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TERRE CELTICHE

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SELKIE

La Scozia conserva ancora tantissimi canti sulle creature del mare, in particolare la tradizione è ancora viva nelle Isole Ebridi: qui le foche non sono dei semplici animali, bensì creature magiche chiamate selkie, che di notte prendono la forma di uomini e donne annegati. Ritenuti una sorta di guardiani del Mare o giardinieri del fondale marino ogni notte o solo nelle notti di luna piena, abbandonerebbero le loro pelli per rivelare sembianze umane, per cantare e danzare sulle scogliere d'argento.

MUTAFORMA DEL MARE

Selkie / silkie / Selchie sono i termini dialettali con cui in Scozia e Irlanda sono chiamate le creature del mare mutaforma; derivano da selich, vocabolo arcaico scozzese per la foca grigia degli oceani e i mari atlantici: sono i guardiani del mare, foca nel mare e uomo o donna sulla terra.

Il potere dei mutaforma sembra essere contenuto nel mantello ovvero nella pelle di foca, senza di esso i selkie non riescono più a trasformarsi e sono costretti a restare umani. Questa condizione è intesa in modo negativo, segno di una mancanza o privazione, come se la pelle del selkie fosse anche la sua anima.

 

5494853578_b8a653b169.jpgL'incontro tra selkie e umani era spesso segnato da un tragico destino e se vogliamo interpretarle oltre il mito troviamo che molte leggende sono nate dal bisogno umano di consolazione di fronte alla morte in mare, alla improvvisa scomparsa di una persona cara, alla morte prematura di un figlio.

 

Alcuni ricercatori hanno voluto vedere l'origine della leggenda nei Fin Folk, (ovvero i finnar probabilmente il popolo sami) uomini scandinavi che arrivavano sulle isole e sulla costa della Scozia a bordo dei loro kayak di pelle e con la forza dei remi, man mano che avanzavano in mare la canoa assorbiva l'acqua e affondava fino a che si poteva vedere solo parte del tronco.

LE FOCHE

Le foche sono mammiferi semiacquatici classificati come pinnipedi perchè hanno le pinne al posto dei piedi (piè d’ala per usare un temine poetico). Imparentate con il tricheco e le otarie le foche si nutrono in mare, ma hanno bisogno della terraferma per l’amore e la prole. continua


“Esistono circa 30 specie di foche, che in genere vivono sulle coste delle regioni polari e sub-polari del pianeta o, in certi casi, in alcune aree temperate. Di queste specie, ne vengono cacciate una quindicina, per un totale di 15-16 milioni di esemplari. La caccia alle foche viene praticata tutto l’anno, ma la stagione venatoria varia in base alla regione e alle specie. Il Canada, la Groenlandia e la Namibia rappresentano circa il 60% delle 900.000 foche cacciate ogni anno. Tra gli altri paesi interessati figurano l’Islanda, la Norvegia, la Russia e gli Stati Uniti e, all’interno dell’Unione europea, la Svezia, la Finlandia e il Regno Unito.” Fonte UE

 

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ANGELI CADUTI

Una leggenda delle Orcadi dice che quando gli angeli caddero dal cielo coloro che finirono sulla terra furono le fate e coloro che caddero in mare furono selkie e sirene. Ma un'altra credenza vede le selkie come esseri umani che anticamente si furono macchiati di un grave colpa e sono stati condannati dai vecchi dei ad assumere la forma di foca.

 

Infine la leggenda più diffusa è quella che le foche siano le anime degli annegati in mare, e più in generale i morti prematuri vittime di una morte violenta o una improvvisa malattia che, non avendo esaurito la loro energia vitale, si rincarnano nelle silkie e di notte (o solo una notte particolare dell'anno o nelle notti di luna piena) vanno sugli scogli e tornano ad assumere la forma umana: e allora danzano e cantano sotto i raggi di luna fino alle prime luci dell'alba.

Ovviamente non poteva mancare nella tradizione popolare la testimonianza di questi canti, che si dice i pescatori abbiano imparato assistendo di nascosto a questi incontri o ascoltandone l'eco lontana...

