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LE CANZONI CELTICHE

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IMPOSSIBLE RIDDLE

Il “contrasto” tra innamorati, basato sui "compiti o enigmi impossibili" ha come modello la ballata "The Elfin Knight": collezionata da Francis James Child (1825-1896) è datata al 1670 ma il suo substrato popolare potrebbe essere di origine scozzese.

 

In questa ballata è la fanciulla che sente suonare il corno (o la tromba) dall'elfo e cade in preda al desiderio. L'elfo però le chiede di superare delle prove impossibili (ad esempio di cucirgli una camicia senza ago né filo) e anche lei a sua volta chiede a lui delle prove d'amore, con chiari riferimenti al compimento del rapporto sessuale.

Per certi aspetti richiama la ballata di Tam Lin (vedi) in cui una fanciulla è alla ricerca della prima esperienza sessuale e in cui tutte le allusioni sono narrate come in una fiaba. Il rapporto tra i due è ambiguo, nelle versioni più antiche è la ragazza che chiama l'elfo nella sua camera, perché diventi il suo amante, e l'elfo la sottopone ai compiti impossibili per dissuaderla, perché troppo giovane; in altre versioni invece, l'elfo sottopone la ragazza alle imprese impossibili, minacciandola di rapirla per farla diventare la sua amante (e lei invece difende la propria verginità). Come sia questi "enigmi" fanno parte di una consuetudine delle canzoni popolari nel rapportarsi con il soprannaturale, sia esso un essere magico o diabolico.


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THE ELFIN KNIGHT

william_morris1.jpgRiccardo Venturi nella sua poderosa ricerca sulle Ballate di Child commenta

"The Elfin Knight, la ballata alla base di Scarborough Fair e di cui rappresenta la forma più antica, è una delle più vivaci ballate del corpus childiano, certo non troppo adatta ai bambini e alle fanciulle. Il Cavaliere Elfo propone alla ragazza una serie di compiti impossibili; lei gli ribatte con un'altra serie, ugualmente impossibile, con cui smaschera il Cavaliere, potenziale fedifrago (le sequele di compiti impossibili sono uno dei τόποι più usuali delle ballate angloscozzesi.

 

Il ritornello (My plaid awa ecc.) rappresenta, come già Child sottolineò, un "unicum" nell'intera raccolta, dato che si tratta dell'unica ballata in cui esso è più lungo della strofa che esso accompagna. Dalle numerose versioni scozzesi che presentano il motivo della "coperta che vola via" si può dedurre che tali versi si riferiscono più o meno velatamente alla perdita della verginità, e del resto, almeno una parte dei compiti impossibili sottintendono chiaramente delle allusioni sessuali (il "corno in grembo", il "campo da arare e da seminare" ecc.).

 

Gli Elfi delle ballate, inutile dire, sono degli uomini adulti e pieni di "voglie", non le creaturine asessuate delle filastrocche per bambini. Sebbene conservata in un foglio volante scozzese del 1670 (in caratteri gotici), il nostro testo (da William Motherwell, Minstrelsy, appendice) è indubbiamente una ballata popolare dal punto di vista stilistico."

 

CAMBRIC SHIRT

Nel secolo successivo ritroviamo ancora la ballata questa volta con il titolo "Humours of Love" pubblicata nella collezione delle Madden Ballads (Cambridge Biblioteca Univesitaria) databile al 1780, il cui testo è più vicino alla attuale "Scarboroug fair" nella versione raccolta da Ewan MacColl

I
If you will bring me one Cambrick Shirt,
Sweet savory grows, rosemary and thyme,
Without any Needle, or Needle-work,
And you shall be a true Lover of mine.

 

Una ulteriore variante è contenuta nel libro di canti e filastrocche Gammer Gurton's Garland compilato da Joseph Ritson (1752-1803) e pubblicato nel 1783 o 1784 (vedi) e poi ancora in numerose altre ristampe a testimoniarne la popolarità.

I
Can you make me a cambrick shirt,
Parsley, sage, rosemary and thyme,
Without any seam or needle work?
And you shall be a true lover of mine.

 

Jürgen Kloss sempre in "Tell Her To Make Me A Cambric Shirt" From The "Elfin Knight" to "Scarborough Fair" (al quale si rimanda per l'analisi più approfondita vedi) identifica una terza variante della ballata pubblicata in Scots Magazine nel luglio del 1807 che potrebbe essere l'anello di congiunzione tra la ballata "The Elfin Knight" e le versioni inglesi. E' interessante in particolare la prima strofa che non inizia più con la richiesta di fare una camicia (senza cucirla) ma con il luogo d'incontro dei due innamorati in questo caso ancora una "yonder hill"

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I
[He:]
As I gaed up to yonder hill,
(Saffron, sage, rue, myrrh,and thyme,)
I met my mistress her name it was Nell,
" And lass gin ye be a true lover o' mine.
II
"Ye'll mak' to me a camric sark,
"(Saffron, sage, rue, myrrh,and thyme,)
"Without either seam or needlewark,
"And that an' ye be a true lover o' mine.

 

L'uomo chiede alla donna di dargli delle prove d'amore, e anche lei a lui, sono "compiti impossibili", in cui il contrasto si trasforma in una ripicca fra innamorati; un'altra lettura però è quella dell'amore impossibile così come lo sono le prove da superare, ovvero paradossali, quasi un ossimoro: così il loro amore è finito (o non può continuare per un impedimento sopraggiunto o scoperto) e i due si sono lasciati, ma il congedo è poetico.

