L’ultimo
incolto padano A cura di Cattia Salto (gennaio 2010) |
BARAGGIA
Baraggia, terra di alta pianura, tra praterie e
brughiere con isolati e radi alberi tenaci, alternate a piccole zone
paludose, rari corsi d’acqua e vallette boscate. Sull’orizzonte quasi un miraggio, le Alpi… L'ambiente della baraggia è stato per
lungo tempo considerato un semplice incolto, in attesa di essere
bonificato, finchè la Regione Piemonte ha varato diversi provvedimenti
di tutela per arrivare all'istituzione definitiva della Riserva
naturale orientata delle Baragge (L.R.14
gennaio 1992, n. 3), nata col compito di tutelare e conservare le aree baraggive. |
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Nel suo grembo la terra di Baraggia nasconde
fossili di vegetazione e creature marine di quando, nella notte dei
tempi, era parte del grande mare. Adesso è di nuovo mare d’erba (la molina - Molinia caerulea - che si tinge di giallo in autunno,il brugo - Calluna vulgaris- o erica
scozzese che si infiamma di viola sul finir
dell’estate), ma agli albori della storia era un
Bosco
di farnia
e
carpino. “ Baraz” la chiamavano i Celti ossia “luogo boscato”, ma poi la pratica umana del debbio,
con l’abbruciamento della vegetazione per impedire la rinnovazione
degli alberi, e i ripetuti tagli l’ha trasformata in pascolo
e più recentemente in risaia. La Baraggia è tuttavia una terra aspra,
povera di humus, soggetta ad un processo di ricolonizzazione da parte della vegetazione boschiva con
l’avanzare della Betulla e del Pioppo tremulo e della piccola
Frangola amata da api, farfalle e uccelli. Negli spazi aperti dove corre la lepre si snodano
piste ciclabili e percorsi per passeggiate a piedi e a cavallo. |
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ERICA
o BRUGO?
Dalle Highlands di Robert Burns alle Moorlands di Emily Bronte, e fino alla Baraggia del Vercellese il brugo (ma anche l'erica) popola quelle che in suo nome
vengono definite brughiere. Il brugo seppure parente stretto dell'erica è una
pianta distinta, classificata come calluna vulgaris, detta anche erica selvatica: Calluna dal greco kallyno (pulisco, spazzo), erba per fabbricare ramazze
rustiche, grazie alla flessibilità e alla resistenza dei
suoi ramoscelli e vulgaris per l'estrema diffusione della pianta. Le due piante si distinguono sostanzialmente per la diversa forma dei fiori (l'erica ha la corolla divisa in 5 parti e
assomiglia a una botticella, il brugo ha il fiore formato da 4 petali quasi completamente
divisi) ma per riconoscerle basta guardare il calendario:
l'erica fiorisce al termine dell'inverno e in primavera (e in alcune
varietà fino a giugno), mentre la calluna fiorisce alla fine dell'estate e in autunno
restando fiorita fino ai primi mesi dell'inverno! Per il resto condividono credenze e
proprietà: sono sempreverdi di tipo arbustivo per lo
più tappezzanti che in alcune varietà raggiungono
anche i 6 metri. La Calluna deriva il nome popolare dal celtico brugo e colonizza la brughiera, dal terreno
povero di sostanze minerali e acido, ma anche l'alta montagna; ed
è uno dei fiori nazionali della Scozia. Le foglie possono presentarsi in molte forme e sono
sempre allungate e sottili, sebbene nell'erica siano per lo
più aghiformi mentre nel brugo sono simili a piccole squame fittamente addossate a
ricoprire il rametto; in inverno le foglie della calluna diventando dorate. I fiori delle eriche e del brugo, molto piccoli e abbondanti, assomigliano,
rovesciati, ai berretti degli elfi e vanno dal bianco alle varie tonalità
di rosa fino al viola carico. E' risaputo che le fate amano dormire tra l'erica
così per evitare rapimenti fatati è meglio non
addormentarsi nella brughiera!! L’erica
nell’antichità era considerata una pianta magica,
per questo motivo veniva utilizzata per costruire le scope, da
impiegare per la pulizia dei templi degli Dei, e per produrre il legno
da ardere, utilizzato per cuocere il pane da usare durante alcuni
rituali sacri. Ancora oggi si considera l’erica una pianta
purificatrice, tradizionalmente si crede che gli ambienti puliti con
scope di erica vengano purificati dalle energie negative e che bruciare
dell’erica essiccata, come se fosse incenso, serva a tenere
lontani gli spiriti maligni. Inoltre, il legno dell’erica
è stato ed è ancora utilizzato per la costruzione
delle pipe [è utilizzata la radice dell'erica arborea detta radica], in quanto ha una buona
capacità di resistenza ai deboli fuochi. (tratto da
http://ilgiardinodeltempo.altervista.org/erica/) Un rametto d'erica bianca (Calluna vulgaris) è un portafortuna in Scozia e viene donato per augurare un felice matrimonio. Un tempo le fanciulle scozzesi che si
avventuravano da sole nella brughiera indossavano sempre un rametto
