così erbe, fiori e alberi nelle ballate hanno sempre un doppo significato, andiamo a scoprirne alcuni.

IL TIMO

The Bunch of Thime è un canto tradizionale irlandese probabilmente di origini seicentesche in cui si esorta le fanciulle a custodire la propria verginità come un fiore prezioso. Chi canta è una ragazza alla quale un marinaio di passaggio ha rubato il cespuglio di timo piantato nel giardino in cambio di una rosa. Mentre il timo simboleggia la verginità e la purezza femminile, la rosa è il simbolo della passione amorosa, la carnalità di un’unione tra uomo e donna. Ma ben lungi dall’essere una canzone sui piaceri del sesso, la venatura del canto è triste e malinconica, la rosa nel giardino sembrerebbe alludere a una gravidanza in senso infausto, una sorta di punizione per la perdita dell’innocenza fuori dal matrimonio: allora e ancora per tutto l’Ottocento una ragazza-madre era “macchiata” per sempre, disprezzata ed emarginata socialmente, spesso scacciata dalla casa paterna, con davanti solo prospettive di vita degradanti per sè e per il figlio bastardo.
Il secondo insegnamento morale della storia conseguente al preservare la verginità per lo sposo, è la certezza che solo nel matrimonio la donna potrà trovare le gioie della vita: accudire al marito, alla casa e ai figli che nasceranno, questo è il suo solo e unico “lieto fine”. (continua). 
L'assonanza inoltre tra thyme e time è un ulteriore richiamo alla brevità della giovinezza
For thyme it is a precious thing
And thyme brings all things to my mind
Thyme with all its flavours,
along with all its joys
Thyme, brings all things to my mind
(traduzione
Perchè il timo è cosa preziosa
e mi riporta il passato in mente,
con tutto i suoi aromi
con tutte le sue gioie
il timo mi riporta il passato in mente)

Altra canzone altrettanto popolare "Let no man steal your thyme" diffusa al grande pubblico durante il folk revival degli anni 60-70 nella versione forse più conosciuta dei Pentangle; nella versione più estesa le strofe centrali introducono la figura del giardiniere, una sorta di surrogato paterno, custode delle convenzioni sociali, eppure la fanciulla rifiuta i suoi consigli e preferisce "cogliere la rosa", ma invece di ricavarne piacere e vantaggi sociali, viene ingannata e abbandonata.
Così le canzoni della tradizione britannica sul timo, Sprig of Thyme e The Seeds of Love, mettono in guardia le fanciulle sui pericoli di cedere al fascino di un falso innamorato. “Sprig of Thyme” era probabilmente già conosciuta ai tempi di Shakespeare e le due ballate si confondono tra loro con pezzi di testo che vanno da un titolo all’altro rendendo ardua una classificazione.

LA ROSA

Sebbene un tempo le fanciulle fossero educate a preservarsi caste e pure fino al matrimonio, la loro stessa ingenuità le poteva far cadere facile preda dei mascalzoni, che con false promesse matrimoniali, le inducevano a concedere il loro "pegno d'amore"; così le rose nelle canzoni celtiche sono associate alla sfortuna e stanno a indicare una gravidanza in atto: "cogliere la rosa" è un eufemismo per l’atto sessuale che portava le sue spine, le fanciulle si pentivano amaramente di aver dato il loro fiore ad un uomo non degno della loro fiducia, il quale dopo essersi divertito, le abbandonava.
La rosa simboleggia quindi la perdita della verginità e con essa l’innocenza e la fiducia verso un mondo (maschile) che non è quello che sembra!

E tuttavia il simbolo della rosa è ambiguio e ambivalente perchè la rosa rappresenta il vero amore, basti pensare alla fiaba "Bella e la Bestia" che tratta il tema della metamorfosi operata dall’amore per mezzo di una rosa: Bella, con la forza dell’amore, infrange l’incantesimo che imprigionava la Bestia, che torna così ad essere un bellissimo principe. Più spesso quindi nelle ballate popolari la rosa è il simbolo di un amore tormentato o meglio il nodo d'amore tra la rosa e il rovo continua

IL GIARDINIERE CUSTODE DELLA MORALE O AMANTE?

Nelle ballate viste fin qui il giardiniere è un sostituto della figura paterna, ma talvolta è l'amante tentatore come nella ballata scozzese "The Gardener" è colui che sottopone la fanciulla ad una specie di test, facendole delle offerte amorose: la ricoprirà da capo a piedi con i fiori dell’estate se lei accetterà la sua rosa rossa ( l’offerta della rosa rossa è la richiesta di un rapporto sessuale, si tratta di uno scambio tra il fiore della passione maschile e il roseo fiore della donna), ma lei lo respinge rispondendogli a tono e in modo ironico: per raffreddare i suoi bollenti spiriti sarà invece lei a cucirgli un abito invernale!
E tuttavia la ballata risveglia ricordi ancestrali come il mito della  "Sposa di fiori", la Blodeuwedd della mitologia gallese, “dall’aspetto dei fiori" creata magicamente con nove fiori: Blodeuwedd rappresenta la fanciulla-terra che nel sacro sposalizio legittima la sovranità maschile ma è anche la natura femminile più istintiva e ancestrale, la donna selvaggia libera e mai assoggettata che vive in base alla sua essenza.
Così la versione più antica della ballata era proprio l'opposto di una warning song, era piuttosto un gioco alchemico tra maschile e femminile, una caccia d'amore intesa in senso fisico, con quel tanto di torbido e misterioso che lo svelarsi della sessualità comporta.

Spesso infatti  le donzelle nelle ballate non si adeguano alle modalità delle convenzioni morali e sociali e anche questa versione conserva quell’ambiguità sessuale già riscontrata in un’altra ballata sempre scozzese “The Twa magicians

Cattia Salto