 

Il testo che invece è quasi identico alla Scarborough ottocentesca è quello di "Whittingham Fair" pubblicato in "Northumbrian Minstrelsy" di John Stokoe  -1882. Whittingham è un paesello del Northumberland, ma per il resto si tratta dello stesso fraseggio di Scarborough e quindi delle versione della ballata così com'era diffusa nello Yorkshire

 

Are you going to Whittingham Fair
Parsley, sage, rosemary, and thyme
Remember me to one who lives there
For once she was a true love of mine

 

 

SCARBOROUGH FAIR

Scarborough (nello Yorkshire a Nord di York) era un'importante porto e luogo di mercato per tutti i commercianti d'Inghilterra fin dal medioevo. La fiera durava 45 giorni ed era un evento ricco di musica e cibo, ma pur perdendo d'importanza nel XVII secolo è ancora celebrata ai nostri giorni.

 

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CARTER H.B. Scarborough Castle, looking over the North Sands- 1842

 

CURIOSITA'

Nel piccolo cimitero della chiesa di Santa Maria ai piedi del castello di Scarborough è custodita la tomba della famosa scrittrice Anne Brontë (1820-1849) da poco giunta per curarsi dalla tubercolosi, ormai già in fase avanzata.

 

Il protagonista chiede a un passante che si sta recando alla fiera di salutare colei che un tempo era stata la sua innamorata e di domandarle quando tornerà da lui, ma lei risponde (facendo ricorso ai compiti impossibili) mai.

Sicuramente la canzone era molto popolare nella zona nel 1850 ed è riportata da Frank Kidson in "Collection of Traditional Tunes" - 1891 in cui e indicata come la melodia cantata a Whitby (ovvero nella zona di Scarborough) nel 1860

 

Le varianti testuali però sono molteplici e anche per la melodia sono state trascritte molte versioni.

 

LE ERBE MAGICHE

herbs1.jpgIl refrain della seconda riga di ogni strofa, già nelle versioni settecentesche, è incentrato su una serie di erbe, e molte sono state le ipotesi in merito: una linea senza senso o un gioco di parole scelta per la sua assonanza.

Jürgen Kloss osserva che la frase potrebbe essere più una scelta stilistica degli editori nella variante stampata che una linea tramandata dalla tradizione orale.

Tutte erbe officinali immancabili nell'orto dei Semplici, erano gli ingredienti principali dei filtri d'amore o degli amuleti scaccia diavoli in grado di annullare le maledizioni e gli incantesimi malvagi. In particolare queste erbe erano utilizzate per allontanare la peste ovvero il suo odore nauseabondo che emanava dai morenti e dai cadaveri, infatti era opinione della medicina del tempo che fossero i miasi ad essere la causa dell'infezione e che fosse essenziale purificare l'aria

 

Il prezzemolo: è un erba associata alle streghe e alla morte, si riteneva che favorisse la lussuria e l'amore, ma anche la digestione. Simboleggia la possibilità di allontanare i dispiaceri e l'amarezza dalla vita.

La salvia: è un erba associata con la saggezza, la parola stessa derivata dal latino e vuol dire "per salvare e proteggere"; un detto popolare suggerisce di mangiare la salvia primaverile per vivere a lungo. E' uno stimolante dell'organismo indicata come rinvigorente in caso di esaurimento fisico o intellettuale. Si ritiene che oltre a riuscire a mitigare il dolore possa anche aumentare i poteri psichici, era anche anticamente  utilizzata come portatrice di fertilità e di armonia domestica.

Il rosmarino: è un erba associata con il ricordo, ma anche con la morte, in grado di aiutare il defunto ad entrare nella terra dei morti. Era bruciata per allontanare gli spiriti malvagi e utilizzata nel medioevo come amuleto per proteggersi dalle forze maligne e dalla malattie. Il suo profumo molto persistente rinforza il ricordo e la capacità di non dimenticare. Simboleggia la fedeltà, e fin dai tempi antichi era indossato dagli sposi. Infine la pianta del rosmarino è forte e resistente, sebbene cresca lentamente e all'inizio con difficoltà, e quindi simboleggia tradizionalmente l'amore femminile

Il timo: era considerata l'erba dove le fate amano dimorare o danzare. Si credeva che fosse in grado di dare forza e chiarezza alla mente e purificasse l'aria dalle malattie. In una ricetta seicentesca per preparare un balsamo da spalmare sugli occhi era l'ingrediente principale: si poteva così alzare il velo dell'invisibilità che nasconde le creature fatate e fronteggiarle senza pericolo!

Nel medioevo era usato per adornare le armi dei cavalieri in quanto si riteneva infondesse il coraggio. Era un erba utilizzata nei fuochi sacri e come incenso religioso.

 

Come sia Bert de Jong riporta una interpretazione suggestiva in merito

Quindi diventa chiaro il significato del celebre verso e inciso: l'amarezza tra loro deve essere scacciata dal prezzemolo, la salvia deve dare loro la forza di sopportare la separazione, il rosmarino deve dare a lei la fedeltà di aspettarlo, e il timo il coraggio di affrontare le prove impossibili per arrivare o tornare da lui, mantenendosi pura.

 

Ma molte altre erano le piante magiche come il ginepro, il biancospino, l'agrifoglio e l'edera e soprattutto la ginestra!

 

VERSIONI

Da Simon&Garfunkel al nostro Angelo Branduardi molti artisti hanno interpretato questa canzone e, in area celtica, è spesso accompagnata dall'arpa.

 

 

(Cattia Salto integrazione giugno 2013 e marzo 2014)

 


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