 

I Selkie nelle connotazioni più recenti del mito sono creature benevole e pur essendo cacciati dagli uomini non nutrono rancore.

c51831b0a1f759a0f813fb5f5cc09e02.jpgLo storyteller Duncan James Williamson, un traveller, originario dell’Argyllshire nella Scozia occidentale, ha raccolto, ravvivato e preservato un vasto numero di racconti sulle selkie e altre creature fatate. Nelle sue storie il rapporto tra umani e selkie è intriso di una forte caratteristica morale: chi, nonostante le difficoltà si ricorda del popolo delle foche e mostra loro gentilezza viene aiutato dalle genti del mare; e tuttavia anche la punizione per chi è feroce verso le foche e le selkie, non è mai crudele – prevale un modello di giustizia che tiene conto della fragilità umana.

 

Il non esplicitamente detto, ma mirabilmente lasciato intendere, di queste storie è la componente luttuosa, lo smarrimento che coglie chi piange una persona cara. Allora il comparire di un muso di foca si trasforma in un segno: da qualche parte chi amiamo sopravvive.

 

Così accade per due gemelli, fratello e sorella, Malcolm e Mary. Il ragazzo ama con struggimento le foche,  cui vorrebbe unirsi per nuotare dalla baia fino ai fondali dell’oceano. Una sera il padre e Malcolm escono in mare con la barca. Quando hanno pescato in gran quantità il tempo muta, il cielo si trasforma in tempesta. La barca si capovolge; il padre ed il ragazzo, entrambi buoni nuotatori, cercano di raggiungere la riva. Ma Malcolm scompare. Il suo corpo viene cercato per giorni dalla famiglia e dagli uomini del villaggio, senza risultato.

La sorella non si dà pace, trascinandosi per anni in uno stato di disperazione muta, come se anche il suo spirito se ne fosse andato con il fratello, finché non scopre che egli non è affatto morto - è stato invece salvato e accolto dalle selkie.

(Francesca Matteoni tratto da http://fiabesca.blogspot.it/2013/06/acque-settentrionali-le-storie-della.html

Seal Brother” in Duncan Williamson, Tales of the Seal People: Scottish Folk Tales. Interlink Books, 1997, p. 91

LA LEGGENDA DELLA SELKIE, LA FATA-FOCA

 

foca-saluta.jpgSi racconta che una notte, sulla piccola isola di Inis Oirr, Séan O’Shea incontrò una ragazza dai lunghi capelli rossi che sedeva nuda sugli scogli, cantando una canzone che parlava del Grande Padre Mare.


Séan
, osservando la ragazza da lontano, vide la pelle di foca poco distante da lei e invaghitosi della giovane decise di prenderla con sé.

Da quel momento, la ragazza divenne la moglie di Séan, incapace per incanto di separarsi da lui.


Passarono molti anni e
 Séan 
e la selkie ebbero una bambina che entrambi amavano e coccolavano. La selkie era docile, affettuosa, una madre perfetta ed una moglie gentile, ma non perse mai il suo sguardo malinconico.
Ogni notte, alla fine dei lavori domestici, sedeva sugli scogli a guardare il mare cantando tristi melodie a suo padre, il Mare, dal quale non riusciva a separarsi.


Il tempo passò, la bambina crebbe e la
 selkie 
si innamorò veramente del suo uomo; ma una notte, nascosta in un vecchio canestro in fondo alla cantina della casa, trovò il mantello di foca che suo marito aveva nascosto per tanto tempo.
Il mattino dopo,
 Séan 
trovò soltanto una scritta fatta con un dito in un pugno di farina sparsa sul tavolo: “Vi amo”. Ma di sua moglie non c’era traccia, e Séan e la bambina non la videro mai più.

 

Tratto da http://www.celticworld.it/sh_wiki.php?act=sh_art&iart=321 

 

Di sesso sia maschile che femminile sono descritti nella loro forma umana come creature bellissime (capelli e occhi scuri, agili membra), docili ma al contempo dotate di potere seduttivo. La leggenda dice che per riprodursi il selkie-maschio deve essere in forma umana e trasmetterà alla sua discendenza il suo potere: solo dopo che il bambino sarà svezzato il selkie tornerà dal mare per portarlo con sé. Un tempo quando la mortalità infantile era molto alta, solo i bambini che superavano il settimo anno di età potevano essere considerati fuori pericolo ed è proprio allo scadere del settimo anno che il selkie ritorna a prendere il figlio.

