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SOLSTIZIO D’ESTATETra il 21 e il 22
giugno il sole "resta fermo" in cielo nel suo punto più alto (e
ci resta per qualche giorno fino al 24) per poi iniziare il suo cammino
discendente. E' per convenzione "il primo giorno d'estate" foriero del
caldo di luglio e agosto, torrido alle latitudini
mediterranee, appena alleviato dalle brezze marine o dai venticelli di
montagna. Un momento significativo dell'anno celebrato nel mondo antico
presso molti popoli. |
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FESTA DI SAN GIOVANNI BATTISTANella
notte della vigilia di San Giovanni, la notte più breve dell'anno, in tutte le
campagne del Nord Europa l'attesa del sorgere del sole era (è ?) propiziata dai
falò accesi sulle colline e sui monti, poiché da sempre, con il fuoco, si
mettono in fuga le tenebre con le tenebre e con esse gli spiriti maligni, le
streghe e i demoni vaganti nel cielo. Attorno ai fuochi si danzava e si
cantava, e nella notte magica avvenivano prodigi : le acque trovavano voci e
parole cristalline, le fiamme disegnavano nell'aria scura promesse d'amore e di
fortuna, il Male si dissolveva sconfitto dalla stessa forza di cui subiva alla
fine la condanna la feroce Erodiade, la regina maledetta che ebbe in dono il
capo mozzo del Battista. Nella veglia, tra la notte e l'alba, i fiori bagnati
di rugiada brillavano come segnali; allo spuntar del sole si sceglievano e
raccoglievano in mazzi per essere benedetti in chiesa dal sacerdote. Bagnarsi
nella rugiada o lavarsene almeno gli occhi al ritorno della luce era per i
fedeli cristiani un gesto di purificazione prima di partecipare ai riti in
chiesa. Anche in Valsesia
ritroviamo l'usanza dei falò, del lavacro con la rugiada e della benedizione in
chiesa del mazzo di erbe e di fiori. Conservate gelosamente in casa, portate
all'alpeggio in estate - verso il quale da molti paesi si partiva la stesso
giorno del 24 di giugno - le erbe benedette riconsacravano la baita di montagna
lasciata l'anno prima mantenendo tra le famiglie dei pastori un legame con la
sacralità della festa e del rito d'inizio d'estate. Al ritorno dall'alpe, quelle
stesse erbe essiccate, unite ad un ramo di olivo e ad uno di ginepro, venivano
bruciate nella stalla a protezione degli animali. Non a caso, dunque, il
precursore di Cristo, rappresentato con l'Agnello mistico e vestito da eremita,
pastore del deserto, fu assunto dai pastori come patrono privilegiato fino dai
primi secoli cristiani. (Tratto da http://www.ginevra2000.it/fiori/fiori_leggende/giugno.htm) |
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LE STREGHESulla notte di San Giovanni
aleggia la presenza inquietante delle streghe e dei demoni che volano
nel cielo. Strix chiamavano
la strega gli antichi Romani: era un uccello simile alla civetta che
si nutriva del sangue dei lattanti rapiti dalle culle. Riferiva Plinio
il Vecchio che le
erano donne trasformate in uccelli per una magia, o almeno
così sosteneva la credenza popolare. Nel medioevo le strigesstriges assunsero volto e
fattezze umane: erano le seguaci di Erodiade o
di Diana. Erodiade
veniva confusa con la
figlia Salomè che aveva ottenuto da Erode Antipa la testa di san Giovanni
in cambio di una danza. Secondo le tradizioni italiane, la notte della vigilia della festa di San Giuseppe, le streghe si recano volando, verso il "Grande Noce di Benevento" (albero in realtà già sradicato fin dal medioevo); l'albero sul quale una dea lunare avrebbe sconfitto il diavolo, rimandandolo negli inferi.
Per proteggersi dalle streghe di passaggio esistono vari riti connessi soprattutto all’uso di erbe magiche. |
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