d'erica per proteggersi dagli stupri e dalle rapine (o per fare un
incontro fortunato). La varietà rosa è invece per
lo più considerata un omaggio d'amore. Nella tradizione contadina il brugo era assunto regolarmente dalle donne come controllo
ormonale per impedire il concepimento ed era anche utilizzato per
prevenire le malattie veneree. Nelle ballate celtiche non si contano gli incontri
fortuiti tra belle pastorelle e giovani cavalieri che, passando per la
brughiera per la caccia o per una razzia di bestiame, tentano in tutti
i modi di possederle!! vedi |
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PROPRIETA' TERAPEUTICHE
Brugo e erica pur essendo state distinte in due generi
diversi sono piante che condividono le stesse proprietà. Il brugo è antinfiammatorio (in particolare delle
vie urinarie) e nella tradizione popolare viene utilizzato come
antisettico, astringente, diuretico e sudorifero ma anche come blando
digestivo e antifermentativo. Come la Malva allevia il dolore delle
ferite eliminando le infezioni! Mazzetti di brugo possono essere gettati nella vasca da bagno contri
i reumatismi o utilizzati in un impiastro caldo per curare la sciatica;
ritenuto efficace anche il macerato alcolico per i massaggi contro
l'artrite e per i dolori reumatici. Le
foglie aromatizzano la tisana della tranquillità (che
tonifica e calma) e con i giovani germogli si produce una birra chiara
(il segreto della birra d’erica è custodito gelosamente dai clan
scozzesi), con il miele d'erica (un miele molto scuro) si prepara un ottimo idromele vedi LA TISANA DELLA
TRANQUILLITA'
Le
dosi date da Eilan del Bosco sono per 1 lt, ma facendo le proporzioni in Tazze ecco la ricetta 2-3
gr fiori di erica 2-3
gr fiori di camomilla 5
gr di fiori di tiglio FONTI (Cattiia Salto integrazione settembre 2014) |
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DA
VEDERE Di rilievo l'antica chiesa dei SS. Pietro e Paolo e
il castello che
la sovrasta. Inclusi nel territorio delle Baragge biellesi sono anche
la brughiera che sorge attorno a Verrone e
il centro storico diMasserano (con
il castello edificato dell'XI sec,
il priorato cluniacense di Castelletto Cervo(XIII sec). La
Riserva Naturale Orientata delle Baragge è costituita da sette porzioni
differenti di territorio fra le province di Biella, Vercelli e Novara. Il Baraggione che si estende fra Candelo e Cossato è quello più vasto e conosciuto, anche per la presenza di un antico ricetto - il Ricetto di Candelo - costituito da un nucleo fortificato in epoca medioevale all'interno del quale si svolgono manifestazioni culturali e rievocazioni storiche. A Castellengo, è ubicato l'Ecomuseo del Cossatese e delle Baragge La Baraggia novarese del Piano Rosa si estende sul lato orientale del fiume Sesia, (vedi Parco delle Lame del Sesia)
nel triangolo Gattinara – Ghemme –Romagnano Sesia. Luoghi di particolare interesse
storico-turistico sono, a Roasio, la chiesa romanica di Sant’Eusebio dei Pecurilli e, vicino a Romagnano Sesia, il santuario della Madonna di Rado. Il
comune di Bellinzago novarese ospita l’oasi WWF
“Baraggia di Bellinzago” La tavolozza dei colori parte dal verde, trabocca
nel rosa fino al viola con le fioriture di fine estate, le macchie di
giallo ginestra e del giglio dorato, il bianco perlaceo dei tronchi di
betulla, il trionfo dei gialli in autunno, colori squillanti sotto il
sole che si fanno più dolci e magici con la stagione
autunnale. La Baraggia ospita specie animali rare tra gli
insetti e gli anfibi, ed è meta di diverse popolazioni di
uccelli. Le
lande erbose ospitano svariati rapaci (fra i quali il biancone e le
albanelle), allodole, piccoli turdidi; gli acquitrini sono
particolarmente frequentati in primavera da beccaccini, pavoncelle,
cutrettole. Nei boschetti è possibile scorgere sparvieri,
usignoli, bigiarelle, luì. E ancora la cicogna nera, la gru,
l'aquila minore e la Ghiandaia marina.. |
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La Baraggia è visitabile in tutte le
stagioni; tuttavia, durante l'estate è preferibile scegliere
le ore più fresche del mattino o della sera (per evitare il
caldo eccessivo e gli insetti) |
GESTORE RISERVA Ente
Gestione Aree Protette: Baragge - Bessa -Brich - Via Crosa, 1 - 13882 Cerrione (BI) – Tel. Sede
Ente parco delle Baragge - Cossato ex
scuola della frazione Castellengo -Aula Verde percorso
botanico Baraggia di Candelo -Piste ciclabili (Masserano-Gattinara -lunghezza circa 13,5 Km-; Romagnano Sesia -percorso ad anello, lunghezza circa 7 Km- -Servizi
di educazione ambientale per adulti e bambini: visite guidate Baragge
(anche in notturna) mezza giornata -passeggiate
a cavallo sui percorsi consentiti -riso
di Baraggia DOP continua |
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