 

Selkie maschi erano invocati dalle fanciulle in cerca di amanti versando sette lacrime nella marea e i marinai erano attratti dalle selkie femmina che cercavano di prendere come spose.

 

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Silkie, Annie Stegg

 

I marinai dicevano che colui che fosse riuscito a rubare la pelle di una foca avrebbe avuto la creatura magica tutta per sé, purchè ne nascondesse bene la pelle, la donna sarebbe stata una bella e amabile moglie.

 

Questi legami però non duravano a lungo, la donna-foca era sempre attratta dal mare, e non appena ritrovava la sua pelle abbandonava marito e figli.

I bambini nati da queste unioni avevano a volta le dita delle mani o dei piedi palmate ed erano ritenute delle persone speciali, ma comunque creature sia del mare che della terra, irrequiete e sempre combattute tra il desiderio di vivere nel mare come foche.

La separazione non è mai indolore anche per la selkie che sembra piangere tra le onde, e se il marito l'ha trattata con amore, avrà per sempre una pesca fortunata. Spesso tra i due si crea un rapporto empatico come una amicizia mista di nostalgia e desiderio, che si trasmette alla discendenza. Il clan dei MacCodrum delle Ebridi Esterne rivendica di aver stipulato una tale amicizia con i silkie affermando che nessuno del clan avrebbe mai ucciso una foca.

LA VOCE DELLE SELKIE

Si sa che le foche (soprattutto quelle grigie) come le balene cantano anche quando sono sott’acqua (da ascoltare qui da “Encounters at the End of the World.”).

I suoni che emettono le foche in superficie sono numerosi: sembrano ruggiti, starnuti, fischi, soffi, ma anche lamenti (da ascoltare qui).continua

graphics-music-notes-549074.gifASCOLTA The Grey Silkie of Sule Skerry: la più nota delle ballate delle isole Orcadi narra di un selkie che vive sulla scogliera rocciosa di Sule.

 

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Una giovane fanciulla ha un figlio da un uomo sconosciuto che si rivela essere un selkie: uomo sulla terra, foca nel mare la cui dimora sono gli scogli di Sule.

Dopo sette anni la creatura del mare ritorna per reclamare a  il figlio, donandogli una catena d'oro, e la madre lo lascia andare.

La donna dopo qualche tempo si sposa con un cacciatore che commercia con le pelli di foca. Un giorno ritorna a casa con le pelli di due foche che aveva ucciso per donarle alla moglie: una era di una foca vecchia e grigia, l'altra di una giovane foca con al collo una catena d'oro! TESTO E TRADUZIONE continua

 

graphics-music-notes-549074.gifASCOLTA Oran Na Maighdeann-Mhara: alcuni interpretano questo canto alla luce di una leggenda scozzese che narra la storia di una selkie costretta a vivere con l'uomo che le aveva rubato la pelle. Dopo molti anni il figlio nato dal rapporto trova la pelle e la mostra alla madre, così lei è finalmente libera di riprendere il mare. TESTO E TRADUZIONE continua

 

graphics-music-notes-549074.gifASCOLTA Sea Longing: la nostalgia del mare, è un inappagabile struggimento, tipico delle creature fatate provenienti dal mare. Probabilmente il canto di una selkie, privata del suo mantello e costretta a vivere in forma umana. TESTO E TRADUZIONE continua

 

graphics-music-notes-549074.gifASCOLTA Seal Woman’s Sea-Joy/ Yundah TESTO E TRADUZIONE continua

 

graphics-music-notes-549074.gifASCOLTA The Song of the Sea TESTO E TRADUZIONE continua

 

FONTI

http://thawinedarksea.blogspot.it/2010/04/selkie-pallawah-skin.html
http://bestoflegends.org/fairy/selchies.html
http://fiabesca.blogspot.it/2013/06/acque-settentrionali-le-storie-della.html


(Cattia Salto luglio 2013 e luglio 2015)

 

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